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Nel luglio 1641, il galeone spagnolo Nostra Signora dell’Immacolata Concezione, partì dal golfo del Messico con un carico d’oro che avrebbe dovuto risolvere i problemi di debiti della corte iberica. A largo della Florida la Conception, come veniva chiamata la nave dai suoi stessi marinai, fu investita da un potente uragano, che ne disperse in mare il favoloso carico. Passarono circa quarant’anni prima che un inglese di nome Williams Phips riuscisse a recuperarne una parte. La missione del lettore, sempre aiutato dalla macchina del tempo, sarà quella di ritrovare il resto di quel carico. Phips raccontò di aver trovato il relitto a nord dell’isola Hispagnola (oggi identificabile con Haiti e la Repubblica Dominicana), e l’avventura parte da Bahamas, alla ricerca dello stesso Phips. In quest’avventura il nostro personaggio sarà conosciuto come “Lucky”, intraprendendo un determinato percorso ci sarà possibile capirne il motivo. Neanche il tempo di imbarcarsi e faremo subito la conoscenza di un personaggio raramente fastidioso, il tredicenne Jeam Teal, in grado di organizzare un ammutinamento nella Rosa di Algeri, comandata proprio da Phips. In questo frangente ci troveremo di fronte alla prima affascinante scelta del libro: vogliamo continuare a percorrere la strada della giustizia o ci attira maggiormente la carriera da pirata? Il nostro viaggio spazio-temporale ci porterà a Vera Cruz, dove partì la Conception, e dove assisteremo ad un emozionante sbarco di pirati, in Jamaica, tra le piantagioni lavorate dagli schiavi, a Port Royal che finirà sommersa da uno tsunami.. e ovviamente tra i galeoni dei pirati, dove conosceremo lo spietato Joseph Bannister, che fa bella presenza anche nella copertina del volume. Gli ingredienti per un’ottima avventura interattiva, in terzo titolo della serie Time Machine, ci sono tutti: dai romanzeschi arrembaggi, al rischio di prendersi lo scorbuto, senza dimenticare le splendide ambientazioni, ma il risultato non esalta. Mancano situazioni veramente avvincenti, come ci si aspetterebbe da una trama di questo tipo e, laddove ci si inizia a tuffare nel pericolo, il solito espediente del “salto nel tempo” ci riporta immediatamente al sicuro. Sulle navi pirata è un’opera dignitosissima, che a tratti risulta anche divertente, ma manca quel pathos a cui i grandi romanzi della tradizione piratesca (Stevenson, Conrad..) ci avevano abituati. D’accordo, un librogame è sempre un librogame, ma un po’ più di trasporto emotivo in questo Sulle navi pirata speravo di trovarlo. Il finale stesso dell’avventura, a bordo di una moderna nave da recupero, non appare troppo soddisfacente ed appagante. Convince poco anche la logica di alcune conseguenze dei nostri salti nel tempo, una per tutte: com’è giustificabile che tutti mi chiamino Lucky anche se nel mio percorso non m’imbatto nell’episodio che ha generato questo soprannome? E che di conseguenza non dovrebbe esistere?
Longevità 6.5:
L’ambientazione merita da sola una seconda lettura, come può essere interessante riprovare l’avventura scegliendo la logica
Difficoltà 6:
Molto semplice da completare, spesso gli indizi risultano superflui.
Giocabilità 6:
Assolutamente nella media della serie, non ci sono variazioni al sistema bivio/possibile suggerimento.
Chicca:
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Totale 6:
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