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Recensione

Scegli la tua Avventura 26: Sfida a Deadwood City
Edizione Mondadori 1987
autore/i Edward Packard
Recensore uraniborg

Stai cavalcando lungo il deserto, lasciandoti alle spalle un sicuro, ma monotono lavoro da mandriano. All'orizzonte si stagliano i maestosi picchi innevati delle montagne rocciose, mentre raggiungi Deadwood City, la meta che hai scelto per trovare nuove avventure. Per chi è in cerca di emozioni questa cittadina offre diverse attrattive: un saloon frequentato dai peggiori bari, una situazione tesissima tra allevatori di bovini e pecore per la divisione dei terreni per il pascolo, un servizio di trasporti con diligenza sempre a rischio di assalti da parte di banditi o indiani. La ciliegina sulla torta è rappresentata dalla notizia che la banda dello spietato fuorilegge Kurt Malloy ha scelto Deadwood City per realizzare i prossimi bottini. Per questo motivo lo sceriffo sta reclutando volontari per organizzare un degno “comitato d'accoglienza”. In realtà seppur bruttissimo (come si nota già dal faccione nella copertina del volume), vedremo che questo Malloy non è poi lo spauracchio che lo si dipinge.
In questo colorito scenario le scelte del lettore porteranno il nostro protagonista a conquistarsi fama e gloria, oppure un posto al cimitero. Tra le possibilità c'è anche quella di tornare al punto di partenza, a lavorare nuovamente in un ranch.
Sfida a Deadwood City ci proietta in un'ambientazione, quella del vecchio West, curiosamente poco sfruttata dalla letteratura interattiva. Il volumetto si divide in numerose piccole storielle, per lo più di un paio di bivi ciascuna, che portano a ben 37 diverse conclusioni. Come in tutti gli Scegli la tua Avventura con molti finali, manca la possibilità di affrontare un'avventura di ampio respiro che offra più circostanze da ricordare, caratteristica che in genere reputo un grosso difetto nei volumi della serie. In questo caso si può parlare di un'eccezione; giocare a questo volume è piuttosto divertente, anche se infastidisce l'elevato numero di finali in cui, con più o meno fortuna, si finisce col lavorare in un ranch come allevatore.
Packard, seppur in pillole, ha condensato in 106 pagine un buon numero di situazioni classiche del vecchio West: dal duello col bandito all'assalto alla diligenza, non dimenticando alcuni accenni anche alla società del tempo che si avviava verso grandi cambiamenti. Con l'arrivo della ferrovia, infatti, indiani ed allevatori videro ridursi i loro terreni, dando il via ad una guerra tra poveri per riappropriarsene. Al nostro personaggio, in uno dei percorsi più interessanti del volume, viene affidato anche il compito di raccontare questa realtà quando la Signora Megan lo mette a capo della redazione del periodico Deadwood Dispatch, nel bel mezzo della battaglia tra allevatori di mucche e quelli di pecore per motivi di confini.
Per cavarsela in quest'avventura saranno molto più importanti le arti della diplomazia e dell'astuzia, piuttosto che il piombo della pistola, sia avendo a che fare con una tribù di indiani, sia cercando l'oro in compagnia di due avventurieri appena conosciuti. Potremo arricchire il nostro personaggio solo facendolo accomodare ad un tavolo di giocatori nel saloon, senza fargli prendere mai in mano la pistola, o facendolo diventare portavoce delle esigenze dei pellerossa. Non manca la possibilità di scegliere strade più adrenaliniche, ma anche più rischiose, come scortare una diligenza carica d'oro o unirsi alla banda del famigerato Malloy, mettendosi dalla parte dei cattivi.
Il divertimento in questo SLTA sta tutto nel vivere tante esperienze note agli amanti del genere Western; c'è veramente molta carne al fuoco, anche se spesso l'avventura è talmente breve da finire appena iniziamo a prenderci gusto. Con qualche finale in meno e con più spazio dedicato agli sviluppi delle trame, avremmo avuto la recensione di uno dei numeri cult della serie, ma resta comunque un altro bel lavoro del maestro Edward Packard, impreziosito dalle belle illustrazioni del solito Paul Granger. Un paio di tavole sono veramente un valore aggiunto, come quella in cui il nostro personaggio galoppa deluso verso la California, con alle spalle le Montagne Rocciose, o quella in cui sorride beffardo tentando un bluff al tavolo di poker. Un' unica perplessità: perché
assomiglia in tutto e per tutto ad una bambina?

Longevità 7.5: 

Tante piccole avventure, brevi ma piacevoli, da provare senza escluderne nessuna, anche quelle un po' ripetivive che ci porteranno nuovamente a lavorare in un ranch.

Difficoltà 6.5: 

La maggior parte dei finali garantisce al nostro eroe il minimo sindacale per sopravvivere, quindi possiamo parlare di un libro-gioco abbastanza facile.

Giocabilità 7: 

Sono poche le strade che consentono al lettore una storia abbastanza lunga, la maggior parte dei bivi porta a rapidi finali, senza però dare la sensazione di chiusure forzate o insensate.

Chicca: 

La Deadwood del titolo, come in molti sapranno, è realmente esistita, ed esiste tutt'ora, nel South Dakota. Nel IX secolo si meritò la brutta fama di centro della prostituzione e del gioco d'azzardo. Molti film western furono ambientati qui o nelle vicine Black Hills (Balla coi Lupi, per citarne uno) inoltre, proprio a Deadwood dedicata una serie TV che porta lo stesso nome, ed una collana di romanzi di Mike Jameson. Ma la lista delle citazioni sarebbe molto, molto più lunga.

Totale 7: