Re: 5° racconto: Il Palazzinaro
Yaztromo ha scritto:GGigassi ha scritto:Vabbè, mi faccio la terza
Nel senso che vuoi rifarti il seno???
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Re: 5° racconto: Il Palazzinaro
GGigassi ha scritto:
Se il prossimo Corto avrà per protagonista un nano con ascia bipenne che deve uscire da un dungeon, a me non dispiacerebbe.
Sono d'accordo, ma se fosse un nano-robot e il dungeon si trovasse nello spazio profondo? ;-)
Tutto quello che il saggio aveva imparato lo scrisse su un libro, e quando le pagine furono nere per l'inchiostro, prese dell'inchiostro bianco e ricominciò.
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Re: 5° racconto: Il Palazzinaro
Farren ha scritto:GGigassi ha scritto:
Se il prossimo Corto avrà per protagonista un nano con ascia bipenne che deve uscire da un dungeon, a me non dispiacerebbe.
Sono d'accordo, ma se fosse un nano-robot e il dungeon si trovasse nello spazio profondo? ;-)
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Re: 5° racconto: Il Palazzinaro
Questo corto non parte alla grande, parte alla grandissima!
Il genere comico è poco sfruttato e declinarlo in un pecoreccio film d'antan è praticamente geniale!
La prosa è piacevole, scorrevole e divertente. L'idea di coprire quasi trentanni di vita del protagonista (e di storia italiana) è molto, molto azzeccata. L'idea di dividere il corto in tre atti, avendo di fatto tre-mini corti, è molto poco furba. Un corto già è corto di suo (e fin qui ;-) ) e, dividendolo in tre, si ottengono parti nette con poche ramificazioni. Inoltre, dopo un'interessante partenza, il tutto si esaurisce in un paio di scelte azzeccate nel primo atto per poi perdersi nel secondo e nel terzo, in cui la parte game ne risente a favore di quella narrativa.
Il tema Apocalisse è un po' appiccicato con la chicle.
Complessivamente godevole ma, viste le alte premesse, ci si poteva aspettare di più.
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Re: 5° racconto: Il Palazzinaro
GGigassi ha scritto:Farren ha scritto:GGigassi ha scritto:
Se il prossimo Corto avrà per protagonista un nano con ascia bipenne che deve uscire da un dungeon, a me non dispiacerebbe.
Sono d'accordo, ma se fosse un nano-robot e il dungeon si trovasse nello spazio profondo? ;-)
Purché non ci siano enigmi
Enigmi no, ma sento che sarà pieno zeppo di codici.
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Re: 5° racconto: Il Palazzinaro
Recensione del "Palazzinaro"
Protagonista/Tema
Per la prima volta in questa edizione dei Corti, abbiamo un Cattivo: un uomo d'affari senza morale né scrupoli, uno che potrebbe vendere la propria madre per un avere il suo “posto al sole”... in poche parole, un vero e proprio figlio di sultana. Con questo antieroe, quest'autentica feccia umana, siamo agli antipodi del nemico di James Bond che ha il suo esercito privato, una tecnologia sofisticatissima o un piano folle per prendere il mondo in ostaggio. Ed è per questo che il Palazzinaro è ancora più detestabile: perché è reale. Questo Protagonista è il peggior prodotto della società post bellica e ce ne sono centinaia come lui in ogni grande città: potrebbe essere il deputato della vostra provincia, l'imprenditore con cui la vostra azienda ha concluso un affare... non ha tempo e non ha viso. Faccio i miei complimenti all'autore misterioso per aver ideato questo Cattivo, anche se ci sono delle cose con cui non si dovrebbe mai scherzare (parlo della Shoah e delle idee malsane del protagonista sulla figlia minorenne dei Rossi), come già evidenziato da Seven_Legion.
Comunque, mi è piaciuto quest'utilizzo del tema dell'Apocalisse: ci sono degli indizi che ci mettono sul giusto binario (la signora nella chiesa, i graffiti...) ma non sono palesi come in un videogioco, o il Corto precedente o una canzone di Holyhell. Il Protagonista bada ai suoi malaffari e la fine del mondo coglie tutti, senza avvertire prima; questo mi è piaciuto: infatti, semmai le profezie delle varie religioni sono vere, pensate che avremmo il tempo di prepararci alla fine del mondo? Non penso. Sempre ammettendo che queste profezie siano vere, immagino che la fine dei tempi sarà brutale come una ID e non potremmo fare niente per evitarla. Ho parlato di profezie, ma vale lo stesso per l'esplosione di un potentissimo ordigno nucleare, un terremoto come il Big One, una grossa meteorite (dimenticate Bruce Willis) o il ritorno degli One Direction.
Riassumendo: un Cattivo perfido, (troppo) realistico e un utilizzo originale del tema apocalittico... va bene, nonostante qualche punto sia discutibile.
