Home Forum General Librogame e dintorni I Corti di LGL 2011 LA LUNA DEGLI ASSASSINI - CONCORSO

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Qual è il tuo genere di librogame preferito, pensando a un ipotetico titolo inedito di prossima uscita?

LA LUNA DEGLI ASSASSINI - CONCORSO

Re: LA LUNA DEGLI ASSASSINI - CONCORSO

Ma tu non eri uno degli ideatori? L'hai già dimenticato? Lo sapevo io che sono un pischello del forum e l'ho scritto anche nel mio commento! In ogni caso questo rientra nel topic (giustamente) vietato del totoautori, insieme a tutte le osservazioni su chi commenta e chi no i vari thread! Uffa, un altro mese e mezzo prima di poter dire: "lo sapevo che eri tu, l'ho sempre saputo anche se non l'ho mai detto per non influenzare la votazione

Veramente anche altri avevano notato che il nome "cuore nero" proveniva dagli incipit del primo concorso. Incipit che creammo in tandem noi tre giudici di allora, ma nei quali la parola "Veermeth" non penso venisse da me, visto che al massimo vi potrei consigliare il nome di un buon Vermouth.   smile

In ogni caso non vedo come parlare di cio' possa costituire l' esacrata attivita' di "totoautore", dato che chiunque puo' aver voluto citare gli incipit del primo concorso, da un fedelissimo della prima ora ad un nuovo arrivato che s'e' scaricato la raccolta dal sito neanche un mese fa...
A me comunque sfugge il senso e la necessita' di queste citazioni sparpagliate nel racconto... ma un bravo criminologo potrebbe forse aiutarci a tracciare il profilo psicologico di questa mente turbata e contorta... brrr...   smile2

Seven_Legion
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Re: LA LUNA DEGLI ASSASSINI - CONCORSO

EGO ha scritto:

Un'osservazione un po' del cacchio: questo testo non è in Times New Roman! Mi pare che il regolamento prevedesse quell'unico font, per essere sicuri dell'uniformità delle dimensioni previste per i racconti.

Rassicuro EGO sul fatto che il racconto arrivato in formato doc è con carattere Times New Roman e quindi conforme. Esportando successivamente in pdf con openoffice e sotto linux devo aver utilizzato un Times New Roman  diverso da quello usato da Windows.

Lucky
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Re: LA LUNA DEGLI ASSASSINI - CONCORSO

Finalmente sono riuscito a leggere (giocare) il racconto!
Allora, devo dire che, nonostante l'ambientazione classica, a me non dispiace affatto (l'ambientazione, intendo). Non mi piace l'uso di certe espressioni e aggettivi che vogliono "pompare" troppo una situazione per renderla "scioccante", "tenebrosa", "da thriller" e via dicendo. A me fa l'effetto opposto. Si dovrebbe guidare l'emozione del lettore verso quella situazione senza portarcelo a forza con paroloni o frasi artefatte. A parte questo, lo stile scorre abbastanza. Ma, come hanno notato altri, le descrizioni sono noiose e non ti viene voglia di leggertele. Se l'autore avesse evidenziato in grassetto la parola "Rintocco" non mi sarei troppo preso la briga di leggere le descrizioni. Il gioco in sé è abbastanza avvincente per quanto riguarda la tensione che si crea. Anche se la missione è stata considerata "banale". A me banale sembra il finale, in cui scopri che devi uccidere chi ti ha salvato (troppo tipico). Fatemi capire: Faccia di Ferro e il tuo maestro sono due persone diverse? Faccia di Ferro è solo il mandante? Mi sembra di capire che sia così (se fosse altrimenti ci sarebbero delle incongruenze nella storia eccessive).
Bello anche la volontà di metterci situazioni più o meno divertenti (tipo i servi in cantina e cose simili). Io odio i racconti troppo seriosi.
Ci sono delle cose nella storia che sono un po' ridicole:

