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Il secondo volume della serie presenta notevoli differenze con il precedente e non solo per il numero di paragrafi, che saranno oltre cinquecento contro i duecentoventi del primo episodio. Mentre nel predecessore l’occulto la faceva da padrone, ora dovremo affrontare una missione molto più classica ovvero catturare un bandito, come prevede il canovaccio di milioni di opere letterarie e cinematografiche ambientate nel vecchio West: ma andiamo con ordine. Dopo un inizio tragico - o forse dovrei dire da incubo - che non dettaglio per evitare spoiler, il nostro indomito Django sarà assoldato dall’amico e cacciatore di taglie Sartana per una difficile, ma ben pagata, missione: recarsi in Messico per arrestare il colonnello Jackson, pericoloso bandito che, non accettando la fine della guerra di secessione - in cui era stato colonnello sudista tra i più attivi e fanatici - ora si dedica al brigantaggio spalleggiato da alcuni fedelissimi. Naturalmente si considera un eroe che continua a combattere la guerra e, scopriremo, che ne è convinto davvero. Una vicenda realistica, che ricorda non poco quella del leggendario Jessie James. Come nel primo volume, anche in questo caso la storia sarà divisa in vari capitoli: inizialmente ci recheremo in una cittadina per recuperare informazioni e alcuni contatti, quindi raggiungeremo El Paso (ai più appassionati di voi ricorderà la Zona Omega, immagino...) per procurarsi dei buoni compagni per la missione. A seguire affronteremo un viaggio in Messico, che culminerà nel classico assalto al fortino e nella conseguente fuga rapida con il prigioniero. E poi... sorpresa finale su cui preferisco non indugiare. Le novità, come accennato, non saranno poche. In primis la vicenda sarà più lunga e complessa, inoltre sarà molto più strutturata con personaggi solidi e caratterizzati. Molti pistoleri del nostro gruppo, come si evince anche dalla copertina, saranno infatti ispirati a personaggi che hanno fatto la storia dei vari spaghetti western, un esempio su tutti gli indimenticabili Bud Spencer e Terence Hill. Simpaticissima, poi, l’idea dei quiz per cui, spesso, dovremo misurarci con domande sul western all’italiana e, rispondendo correttamente, saremo ricompensati col recupero dei punti di vita e qualche altro utile bonus, non fondamentale per la riuscita dell'avventura ma certamente di grande aiuto. L’occulto avrà un ruolo decisamente minore ma, in compenso, tra i protagonisti ci sarà un il lato oscuro del west. Il fatto, cioè, che in fondo un pistolero resta un assassino, specialmente se con le pallottole vaganti colpisce gli innocenti. E dato che per gli assassini non c’è perdono, si giunge alla logica condanna di tutto il mondo del west e anche di noi stessi e della nostra banda. Le sparatorie saranno numerosissime, per cui attenzione al computo dei proiettili. Il divertimento, comunque, sarà assicurato e l’interattività sarà altissima, parola di uno che i western non li ha mai amati veramente. Lascio al lettore il compito di scoprire tutto e di affrontare interessanti meditazioni su una serie di tematiche profonde e ricche di implicazioni che Bianchini, con sagacia, riesce a inserire nella sua opera. In conclusione un giudizio positivo, anche in ricompensa per il miglioramento compiuto rispetto al volume precedente, non si può certo negare. Rimane ottimo l’utilizzo del regolamento, all’apparenza complesso e difficile ma che, con un po' di pratica, si potrà digerire facilmente. Unico peccato veniale è dato dalla bassa longevità, dato che si può esplorare tutto in un paio di letture, che comunque appagheranno appieno regalando una meravigliosa esperienza sia narrativa che di gioco.
Longevità 6:
L'unico vero piccolo difetto del libro: in un paio di letture si esplora ogni possibile diramazione e dopo non rimangono grandi motivi per riprenderlo in mano.
Difficoltà 7.5:
Non alta in sé, ma i nostri punti saranno prosciugati senza pietà, dato che avremo combattimenti e difficoltà a valanga quando si tratta di mettere mano alle pistole. In compenso Federico non è stato cattivo con le instant death: ce ne sono pochissime e a seguito di scelte poco furbe.
Giocabilità 8:
Il regolamento articolato, ma mai davvero complesso, l'ottima verve narrativa dell'autore, la stupefacente caratterizzazione degli ambienti e dei personaggi, la trama di fondo non particolarmente originale, ma solida e magistralmente ispirata ai classici degli spaghetti western... Insomma c'è parecchio da divertirsi e molto di cui essere lieti.
Chicca:
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Totale 8:
Un valido volume, consigliatissimo, soprattutto se siete amanti del genere e nostalgici dei tempi doro dello spaghetti western e dei suoi protagonisti.
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