Re: ALLA LUCE DEL BUIO - CONCORSO
Prodo ha scritto: Evitiamo cose tipo gli ho dato 10, poi a 10 minuti dalla fine del periodo di votazione lo cambio in 1: sarebbe un cambiamento non accettabile e completamente incoerente.
Eh, beh, ci mancherebbe!
Io parlavo di mezzo voto, al massimo uno: vorrei cercare di darmi una regola per votare, perché proprio non mi va di fare in seguito ragionamenti del tipo "questo è meglio dell'altro, allora mi tocca dargli un voto in più" o cose simili... Sto studiando una griglia personalizzata, anche se so che sono tutte fisime: siamo una giuria popolare, che cavolo!
Per inciso, ho già visto che la mia previsione sull'immagine era sbagliata: niente figuro incappucciato.
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Re: ALLA LUCE DEL BUIO - CONCORSO
Yanez ha scritto:dando uno sguardo ai vostri commenti ho notato che nessuno o quasi ha parlato dell'attinenza dell'immagine allegata al racconto.
Forse perché è ovvia... L'esplosione raccontata al 4 è legata alla guerra in corso nel "mondo reale" del protagonista e (soprattutto) è quella che fa partire tutta la storia!
Così come mi stupivo per la velocità con cui erano arrivati i primi voti, ora mi stupisco per questo silenzio... Lettori spaventati dall'idea di dover commentare oltre a esprimere un giudizio numerico? Utenti affranti dal doversi sorbire 19 pagine? Oppure, colpiti dalla mia eloquenza, tutti hanno copiato la mia volontà di pensarci su?
Ok, vado a commentare con la massima libertà... Premetto che sono abbastanza caustico nei giudizi, ma (ahimé) son fatto così, quindi portate pazienza e non offendetevi. Questo disclaimer vale ovviamente anche per tutti gli altri racconti futuri che andrò a valutare
La lettura di questo corto mi ha suscitato sensazioni contrastanti, ho trovato una difficoltà estrema a valutarlo: mi sono quindi inventato una griglia per dare un po' di uniformità con i miei voti futuri.
Opinione generale: un'idea potenzialmente eccellente con alcune grosse pecche. Tanta roba, tante idee compresse a fatica (e talvolta, spiace dirlo, male) nei 40 paragrafi. L'idea di puntare su un impatto emotivo particolare, se fosse stata realizzata meglio, sarebbe sicuramente stata qualcosa di innovativo e mi avrebbe portato ad alzare il voto. Ma vado nel dettaglio.
AMBIENTAZIONE: per me è il punto forte: il vissuto che si traspone nella "lotta" pre-morte, i 7 colori dell'arcobaleno, il binomio animale/essere umano nella stanza del colore corrispondente... la storia del protagonista si ritrova nello scambio realtà/mondo onirico con precisione maniacale. Questa Italia (forse) del futuro è abbastanza triste, ma i comportamenti dei vari personaggi sono coerenti con questa sottile disperazione. Voto 8,5
GIOCABILITA' & LONGEVITA': non ci sono punteggi casuali iniziali tipo Abilità e Resistenza, nessuna possibilità di differenziare una partita dall'altra "a monte". Ci sono solo due modi per entrare nel secondo anello e uno unico per trovare la soluzione... Diciamo che il tenta la realtà può giustificare partite successive, sempre che non riusciamo a far fuori Il Tigre: poter scegliere il risultato del lancio del dado non ha prezzo, per tutto il resto c'è mastercard! Giocandolo, io ci ho lasciato le penne due volte prima di arrivare al 40. Comunque secondo me due-tre partite/letture si fanno volentieri, poi basta. Voto 6
ORIGINALITA': il regolamento ricalca cose già note: risolvi l'enigma da Dimensione Avventura, tenta la realtà da Alla Corte di Re Artù, i paragrafi cancellati mi pare ci siano anche in Progetto Mortale (vado a memoria, non ho ricontrollato), ma gli elementi sono assemblati con buona coerenza. Mi piace moltissimo l'integrazione regolamento/storia. La meccanica di gioco non si distacca dai cliché dei librogame classici (enigmi tipo DA, combattimenti Golden Dragon-style). La trama è discreta anche se non così innovativa. A mio parere, è più bello il paragrafo in cui si perde (il 3) rispetto a quello vittorioso (il 40): non mi era mai capitato. Voto 7
STILE: pesante e incostante. Si poteva fare di meglio: solo a tratti la storia scorre bene, alcuni paragrafi sono molto lunghi e non certo appassionanti... si è messa dentro troppa roba per un corto da 40 paragrafi. Ci sono nascoste un sacco di citazioni musicali (ho riconosciuto i Pink Floyd, gli Animals, direi Jeff Buckley), il che avvalora l'ipotesi di Adisc sul totoautori, però secondo me ogni citazione è segno di debolezza... si va a rubare le idee altrui. Per un racconto che punta molto sulla scrittura, vista la lunghezza, si doveva mantenere un livello più alto. Anche le emozioni che si sono volute comunicare sono frenate da periodi spesso troppo contorti. Sufficienza grazie ad alcune chicche davvero gustose: il vassoio della Coca-Cola, "la gente bevono poi succede i guai", il libro di storia col disclaimer... Voto 6
Media 27,5/4=6,88.
Considerando che, rileggendolo a distanza di un paio di giorni, penso di aver capito qualcosa in più delle idee di fondo dell'autore e l'ho un po' rivalutato, concludo che...