 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 nel par 25 Cuore Nero si trova a giudicare Vermeeth: "Quanti traffici di morte saranno registrati tra queste scartoffie? Se consegnassi al principe i suoi libri più segreti, potrei forse ripagare numerose ingiustizie". Ma stiamo scherzando? Cuore Nero è un assassino da anni, un uomo senza scrupoli che si è anche lui arricchito (sicuramente in modo minore del mercante, ma i soldi li ha presi) con le sue uccisioni! Secondo me questo atteggiamento non sta in piedi.
Anche il dialogo fra Cuore nero e Vermeeth mi sembra veramente irreale:
 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 come può uno essere pronto a uccidere un altro e credere a tutto quello che l'altro gli dice per salvarsi il sedere (e non mi venite a dire del discorso che lui sente quando uno dice il vero, per favore!) e viceversa uno che sta per essere ucciso, e lo sa, dire: non ti ammazzo per vedere chi sei, ah, ma aspetta, ci conosciamo! Ma dai, non vorrai mica dirmi che sei venuto per ammazzarmi! Ma no! Sicuramente volevi prendere un tè! E nasce una bella discussione. Di solito, quando uno di questi personaggi è un pericolo di morte, prima ammazza e poi guarda chi era l'altro. Ovviamente questa è solo la mia opinione e il mio gusto personale
A me il finale aperto mi è piaciuto
 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 L'idea che puoi ammazzare tutti (nell'epilogo si può pure uccidere il proprio maestro, e se si è scelto di ammazzare Vermeeth e il figlio) è una bella strage da uomo veramente amareggiato per tutta una vita di sofferenze, dall'infanzia a una vita da assassino alla scoperta di essere stato una marionetta. Oppure viversi questa sofferenza come uno meglio crede (fuggire, uccidere solo uno, uccidersi, etc). Ci sono tutte (molte) sfaccettature della psiche umana
Per il resto la torre è ben architettata e anche il sistema di gioco è davvero fatto bene, a mio avviso. Unica pecca sono i combattimenti. Usare il sistema del numero delle armi è davvero troppo poco realistico e antipatico, a mio avviso. Si poteva pensare a qualcosa di meglio. Bello il discorso delle ronde a seconda del tempo che hai trascorso e anche il fattore tempo, che è cmq ben conosciuto (ma ciò non ne sminuisce l'utilizzo). Secondo me sarebbe da aumentare la difficoltà del raccontogioco, magari per i combattimenti o quant'altro. Devo dire che facilmente si arriva alla fine. Io invece non disprezzo il discorso degli oggetti, il prendi-posa mi ha abbastanza entusiasmato (dover tornare a recuperare quello che ti serve è bello, non ti preclude per forza la fine) ma cozza col fatto che se all'inizio non hai gli oggetti giusti, in fondo in ci arrivi. Si poteva pensare di avere già gli oggetti necessari senza doverli scegliere, ma poi che eri costretto a posarli e riprenderli per concludere il tutto. Vabbè, sono mie opinioni sul mio gusto personale.
Ovviamente di rigiocarlo non ti viene molta voglia, giusto per vedere le altre stanze-situazioni, ma con le descrizioni ti passa un po' la voglia.
Il mio voto è 7

Il numero di pecorelle scannate dai pastori è di gran lunga superiore al numero di pecorelle mangiate dai lupi. Per cui, se qualcuno si proponesse di essere il vostro pastore per salvarvi dai lupi, pensateci bene

Lamello
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Re: LA LUNA DEGLI ASSASSINI - CONCORSO

Ma stiamo scherzando? Cuore Nero è un assassino da anni, un uomo senza scrupoli che si è anche lui arricchito (sicuramente in modo minore del mercante, ma i soldi li ha presi) con le sue uccisioni!

Difatti è uno degli indizi che fa propendere per i grossi debiti verso Asassin's Creed: gli assassini in quei giochi, infatti, non sono assassini a pagamento, ma sono una setta, una società segreta, che elimina solo gli appartenenti alla faziona avversaria, i Templari.

Quel discorso di Cuore Nero, mi sembra spuntato direttamente dal personaggio di Ezio Auditore, protagonista di AC2, e non da un assassino a pagamento come è (TESTUALMENTE) Cuore Nero.

