Home Enciclopedia Traduttori

Cerca nel sito

Il Sondaggione!!

40 Anni di Lupo Solitario in Italia: quale, tra i volumi della serie Ramas (Kai), è il tuo preferito?

I Signori delle Tenebre - 18.1%
Traversata Infernale - 32.7%
Negli Abissi di Kaltenland - 17.1%
L'Altare del Sacrificio - 9%
Ombre sulla Sabbia - 12.1%
Non so/Non riesco a scegliere - 11.1%

Voti totali: 199

Recensione

Fighting Fantasy Scholastic 15: Assassins of Allansia
Edizione Scholastic Publishing 2019
autore/i Ian Livingstone
Recensore Yaztromo

Assassins of Allansia è il quindicesimo Fighting Fantasy della serie Scholastic, e il terzo originale (ovvero non ristampato da altre serie precedenti) dopo The Port of Peril (numero 6) e The Gates of Death (numero 12).Tutti gli altri titoli Scholastic pubblicati precedentemente a Assassins of Allansia erano stati pubblicati in origine da Puffin. Si tratta anche del sedicesimo Fighting Fantasy firmato da Ian Livingstone. Finora non e' ancora stato tradotto in Italiano e pubblicato in Italia, vedremo se accadrà in futuro.

Il libro, come oggetto fisico, si presenta bene, come in generale tutti quelli prodotti da Scholastic: si vede che l'editore è molto professionale e le copertine di questa serie, pur non avendo la leggendaria costina verde della Puffin, sono ben fatte e ben curate, con delle belle immagini, mentre le immagini interne, in toni di grigio, vanno bene, ma non sono niente di trascendentale (in questa serie forse l'unico vero, ma rovinoso- scivolone stilistico per quanto riguarda le illustrazioni interne è stato all'inizio, con Port of Peril). La situazione e' un po' il contrario della serie classica Fighting Fantasy della Puffin, nella quale spesso le copertine sono "migliorabili" (eufemismo), ma le illustrazioni interne (in bianco e nero) sono quasi sempre diventate iconiche.

La struttura di questo librogame è quella superclassica Fighting Fantasy, su 400 paragrafi, e anche l'ambientazione è superclassica, in Allansia, con dei passaggi importanti tra Port Blacksand e Fang. Sicuramente in questo librogame Ian Livingstone gioca in casa e l'effetto nostalgia è assicurato.

La storia è quella del classico avventuriero senza nome, ma per una volta si viene a sapere qualcosa della sua storia: nel suo passato c'e' stata la Foresta Maledetta (the Forest of Doom) e l'uccisione di Zampar Bone (City of Thieves / La Citta' dei Ladri) e, alla fine dell'avventura, vedremo che il suo futuro è nientepopodimeno che il Labirinto della Morte (Deathtrap Dungeon)! In questo modo Ian Livingstone collega i suoi librigame come ha fatto più volte in passato, pur senza seguire l'ordine di pubblicazione.

Tutto ha inizio in una piccola isola sperduta nell'oceano ad ovest di Port Blacksand (Snake Island): il protagonista ha scommesso con un capitano un po' svoltolato (Samuel Crow) che sarebbe riuscito a sopravvivere da solo per trenta giorni (un po' tipo l'Isola dei Famosi...). All'inizio si direbbe che su quell'isola sperduta il pericolo principale siano le zanzare e qualche altro insetto o animaletto velenoso, ma poi cominciano i tentativi di assassinio. Gli assassini hanno personalità e modi d'azione molto diversi, ma hanno in comune certe collanine con uno scorpione d'argento come pendaglio. Col tempo scopriremo che quello e' il simbolo della loro gilda e che sono stati mandati ad ucciderci nientepopodimeno che da Lord Azzur (che alla fine risulterà essere uomo dallo scorpione d'oro...) per vendicare il suo maestro e alleato Zampar Bone con il quale aveva in programma di conquistare tutta Allansia.

Dopo la morte del capitano Samuel Crow, la missione dell'avventuriero senza nome, ma con un certo passato, diventa dunque quella di far fuori Lord Azzur, Barone di Port Blacksand prima che lui e i suoi assassini abbiano successo. A Port Blacksand non si trova Lord Azzur, che è andato a far visita alla vicina ditta' di Kaad. Nemmeno li' si potrà trovare il malefico Barone, che, visto che era di strada, è andato a trovare il suo amicone, il Barone Sukhumvit a Fang. Per strada, l'avventuriero senza nome incontrerà Throm il Barbaro (personaggio storico di Deathtrap Dungeon / il Labirinto della Morte): Throm si sta recando a Fang per partecipare all'evento annuale e... alla fine dell'avventura ci parteciperà anche il protagonista della vicenda, chiudendo in un certo modo un ciclo e creando un collegamento diretto tra City of Thieves (la Citta' dei Ladri) e Deathtrap Dungeon (il Labirinto della Morte): nel cuore degli appassionati di vecchia data della serie non può che non suonare un accordo maggiore che suscita un gran piacere e un gran sollievo: a distanza di decine di anni un tassello di un puzzle storico e' andato a posto.

Longevità 8: 

Ci sono un bel po' di riferimenti incrociati ad altri episodi della saga di Ian Livingstone in Allansia e andare a caccia di tali riferimenti può suscitare un certo tipo di piacere di tipo filologico, ma in generale questa avventura con la struttura tipica di quelle di Ian Livingstone dovrà essere riletta più volte per trovare il true path, che e' meno serrato che in altri episodi, ma che richiederà probabilmente diverse riletture, in quanto è necessario incontrare e fare fuori proprio tutti gli assassini della gilda dello scorpione, altrimenti non riusciremo ad arrivare alla fine (in qualche modo seguendo lo schema compositivo di Blood of the Zombies, nel quale e' necessario far fuori tutti, ma proprio tutti gli zombi che è possibile incontrare nel corso dell'avventura, ma almeno questa volta gli assassini sono tutti diversi nella loro apparenza e nel modo di colpire, per cui non ci si annoia mai).

Difficoltà 7: 

Si sa che Ian Livingstone rende le cose difficili per i leggiocatori, e questa avventura rispetta un po' tutti i suoi canoni in questo senso, ma è meno estrema di altre e, pur essendoci qualche passaggio difficile, non è assolutamente necessario barare per arrivare alla fine (a meno che non si voglia arrivare al paragrafo 400 alla prima lettura...)

Giocabilità 7: 

Sempre nell'ambito dei canoni compositivi dell'autore (che hanno i loro pro e i loro contro), questa avventura e' giocabile.

Chicca: 

In Deathtrap Dungeon (Il Labirinto della Morte) c'è un'immagine di Throm il Barbaro con una ombreggiatura sul viso che in molti a prima vista hanno pensato fosse una benda per un occhio (ma poi, guardando bene, si capisce che e' un'ombreggiatura un pochino infelice). In questa avventura, che diventa cosi il prequel diretto di Deathtrap Dungeon, Throm viene descritto e disegnato con una benda sull'occhio! Questo è uno dei diversi riferimenti più o meno diretti alle vecchie avventure che fanno sorridere di nostalgia i leggiocatori.

Totale 7: 

Un'altra avventura Fighting Fantasy firmata Ian Livingstone, confezionata secondo dei canoni ben conosciuti, che espande la conoscenza del continente superclassico di Allansia e che connette tanti dettagli e personaggi di altre avventure. Non è un capolavoro, ma un solido contributo alla vicenda complessiva e una conferma che Fighting Fantasy è ancora viva.