vi spiego la strada imboccata da quelli delle avventure testuali.
(senza necessariamente voler far "testo" per i casi nostri che sono diversi)

Loro ebbero il periodo d'oro delle "adventure" nei primi anni '80 grazie al boom dei primi PC.
Gli autori di quei primi lavori, pare siano diventati famosi come puo' esserlo un nostro "Joe Dever" ... e milionari!
Colombini autore della prima adventure italiana "Avventura nel Castello", annota spiritosamente: "anch'io, come loro, arrivai a guadagnare un milione ... ma il loro era "in dollari" !   
Gia' alla fine degli anni '80, pero' coi computer sempre piu' grafici e potenti, i filone era ormai commercialmente superato.

Oggi poi, quei giochini in modo testo sembrerebbero un format definitivamente datato (in questo senso, e' un problema che abbiamo anche noi)

Cosa hanno fatto? Hanno recuperato il filone ricarozzandolo in chiave narratica e culturale. Rinominandolo IF (interactive fiction) un movimento che vuol strizzare l'occhio agli scrittori disposti a  formule nuove. Quindi non piu' adventure senza profondita'  (il solito ragazzino che- non si sa perche'- deve salvare il mondo) fatte tanto per giocare... ma storie motivate e con un occhio alla qualita' narrativa.
Da qui tutta una serie di iniziative collegate, quali concorsi di scrittura con tanto di critica letteraria, manuali di scrittura IF, etc.. etc..

kiavik69 ha scritto:

Ragazzi, io non ho nessun dato alla mano, per cui preferisco non azzardarmi in ipotesi che non posso supportare con chili di bibliografia, sarebbero solo parole al vento.

Tuttavia, una cosa voglio dirla: qui si parla di rilanciare il LG?

IO CI STO!

In cvl0 a tutte le previsioni nefaste!

Ragion per cui sono pronto a scriverne di nuovi ed a pensare come rilanciare quelli vecchi in qualunque momento.

Chiamatemi matto, ma ho deciso di vivere inseguendo i miei sogni.

(@Tyorl: Appena hai i 100K scateniamo l'inferno! )

fai bene, perchè dal mio punto di vista sparati cosi' rimangono sogni.
Per un' operazione del genere ci vogliono un po' i piedi per terra...

kiavik69 ha scritto:

(@Tyorl: Appena hai i 100K scateniamo l'inferno! )

Della serie: A fare i froci col culo degli altri son buoni tutti... scusate la volgarità 

Ok, Tyorl ha vinto al superenalotto... anzi no, altrimenti avrebbe i soldi subito. magari al Win for life.

Comunque è assodato che tutti i soldi non li hai subito ed è altrettanto assodato che fino a che non li avrai non potrai fare molto "nella pratica". Non molto è comunque meglio che nulla. vediamo un po' come potresti muoverti in attesa di aver accumuolato il capitale necessario:
- Informazioni Prendere informazioni sul costo nell'appoggiarsi ad una casa editrice esistente (tipo E-Elle) o farne una ex novo. In realtà credo che la differenza da valutare non sia questa, nel senso che tanto, anche se ti fai una casa editrice tutta tua, poi devi appoggiarti ad una grossa tipografia per avere il materiale, quanto piuttosto valutare i costi e le opportunità di distribuzione, che è il vero problema da analizzare. Quindi: 1) contattare la e-elle, magari nella persona di Lughi, con il quale abbiamo dei contatti, per chiedere un parere economico; 2) sentire direttamente le tipografie per valutare il costo di produzione e 3) soprattutto, informarsi su come funzionano i canali distributivi in italia, costi e ricarichi, copertura del territorio ecc.
- promozione e racolta materiale: Questa è un ideuzza che mi è venuta oggi. Anche con pochi soldi (relativamente pochi, intendo) potresti istituire un concorso di letteratura interattiva. Chi ti invia i suoi elaborati si impegna a cedertene i diritti per un tot di anni, ovviamente in caso di publbicazione (che non è garantita) tu gli riconosceresti le royalities, inoltre al primo classificato un premio in denaro immediato (di 1000 euro?). Cosa ottieni così? pubblicizzi il genere, spingi i tanti (e spesso talentuosi ma bistrattati) autori italiani a cimentarsi con la scrittura interattiva e, se tutto va male hai fatto pubblicità. Se tutto va bene metti in saccoccia diversi libri interattivi, scritti secondo canoni da te scelti (ossia i parametri del concorso) rispondenti allo stile e gusto odierno e non a quello di 20 anni fa, che potrai usare per la tua casa editrice un domani.
- Informarsi sui diritti: più o meno come al punto 1. Quanto costa ottenrre i diritti di pubblicazione dei Librogame stranieri? In inghilterra ancora oggi si pubblicano LG. Invece di andare a sbattersi per ottenere Libri di 30 anni fa che andrebbero comunque ritradotti, riimpaginati e ririlanciati, sarebbe meglio informarsi su come fare questi lavori con volumi prodotti oggi per il pubblico di oggi. (penso ad un Destiny Quest, ad esempio). Altro filone sul quale si possono chiedere informazioni sono i costi dei diritti di novellizzazione e trasposizione. Soprattutto per il lancio del prodotto/casa editrice potrebbe essere interessante appoggiarsi ad un marchio conosciuto che faccia da traino. Un Libro interattivo ambientato nel mondo di Harry Potter o di Twilight o (Dio non voglia) del Mondo Emerso della Troisi (mi si arrovellano le budella al solo scriverlo); o ancora di Aliens vs Predator o di Bladerunner.... eccetera eccetera.

Insomma a parte il punto 2° quello che puoi fare è raccogliere tonnellate di informazioni. Ti conviene trovarti un valido aiuto da parte di un anglofono (mi pare di ricordare che non te la cavavi troppo bene con la lingua di Albione) e cominciare a darti da fare.

Io i dati di vendita di Lupo Solitario negli anni 2000 li ho, ma non li posso rendere pubblici per accordi presi con la EL che me li ha forniti. Ma ti assicuro che è roba da mani nei capelli, che farebbe passare la voglia a chiunque di investire anche solo un centesimo. Sottolineo che non sto parlando delle edizioni Expanded, ma dei LS Ed. 2000.

Riguardo al resto, le idee di Gpet sono piuttosto stimolanti, ma a questo punto forse non ho capito io: a me sembrava, leggendo le richieste e i commenti di Tyorl, che tra i suoi obiettivi primari ci fosse anche un tentativo di rilancio dei grandi classici del passato.
Operando come dice Giovanni in pratica si va a creare una sorta di nuova casa editrice interessata a lanciare opere inedite e a limite a tradurre qualche volume anglofono attualmente in commercio.
A questo punto sarebbe bene che Fabio chiarisse se per lui il recupero dei grandi classici è una conditio sine qua non, oppure se gli andrebbe bene anche tentare la via della produzione ex novo...