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Jegriva
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Re: LA LUNA DEGLI ASSASSINI - CONCORSO

Ho letto il racconto quasi per caso, visto che sarei dovuto andare a dormire circa 2 ore fa... ma avevo pensieri per la testa e avevo bisogno di qualcosa per scacciarli...
La Luna degli Assassini, in fondo, ha fatto il suo dovere, ovvero farmi trascorrere 40 minuti senza pensare ai miei guai.
Premetto che proprio un paio di settimane fa ho iniziato a giocare ad Assassin's Creed, e quando ho cominciato a leggere il corto ho subito identificato Cuore Nero nel protagonista del Videogame in questione.
La cosa che ho apprezzato maggiormente è senza dubbio il regolamento, ma devo dire che è un puro caso. Mi spiego: io di solito prediligo regolamenti complessi ed articolati, mi diverto proprio  a prender nota di tutto sul registo di guerra. Ma stasera avevo proprio bisogno di qualcosa di leggero e BAM! Mi capita sotto mano questo racconto, lo scarico e scopro che a momenti non servivano quasi carte a penna... eccezionale! Se mi fossi di fronte un Regolamento più dettagliato non lo avrei nemmeno cominciato.
L'atmosfera che si respira nel racconto mi piace, mi piace anche il fatto di poter compiere delle scelte sul come risolvere le situazioni che si incontrano (non hai l'oggetto giusto? ce la fai lo stesso ma perdi più tempo o fai più rumore).
Per quanto riguarda il discorso del tempo trascorso, francamente quando sono partito anche io sono rimasto spiazzato dalla velocità con cui passa. Poi però mi son detto "Avrà usato il termine Rintocco per rendere meglio l'idea dell'ambiente in cui ci si trova, una città con il campanile a scandirne le ore. Avrebbe potuto scrivere 'Sottrai una Unità di Tempo al totale' e nessuno si sarebbe lamentato della rapidità con cui scorre, però interrompe la narrazione inserendo un elemento esterno, molto meglio il Rintocco." non so se mi spiego...
Avrei preferito anche io che a differenti livelli d'allarme le cose si fossero fatte più complicate, ma penso che in 40 paragrafi sia proprio dura.
Nonostante il "non-colpo di scena" del mandante-preda, mi è sembrato interessante che alla fine ognuno possa immaginarsi l'epilogo che preferiva (io avrei ucciso prima il mercante e poi il figlio bigsmile).
Fra i fattori negativi vedrei la scarsa rigiocabilità, la difficile "riconoscibilità" di alcuni elementi descrittivi (porte e marcapiani in primis), alcuni refusi già elencati da altri prima di me, e infine il fatto delle 3 spade, che oltre a non essere consono con il discorso della furtività che permea il racconto, è anche assurdo di per se.
Il voto che do al racconto è quindi 8
Spero che i prossimi Corti siano buoni almeno come questo smile

Il buongiorno si vede dal mattino.
E' la giornata di merda che ti coglie completamente impreparato...

suaimondi
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Re: LA LUNA DEGLI ASSASSINI - CONCORSO

Ancora qualche ora per votare ragazzi, i ritardari si affrettino! Sono comunque contento, c'è molta partecipazione di voto a questo concorso!

Prodo
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Re: LA LUNA DEGLI ASSASSINI - CONCORSO

Ancora poche ore per le votazioni!

Lucky
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Re: LA LUNA DEGLI ASSASSINI - CONCORSO

io purtroppo non ce la faccio proprio causa pressanti di impegni di lavoro...
peccato perche' certi aspetti di questo "corto" sembrano invitanti...  hmm

Vorrei pero' domandare (e' gia' stato chiesto anche da Ego) quanti sono i racconti in concorso ancora da votare.

Seven_Legion
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Re: LA LUNA DEGLI ASSASSINI - CONCORSO

oltre a questo ne restano 6 smile

Yanez
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Re: LA LUNA DEGLI ASSASSINI - CONCORSO

Ok, eccomi qua l'ultimo giorno utile per esprimere un parere. Premetto che, anche se con fatica, non ho ancora letto nessun commento o voto riguardante questo racconto. Per cui perdonatemi se ripeterò osservazioni già fatte dagli altri.

