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Una leggenda narra di un potentissimo oggetto, uno scettro in grado di proferire straordinari poteri a chiunque lo possieda: il Ruyi! Gelosamente custodito presso la corte dell’Imperatore Cinese Qubilai Khan, il Ruyi fu trafugato da Marco Polo che, nel 1295, lo portò a Venezia in dono al doge. Fin da subito lo scettro attirò le attenzioni degli Invincibili, Confraternita segreta che prendeva origine dalla tradizione mongola, pronti a tutto pur di impossessarsene. Un loro tentativo di sommossa fu sventato dal doge di allora, ma fu quando un altro doge, Marino Falier, tentò di utilizzare il Ruyi per divenire padrone assoluto di Venezia, che si arrivò alla decisione di occultarlo per proteggere la Repubblica Marinara. La leggenda vuole che lo scettro sia stato nascosto nella tomba di Colombo, e vegliato da una nobile famiglia veneziana. Con passare del tempo le tracce del Ruyi si persero, fino ad oggi, quando un professore universitario in pensione si imbatte in un vecchio diario cifrato tramandato dalla sua famiglia, dove ha ragione di credere ci siano le tracce per ritrovare il leggendario oggetto. Anziano e spaventato (in molti hanno pericolose mire sul Ruyi) il professore ci lascia il diario, fornendoci gli indizi necessari per cifrarne le pagine, e per aiutarlo così a risolvere il mistero.
The Ruyi – Venice Act è la forma più moderna ed estrema di librogame, in cui noi lettori non ci limitiamo a vivere l’avventura immedesimandoci in un personaggio che si muove tra le pagine, ma viviamo in prima persona l’esperienza del gioco, muovendoci per la città secondo le indicazioni che “il professore” ci invierà al cellulare. Questo elegante diario è il primo tassello di un progetto chiamato Whaiwhai, il cui omonimo sito ne spiega le finalità: “whaiwhai è una storia interattiva che riguarda diverse città. Per giocare devi prepararti alla ricerca di indizi e alla scoperta di luoghi nascosti: whaiwhai è una caccia al tesoro.Giocando scoprirai gli aspetti più originali ed emozionanti della città che stai visitando.” Si tratta di un progetto che, secondo quanto spiegato nel sito, coinvolgerà altre città italiane ed eropee. Non ci servono dadi o registri per creare il personaggio, ma soltanto il diario ed un cellulare con credito. Condicio sine qua non: il gioco deve essere svolto a Venezia! Di conseguenza diventa necessaria anche una mappa dettagliata (assolutamente insufficiente quella nel libro). Il gioco inizia con l’invio del codice di riconoscimento via sms ad un numero di telefono, quindi inizieremo a ricevere dei messaggi per decifrare le pagine del diario. Queste ultime sono divise orizzontalmente in tre, e mescolate in modo da risultare incomprensibili senza istruzioni. Ecco un esempio di messaggio: Cerca nel quaderno le indicazioni usando il codice 77a-9b-39c. A questo punto possiamo riordinare i capitoletti e leggere uno dei sessanta brevi racconti riguardanti la storia di Venezia, collegati in qualche modo anche a quella del Ruyi. In queste storie sono presenti dei riferimenti geografici, in modo da indicarci in quale zona della città recarci. Poco dopo riceveremo un altro sms, che ci chiederà di trovare e di comunicare (rispondendo al messaggio) un particolare indizio. Si può trattare di una data in una lapide, di un’incisione in una colonna, e di altro ancora. Gli indizi, usando la modalità preimpostata, sono facilmente individuabili; non sempre lo sono i luoghi dove cercarli, sparsi per la città e spesso poco conosciuti dagli stessi veneziani. La partita base prevede cinque luoghi da visitare ed altrettanti indizi da scoprire. Ogni indizio scoperto correttamente ci fa proseguire al luogo successivo. The Ruyi – Venice Act diventa così una guida turistica, che ci accompagna tra luoghi spesso ignorati dai turisti, ma estremamente affascinanti, vuoi per il significato storico (la casa dove visse Cristoforo Colombo o L’Ospedale della Pietà dove venivano allevati gli orfani veneziani), vuoi per la bellezza degli scorci. I racconti ci forniscono dettagli utili per capire alcuni momenti della storia veneziana, in modo intrigante e divertente. Mappa in mano, diventa molto accattivante muoversi tra le calli in cerca del percorso corretto, e scoprire l’indizio, anche se non richiede grosso sforzo mentale, ci regala un’innegabile soddisfazione. Le pecche del gioco sono presto dette: ci si aspetta che gli indizi portino ad una risposta, o che siano almeno collegati fra loro. Purtroppo il gioco finisce con la sensazione che manchi un senso preciso. L’ultimo sms ricevuto ci informerà che gli indizi che abbiamo scoperto hanno fatto comprendere al professore che il Ruyi non è più a Venezia. Peccato che non si spieghi perché, io da giocatore non l’ho proprio capito.
