IL FORESTIERO - CONCORSO
Siamo giunti al sesto racconto del concorso!
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LGL-I.Corti.2010-11.Il.forestiero
o da qui:
LGL-I.Corti.2010-11.Il.forestiero
Tenete a mente che avete tempo per votare fino alle 23:59 del 12/05/11
Buona lettura!
Ultima modifica di: Lucky Mag-09-11 08:31:25
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Lucky
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Re: IL FORESTIERO - CONCORSO
La cosa che ho trovato più entusiasmante è che noi non siamo affatto i protagonisti, ma semplici osservatori ai quali è dato il privilegio di poter assistere ad un evento che ha del miracoloso e le nostre scelte determinano prevalentemente l'angolazione da cui lo vediamo realizzarsi. Sarà per le mie origini toscane, ma mi sono immedesimato profondamente nel personaggio, sentendo sotto i miei sandali le vie di Lucca. Lo stile conciso ma preciso aiuta tantissimo a questo scopo, ed è veramente lodevole. Peccato per un piccolo errore al paragrafo 28 (chiedo all'autore se gentilmente può inviare a Lucky la piccola parte mancante, così che possiamo leggerla)!
Naturalmente ho apprezzato moltissimo anche il comparto culturale che, con semplicità ammirevole, non solo fornisce molte informazioni, ma ci stimola a conoscere più a fondo la storia e le opere rappresentate in questo corto. Curiosamente la mancanza quasi totale di interazione diretta con la vicenda principale è il punto forte di questo racconto, come dicevo inizialmente. Quello che dobbiamo fare direttamente è semplicemente trovare il luogo più adatto da dove osservare e, una volta trovato, goderci lo spettacolo. Secondo me questa trovata, potenzialmente disastrosa, ha invece trovato un equilibrio tale con il flusso narrativo che diventa il motivo principale del mio voto, un po' grazie all'aspetto storico-culturale e un po', naturalmente, grazie allo scarno ma efficace talento narrativo dell'autore. L'unico difetto che ho potuto riscontrare è forse la scarsezza di dettagli in alcune scene, soprattutto nella parte iniziale, non tanto a livello di descrizioni, quanto di ambientazione, forse data leggermente per scontata, ambientazione che avrebbe potuto far sentire il sapore di quella bellissima città che è Lucca. Altro piccolo appunto lo devo fare per la consecutio temporum nel prologo, dove si passa dall'uso del passato al presente (o è una scelta voluta per trasformarci da osservatori esterni a personaggio?). Esco arricchito da questo piccolo viaggio, culturalmente ed emotivamente. Ottimo lavoro davvero! 9
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Adisc
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Arcimago
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Re: IL FORESTIERO - CONCORSO
Allora: mi piace lo stile asciutto della narrazione, ho adorato i frequenti rimandi culturali che denotano competenza e amore per la città, e che fanno pensare che il corto sia opera di un Toscano, almeno in parte.
Dico in parte perché alcuni paragrafi sono scritti davvero bene, altri invece sono infarciti di errori, frasi sintatticamente contorte, ripetizioni stucchevoli dei medesimi termini che rendono la lettura poco piacevole.
Questo dualismo da Jekyll e Hyde mi fa pensare che il racconto sia opera di due "padri", uno più virtuoso e l'altro meno, che si sono più o meno equamente divisi i paragrafi al momento di scrivere, o che l'autore sia singolo e abbia poi riguardato con attenzione solo alcuni paragrafi in sede di beta testing, lasciando gli altri privi delle necessarie correzioni.