Il mio voto è 7.
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Re: ALLA LUCE DEL BUIO - CONCORSO
Apologeta ha scritto:Così come mi stupivo per la velocità con cui erano arrivati i primi voti, ora mi stupisco per questo silenzio... Lettori spaventati dall'idea di dover commentare oltre a esprimere un giudizio numerico? Utenti affranti dal doversi sorbire 19 pagine?
credo che qualche autore abbia optato per il no comment a differenza dell'anno scorso...
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Re: ALLA LUCE DEL BUIO - CONCORSO
eh, mi sa di si...
"Un velo nero ti impedisce di vedere altro. La tua vita termina qui: nel campo di battaglia, con la mitica Blood Sword tra le mani, felice per la sconfitta dei Veri Maghi." Adriano, Blood Sword PBM http://www.caponatameccanica.com
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Re: ALLA LUCE DEL BUIO - CONCORSO
Ok, arriva il ritardatario!
La prima cosa che mi colpisce è che lo stile del testo nele descrizioni è estremamante al mio... non mi sorprenderebbe che magari qualche attento lettore abbia supposto che l'ignoto scrittore sia il sottoscritto (chiariamolo: io non ho scritto nulla per questo concorso). Ha qualche problema di ritmo (interrompe spesso i dialoghi a metà frase per inserire delle interiezioni abbastanza inutili), ma nel compenso è una buona scrittura, che sa dove vuole dirigersi. Anche se spesso (e non è poco) non capisco QUALE personaggio stia parlando, dato che non esistono nomi.
Cominciamo a giocare: il prologo è abbastanza confuso, ma è evidentemente la sua intenzione. Tuttavia così poca esposizione fatica acoinvolgere, non è ben chiaro in quale personaggio il lettore si debba identificare (la ragazza?), e incontrimao "Noi stessi", presentati però in terza persona.
UN paio di stanze e arrivo al primo enigma: quello del ragno e dell'ottagono. Comincio a disegnare, ma a disegno concluso non provo nemmeno a contare le intersezioni... non sono così masochista.
Non ho provato a disegnare una mappa... ma presumo che sia possibile che le varia porte geometriche possano formare un ambiente con continuità logica...
L'idea del sogno è, di base, ECCEZIONALE... tuttavia sono un po' deluso che perlopiù sia stata sfruttata solo a livello di animali-che-parlano e stanze colorate. Andiamo, abbiamo letteralmente qualsiasi cosa a disposizione èper creare qualunque ambiente e farla franca! Gli animali-che-parlano è come limitare l'inferno di Dante a fuoco e fiamme! è uno spreco!
Interessante il modo con cui riconosciamo di aver risposto giusto agli enigmi... possibile che in trent'anni non ci fosse mai arrivato nessuno?
D'altra parte, io ODIO quando devo mettermi a contare le lettere... ho sempre odiato questo sistema, è lungo, è macchinoso, spezza il ritmo, e NESSUNO ha mai voluto mettersi a contare le lettere come un ragioniere, quando vuole vivere un'avventura fantastica.
Il grosso problema è che le nostre scelte, non hanno una vera logica. Quando dobbiamo scegliere che porta attraversare, o se seguire le istruzioni dell'animale.che-parla, non possiamo fare a meno di operare una scelta totalmente basata sul caso. Non esistono indizi in-game (se non astruse frasi filosofiche che paiono uscire da un brutto numero di Dylan Dog), e non esiste neppure una logica terrena a cui aggrapparsi. Questo è il maggior difetto del racconto, che viene fregato proprio dall'oniricità di cui si fregia. Non la sfrutta per offrirci paesaggi fantastici o mozzafiato, non ci offre nessuna visionarietà, ma invece riesce benissimo a toglierci qualunque strumento di discernimento con il quale possiamo vincere l'avventura. Senza la minima esposizione, non c'è pensiero. Potremmo tralasciare tutte le descrizioni e giocare semplicemente cancellando i paragrafi e scegliendo i link, e poco si perderebbe.
Parliamo di storia: confesso, non ci ho capito una mazza fino al finale. Intendo, il 40 e ciò che segue. Che penso sia esattamente quello che voleva l'autore, quindi bene.
Tuttavia, il paragrafo 3 è davvero scritto male. Non ho capito, l'inserviente dell'ospedale è cieco?? Non vorrei dover citare gli nservienti ciechi della scuola di Faro D'Argento, perché abbiamo un altro elemento di una famigerata cerchia di personaggi-ciechi-rovina-racconti:)
La metafora del quaderno è abbastanza banalotta, non l'ho proprio apprezzata. Così come il finale, che si dilunga troppo pur dicendo pochino... si poteva puntare più sull'effetto umano, e invece si dà uno spiegone di cui, sinceramente, me ne frega davvero poco.
In sintesi una storia con troppo poco cuore, (per assurdo, dato che parliamo di vicende che URLANO "cuore"). Anzi, diciamolo: leggere il 4 è davvero una grossa delusione! Tutta l'oniricità e poi ci si sbatte in faccia una storia di pessima fantapolitica con uno spiegone di cui avrei fatto tranquillamente anche a meno.
Voto: 6.5
Ideazione a tratti geniale (idea del sogno, il regolamento tutto), ma storia fredda, spersonale, asettica e abbastanza mal raccontata (autore più interessato a raccontare a se stesso che non a noi poveri lettori, evidentemente), sogni piuttosto sprecati, e l'odiosissimo sistema di risoluzione degli enigmi.
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