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[quote=Prodo]Questo racconto mi ha lasciato perplesso. Parte con una verve dissacrante e umoristica che mi aveva colpito: nei primi paragrafi avevo addirittura pensato di dargli un voto altissimo tanto mi stava piacendo. Il ritmo narrativo era serrato, l'idea di fondo piuttosto innovativa, la struttura sembrava solida. Poi proseguendo nella lettura il mio entusiasmo si è afflosciato. L'opera ha virato verso un'evoluzione più seriosa, e la qualità della scrittura è un po' calata; hanno cominciato a sommarsi una serie di ripetizioni e una certa farraginosità nello strutturare le frasi, che risultano, in taluni casi, un po' sgradevoli. Il tono umoristico-satirico è praticamente scomparso, e, tolta qualche chicca che mi ha fatto sorridere, l'impostazione è diventata quella di un racconto action-music, inframezzato da frequenti enigmi numerici. Questi ultimi non mi sono piaciuti per niente: avevo giudicato troppo complessi quelli del primo corto, quelli odierni sono addirittura cervellotici. Ho passato un'ora a capire la chiave di risoluzione dell'enigma numerico dell'apparecchio che i Marshall ci infilano nel camion, e altrettanto per riuscire a indirizzare correttamente il flusso di plutonio nell'indovinello numerico finale. E ce ne sono altri due quasi altrettanto complessi. Passare ore a risolvere indovinelli in un corto di 40 paragrafi è innervosente, rompe il ritmo della narrazione e rovina quello che dovrebbe essere il senso del lavoro, ovvero il procedere serrato e avvincente dell'azione. Mi è piaciuta l'idea del doppio finale, in cui possiamo conquistare la celebrità in due modi differenti, uno "positivo" e l'altro "negativo". Meno invece il true path legato alla chiave, che di fatto rende inutili altre diramazioni, almeno se vogliamo centrare l'epilogo migliore. Capitolo caratteristiche: inserirle è stata una trovata geniale, anche perché l'autore ha avuto l'idea ottima di sfruttare i normali 5 sensi che ognuno di noi ha, trattandosi di un'avventura che si svolge in un mondo quasi identico al nostro (cambiano solo gli edifici di Roma). I check però sono poco bilanciati: se tiro due dadi per caratteristica il punteggio medio che otterrò sarà 14 se devo appunto sommare la coppia di valori. Se si decide di far aggiungere 15 al lancio dei dadi che effettuiamo e confrontare il valore ottenuto con quello di due caratteristiche sommate si indirizza a priori, nel 90% dei casi, il risultato della prova verso uno solo dei due possibili epiloghi. Così come se mi si chiede di tirare un dado solo e confrontare il risultato ottenuto con una caratteristica calcolata in base al lancio di due dadi. Sono escamotage che possono funzionare se impiegati per un singolo lancio che si ha l'intenzione di rendere ostico in uno dei due possibili risultati, ma che risultano ridondanti se tornano troppe volte in un racconto peraltro breve. Sono piccole tare che scardinano un po' il sistema strutturale del corto, e di cui non si può non tenere conto in sede di giudizio. Spesso i check poi portano a conseguenze che sono sia positive che negative, indipendentemente se li superiamo o no. Questo effetto è voluto dall'autore, come spiega chiaramente nel regolamento, ed è una trovata notevole se la consideriamo dal punto di vista dell'innovazione e della fantasia. Ogni tanto però rende confusionario il proseguio del racconto. E' comunque una caratteristica che, confrontando i pro e i contro, ritengo positiva. Un plauso assoluto ai disegni, sempre chiari e molto ben presentati. Mi piace molto il tratto morbido e pulito dell'illustratore: aggiungono valore e contribuiscono in modo decisivo (vedi enigmi) alla narrazione. Rockstage non è un pessimo racconto: è a tratti avvincente, abbastanza ben narrato, con qualche caduta di stile, e sicuramente non banale, ma secondo me necessitava di essere ricontrollato più di quanto non sia stato fatto e di essere smussato in certe sue spigolosità. Inoltre il sistema degli engmi è decisamente sbilanciato, e pesa non poco sulla godibilità complessiva dell'opera. Ci troviamo di nuovo di fronte a un caso di idea potenzialmente ottima che viene limitata sostanzialmente da una realizzazione meno curata di quanto sarebbe potuta essere, come era accaduto nel corto precedente. Non me la sento di stroncarlo del tutto perché credo che comunque raggiunga le soglie della sufficienza, ma, a mio modo di vedere, non va oltre essa. [b]Il mio voto pertanto è 6[/b].[/quote]
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