Stile
Mi piacciono i film di Sordi, ma anche molte produzioni della “Commedia all'Italiana” che mostrano la vita e la società del vostro paese negli anni che hanno preceduto il Miracolo Economico. Queste pellicole sono sempre agrodolci, ironiche, ma così tanto umane e pochi attori hanno saputo illustrare questo periodo storico meglio di Alberto Sordi. L'idea di ritrarre più di vent'anni di storia e società italiana in un Corto è audace e brillante. Mi è piaciuta l'attenzione data ai dettagli e alle novità che compaiono poco a poco, nel bene o nel male (la critica di 2001: Odissea nello Spazio, per esempio). Inoltre, ho visto Roma solo un paio di giorni e vorrei tanto tornarvi e mi piace molto il dialetto romanesco, quindi questo “tocco romano” è una valore in più per questo Corto. I paragrafi sono vividi, ma alcuni sono troppo sbrigativi (tipo: “Bravo, c'è l'hai fatta a farla franca”; è un peccato perché rompe il ritmo del Corto).
Giocabilità
Nessuna regola, nessun dado da tirare, nessun punteggio, ma un racconto interattivo alla CYOA: per me va benissimo. Siamo gli unici maestri a bordo e non è il caso a decidere dei nostri successi o fallimenti. Penso che l'autore abbia voluto che ci calassimo veramente nei panni di questo Palazzinaro per saper prendere le decisioni giuste... bravo, un'ottima tattica! Ancora più valida perché qui dobbiamo tirar fuori il peggio di noi per campare sulle spalle degli altri e saper rigirare la frittata anche quando gli eventi ci remano contro. Più di un Corto, è quasi un manuale per peggiorare se stessi... alla faccia dei libri d'auto-aiuto che riempono gli scaffali della Feltrinelli!
Questo Corto ha una durata di vita media e ogni (dis)avventura ha il suo interesse: dal finale apocalittico alle simil-ID nelle quali il terreno non è più edificabile o al finale infame nel quale andiamo in prigione, ne usciamo e diventiamo dei paladini della giustizia e dei parac*li. Quindi, sono letture divertenti nelle quali si gioca a fare il cattivo.
Conclusione
Un racconto coraggioso, originale che rimarrà nelle nostre memorie per un po' di tempo. Il tema del Cattivo è difficile da trattare, ma l'autore ce l'ha fatta (anche se ci sono dei punti dolenti). Un buon Corto che merita il voto che gli assegnerò.
Voto inviato a Babacampione con PM (Poste del Mordor)
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Re: 5° racconto: Il Palazzinaro
Ed eccoci qua, con un corto senza dubbio originale e ricco di riferimenti alla nostra cultura: è davvero bella l'idea di ambientare l'avventura nella nostalgica "Italietta" che tutti noi abbiamo conosciuto solo nei racconti dei nostri genitori. Vediamo se l'autore ci è riuscito.
Il regolamento è semplice: non c'è. Tutto lo svolgimento è prettamente "testuale" e l'autore evita anche diusare codici e/o parole d'ordine, lasciando quindi la massima libertà di azione al lettore. Anche l'apparente "Easter Egg" legato alla bella locandina, non ha alcun esito sulla partita, ma è solo un "contenuto bonus" per il lettore più accorto. Io amo i regolamenti snelli, intendiamoci, e qui siamo a un minimalismo estremo che, per fortuna, funziona.
La formattazione è fatta male, ma per questo bisogna tirare le orecchie agli organizzatori (grazie al BAH) perché sono sicuro al 99,99% che l'originale in DOC avesse i titoli al posto giusto e non sfalsati di due righe verso l'alto.
La narrazione lascia a bocca aperta chiunque abbia minima conoscenza della Commedia all'Italiana, sia per la forma che per i contenuti. Però, pur non essendo romano, mi sento di fare un paio di appunti all'autore: al posto di "altri" vedrei megli "artri" (arrotando la "l") e la grafia a me familiare di "aò" è "ahò". Non ho effettuato approfondite ricerche, quindi potrei essere smentito.
C'è poi un problema con la voce narrante, che spesso si intromette troppo nelle vicende, quasi "à la Brennan". Il romanesco va bene nei discorsi diretti, ma non nelle descrizioni, anche se queste riportano i pensieri di Spartaco. Addirittura a un certo punto (par. 15) c'è un brutto "non so se mi spiego", in prima persona.
