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Recensione

Misteri d'Oriente MS Edizioni 4: I Misteri di Babilonia
Edizione MS Edizioni 2023
autore/i Doug Headline,Jacques Collin
Recensore Dragan

Peripezie urbane da manuale


È un formidabile manuale di scrittura di un librogame urbano, il numero quattro della saga Misteri d’Oriente, firmato da Doug Headline e Jacques Collin. Molto più che il leggendario Prete Gianni, difatti, ad assurgere a protagonista indiscussa del volume è l’intera città di Babilonia che della vicenda è teatro. Con i suoi panorami, i suoi monumenti, le sue insidie, i suoi personaggi e fatti folli, le sue lusinghe. Merito aumentato, allora, per la versione rinnovata di Ms Edizioni (500 paragrafi, 16,90 euro) che rende nuovamente disponibile questo titolo di grande qualità per neofiti e appassionati di vecchia data.

L’edizione si presenta raffinata come al solito. Copertina con alette, inserti arancioni con logo che strizzano l’occhio alle tradizionali fascette EL, illustrazione della cover rinnovata dal tratto sinuoso di Katerina Ladon, che per la prima volta vede inquadrato il mostro finale oltre a un Gianni particolarmente guerresco, con elmo, armatura e tanto di spada fiammeggiante. Cambia anche il titolo: di Babilonia non più “segreti”, ma “misteri”, la traduzione letterale del francese. Le illustrazioni interne sono quelle storiche di Jacques Terpant: tra queste anche una mappa babilonese, ora come allora non funzionale al gioco, ma mero orpello. Confermata anche la localizzazione del 1990 firmata da Elena Baron.

Le novità rispetto al passato non mancano, e ormai è una costante della nuova edizione, già a partire dal regolamento. Sia su un piano formale: lo scarno registro EL viene rimpiazzato da una grafica più accattivante e con caselle aggiuntive per tenere contro delle altre variabili del sistema di gioco. Sia sul piano dei contenuti: compaiono, come ulteriore complicazione, gli otri d’acqua da consumare in più abbinati ai pasti; spariscono gli astrusi modificatori della Forza del protagonista; viene introdotto un uso innovativo di un oggetto speciale dimenticato nell’originale, la Spada di Nikanor.

Il sistema di gioco comprende due parametri abbastanza canonici di Vita e Forza, un inventario e del denaro altrettanto classici, i citati bisogni di mangiare e bere. Tra le caratteristiche speciali, le caselle per tenere conto degli usi dell’Occhio della Sfinge (una volta), Potere di conversione (una volta) e Spada di Nikanor (tre volte). Il combattimento si svolge confrontando due dadi e la Forza di Gianni con il corrispettivo dell’avversario, e infliggendo a chi soccombe un danno identico alla differenza tra i due valori. Opportunamente, sono riportate coppie di dadi all’angolo in alto a destra di ogni pagina dispari.

Capitolo a parte merita una modifica politicamente rilevante nel gameplay: la scomparsa definitiva di una feature a lungo discussa, il cosiddetto “Giudizio di Dio”. Nella versione antica, nel contesto di un combattimento basato principalmente sui dadi, tale funzionalità consentiva di uccidere il proprio nemico automaticamente, lanciando un doppio 6, ma al contempo di ritrovarsi uccisi, e terminare anzitempo la partita, gettando una coppia di 1. Due ipotesi improbabili, ma non certo impossibili, che hanno provocato gioie e dolori a generazioni di lettori.

Nei primi tre volumi Ms la regola era stata già ammorbidita dai curatori, cancellando la faccenda del doppio 1 suicida e lasciando solo lo spettro del duplice 6 a gravare sui malcapitati avversari. In questa quarta uscita, invece, la peculiarità scompare completamente, togliendo forse un po’ di imprevedibilità, ma tutto sommato senza nuocere troppo al motore di gioco, di cui costituiva, a ben vedere, poco più che una superfetazione: 34 anni dopo, è possibile rinunciarvi senza patemi.

Passando alla trama, l’inizio è molto variegato. Il crociato aveva terminato la terza avventura racchiuso in un blocco di ghiaccio che gli ha consentito di dormire quattrocento anni, ma il risveglio con scongelamento può avvenire in tre modi e momenti diversi: facendo alzare il sipario prima dell’ingresso in città, durante la vendita al mercato di quella strana reliquia contenente in realtà il protagonista, o dopo la cessione stessa a tre diversi possibili acquirenti. Questo bailamme consente di giocare altrettante missioni introduttive prima di giungere al cuore della vicenda, quasi tutte divertenti e di grande fascino, apprezzando la ricchezza delle descrizioni e dei personaggi.