Il sistema regolamentare è volutamente semplice: la ripartizione dei punti è stata ben pensata e i vari check che dobbiamo affrontare nel corso dell'avventura sono equilibrati, forse tendenti più alla facilità che alla difficoltà. C'è un grosso bug al paragrafo 27. L'autore ci dice: "La scalata è però
pericolosa, e dovrai affrontare una dura prova di abilità con un coefficiente di difficoltà notevole: Getta i dati e togli 1 punto dal totale, per misurare la tua Resistenza". Ma se togliamo un punto al lancio dei dadi la prova diventa più facile, non più difficile: è chiaro che l'intenzione dell'autore era comunicarci che dobbiamo AGGIUNGERE un punto al lancio dei dadi.
Del resto questo non è un racconto particolarmente complesso: se si adottano scelte sensate si può arrivare in fondo senza particolari difficoltà, e le stesse prove, se fallite, concedono sempre una seconda chance per recuperare la situazione. L'autore ha voluto insomma che tutti potessero in un paio di letture al massimo raggiungere l'epilogo, che peraltro è piuttosto suggestivo anche non tenendo conto delle implicazioni religiose che lo accompagnano.
L'immagine del concorso secondo me in questo caso non combacia moltissimo: ha un aspetto misterioso e malvagio che poco si sposa con l'"eroe" del corto, a cui noi facciamo da guardaspalle come ha detto Adisc, e che ha ben altre prerogative.
Il racconto secondo me non ha una ripartizione equilibrata: molti paragrafi sono dedicati a vicende accessorie, vedi la lunghissima diatriba con le guardie, mentre nella chiesa, la scena madre della storia tutto sommato scorre abbastanza rapidamente, e poteva essere sviluppata meglio, anche se mi sono piaciute le descrizioni particolareggiate delle varie reliquie.
Probabilmente strutturare il racconto in questo modo è stato voluto dall'autore, che ha tenuto saldamente conto del fatto che il lettore veste i panni di un semplice bambino, finito per caso in mezzo a una vicenda più grande di lui. Tale convincimento è ampliato anche dal fatto che possiamo tranquillamente raggiungere l'epilogo migliore senza intervenire mai nelle battute finali, ma semplicemente osservando lo scorrere della storia e il susseguirsi degli eventi. Questa scelta è coerente, ma rende tutta la situazione abbastanza priva di mordente: al termine della lettura rimane la sensazione di essere stati co-protagonisti di una vicenda simpatica, ma non completamente avvincente o entusiasmante.
Alla fine "Il Forestiero" non è un lavoro da bocciare: si è dato degli obiettivi lineari e sicuramente l'idea di farci vedere come anche un bambino, nella semplicità della sua esistenza e nella limitatezza delle sue possibilità, possa vivere un'avventura interessante, è stata resa bene.
Forse però su tale semplicità si è insistito un po' troppo, togliendo sprint alla storia: inoltre non posso non tenere conto di quei paragrafi, già citati, funestati da pasticci sintattici e narrativi di vario genere.
Alla luce di quanto esposto il racconto merita la sufficienza, ma a mio modo di vedere dargli di più sarebbe premiarlo oltre le sue qualità.
Il mio voto pertanto è 6.
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Prodo
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Re: IL FORESTIERO - CONCORSO
Prima di spiegare i perchè ed i per come della mia valutazione preciso che la storia medievale esercita un particolare fascino sul sottoscritto, il quale cercherà comunque di esprimere un giudizio super partes.
Originalità/Trama: è evidentemente il punto di forza di questo corto.
Semplicemente stupenda l'ambientazione e l'evolversi dei fatti. L'alone mistico, tipico del periodo tardo medievale, sprizza da molti paragrafi, calando il lettore in un'avventura cha a tratti rilascia pure emozioni. Come il bambino, anche il lettore vuole...anzi deve...assolutamente conoscere la vera identità del misterioso paladino.
Sistema di Gioco: essenziale, o scarno che dir si voglia. Se si tolgono quei quattro tiri di dadi "in croce" che aiutano a diversificare il tragitto, ci troveremmo di fronte ad un SLTA da urlo. Qui però stiamo parlando di un librogame, seppur corto, e qui di GAME c'è ben poco.
