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[quote=Prodo]Questo racconto secondo me è il più bello tra quelli presentati quest'anno: ha uno stile arruffato, a tratti, condito da diversi piccoli refusi, ma assolutamente dinamico, in grado di ricalcare perfettamente l'atmosfera di un anime giapponese dedicato ai robottoni. Non manca niente: l'educazione severa da parte dell'inflessibile maestro d'arti marziali, la famiglia povera ma onesta, che gestisce il ristorantino e ci ha tirato su con sacrifici, la scuola con le divise, la fortezza delle scienze, il velivolo di ricognizione da cui chiamiamo il robot, la dottoressa carina di cui siamo innamorati. Tutti i cliché del genere sono rappresentati con verve e carica, e risultano non solo godibili, ma a tratti entusiasmanti. Il sistema regolamentare è molto complesso, e affrontare un combattimento senza fare errori non è certo semplice, ma ha due grandi qualità: è bilanciato, e quindi non si rischia di distruggere i nemici con eccessiva rapidità e senza ostacoli, ma nemmeno di rimanere secchi appena due navicelle scarabeo ci assaltano, e tiene conto di quella che secondo me è sempre stata la caratteristica più entusiasmante quando si parla di lotte tra giganti di metallo, il gran numero di armi e di soluzioni offensive. Questo elemento era fondamentale, ed è stato pienamente riproposto: certo un comparto strutturale simile non è molto adatto a un racconto, e richiederebbe molto più spazio per essere sfruttato appieno. Sarebbe più adatto a un libro lungo o addirittura a una saga. Va inoltre perfezionato: ci sono delle armi praticamente inutili (perché dovrei usare il tesla cannon se con lo stesso lancio di dadi con la spada galattica ho un punto di bonus in più? Stesso discorso per il pugno ionico rotante o il soffio di fuoco, che oltretutto mi fanno anche consumare un punto di energia in più!), e non si capisce bene come va impiegato lo scudo. E' presumibile che sia necessario farlo dopo ogni attacco avversario, per vedere quanti dei punti danno inflittici può assorbire l'armatura in vece nostra, ma non è specificato da nessuna parte. Tuttavia questi sono peccatucci veniali, che una revisione anche minima potrebbe mettere a posto. Il grosso, grossissimo problema del corto sta nel beta testing dei paragrafi: non ho mai visto nulla di peggio, al punto da farmi chiedere se sia possibile assegnare un voto al lavoro. Ci sono rimandi a tre paragrafi che non sono presenti nell'impaginato (il 24, il 27 e il 29). Manca invece il collegamento al paragrafo 13, che risulta perciò irraggiungibile precludendoci l'accesso a una sezione della storia che comprende i successivi paragrafi 5, 6 e 21, che a cascata diventano non reperibili. Questa situazione ci porta a constatare l'assenza di ben 7 paragrafi in un'opera di 32 complessivi, ovvero circa il 22% del totale. E' una pecca enorme, inaccettabile, che non solo decapita il racconto, ma rende di fatto non perseguibili alcune scelte e condiziona la storia. Altro elemento che mi è piaciuto poco, qui come nel corto precedente, è l'assenza di una reale interattività. Le scelte sono puramente accessorie, non cambiano di una virgola l'evoluzione del narrato, e a volte sono anche poco sensate, perché ci conducono verso un percorso di un certo tipo con forzature marchiane per rendere vani i nostri sforzi di cercare di decidere nel senso opposto. Peccato, anche perché l'epilogo mi era piaciuto: [spoiler]non tanto per l'elemento dei cloni, che ho trovato simpatico ma non troppo innovativo, quanto per la svolta che ci costringe a sacrificarci per ottenere la salvezza del Giappone e raggiungere la conclusione migliore. Un risvolto dolce-amaro che, oltre a essere azzeccato, aggiunge anche una punta di poesia alla vicenda.[/spoiler] Applausi a scena aperta per il registro di combattimento. Curato, estremamente funzionale, pratico, e con un tocco di classe spettacolare: la scheda con le caratteristiche tecniche del robottone!. In definitiva mi trovo in grande difficoltà: secondo me questo, nonostante lo stile di scrittura non eccelso e con qualche difetto di troppo, è di gran lunga il miglior racconto del concorso, il più divertente, il più avvincente, il meglio congegnato e il più in linea con la mia concezione di libro gioco. Se non dovessi tener conto degli enormi difetti strutturali che ho elencato gli metterei un bel 7,5 e lo porrei in cima alla mia classifica personale di questa edizione 2011 de I Corti di LGL. Considerando l'inaccettabilità però degli errori e il fatto che tali errori compromettono addirittura la piena usufruibilità dell'avventura non me la sento di esprimere un voto, non avendo potuto realmente giocare il corto per come era stato concepito. Quello che rimane è un'opera troppo parziale rispetto a quella originale per poter essere presa in considerazione nell'ambito del concorso, e come tale non ritengo opportuno assegnargli un giudizio. [b]Alla luce di quanto esposto per me Muteki Chojin Hyperion è NON GIUDICABILE.[/b][/quote]
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