Io con i suoi albi sono cresciuto e ancora oggi li leggo e li compro mensilmente in edicola. Non a tutti piacciono, ma quest'uomo ha avuto il merito, il coraggio, l'intuizione, di cambiare la storia del fumetto in Italia. Negli anni '50, quando prese in mano la Cepim, il fumetto d'avventura in Italia era solo West e poco altro. Sergio è stato lungimirante e forse incosciente, decidendo di puntare su nuovi filoni, su personaggi che rompevano il filo diretto con il canonico eroe eastwoodiano, completamente buono, che combatte contro nemici completamente cattivi, in una sorta di manichesimo della fantasia.
Ha creato Mister No, il primo avventuriero alcoolizzato, insolvente, che rinnega la società e si rifugia in Amazzonia per sfuggirne gli orrori, ha intuito la profondità e i possibili sviluppi di eroi nuovi, di archeologi dell'impossibile, indagatori dell'incubo, criminologhe acute e uomini schiacciati dal futuro in cui vivono. Ha dato, tra i primi nel nostrano, spesso arretrato, sovente bigotto e ipocrita, stivale, la giusta dimensione alle figure femminili nell'ambito del processo fumettistico, sia mettendole ai pennelli e alla macchina da scrivere, nel ruolo di disegnatrici e sceneggiatrici, sia lanciandole come protagoniste delle sue collane, rompendo, in tempi non sospetti, lo schema classico e stantio che vedeva solo l'uomo e sempre l'uomo nei panni del protagonista, senza macchia e senza paura.
I protagonisti, di entrambi i sessi, bonelliani di macchie ne avevano e ne hanno qualcuna, e di paure tante, esattamente come chi li legge, e vive la vita di tutti i giorni. Forse per questo li ho sempre sentiti più vicini, più simili e me.
A volte ha anche commercializzato prodotti non troppo innovativi, in linea con le mode del momento, è vero, ma è un peccato che gli si può perdonare, visto l'enorme contributo che ha dato al movimento.
Con Sergio Bonelli muore una parte dei miei sogni di bambino, quando il mio quartiere era tutta la mia vita e Dylan Dog una buona fetta del mio mondo.
Per questo, più che per ogni altra cosa, ne sentirò la mancanza.