Nonostante il giocatore venga comunque istigato a rigiocare l'avventura, grazie al coinvolgente scenario, devo valutare negativamente questa caratteristica.
Stile: mi è piaciuto moltissimo. Le descrizioni sono concise quanto basta per rendere l'idea della situazione e le chicche storiche, inserite qua e là, portano ulteriore interesse verso questo corto.
Ho notato i soliti errori diffusi, e l'ennesima presenza di testo giustificato senza l'utilizzo dell'Invio (ormai ne faccio una crociata personale! ).
Data la brevità dei singoli paragrafi questo ultimo difetto fortunatamente sembra non incidere molto.
In sintesi questo racconto meriterebbe un 9 pieno ma, appunto in quanto "racconto" e non "gioco", il voto scivola giù inesorabilmente.
Un caloroso plauso comunque all'autore!
Voto finale : 8
Voto finale: 8
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Icedlake
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Il Reverendo
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Grande Maestro Ramas
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Re: IL FORESTIERO - CONCORSO
Il forestiero parte da un buono spunto, ma la realizzazione, per me, ha dei punti deboli.
Innanzitutto, sullo stile non condivido quanto detto dagli altri: in alcuni punti, specialmente la struttura delle frasi, sembra quasi scritto dalla stessa mano di La danza delle ombre. Se ne differenzia per i dialoghi, diversi aspetti formali (come l'uso preciso delle maiuscole; tuttavia spesso c'è l'apostrofo dove andrebbe l'accento), dettagli come la formattazione del testo (numero di paragrafo posto lateralmente) e paragrafi più brevi. Quest'ultimo potrebbe essere un punto di forza per chi si è lamentato di racconti troppo verbosi, e di sicuro mi ha aiutato a sfogliare il racconto su iPad, visto che mancano i link interattivi; ma qui mi pare che si sia ecceduto in senso contrario. E dunque abbiamo uno stile ingenuo, con incertezze di consecutio temporum, specificazioni ridondanti e carenza di dettagli, che non mi ha aiutato a calarmi nell'atmosfera del racconto; in certi passaggi, piuttosto, fa perdere credibilità al quadro generale. L'impressione avuta da Prodo di due autori diversi è condivisibile, anche se non ci credo.
Come sapete, non ho alcuna rimostranza verso l'impostazione alla Scegli la tua avventura, e non condivido quindi la definizione di "librogame" come l'ha data Icedlake: questi non sono "librogame", ma "narrativa interattiva", e del resto nemmeno tutti i "librogame" EL avevano i punteggi e i dadi. L'autore in questo caso ha usato un regolamento semplice, ma penso che avrebbe potuto farlo ancora più semplice usando un punteggio solo: c'è soltanto un paragrafo dove si può scegliere di mettere alla prova l'una o l'altra caratteristica, e secondo me è stato posto nella parte sbagliata del racconto. L'incontro con le guardie occupa infatti ben 11 dei 39 paragrafi giocabili, laddove la cattedrale, incluso il tentativo di entrarci, ne occupa 12, di cui 6 per entrare e 6 all'interno. Credo che le scene non abbiano dunque ricevuto la giusta priorità, e ciò contribuisce a deteriorare l'atmosfera di mistero che si sarebbe voluta creare.
Sempre sul punteggio:
- far coincidere Abilità con Fortuna è comodo, ma concettualmente è assurdo. Ciò è evidente al paragrafo 9, dove la risposta di Elda è pura fortuna, sebbene la domanda che la genera venga presentata come un'astuzia del protagonista.
- similmente, nella cattedrale, inserire un paragrafo "bonus" con la storia del Volto Santo è utile per riempire un paragrafo in più, ma in questo caso l'Abilità si identifica con la cultura, e personalmente credo che un abitante di qualsiasi città dell'epoca fosse virtualmente costretto a conoscere le reliquie del luogo. Perché, allora, il nostro protagonista dovrebbe essere particolarmente dotato per conoscere la storia del Volto Santo? La giocabilità (cioè inserire un tiro di dadi in più) non dovrebbe prevalere sulla coerenza del racconto.