Presto o tardi si giungerà, comunque, alla quest principale, divisa in tre capitoli. Ci sono almeno tre saggi, tra le mura della Città Blu, che Gianni deve consultare, Mahal, Barsip e Kantum. Dovrà giocoforza esplorare i meandri metropolitani ed è qui che la fantasia degli autori si scatena. Emozioni a ogni paragrafo, incontri grotteschi e letali, situazioni da sbrogliare con l’astuzia o con le armi, siparietti che faranno sghignazzare più volte. La Babilonia di Headline e Collins è caratterizzata da un feroce tasso di criminalità e altrettanta presenza di tentazioni femminili. Per Gianni sarà difficile resistere, vedi il capitolo “Chicca”.

Un’altra peculiarità di questa storia avvincente sarà la visita all’interno di luoghi di grande rilevanza e lignaggio: trattandosi di Babilonia, impensabile non perdersi nelle rigeneranti atmosfere dei leggendari Giardini pensili, tra specie misteriose e intriganti di flora e fauna. E a fare da degnissima location per lo scioglimento della vicenda sarà nientemeno che la leggendaria Torre di Babele, ritratta e descritta in tutta la sua imponente e caotica maestosità.

È in questa brulicante città che il prete deve reperire le informazioni sulla prossima tappa della sua ricerca di Shangri-La, e potrà farlo andando a trovare dai tre saggi altrettanti numeri, corrispondenti a piano, sala e scaffale della biblioteca della Torre dove trovare il volume chiave e anche un ultimo scontro con un coriaceo avversario, che trova nuova dignità venendo ribattezzato da banalissimo “toro alato” a un più intrigante nome proprio Lamassu.

Nel tirare le somme, c’è da leccarsi i baffi. La narrazione assume un tono meno solenne e più scanzonato dei volumi precedenti, avvicinando anche questa serie alle altre di taglio ironico della cricca di Headline, ma senza snaturarla. La varietà di incontri e descrizioni è deliziosa e consente di calarsi davvero nelle atmosfere babilonesi. Il gioco è presente e rende più appassionante l’esperienza, ma senza essere d’intralcio alla fascinosa narrazione. Una vera chicca che non può mancare nella collezione di un librogamer che si rispetti.

***

Nota sulle valutazioni: nella “Longevità”, chi scrive dà un giudizio di quanto sia ben progettato il librogame in modo da essere giocato più volte, con nuovi percorsi e scenari e la possibilità di svolgere più partite senza esaurire filoni narrativi e ludici. La “Difficoltà” stima quanto sia complessa un’opera tra gioco e snodi: più il voto sale, più sarà complicato approdare alla fine. La “Giocabilità” è la summa di un sistema di gioco ben funzionante e non oppositivo verso il lettore e di una storia ben scritta e priva di errori. La “Chicca” accende una luce su uno o più aspetti con un punto di vista curioso, singolare o spesso simpatico. Il “Totale”, infine, non è una media delle tre votazioni precedenti (sebbene raramente vi si discosti troppo), ma un giudizio complessivo tarato anche sui gusti personali, sensibilità e fascinazioni del recensore.

Longevità 7.5: 

Viene garantita nel gioco dalla varietà di percorsi garantiti negli snodi chiave che, comunque, riconducono tutti a un unico filone. La trama principale è progettata per essere giocata una volta, ma è bello tornare indietro per scoprire come altro arrivare alle tappe obbligate, evitando di perdersi passaggi notevoli.

Difficoltà 7: 

Grazie a poteri e oggetti speciali, specialmente avendo punteggi fortunati iniziali grazie ai dadi, non sarà certo un’impresa venire a capo di duelli e insidie orientali. La situazione si ribalta se se la sorte non è benevola in fase di creazione del personaggio.

Giocabilità 8: 

Alla quarta uscita è perfetto l’equilibrio raggiunto tra narrazione e sistema di gioco, con la possibilità di gustarsi appieno l’avventura lasciandosi trascinare dalla prosa pimpante e dalle situazioni sempre nuove.

Chicca: 

Come non dedicare una sottolineatura al personaggio di Nana Dirat, da sempre una delle figure femminili più apprezzate nella storia dei librogame! Tanto che, nel lontano 2012, nell’ambito del contest più nerd di tutti i tempi tra gli utenti del forum di Librogame’s Land, intitolato “La più bella dei LG”, si classificò al terzo posto su oltre 60 eroine partecipanti, battuta solo in semifinale - e di misura - dalla Donna eterea e bellissima di Lupo Solitario 27, poi vincitrice dell’intera manifestazione. Con Nana il protagonista potrà vivere una storia d’amore appassionante a partire da un colpo di fulmine immediato che potrebbe anche portarlo a mettere da parte una volta per tutte la sua missione.

Totale 8: 

Una gemma tornata dal passato con nuovo lustro e nuova confezione che conferma la bontà dell’operazione condotta da Ms su questa serie transalpina. Promossa a pieni voti, nella speranza che, pur nell’attuale situazione del mercato a bivi, trovi l’abbrivio necessario per arrivare comunque al traguardo del quinto volume - e magari anche oltre. Se lo merita.