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[quote=Prodo]Corto esclusivamente narrativo, dalla struttura semplice e anche piuttosto breve: si finisce tranquillamente, analizzandone ogni possibile evoluzione, in meno di un'ora. Nonostante la semplicità il racconto ha molto da dire: inizia con toni quasi onirici e introduce elementi nebulosi ma estremamente interessanti, per poi svelarsi progressivamente e proiettarci in una situazione a tratti surreale, a tratti estremamente pragmatica e legata a doppio filo alle conquiste scientifiche e mediche più avveniristiche. Probabilmente il punto più forte dell'opera è l'oscillazione costante che l'autore introduce tra le possibili motivazioni che sono dietro al nostro incedere. All'inizio non capiremo nulla e qualsiasi interpretazione potrà essere legittima (compresa quella della gara degli spermatozoi :)), ma poi, progressivamente, la verità si svelerà, finendo per apparirci chiara quando avremo esplorato ogni anfratto dello scritto. In questo l'autore è stato bravissimo: ha saputo amministrare i tempi con sagacia, senza svelare né troppo né troppo poco, arricchendo il nostro cammino con eventi interessanti e non ripetitivi (nonostante la nebbia che ci circonda per circa metà racconto) e impreziosendolo con citazioni musicali, letterarie e spunti di riflessioni filosofici che, visto il mio background, non ho potuto non apprezzare. Al di là dei rimandi "cantautoriali" che sono stati già citati (anche io ho adorato la reinterpretazione di Elio), la teoria del singolo parte del tutto è una dei capisaldi della filosofia moderna, che credo lo scrittore abbia studiato, e fa da pilastro alle strutture esistenziali di alcuni dei più grandi pensatori degli ultimi 3 secoli. La necessità di abbandonare la propria individualità, che in quanto tale è frutto di dispercezione e limitatezza, e che ci condanna al fallimento, mi ha ricordato Hegel: e l'evoluzione della coscienza in autocoscienza-ragione-tutto uno dei suoi capisaldi, la dialettica servo-padrone. La finisco qui per non ammorbarvi: era solo per dire che anche il retroterra, magari per alcuni un po' pesante, di Firenze (Canzone Triste), mi ha colpito e meravigliato. Sulla valutazione finale concordo pienamente con Sancio: questo corto è ben pensato, ben realizzato, ben scritto, non ha nulla nello specifico che non vada. E' semplicemente troppo breve e troppo poco strutturato per poter competere con lavori assai più complessi e variegati. Ma credo che l'autore questo lo sappia perfettamente. Ciononostante è un'opera degna e intelligente, che merita pienamente di concorrere e di essere giudicata positivamente. Ragione per cui gli assegno una buona valutazione, piazzandola però, nella mia classifica personale, fuori dal podio. [b] Voto Inviato a Babacampione[/b][/quote]
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