- l'errore al paragrafo 27 è già stato evidenziato da Prodo.
La storia mi ha lasciato indifferente, per lo sbilanciamento delle sue parti e per lo scarso ruolo giocato dal protagonista, spettatore passivo degli eventi più importanti. La volontà di non metterlo in reale pericolo di vita ha portato a sacrificare il suo ruolo attivo, specialmente nella parte finale del racconto, dove ci sono bivi inutili (quello in cui si sceglie come entrare nell'edificio, e quello finale, inizialmente triplice, che però di fatto si riduce a due sole scelte). Credo che in 40 paragrafi, con questa impostazione, si potesse introdurre più varietà. Le descrizioni sono scarne, e l'identità del misterioso cavaliere avrebbe potuto essere anche ben diversa senza cambiare le cose; anzi, non conoscendo Lucca viene spontaneo chiedersi perché proprio lui, mentre se già la si conosce, probabilmente il dubbio nemmeno si pone. Anche così, il dubbio, se uno ce l'ha, viene poi sciolto da Wikipedia, perché il racconto non dice che il Duomo è dedicato proprio a quel Santo. In un racconto così circostanziato, sono dettagli di non poco conto, e questa mancanza spicca proprio perché in un altro paragrafo c'è un resoconto storico molto preciso.
Sottolineo infine alcune cose che non mi ha fatto piacere leggere:
- Regolamento: "un giovane ragazzo". Se è un ragazzo, è giovane!
- 1: il tempo della narrazione cambia di continuo.
- 4: il padre non ti ha affatto dato il permesso di uscire!
- 15: non necessariamente un problema, ma questo paragrafo mi ricorda Stephen Thraves...
- 16 e seguenti: l'insistenza delle guardie nel volerti trattenere, pur avendo detto come prima cosa di volerti scortare fino a casa, è incomprensibile.
- 20: "prima ancora di ascoltare la sua voce percepisci un rassicurante “Non temere.”" Percepisci in che modo, se non ha ancora aperto bocca?
- "insisti, con l’insistenza"
- 25: "E invece, con tua massima sorpresa, lo vedi dirigersi verso il pilastro dove è scolpito il labirinto ed eseguendo manovre, che dal punto dove ti trovi per non farti notare non capisci, sembra compiere un rituale dopo di che il portone più piccolo della facciata con un rumore sordo si apre!"
- 26: "noti le funi al quale i loschi figuri hanno fissato dei rampini". A parte l'errore, come si fa a sapere che i figuri sono loschi senza averli visti?
- 27: "ti senti turbato ugualmente, quasi come se qualcosa di terribile stesse per accadere, una quiete sinistra". Quest'ultimo elemento non è correlato correttamente con ciò che lo precede!
- "Chi si è arrampicato lungo queste funi deve essere dotato di eccezionali doti fisiche perché la scalata non è senz’altro una passeggiata, considerate le alte mura dell’edificio. Ma l’arrampicata non ti spaventa, e non ti resta che seguire le orme di questi misteriosi visitatori notturni. La scalata è però pericolosa". Dunque: chi si è arrampicato deve avere una forza eccezionale... eppure il nostro ragazzo può seguirlo? Mmmm...
- 28: "dall’ingresso in Chiesa del nostro personaggio, che punta verso di loro con ." Manca l'ultima parte della frase, e "il nostro personaggio" non ha riferimenti nelle righe precedenti.
- 29: "per un attimo ti senti in colpa di averle disturbate". Non ti sei fatto il problema di scappare di casa di sera, magari con una bugia, ma ti senti in colpa per aver chiesto informazioni a delle monache?
