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Qual è il tuo genere di librogame preferito, pensando a un ipotetico titolo inedito di prossima uscita?

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Re: 10° racconto: Falkenstein

Prodo ha scritto:

Noto meno commenti e giudizi del solito

Purtroppo il trend è questo, come evidenziato anche dalle statistiche nella Gazzetta. sad

C'è poi da aggiungere che Falkenstein è un Corto molto impegnativo, anche più de Il Senza Pietà e probabilmente molti utenti stanno cercando di sviscerarlo il più possibile prima di esprimersi.
Io ad esempio so già indicativamente che voto dare, avrei anche il giudizio già pronto in canna ma il tuo riferimento a un "epilogo positivo" mi ha messo la pulce nell'orecchio e proverò a rimettermici sopra con più calma e attenzione.

GGigassi
Barone del Sole
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Re: 10° racconto: Falkenstein

GGigassi ha scritto:

"epilogo positivo"

Beh, dipende da che senso vuoi dare al termine "positivo" ovviamente smile.

Prodo
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Re: 10° racconto: Falkenstein

Prodo ha scritto:

GGigassi ha scritto:

"epilogo positivo"

Beh, dipende da che senso vuoi dare al termine "positivo" ovviamente smile.

Mi hai fatto venire un colpo, pensavo di essermi perso chissà cosa... invece

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 la possibilità di accedere all'unico (?) epilogo da due decisioni diametralmente opposte
è uno dei tanti punti di forza di questo Corto secondo me.
O sul serio mi sono perso qualcosa? hmm
Oltre all'enigma del sottosuolo che non riesco a risolvere...

GGigassi
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Re: 10° racconto: Falkenstein

Noto meno commenti e giudizi del solito

Per quanto mi riguarda, ieri mi ha telefonato la segreteria dell' ITI e gia' oggi ho cominciato un mese di supplenze di Fisica. 6 classi, purtroppo tutte di 1ma o 2nda. Una roba impegnativa, insomma. Per cui, giocoforza e per un po', mi vederete ben poco su questi lidi...
Curiosamente, se non ricordo male, mi era successa la stessa cosa proprio a meta' dell'altra edizione de "i corti": e' sempre lo stesso professore che cade ciclicamente malato. ( Conoscendo i "cari" ragazzi, sospetto lo faccia apposta... )  bigsmile

Seven_Legion
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Re: 10° racconto: Falkenstein

Rispondo a GGigassi, con le parole dell'autore:

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Immagino tu sappia che devi trovare la Sala della Virtù. Nei sotterranei esiste la Sala della Conoscenza (par. 91) e la Sala della Sapienza (par. 29) ma nessuna Sala della Virtù! Dove potrebbe essere?
Forse al centro, sotto il simbolo? Dopotutto la Virtù sta nel... ]

Quando hai poche carte è importante sapere in che modo ed in quale istante giocarle...

babacampione
Assassino della Grammatica
Grande Maestro Ramas
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Re: 10° racconto: Falkenstein

babacampione ha scritto:

Rispondo a GGigassi, con le parole dell'autore:
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Immagino tu sappia che devi trovare la Sala della Virtù. Nei sotterranei esiste la Sala della Conoscenza (par. 91) e la Sala della Sapienza (par. 29) ma nessuna Sala della Virtù! Dove potrebbe essere?
Forse al centro, sotto il simbolo? Dopotutto la Virtù sta nel... ]

Non ci sarei mai arrivato sad2

Io mi concentravo su

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 TU SIN... e DIO STA...

GGigassi
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Re: 10° racconto: Falkenstein

Possiamo dire che sia il racconto più fallimentare di questa edizione del concorso? 0_o

Un solo giudizio (peraltro negativo) a due giorni dalla chiusura delle votazioni! In realtà non mi stupisce: la  complessità è alta, molto alta, forse perfino maggiore di quella de Il Senza Pietà (che non era comunque leggerino). Inoltre il fatto che sia evidentemente stato scritto dalla stessa persona che ha fatto Sistema Enigma: Londra aveva spinto inizialmente anche a me a lasciarlo da parte, reputandolo un fuori concorso.

In realtà le somiglianze con Londra terminano al sistema di codici: se Londra era molto storia e poca giocabilità qui abbiamo l'eccesso opposto, ossia un imponente impianto di gioco poggiato su una narrativa che è puro pretesto per far vedere come si possa condensare un intero librogame in poche pagine.

