Dunque, il racconto è davvero grazioso e piacevole da leggere, ma soffre un po' di una certa "dicotomia": la prima volta che l'ho giocato ho imboccato un percorso al contempo facilissimo e perfino TROPPO lineare, fino alla parte del parco. E cià nonostante avessi collezionato ben due codici pista, che poi non sono riuscita ad usare. La seconda volta, tutta vita, anche se avevo un solo codice, che sempre non sono riuscita ad usare. E' abbastanza difficile tornare sui "luoghi del delitto".
Soffre anche di alcune pecche minori e altre davvero risparmiabili: in generale, le scelte non mi hanno mai "sorpresa", nel senso che qualsiasi mossa che sembrasse portare a qualcosa... effettivamente portava al qualcosa! Fin troppo intuibile, a volte noiosamente intuibile, in alcuni casi qualche bivio "a rischio" in più ci voleva. Riporto poi alcune osservazioni su paragrafi specifici:

PAR 19
Tira un dado per vedere se riesci a resistere all’istinto di avventarti sulla carta.
Che numero è uscito? Qualunque sia il risultato sappi che è l’istinto a vincere in ogni caso: senza ulteriori attese spicchi un balzo sulla carta, la afferri subito in bocca e con uno strattone ne strappi un pezzo.

Mi scusasse l'autore, ma non ne ho proprio capito il senso... una "boutade"? Sarebbe stata carina se l'esito fosse stato distaccato nel testo abbastanza da non vedersi subito, magari. Poteva strappare un sorriso. Oppure, avendo paragrafi da sprecare, se fosse stato l'esito comune a entrambe le scelte, a mo' di burla. Messa così la trovo piuttosto inutile.

Par 13
Se cedi e molli l’osso (letteralmente) il padrone ti tira via prima che tu possa ripensarci. Se invece decidi che devi averla vinta tu, il padrone dopo un po’ si arrende e potete riprendere a camminare: in tal caso segna l’osso tra le note.

Anche qui: ha senso solo come premessa per un bivio! Chi, sapendo subito di potersi tenere l’osso senza conseguenze, lo mollerebbe? Righe sprecate.

Par 6
TROPPE modifiche ai punteggi territorio tutti insieme e senza opzioni scelta. Per dirla a sensazioni: il paragrafo fa un po' "tutto da solo", se la canta e se la sona... anzi se li leva e se li mette (i punti). Ci si limita a segnare, togliere e risegnare, ma per azioni non dipendenti da noi. Ci sarebbe voluto un bivio in più, almeno su uno dei passaggi; oppure si dovrebbe limitare le modifiche punteggio a massimo 2.

Par 27
Segui il padrone passo passo e arrivate sul luogo del misfatto. Oh-oh! Non sembra per niente contento della tua opera. Ma poi come fa a sapere che sei stato proprio tu? Lo guardi negli occhi, dal tono di voce e dall’espressione sembra proprio arrabbiato. Non puoi fare a meno di assumere un’espressione affranta. Abbassi le orecchie e distogli lo sguardo, e anzi ritieni sia proprio il caso di dirigerti spontaneamente in punizione nella tua cuccia. Ti accovacci e appoggi il muso a terra. Non passa molto tempo che il padrone è di nuovo vicino a te e ti accarezza per tranquillizzarti, ti ha già perdonato. Uh, l’hai scampata un’altra volta, pare! Una leccata suggella la pace. Il padrone a quel punto prende il guinzaglio e lo aggancia.
E’ tempo di una nuova uscita!

Grazioso, ma sprecatissimo: ci si aspetterebbe almeno una conseguenza, ad esempio un aumento punti solitudine, per la "marachella". Invece niente. Sia che ci sgridi, che si distragga il risultato è lo stesso. Viene da pensare: "e quindi?"

Veniamo al positivo: il racconto si riprende brillantemente da un po' di noia possibile nella prima parte col PARCO. Ho notato uno slancio nella scrittura di pari passo all'entusiasmo del cane e in questo rende molto bene: proprio come il cucciolo, sembra tenere tutto il meglio di sé per questa piccola avventura, anche troppo... sembra quasi che il vero racconto inizi qui ed il resto fosse solo una premessa. Ma questo è un dettaglio e comunque non così forte la sensazione.
Simpatica l'idea dei giri limitati da solitudine e fame, nonché realistica. Simpatiche le scelte dei percorsi ed azzeccate, molto ben resa la visione del cagnolino del "mondo nuovo" e delle curiosità circostanti.
A parte il fatto che per tre quarti del racconto viene voglia di chiamere la Lega Nazionale Per la Difesa del Cane in aiuto di questa povera creatura, che questo sadico non solo ha chiamato "Pallino", ma fa mangiare una sola volta al giorno (mi auguro che il racconto non sia ispirato alla vera storia dell'autore e del suo cane XD), si vede che l'autore ha realmente avuto o ha un cane e ne conosce quindi bene le abitudini.
La trovata che mi ha realmente fatto alzare il voto, abbassatosi in corso di lettura per colpa delle pecche evidenziate, è quella delle sfide proposte. Idea molto carina, un po' rubata a "DC", ma sempre intrigante e che fa venir voglia di tornare sulla lettura più volte.

 azzeccato i TRE argomenti in gioco!
Cuore di Cane parla di animale, italiano (si chiama Pallino, no?), e svantaggiato (costanti i crampi per la fame, leccare le briciole, provare a papparsi le mosche... questa non è fame, è il verme solitario).

Mi è dispiaciuto tantissimo che non ci sia una "storia" o un obiettivo chiaro all'inizio... si scopre solo sul finale che ci sono vari modi per concludere la vicenda, e vincere le rispettive "medagliette" - da appendere al collare, naturalmente - e senza dubbio l'idea spinge a riprovare il gioco. Però la prima avventura è vagabondata piuttosto a caso.

Bellissima la trovata di rotolarsi nella pupupopò per smermetizzare l'odore e cacciare meglio, ma quel bipede che volete che ne sappia? [sarà mica una citazione di Ratman e Rambo nella giungla?
Rambo: "guarda, cacca di tapiro, tiene lontani gli insetti!"
Ratman, spalmando grandi manate "Ma dai! Che forza! E tu non la metti?"
Rambo: "Basta uno dei due" ]

 

gabrieleud ha scritto:

Cuore di Cane parla di animale, italiano (si chiama Pallino, no?), e svantaggiato (costanti i crampi per la fame, leccare le briciole, provare a papparsi le mosche... questa non è fame, è il verme solitario).

No questo è il sadismo del padrone di cui parlavo.