- 33: "non riesci a vedere nulla"... "E’ entrato molto prima di te ma si trova ancora all’ingresso". Ma se non riesci a vedere nulla, come fai a vedere dov'è il paladino?
- "un fuoco che non intacca il metallo e che a sua volta emana una luce intensa". "A sua volta" va eliminato.
- 36: "Ti senti sereno e in un certo senso sollevato.". In un certo senso?
- 37: "quì".
- 38: tutto il paragrafo è sgangherato. Ora un po' mi pento di aver dato 5 alla Danza delle ombre, perché per me vale più di Il forestiero... ma è scritto troppo male. Pure, Il forestiero non è scritto così tanto meglio, e dargli un intero punto in più, considerato tutto ciò che ho evidenziato, mi parrebbe troppo. Allora facciamo 5.5, ma mi aumenta il rammarico per il racconto precedente.
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EGO
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Barone del Sole
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Re: IL FORESTIERO - CONCORSO
Concordo pienamente con Ego sullo stile di scrittura: anche a me non è piaciuto affatto per i motivi precisi elencati da Ego. Questi continui cambi di tempo, queste frasi ridondanti mi hanno annoiato già a metà prologo. Ma poi, come mai in certi momenti i personaggi parlano in modo colloquiale mentre in altri gli stessi personaggi diventano dei piccoli Petrarca? (vedi la guardie). Questa smania del narratore di voler dare delucidazioni inutili (come se stesse parlando a dei bimbi di 8 anni ma usando un tono per adulti) è veramente fastidiosa. In generale c'è una tendenza all'epicismo lirico con delle frequenti cadute di stile che rendo il tutto troppo "finto". Certi errori grossolani già segnati (punteggiature e una frase mancante) fanno credere che non sia stato riletto neanche una volta.
Il sistema gioco è semplice ma mal sfruttato, come ha detto Ego. Come se ci fosse stato messo a forza tanto per dire che ce n'è uno. A mio avviso se si optava per uno stile SLTA il tutto ne avrebbe giovato.
La cosa più raccapricciante di tutto è la storia. Un santo che torna sulla terra (un avatar?) per sgominare (anzi, far fuggire) degli uomini senz'anima (???), creature demoniache mal identificate. Non si sa se sono demoni, uomini o altro. Se sono creature demoniache, come posso anche solo avvicinarsi a delle reliquie o addirittura toccarle? E perché è bastato farle fuggire? Non possono in qualche modo tornare? Tutto questo è lasciato nel vuoto. E non sono dettagli da poco, a mio avviso. L'immagine, poi, ci sta come il cavolo a merenda.
Una cosa importante: le "religiose" (termine moderno che in antichità non veniva certo usato) è veramente difficile che alla fine del 1400 potessero camminare di sera per la città. Fino al 1700-1800 gli ordini femminili (salvo eccezioni che sono sempre state considerate eretiche (vedi le beghine) a meno che non si trattasse di vedove consacrate, ma che hanno ben poco da comportarsi in quel modo pudico del racconto) erano tassativamente di clausura (guardate la fine che fecero Santa Chiara e le sue clarisse. Per una che voleva seguire le orme di Francesco deve essere stato un duro colpo). Scusate il paragrafo contorto, ma in perfetto stile di molti corti presentati!
C'è da dire che l'idea è carina e l'ambientazione è suggestiva e se ci fosse stato più beta testing, riletture e lavoro di lima avrebbe potuto diventare un lavoro ben fatto (al di là del mio gusto personale).
Sarò antipatico ma a me questo corto non mi è piaciuto affatto. Valutando i voti dati agli altri il mio voto per questo corto è 4,5
Il numero di pecorelle scannate dai pastori è di gran lunga superiore al numero di pecorelle mangiate dai lupi. Per cui, se qualcuno si proponesse di essere il vostro pastore per salvarvi dai lupi, pensateci bene
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Lamello
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Proprio
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Grande Maestro Ramas
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