Per una volta abbiamo un robot percepibile come tale anche nella giocabilità, con parti da potenziare, meccanismi e una bella distinzione tra pilota e mech, particolarmente percepibile nelle poche tranche in cui Stephanie è da sola. L'invasione invece è appiccicata sopra come in altri corti e in generale l'intera storia mi è sembrata una mezza boiata, appunto un pretesto per parlare di robot in epoca steampunk.
A tal proposito ho apprezzato il fatto che i mech non siano alimentati a carbone, anche perché diciamolo chiaramente, LO STEAMPUNK HA ROTTO I COGLIONI, ecco! bigsmile

Mi è piaciuto il fatto che sia possibile completare il gioco molto facilmente lasciando la caccia al punteggio supremo solo ai fissati del perfect score: personalmente ho raggiunto come punteggio massimo 3 e mi va bene così.

Non mi è piaciuto il fatto che l'autore non sia riuscito a dosare con la dovuta cura la mole di meccaniche che ha infilato dentro al corto. Si sente la mancanza di un lavoro di "pulizia" e sfoltimento per rendere il libro più lineare e piacevole. La meccanica puzzle ad esempio è un'idea simpatica sulla carta ma in concreto l'ho fin da subito ignorata: troppo macchinosa (e l'autore stesso ha confermato di averla inserita più come "tentativo" che per altro).

In conclusione: avrei preferito un solo corto che unisse i pregi di Londra e Falkenstein assieme piuttosto che due opere ognuna con i propri difetti. Apprezzo comunque l'impegno per partorire due intrecci simili in pochi mesi e concedo all'autore un voto positivo, se non altro per non farlo finire in fondo alla classifica visto l'unico voto di Prodo bigsmile. Il mio vincitore della competizione comunque resta La Prova della Negromante.

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Zakimos
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Re: 10° racconto: Falkenstein

Recensione di Falkenstein

Mi viene in mente, per riassumere il mio giudizio sul Corto di questa settimana, la famosa frase pubblicitaria di qualche anno fa: la potenza è nulla senza controllo.
Credo infatti che l'autore (certamente bravo e preciso, la giocabilità mi sembra calibrata molto bene e l'idea di fondo è assai apprezzabile) abbia complicato troppo le cose, perdendo di vista la parte emotiva del Corto.
Ambientazione, personaggi, immedesimazione e trama spariscono di fronte alla "mole di lavoro" che c'è da fare per proseguire nel gioco.
Il risultato è che il mio divertimento si è ridotto ai minimi sindacali e non posso che promuovere il racconto soltanto per l'impegno "statistico" dell'autore nel calcolare punteggi, creare incroci e codici, ecc..
Fondamentalmente, sottoscrivo in pieno la recensione di Prodo, il quale spiega approfonditamente gli stessi pensieri che ho avuto io. Non avrei saputo dirlo meglio..

Questa sproporzione tra giocabilità ed emotività poteva essere limata togliendo parti del regolamento massiccio e concentrandosi maggiormente sulla bellezza della trama. Così facendo, si valorizzava anche la parte regolamentare rimasta.
Invece si è creata davvero quella "tensione intellettuale" nomimata da Prodo e che mi ha prosciugato energie e divertimento.
Mi dispiace non aver apprezzato la tua opera, autore misterioso, ma non è proprio nelle mie corde. wink

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Fa che ciò che ami sia il tuo rifugio

Anima di Lupo
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Re: 10° racconto: Falkenstein

Recensione Falkenstein



Protagonista/Tema

Abbiamo la combo Nerd/Robot, una bella idea! Questa Stéphanie mi ha fatto pensare dall'inizio a Fio in "Porco Rosso" di Hayao Miyazaki: una ragazza intelligente, coraggiosa e che sa cavarsela nelle situazione più disperate. Questo è un grande punto in favore dell'autore misterioso. No alle oche come Sailor Moon e sì a Giuni Peperino!

Non ho ben capito se il Tema scelto è l'invasione (con gli austriaci che aiutano i rivoluzionari) o una potenziale scoperta dell'Europa (quando Falkenstein dice di andare fuori dalla Francia).

Stile

In anzitutto, vorrei esprimere il mio punto di vista sul periodo storico scelto dall'autore: durante anni, ho odiato il periodo rivoluzionario a causa del revisionismo storico che mi ha causato una gravissima frantumazione testicolare alle elementari, medie e superiori. Ma non è questo che ha influenzato il mio voto per questo Corto.

È stato molto coraggioso di rivisitare la Rivoluzione in chiave clockpunk/steampunk: mi sono divertito molto leggendo questo Corto di cui l'autore ha saputo equilibrarne tutti gli ingredienti.

