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[quote=GGigassi]Passatemi questo paragone scontato: come è successo in alcuni frangenti storici a eserciti reali, anche questo Corto è stato stritolato dalla sua stessa grandezza. È un Corto epico, maestoso, complesso ma niente affatto frustrante nella sua complessità. Purtroppo proprio per i suoi punti di forza alcuni difetti risaltano in maniera più evidente. L’autore è bravo a scrivere, crea delle scene coinvolgenti e non scontate, in cui trova pure il modo di infilare delle considerazioni inaspettatamente spiritose (Lady Naxia che si è fatta strada “Usando abilmente la sua mente e il suo corpo”) e lo stile di scrittura è molto evocativo e, quando rimane nei binari propriamente letterali, assolutamente fedele al suo assunto di base di maestosa epicità. Le metafore, poi, non sono mai un vuoto esercizio di stile ma sempre azzeccate e integrate bene nel tessuto narrativo. La prosa è insomma accattivante e molto coinvolgente, ho respirato un’aria epica per tutto il Corto, e con essa anche il senso imminente del crepuscolo che sta per abbattersi sul protagonista. Protagonista che tra l’altro è l’esempio perfetto del “cattivo” proposto dal concorso, che viene reso secondo i dettami delle convenzioni fantasy ma anche nel suo ruolo di “ragioniere del male”, un ottimo esempio insomma della “banalità del male” di arendtiana memoria. Sul tema dell’invasione, poi, non serve aggiungere altro: è sicuramente il Corto che finora lo ha centrato meglio. Ecco: l’autore si presenta con queste credenziali e poi scivola sui dettagli, sulle cazzate, sulle minuzie. Alcuni errori come l’eco maschile sono già stati segnalati, ma il Corto purtroppo ne presenta altri, tra refusi ed espressioni infelici o proprio sbagliate: “in grassetto o non” invece che “no”, “sei venuto a conoscenza che per spezzare” invece che “sei venuto a conoscenza DEL FATTO che per spezzare”, “prima possibile” invece di “IL prima possibile”, “la guida SACCENTE [e non ESPERTA] del cavaliere dorato”, “ti avvicini al pozzo e CONFERMI che […]”, ecc. E anche qui occasionalmente ci sono virgole messe un po’ a caso (vedi ultima frase del paragrafo 13), anche se non siamo in presenza dell’[i]horror vacui [/i]che ha colto gli autori di altri Corti che apparentemente le hanno messe quasi solo come decorazione. Il sistema di individuazione dei paragrafi segreti (o, per essere più precisi, quello di identificazione dei paragrafi di destinazione con l’uso del luogotenenti) è semplicemente geniale, assolutamente a prova di bomba soprattutto dopo le criticità emerse in [i]Sistema Enigma: Londra[/i] e soprattutto in [i]Fermate Monna Lisa[/i]. Confesso però che qualche volta, soprattutto nelle prime partite, mi è sfuggito di fare un check sui paragrafi in grassetto perché essendo abituato a leggere Corti che li presentano tutti così non c’ho fatto caso… Ma già dalla terza/quarta partita ho fatto più attenzione e non me ne è sfuggito uno. La parte letteraria va però a cozzare pesantemente con la parte ludica. Il tono maestoso e appassionante si scontra con la fredda enunciazione delle vittime della nostra avanzata, vere “liste della spesa” che tolgono un bel po’ di pathos. È ovvio che è paradossale criticare il Corto per quello che è un suo elemento costitutivo fondamentale, però fermarsi a correggere la scheda del personaggio è una cosa che, al pari della ricerca frenetica dei codici di [i]Sistema Enigma: Londra[/i], spezza in maniera tremenda una lettura altrimenti molto coinvolgente. Probabilmente stabilire un sistema di codici per indicare quanti e quali effettivi perissero avrebbe reso la lettura più fluida e coinvolgente, ma in effetti non so come sarebbe stato possibile realizzarlo. Mi rendo conto che l’autore deve aver lavorato molto per studiare tutte le combinazioni possibili e indirizzare il lettore verso le scelte giuste a seconda di quanto aveva combinato in precedenza (v. paragrafo 60) ma anche tenendo in debita considerazione questo aspetto la “magia” del Corto viene spezzata, il flusso narrativo cede troppo repentinamente a una semplice serie di check dei mezzi a nostra disposizione. In particolare, il paragrafo 87 termina con un anticlimax tremendo (sicuramente dovuto alla necessità di comprimere la parte ludica in 40 pagine come da bando, ma magari una semplice frase “d’atmosfera” in più avrebbe reso il tutto meno drastico). Lo stesso discorso si può estendere ad altri frangenti, fra cui [spoiler]il sacrificio di Zugar’rash per salvare Lady Naxia[/spoiler], del tutto privo di pathos. La rigiocabilità è senz’altro elevata, ma il pensiero di dover ogni volta riscrivere tutto, cancellare, ecc. non entusiasma. Sull’uso dell’epilogo come paragrafo mi sono già espresso, e non mi ha convinto. Qualche annotazione sparsa: Può anche essere una cosa secondaria, ma i nomi che si è inventato l’autore sono molto credibili ed evocativi. All’introduzione manca il link al paragrafo 1, ma è una quisquilia. Peccato che [spoiler]fottersi Lady Naxia faccia perdere un punto di Oscurità[/spoiler], ma credo che ne sia valsa la pena! ;) Stilare la lista dell’equipaggiamento è davvero[spoiler] così estenuante come ci viene detto al paragrafo 67?! Eddai, anche con la maledizione/benedizione che pende sul capo del protagonista mi sembra incredibile! È ovvio che l’autore ha voluto in quella maniera dare più libertà di scelta al giocatore in cambio di un punto di Oscurità, ma tutto sommato l’incertezza in merito a quale sia la scelta giusta tra i beni proposti rispetto alla sicurezza che ci dà un equipaggiamento già collaudato (ed efficace, come vedremo in gioco) è già una penalità.[/spoiler] Simpatico il sistema della perdita dei reggimenti casuale a seconda [spoiler]dei numeri a cui si ha pensato! Visto che ci sono ben 11 alternative, non è nemmeno così immediato ricordarsi quali siano le perdite e quindi stabilire una strategia nelle partite successive.[/spoiler] In definitiva, la [i]grandeur [/i]data dal tono epico di questo Corto e soprattutto dalla sua struttura ben congegnata (con tutti i retroscena che possiamo ricostruire da letture successive) avrebbe meritato una dimensione ben più estesa del formato Corto, per quanto[i] Il Senza Pietà[/i] risulti assolutamente uno dei più interessanti del concorso e uno di quelli da cui traspare il maggior impegno da parte dell’autore. Autore che possiamo additare ad esempio dell’ambivalenza (in questo caso esclusiva) del termine infingardo: non è stato certo pigro, ma sicuramente un po’ ingannevole con [spoiler]lo scherzetto del paragrafo/epilogo.[/spoiler] [b]voto inviato a babacampione[/b][/quote]
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