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[quote=¿„ãßꪧ¬]Per un lungo momento ho creduto che qualcuno avesse hackerato il mio pc e mi avesse trafugato la bozza di uno dei miei corti abortiti. Lo stile di questo corto rispecchia in pieno uno dei miei (infruttuosi) tentativi di creare un racconto destrutturato, senza indicazioni che parlino al lettore, ma solo sensazioni con paragrafi indicati tra parentesi. Non è per niente facile creare un racconto senza storia che si regga bene. Questo corto ci riesce. In realtà il corto è diviso in due parti. La prima, composta da sensazioni, è di fatto un labirinto metafisico, con tanto di varie possibilità di loop che altrove avrebbero stonato. La seconda è il viaggio negli inferi: l'autore cambia registro, parla con il lettore, ritornano le indicazioni classiche "vuoi andare a est o a ovest", ma anche qui si può procedere essenzialmente solo a caso. Il corto non ha neanche una ID, caso rarissimo (ma non unico), tuttavia ci sono tre finali (anche se si può dibattere se il par.23 sia da considerare un finale o una ID; o ancora se solo il par.43 sia il vero finale). Ho trovato molto bello il percorso negli inferi in cui, se si salta la botola, si procede fino ad arrivare alla porta di uscita, che non si apre, e non si può far altro che tornare a ritroso per i propri passi fino al punto di partenza. Anche se all'inizio mi ha dato un po' di fastidio che i paragrafi venissero ripetuti identici ma con numeri diversi (cosa che in un'opera di poche pagine e 60 paragrafi si nota inevitabilmente), ciò ha naturalmente lo scopo di portare ad un passaggio in cui la botola non si apre più e si arriva ad un finale differente. Nel corto non c'è vera sfida in realtà, perchè non si può far altro che vagare (a caso) fino ad approdare a un finale. Tuttavia il punto forte del racconto non è tanto l'aspetto ludico, quanto appunto quello letterario. Scritto molto bene, con riferimenti colti, sfocia nella metanarrativa e autoconsapevolezza. Cito: [quote=Neuronarratologia. Il futuro del racconto (a cura di Stefano Calabrese)]Ontologicamente il narratore di una finzione narrativa è tanto un individuo finzionale quanto i partecipanti del mondo finzionale le cui azioni egli riferisce e commenta; ma la sua sola attività di narratore è quella di riferire e commentare verbalmente e, al contrario dei suoi personaggi, non può esserci nessun accesso diretto alle attività e agli stati mentali del narratore, che è necessario dedurre dalla sua stessa attività verbale. [...] Ogni volta che il narratore è anche un partecipante, non importa quanto secondario, di stati ed eventi raccontati da lui stesso, e ogni volta che questi eventi occupano nella narrazione un posto temporalmente innaturale, la natura dell'attività mentale di colui che parla può essere molto significativa riguardo al richiamo di informazioni immagazzinate sugli eventi e sulla loro configurazione. Il narratore può richiamare ovviamente non solo gli eventi esterni del passato, ma anche gli eventi interni della sua mente (dalla percezione all'attività concettuale) e atti di reminiscenza già compiuti in passato. [...] Più un narratore diventa autoconsapevole, conscio di sè e autoreferente in relazione alla sua attività effettiva, più siamo in grado di operare deduzioni sui processi cognitivi sia di primo che di secondo ordine del narrare. In un certo senso la metacognizione occupa l'intero discorso del narratore, ostacolando sia i processi cognitivi che la verbalizzazione delle informazioni riguardanti la storia narrata; si tratta del fatto che una storia diventa la sua stessa metastoria, ciò che rientra nel fenomeno logico dell'autoreferenzialità testuale o metadiscorso.[/quote] Non so se la citazione è appropriata, ma volevo infilarcela a tutti i costi. Tra i pochi difetti del corto, annovero: Paragrafi non mescolati (ancora???), anche se forse potrebbe essere intenzionale. Refusi sporadici (pochissimi). Segnalo: par.17: "Da qua puoi dirigerti a est [26] verso o scendere ancora andando a sud [27]." Verso cosa? Inoltre non c'è modo di arrivare al par.47, inserito forse solo per simmetria col percorso di andata. ID count: nessuna! O una, o due, a seconda delle interpretazioni. Giudizio finale: Un ottimo racconto onirico-metafisico-introspettivo in cui non succede niente, soggetto inusuale per un librogame. E infatti la parte "game" viene quasi del tutto persa, a beneficio della parte "libro". Un esperimento riuscito. Voto inviato a Dario III. #iostocondario PS: ne approfitto per ringraziare DarkSeed che disegna dei grafi molto ben fatti e mi evita di farlo io a mano (con risultati peggiori), come facevo gli anni scorsi! :)[/quote]
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