Il guaio diventa ancora più evidente nella caratterizzazione del protagonista, che ci viene mostrato con determinate caratteristiche, ma poi si esprime in modo ben diverso. Spartaco è chiaramente un parvenu, un villan rifatto e un nuoveau rich, lo dimostra chiaramente quando al par. 9 si vanta di non avere letto nemmeno un libro della propria libreria e al par. 2 non sa chi sia Moravia (all'epoca vivente e pubblicato da oltre vent'anni); eppure si lascia andare a considerazioni filosofiche inadatte a lui. Per esempio al par. 4 se ne esce con "Gli occhi smorti, spenti, opachi dell’usciere sembrano pozzi neri, finestre aperte su un mondo gelido e addormentato". Ma si può? A parte il trittico di aggettivi che rischia di spegnere i miei occhi, al massimo uno come Spartaco potrebbe definire il portiere un "rincojonito" e uscirsene con qualche massima popolare. Oppure al par. 3 abbiamo "quartiere in cui sorge questo esercizio" (sembra tratto da un manuale di urbanistica),"occhi fissi nel vuoto e ottenebrati dal vino, dalle bocche piegate di sguincio, dallo sguardo senza speranze e ambizioni" (all'autore piace molto l'immagine di questi occhi) e per finire uno "schiuma della terra, feccia"(insulti troppo colti per un palazzinaro). Anche qui, apparentemente l'autore si sostituisce al nostro protagonista, che probabilmente liquiderebbe tutti gli avventore con "anvedi 'sta manica de fraciconi".
Per le descrizioni l'autore se la cava con la locandina, che ci consente subito di immaginare le fattezze dei personaggi, associandole a quelle di notissimi attori. Mi sia consentito solo un appunto: Giovanna Ralli era tutto fuorché priva di fascino (par. 14).
A livello ludico, appurata l'agilità del regolamento, tutto il resto è piacere di esplorare e vedere ogni anfratto, conoscere ogni personaggio: i momenti in cui si può ottenere un istant death sono solo tre e tutti facilmente affrontabili. Il problema è l'inverosimiglianza delle vicende, cosa grave per un racconto che vorrebbe essere neorealista. Autore, vuoi farci credere che uno squalo come il nostro protagonista non sappia niente di questo Mariotti e scopra indizi fondamentali sulla sua personalità solo il giorno prima della cena, per di più limitandosi a cazzeggiare in chiesa o a Trastevere/Testaccio/Vattelappesca? No, non è assolutamente credibile. Così come non è credibile la figura del Mariotti stesso, se davvero è "zozzo" come si premura di dirci Spartaco, la presenza/assenza di Duce e/o crocifisso non dovrebbero fargli un baffo, interessando a lui solo profitti. Insomma, la mini-indagine iniziale è divertente, ma non funziona come struttura sulla quale reggere l'avventura.
Gli atti seguenti, purtroppo, abbandonano del tutto questo schema e riducono ancora di più le conseguenze delle azioni compiute. Il secondo atto è una carrellata di immagini provenienti dagli anni '60, il terzo non ha nemmeno quello (ma presenta un'insulsa istant death al 45). Il racconto si rilegge volentieri, ma solo, come accennavo, per il piacere di esplorare. I finali sono tirati via, quasi messi lì controvoglia.
Il tema del cattivo è stato centrato in pieno, dandone un'interpretazione originale. Sull'apocalisse, mi pare davvero c'entri poco: avrei preferito una disgrazia come il crac del mercato immobiliare, che al protagonista pare la "fine der monno" (locuzione che già si vede in alcune istant death precedenti).
Anche volendo attribuire gli ultimi paragrafi a un'allucinazione di Spartaco morente (in fondo potrebbe davvero essere un infarto o un ictus), ci vedo poco di apocalittico. Trovo poi abbastanza risicata la differenza tra il 46 e il 48 e, sempre riguardo al 46, il testo non ha senso se si proviene dal 43, essendo noi già ai Quartieri.
Insomma, questo racconto è sicuramente divertente e ben scritto, ma risulta carente nella parte ludica, avendo l'autore deciso di dedicarsi troppo alla narrativa (non senza alcune sbavature): è sicuramente un lavoro valido, ma non eccellente.
È possibile che il defunto Sig. Francusi del par. 45 sia l'innominato capro espiatorio del bruttissimo par. 34, "tagliato" in fase di revisione? Questo spiegherebbe un istant death altrimenti insensata.
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Re: 5° racconto: Il Palazzinaro
Rygar ha scritto:
(ma presenta un'insulsa istant death al 45).
È possibile che il defunto Sig. Francusi del par. 45 sia l'innominato capro espiatorio del bruttissimo par. 34, "tagliato" in fase di revisione? Questo spiegherebbe un istant death altrimenti insensata.
Eh eh l'autore ha fatto la paraculata di mettere il nome incriminato nell'elenco lunghissimo del paragrafo delle vittime, probabilmente pensando che nessuno le avrebbe lette tutte, e invece manco io le ho lette, ma facendo una ricerca con Trova mettendo "Francusi" ho notato la cosa
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