In breve: una divertente, direi entusiasmante, caccia al tesoro; ma i veri tesori sono gli angoli della Città Lagunare che il diario ci permette di conoscere. C’è la sensazione che manchi un nesso logico in quello che facciamo e scopriamo: date, simboli e numeri sembrano messi lì a caso. Inoltre fa storcere il naso che il codice per giocare sia utilizzabile solo per tre volte, con la possibilità di acquistarne un altro on line. Il diario presenta 60 storie da decifrare (ed altrettanti luoghi da raggiungere), una partita base ne permette l’accesso a cinque soltanto. Tenendo conto dei 22 euro che costa il libro, e senza dimenticare i 7 messaggi inviati durante la partita, si comprende che il divertimento comincia ad essere piuttosto oneroso. Appena terminata la partita però, c’è subito la voglia di provarne un’altra. L’idea è ottima, la location splendida, lo spunto della storia estremamente affascinante. Per contro andrebbe curata di più la giocabilità, rendendo più logica ed articolata la caccia al tesoro, limitata in questo caso a semplice turismo. Per chi ci si voglia cimentare due consigli: 1) non aspettatevi la struttura e la complessità di un librogame classico o rimarrete estremamente delusi. The Ruyi è una divertente caccia al tesoro, vivetela così. 2) Indossate scarpe comode, il diario ci porta a spasso, e camminare per Venezia è estremamente faticoso.
Longevità 8:
Il diario contiene 60 racconti con rispettivi itinerari. Inoltre c’è la possibilità di calibrare la difficoltà della partita e di impostare la modalità “sfida a tempo” con un amico, nonché di decidere la durata approssimativa del gioco. La mia prima esperienza in merito mi ha fatto conoscere punti di Venezia stupendi, difficilmente trovabili seguendo i classici percorsi turistici. Dimenticandoci del costo degli sms e quelli degli spostamenti per raggiungere il capoluogo veneto, nonché della necessità di riacquistare il codice dopo la terza partita, la voglia di rigiocarci è tanta. Anche quella di provare i diari delle altre città.
Difficoltà 5.5:
In modalità base rispondere alle richieste del “professore” è elementare. E’ sufficiente un minimo di spirito di osservazione. La modalità avanzata, seguendo quanto scritto nel regolamento, non dovrebbe essere molto più ostica. Senza una mappa è, invece, improbo trovare i luoghi citati nei racconti.
Giocabilità 5:
Il tutto è riconducibile alla lettura di alcuni racconti e al raggiungere i luoghi citati. A questo punto parte la caccia all’indizio da comunicare al “professore”. Si tratta di cercare, null’altro.
Chicca:
Attraverso un codice che si riceve a gioco concluso, è possibile avere un report della partita nel sito ufficiale di Whaiwhai. Il seguito di The Ruyi, in uscità in questi giorni, sarà ambientato a Roma.
Totale 6:
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