Mi è piaciuta la prosa dell'autore: ci sono dei momenti belli in cui sentiamo veramente la tensione (non parlo di quella di Herle) ed il senso del pericolo, ci sentiamo veramente all'interno del méca e possiamo anche condividere le preoccupazioni di Stéphanie (come quelle di Actarus, Shinji e tutti i piloti dei robotoni che hanno rallegrato la nostra infanzia).

Tutti i personaggi hanno le loro caratteristiche psicologiche e questo è un bene: i PNG non sono qui “solo” per aiutarci o opporsi a noi, ognuno ha le sue motivazioni, il che rende il Corto più reale.

Inoltre, ho apprezzato la critica dell'autore verso la Francia ed i francesi: quando Stéphanie scopre che il Ragno (a proposito, visto che si tratta di un méca francese, perché non è stato chiamato “L'Araignée”?) vede che funziona “ancora” con il carbonio e non sfruttando l'energia cinetica delle molle, molto più moderne e così care al nostro Falkenstein. Questo mi ha rammentato come la Francia è sempre un po' indietro con la tecnologia, soprattutto in campo bellico: dopo la Prima Guerra Mondiale, il Ministero della Guerra francese ha pensato che i carri armati non avranno nessun avvenire e che non valeva la pena svilupparli. Poi, quando la Seconda Guerra Mondiale scoppiò nel 1939, l'esercito francese ha inviato dei soldati con le stesse armi ed equipaggiamento che nel 1914, mentre le truppe tedesche arrivarono a tutta birra con i Panzer... vi fa capire come lo spirito francese è a volte poco inclino a voler andare avanti. Bene, in ogni caso, l'autore ha dimostrato di avere una buona cultura e una certa conoscenza della Francia.

Giocabilità

Purtroppo, è il punto dolente di questo Corto. Già, non ho capito perché le regole sono nell'Appendice, una scelta secondo me illogica. Poi, abbiamo una struttura ad enigmi come “Sistema Enigma : Londra”, però in “Falkenstein” gli enigmi hanno un peso molto più importante e questo ne rende la lettura più difficile. A causa del sistema dei “paragrafi bloccati/nascosti”, capita spesso di rileggere spesso le stesse cose, rendendo il gioco frustrante. Inoltre, il sistema dei codici è molto più presente che in alcuni altri Corti e dobbiamo spesso sommare, sottrarre dei valori numerici agli stessi codici per andare avanti nella storia. Come l'ho già scritto per “Il Senza Pietà”, non si tratta più di una storia interattiva, ma di una serie di calcoli che viene ad appesantire un racconto interattivo ed anche lì è un vero peccato. La gestione di Stéphanie e di Herle non è male in sé, ma ci sono delle cose che non mi sono piaciute. Ho trovato la regola delle Tensione del méca troppo difficile: la si capisce in teoria ma quando ho dovuto fare i test, non sapevo quando fermarmi con i dadi e poi non capivo se dovevo conservare lo stesso punteggio di Tensione per i futuri test o se il suddetto punteggio dovesse essere azzerato ad ogni volta. Poi, il sistema a puzzle per i pezzi non è male in sé, ma limita la giocabilità di questo Corto: se uno gioca con il telefonino o il tablet in treno (o al lavoro...) non si può mettere le sagome dei Pezzi nel layout di Herle. In definitiva, tutte queste regole hanno reso pesante e frustrante l'esperienza ludica di “Falkenstein”.

Conclusione

Un'ambientazione interessante, complessa e ricca di potenziali sviluppi (come reagiranno Danton e Robespierre? Ci sono altri méca francesi? Visto che era un appassionato di meccanica di precisione, Luigi XVI ha un asso robotico nella manica? Lafayette avrà portato dei piani disegnati dagli Stati Uniti per contrastare gli Austriaci? Cosa farà quel bastardo di Hans Axel di Fersen?), una buona prosa con momenti particolarmente intensi. Ma anche una struttura ludica a volte pesante, ma arricchita da buone idee (i poteri dei pezzi, per esempio). Quindi, un buon Corto che non sarà al fotofinish, ma che non avrà neanche la maglia nera (almeno per me). Faccio i miei complimenti all'autore per averci fatto fare questo viaggio nella Parigi ucronica e robotizzata.

Quindi, il mio voto è
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  Buona Pasqua a tutti!

Voto inviato a Hieronymus nonostante il blocco degli austriaci

"We will survive, fighting for our lives, the winds of fortune always lead us on,forever free, for the world to see,the fearless masters, Masters of the sea"

Pirata delle Alpi
Erede di Misson
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Re: 10° racconto: Falkenstein

Zakimos ha scritto:

LO STEAMPUNK HA ROTTO I COGLIONI,

Dovrei provare coi vampiri steampunk contro gli zombie di Cthulhu, dici che funzionerà?

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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