In generale il racconto non mi è dispiaciuto. Sicuramente nei due anni di vita de I Corti mi è capitato di leggere molto, ma molto di peggio, sia come stile di scrittura che come meccaniche di gioco. Premettendo che non mi piacciono i librogame a mappa, ai quali prediligo nettamente quelli a trama, devo dire che questo la Luna degli Assassini non è malaccio se non per alcuni difetti che fanno inabissare il mio giudizio che, inizialmente, era ottimo.
Prima di cominciare a bastonare, però, voglio tendere la carota:
Ho trovato interessante il sistema di regole, semplice eppure "tattico" che si occupa solo di gestire l'inventario, il tempo trascorso e il livello di allarme, tralasciando abilità, caratteristiche e tiri di dado classici dei libri a bivi. Buono anche il sistema per cui diventa necessario tornare indietro più volte per procurarsi gli oggetti che ci occorrono, andando a prenderseli in stanze già visitate allungando l'esperienza di gioco ben al di la di quello che 40 paragrafi consentirebbero, questo sistema ci obbliga a valutare se vale la pena perdere altro tempo (rintocchi) per tornare indietro a prendere quell'oggetto oppure se è il caso di tentare un altra strada. A parte un unico caso, poi, trovo che la costruzione della casa di Vermeeth e delle meccaniche che ci permettano di muoverci al suo interno siano davvero ben fatte e calibrate a puntino. Bello anche il sistema per "simulare" il lancio del dado con relativo incontro casuale, per cui ripassando in una medesima locazione in momenti diversi (leggi: con alle spalle un numero di rintocchi differenti) possono accadere cose diverse.
Per tutto questo dico bene e bravo all'autore. Si vede che si è impegnato non poco in questo lavoro e bisogna dargliene atto.

prima di impuganre il bastone voglio far notare a tutti una cosa simpatica: Prothias Vermeeth è il nome che il sottoscritto aveva inventato nello scrivere il primo incipit della prima edizione de I Corti di LGL, quello nel quale un mago, un ladro, un chierico e un guerriero vengono assoldati da un ricco mercante (Prothias Vermeeth, per l'appunto) per una missione facile facile che però avrà conseguenze inaspettate. Il fatto che il nome sia stato ripreso pari pari, così come la professione di Vermeeth mi sugegrisce che:
a) l'autore, quando si paleserà, dovrà pagarmi i diritti del personaggio.
b) Ho sospetti assai concreti sull'identità dell'autore.

