E con l'arrivo oggi di Spellbreaker ho completato la prima serie Wizard, putroppo prima di questa domenica non ho tempo per mettermici seriamente, ma dall'inizio mi pare abbastanza carino.

Al momento l'unico che mi ha davvero deluso è stato Starship Traveller.
E pensare che leggendo il regolamento e dando una sfogliata veloce avevo pensato a chissà cosa.

Ah davvero? Non me lo ricordavo!
Rimane comunque un enorme bug, perché secondo me si poteva evitare quell'inghippo. All'epoca ricordo che avevo ideato una singola mini-modifica che cambiando un solo paragrafo risolveva il problema, ma ora come ora non ricordo...

Ho appena terminato La Creatura del Male (o Creature of Havoc) e come da enciclopedia devo asserire che Jackson è un folle. Un psicopatico a piede libero.

Non posso credere alla cattiveria con la quale infierisce sul povero lettore, illudendolo varie volte di aver trovato la retta via per poi essere miseramente spedito al creatore (e non sto parlando di Zharradan Marr  ).
Cose di questo tipo già erano successe. Anche i vicoli ciechi scoperti dopo tre o quattro paragrafi, erano già capitati ne "La Casa Infernale", ma qui si raggiunge il non plus ultra del sadismo.

A me non dispiacciono i true-path, ma qui si esagera un pochino, difatti il mio voto in enciclopedia, seppur alto, ne ha risentito.
Tra l'altro ho dovuto spulciare la rete (cosa che detesto fare) per trovare le traduzioni dei pezzi criptati, che non avevo ASSOLUTAMENTE voglia di mettermi a tradurre, nonostante disponessi delle regole rivelatrici.
Già disegnare la mappa è stato abbastanza complicato, in più il dover tenere d'occhio i numeri da detrarre o da aggiungere nei momenti debiti faceva la sua parte....agire anche in veste di traduttore mi sembrava troppo. Avrei rischiato di gettare il libriccino tra le fiamme del camino che non posseggo (scherzo, un collezionista non getta nulla eh eh).

La storia invece è stata stupenda, e l'ambientazione semplicemente ai massimi livelli, con un'introduzione che non può che spingere il lettore a gettarsi a capofitto nella lettura.
Ho preferito decisamente l'ambiente esterno al dungeon, che sinceramente ad un certo punto mi faceva mancare il fiato. Il mio luogo preferito, sebbene nefasto, è stato a sorpresa il villaggio di Dree.

Ci sarebbero altre cose da dire, ma al momento fatico anche a ricordarle, quindi mi fermo qui.
That's all folks.

Prossima lettura-gioco: I guerrieri ombra

kingfede ha scritto:

Qui, ogni volta che vai a deviare dal percorso base impari qualcosa di nuovo su quel mondo, e in certi casi tale conoscenza, al di là del semplice piacere dell'esplorazione che può non bilanciare la delusione della sconfitta, può essere anche molto utile per le partite successive, e mi riferisco sopratutto a certi bivi nel dungeon.

Di questo te ne do atto, infatti la mia critica non verte sulla mancanza di originalità (il mio voto alla fine è stato un ottimo 8,5). Piuttosto se avessi scelto di disseminare indizi nei vari bivi, avrei optato per abbandonare lo schema del true-path.
A mio avviso, parlando in termini generali, quando l'avventura si sviluppa lungo così tanti paragrafi, bisogna assolutamente lasciare un minimo di esplorazione, la quale non dovrebbe compromettere il risultato finale. Il rischio che al lettore saltino i nervi altrimenti è veramente elevato (ovviamente parlo di un lettore che non vuole imbrogliare  ).

kingfede ha scritto:

Questa è la prima volta che la sento, per questo volume, ma volendo ci può anche stare. Personalmente ho sempre agito in modo opposto: anzichè far piantine, visto che sono piuttosto imbranato a riguardo, preferivo memorizzare le informazioni chiave legandole ai numeri, e non ho mai trovato il codice de La Creatura del Male un problemone. Però si tratta di diversi approcci, tutto lì.

Come dici tu in effetti si tratta di diversi titpi di approccio. Ad ogni modo il codice non è stato propriamente un "problema", quanto piuttosto una palla al piede che stacca pesantemente il lettore dall'avventura, facendolo piombare in un ruolo da traduttore, che esula decisamente dal personaggio che impersona.

E' evidente che questi difetti soggettivi non vanno a macchiare gravemente un'opera che mantiene comunque un grande fascino ed originalità.