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[quote=Adisc]Appena ho cominciato a leggere il lavoro in questione ho subito apprezzato l'ottima idea del regolamento, che è molto intrigante, soprattutto per il Tenta la Realtà, che porta a risultati molto interessanti, tanto che io stesso sto lavorando da un paio di mesi ad un romanzo strutturato in racconti autoconclusivi con un filo che li accomuna. Entusiasmato dal vedere che un'altra persona ha avuto la mia stessa idea (mia... insomma, mi sono ispirato a Julio Cortazar, a dirla tutta!) mi sono fiondato a leggere il testo quasi con lo spirito di una pacifica sfida fra amici. Immediatamente mi sono accorto che il tono narrativo, oltre che molto ben scritto, è molto maturo e decisamente onirico, altro tratto che amo moltissimo, non solo in letteratura. Noto peraltro che i vari paragrafi sono abbastanza slegati tra di loro, quasi davvero come racconti a sè stanti, purtroppo però il rimando ai paragrafi e, di conseguenza, il filo narrativo spezzato in più parti, provoca spiacevoli interruzioni quando si tenta la realtà. Mi sono ritrovato infatti, ad esempio, ad aver sconfitto una tigre (o peggio ancora di "scontentare" un giovane cantante) con la spiacevole sensazione di non poter contestualizzare nulla, sensazione che neanche pensandola come un incipit in medias res mi sono riuscito a togliere, mancando ogni volta qualche elemento fondamentale alla narrazione, presente in qualche altro paragrafo. Immagino dunque anche la frustrazione dell'autore nel ritrovarsi a descrivere situazioni così complesse in così poco spazio, costringendosi ad usare poche pennellate per dipingere di qualcosa che necessita gioco forza di ampio respiro (e ne so qualcosa, perché io stesso avevo cominciato a scrivere il mio romanzo per partecipare a questo concorso, poi ho lasciato perdere e mi sono svincolato da tutto, finendo per trovare la giusta calibratura). Di conseguenza ho abbandonato quasi del tutto il tentare la realtà e mi sono concentrato sul percorso indicato. Più che le immagini evocate, mi hanno colpito i concetti espressi, sempre attinenti a un qualcosa di più grande che man mano si va formando all'interno della mia mente. Anche qui purtroppo però mi viene a mancare quel qualcosa dovuto al fatto che mi sembra di seguire un percorso disunito, dove non so cosa sto facendo paragrafo dopo paragrafo, cercando di indagare sul perché di tutto questo viaggio, ritrovandomi però a perdere interesse per la ricerca. Ripeto, se ogni paragrafo avesse avuto valore in se stesso, senza doversi collegare ad altro per completarsi, forse sarebbe stato più entusiasmante cercare di scoprire cosa si cela dietro questo buio, risolvendo il puzzle. E veniamo quindi agli enigmi (cosa che da sempre adoro e se sono facili non mi diverto). Molto bello l'enigma degli animali, dove necessita un certo tipo di cultura (che non avevo, purtroppo!); facile ma simpatico l'enigma del ragno; truffaldino quello del professore ma purtroppo già lo conoscevo, quindi non vale; evocativo quello del colore della luce (il migliore a livello soprattutto di significato, secondo me). Ok, lo ammetto... a quello degli animali ho barato! Con la parola di controllo è molto facile barare in effetti, ma con il tipo di struttura del racconto era inevitabile, quindi chissenefrega, va bene così! L'idea di utilizzare il bianco, il nero e l'arcobaleno è stata una piacevolissima sorpresa (nonostante l'ignoranza del personaggio che non conosce The dark side of the moon, eheh) e mi sembra anche di aver letto in qualche post precedente che è tutto collegato ai chakra! Non ho parlato solo di una cosa: la storia! Alla fine di tutto la storia mi è piaciuta, a partire dall'idea del viaggio nella mente di questa persona, solo che fino alla fine non mi ha preso a causa della eccessiva frammentarietà. Alla seconda lettura completa (quindi sapendo il perché di più o meno tutto quanto) la storia ha continuato a non prendermi, pur riuscendo con più facilità a ricollegare certi fatti. Quando leggo qualcosa di onirico non sono uno di quelli che ha necessità di una spiegazione (anche se indago sempre), ma mi piace godere anche semplicemente della pura sensazione data dal sogno. Non a caso amo un certo David Lynch e, in particolare, Inland Empire (o INLAND EMPIRE, come dovrebbe essere scritto). Facendo un parallelismo: IE l'ho visto la prima volta e non ci ho capito quasi nulla, ma sono rimasto molto coinvolto dalla forza delle singole scene, riuscendo a cogliere solo un debole filo attraverso il tutto. Poi alla seconda visione ho cominciato a fare dei collegamenti, infine alla terza avevo piuttosto chiaro il quadro generale. Alla quarta visione (ogni visione è stata fatta dopo mesi, eh, mica di fila!) tutto mi è stato chiaro e sono riuscito ad apprezzare anche l'aspetto "storia", oltre all'aspetto "delirio". In questo racconto quella che mi è mancata è stata la scintilla vitale del sogno ma chissà, magari rileggendolo fra qualche mese succederà qualcos'altro! IN SOLDONI: L'aspetto tecnico-strutturale, pur con l'idea di fondo eccellente, non mi ha convinto per via della mancata presenza di un corpo narrativo solido nelle sue parti. 6 L'aspetto stilistico è davvero ottimo, i miei complimenti sia per le idee che per la scrittura, nonostante lo spazio ristretto che ha limitato certi contenuti. 8,5 L'aspetto puzzle è carino, anche se forse (pur essendo io un amante folle degli enigmi) a volte, ma non sempre, sembra essere messo là per il gusto di mettercelo. 7 La giocabilità, apparentemente ottima, si rivela a volte fallace per lo stesso motivo di cui sopra, ovvero la mancata solidità di certi paragrafi presi a sé. 6 La storia è intrigante di per sé, ma non risulta avvincente per la continua sensazione di non sapere dove sbattere la testa e soprattutto perché. 6,5 Lo rileggerò? Sicuramente sì! Nonostante i difetti è un bel tentativo di togliersi di dosso certi meccanismi, senza contare l'aspetto letterario sulla consapevolezza della crescita, senza perdere il gusto dell'essere bambini, cosa che, per me, vale moltissimo, mettendo in luce un aspetto secondo me fondamentale della nostra esistenza (o, perlomeno, della mia in particolare, ma estenderei al generale, se mi permettete!). Ho trovato in questo molta affinità con il mio essere, per cui sono stato davvero felice di averlo potuto leggere! Prima di dare il voto voglio azzardare un'ipotesi... scommetto che l'autore è un/a musicista, oltre che appassionato/a di scienze, o perlomeno conosce/ama piuttosto bene quel mondo, mi sbaglio? :) Voto finale: 7,5 e fiero di gareggiare al tuo fianco![/quote]
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