Tralasciamo le facezie e concentriamoci sulle cose che invece NON mi sono piaciute di questo racconto:
Come ho detto all'inizio non amo le avventure a mappa. Questo La Luna degli Assassini, poi, tende a dare molte opportunità ma nessun suggerimento. Insomma si gira come scemi per la torre di Vermeeth facendo le proprie scelte praticamente a caso. Ma, dico io, puntare il coltello alla gola di qualcuno e chiedergli: 1) dovìè la stanza di Vermeeth; 2) come ci si arriva; 3) quali guardie/trappole ci sono sulla strada; 4)dove trovare chiavi o altro che consenta di entrare nella camera; era troppo difficile per un addestratissimo assasino?
Comunque questo qui sopra è un parere personale non oggettivo. A qualcuno l'impostazione stile avventura grafica può anche essere piaciuta. Per nulla soggettive sono invece le mie critiche sullo stile della scrittura. Al di la di alcune ingenuità di troppo ho rilevato un uso smodato e fastidioso di aggettivi. Insomma, una scrivania deve per forza essere ampia, un salone enorme,  le vetrate grandi, le voci, poi, sono stupite, il sistema di lame complesso, i festoni immensi, le ali di corvo tetre , il drappo scuro pesante . Troppe troppe troppe! In ogni paragrafo ci si scontra con una quantità di aggettivazioni imbarazzanti che, almeno a me, finiscono per dare fastidio.
In alcuni casi poi questo modo di scrivere diventa assurdo, inutile, oppure nasconde veri e propri errori. Ad esempio Vermeeth è molto grasso. Cosa vuol dire? Che è obeso? In tal caso bisognava scrivere obeso e non molto grasso, visto che il termine in italiano c'è ed è correntemente utilizzato. Altrimenti quel molto non ha senso di esistere! E ancora: suoi occhi bulbosi, sue dita ferme manifestano una grande abilità e determinazione. Ecco una frase che mi ha fatto inorridire. Innanzitutto se stiamo parlando di Vermeeth è ovvio che gli occhi bulbosi e le mani sono sue. Di chi dovrebbero essere? Della cuoca in cantina? Quei due Suoi vanno bruciati. Inoltre perchè gli occhi bulbosi e le dita ferme dovrebbero manifestare abilità e determinazione? (Anzi grande abilità e determinazione, perchè, magari, un lettore distratto poteva confondersi e pensare che si trattasse du una piccola abilità e determinazione?) Non c'è modo di intuire il motivo di questa affermazione dell'autore che, così come è, rimane campata in aria.
Per finire il testo è tappezzato di approssimazioni fastidiosissime, eccone una manciata:
Abbastanza alticci, - in cosa si differenzia una persona abbastanza alticcia da una semplicemente alticcia? Come questa parola: abbastanza, dovrebbe aiutare il lettore a comprendere meglio la scena?
Sembra un servitore - Sembra o lo è? E se lo sembra solo, in base a cosa il protagonista fa le proprie ipotesi? O si spiega perchè sembra un servitore oppure si dice semplicemente che è un servitore e si taglia la testa al toro.
Salone sembra essere - Aridajè. Sembra essere o lo è. Decidiamoci una buona volta!
La porta sembra sbarrata - Perchè ha una faccia sbarrata? O magari perchè il protagonista provab a girare la maniglia? Nel caso però sarebbe carino dirle queste cose al lettore che, sennò, deve fare lui tutta la fatica di immaginarsi le cose.  Una porta è sbarrata oppure non lo è. Non esistono vie di mezzo!
Quasi sibilando Sibila o non sibila? Non esiste un verso chè è quasi qualcosa. Se l'autore non è sicuro di come sia una cosa, un verso, un suono, un colore ecc. forse deve chiudere gli occhi, decidere esattamente com'è la cosa che vuole descrivere e poi descriverla, invece di prendere in giro il lettore con una cascata di quasi, come, sembra, abbastanza, un po'.

Ma a questo punto il raconto era ancora ad un livello per me accettabile. Quest'anno non faccio aprte dei tra giudici/organizzatori per cui posso permettermi di essere più largo di manica. Sinceramente pensavo di dargli un 6, forse anche un 6 e 1/2.
Purtroppo a questo punto raggiungo la camera di Vermeeth, lo affronto, scopro l'atroce verità e... e... e? Che cosa accade? Nulla! L'autore mi prospetta una serie di opzioni tutte giustificabili, sensate e in grado di concludere adeguatamente la vicenda ma, invece di descrivermene le conseguenze, in pratica, mi dice: "Bravo, scegli cosa fare e poi immaginati cosa succede. Si, esattom fai da te che io non c'ho voglia. No, no, io non ti dico nulla! Mi raccomando immaginala bene sta scena che senno mi rovini tutto il lavoro che ho fatto,  poi, quando hai finito, vai all'epilogo che io ti dico ancora due stupidaggini ininfluenti e magari ti alletto con un possibile seguito"
Ma se aveva finito i 40 paragrafi l'autore non poteva eliminare qualche paragrafo dell'esplorazione? Oppure doveva avere il coraggio di scegliere lui, quale finale farmi leggere. Così, scusate, ma io mi sento profondamente preso per i fondelli!
Sono addolorato ma l'ultimo paragrafo fa sprofondare il mio giudizio al di sotto della sufficienza.
Il mio voto è. 5

Ora vado a rileggermi i vostri commenti e voti per vedere se siete d'accordo con me oppure se, pur non essendo uno dei giudici del concorso, sono io che rimango eccessivamente critico.

gpet74
Barone del Sole
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