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[quote=GGigassi]Questo Corto non è un capolavoro e non so se rimarrà negli annali di LGL. A livello letterario è inferiore agli altri due visti finora, e non mancano refusi ed errori grammaticali, anche se quasi tutti li ho trovati alla prima lettura. C’è anche il problema del rimando sbagliato, che però non pregiudica la giocabilità. È piuttosto spiazzante vedere i nomi propri riportati in maniera diversa di volta in volta, a cominciare da quello del protagonista che da Darled diventa Dardled, mentre Riab si trasforma in Raib addirittura nello stesso paragrafo. Ma d’altra parte è il dio dai molti nomi. Ciò detto, questo Corto mi è piaciuto tantissimo. Partendo da elementi comuni a tutto il fantasy l’autore è riuscito a creare un mondo originale ed evocativo, mescolando e adattando gli elementi in modo ispirato e coinvolgente: vedi la fauna della taverna, con tutte le sorprese che riserva. O anche le Ondine. L’impressione è quella di trovarsi di fronte a qualcosa di familiare ma al contempo originale, ed è una cosa che ho gradito moltissimo. Mi è piaciuta anche l’onestà, non so come altro definirla, dell’autore: partiamo con soli 3 punti ferita, praticamente una dichiarazione d’intenti sul fatto che l’avventura sarà pericolosa. Come ho scritto in un commento precedente, la regola del mandare a memoria i dettagli del gioco è un falso problema, anche se all’inizio può risultare spiazzante o frustrante. Già nel corso della seconda lettura, quando si sono prese un po’ le misure del Corto, si può procedere senza spremersi troppo le meningi sapendo già indicativamente dove andare e cosa prendere. Ciò potrebbe anche far pensare al riciclo del Corto nato per un’altra occasione e aggiustato per assecondare il bando di quest’anno, ma non facciamo processi alle intenzioni. Ai miei occhi di profano, l’architettura del Corto è un gioiellino di precisione ed equilibrio. Confesso di non essere andato a calcolarmi tutti i bonus e i malus, ma il rapporto tra la perdita e il recupero di PF tramite incantesimi e Pozioni di Salute (che brutto nome, [i]en passant[/i]: perché non Pozione di Guarigione?) sembra essere stato calcolato al millimetro, con l’aggiunta di qualche ulteriore raffinatezza come l’uso delle selci per diminuire la perdita di PF in un’occasione. Un’altra genialata è il tizio in taverna che ci dà i codici, che però a seconda del caso [spoiler]possono essere effettivamente utili oppure condurci alla morte![/spoiler] Leggendo certi percorsi che non avevo scelto in un primo momento mi sono accorto delle altre simpatiche bastardate che ci ha tirato l’autore, ad esempio il fatto che [spoiler]la sentinella si può superare anche senza darle i pasti (e quindi senza pagare la veggente: uno pensa di essere stato intelligentissimo a darle le monete e a sprecare due pasti e invece… =) ).[/spoiler] Concordo con Prodo sulla grande varietà di ambientazioni che ci offre questo Corto: possiamo visitare una foresta devastata, un lago, un accampamento militare, la classica cittadina fantasy con mercato e taverna, il tempio-dungeon finale. Insomma, c’è una grande varietà nonostante i pochi paragrafi a disposizione, e ogni ambientazione è ricca e viva. Anche le figure di contorno sono rese in maniera molto efficace. Non sono invece affatto d’accordo con Prodo sulla durata del Corto: per me questa è la dimensione giusta della storia, mi ha stimolato a farlo più e più volte per arrivare alla fine mentre la stessa struttura applicata a un librogame di 200 o anche solo 100 paragrafi per me sarebbe stata frustrante e meno godibile. Ulteriore punto a favore di questo Corto: nonostante i miei timori iniziali non è un true path e si può finirlo scegliendo percorsi diversi e con opzioni differenti (vedi l’acqua o il veleno di vipera). Il tema del bando, poi, dopo che avevo avuto qualche perplessità in merito, è stato rispettato in pieno, in maniera molto più convincente e originale che non in Sopravvivere Sottoterra. :applausi: [b]Voto inviato a Anima di Lupo[/b] Una curiosità: tra le storpiature dei nomi delle creature (immagino che gli Urrak siano gli Uruk-hai) “gublin” è l’esatta pronuncia triestina di “goblin” ;) PS: avrei mandato questo commento già ieri sera se non fosse stato che, come spesso accade, il sito di LGL era irraggiungibile dalla mezza a fin dopo l’una :@ :@ :@[/quote]
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