Re: e se....
Jegriva ha scritto:[uote]Nell'epoca della Play Station 3 e della Wii, di nuove tecnologie che vanno ben oltre la realtà di un singolo librogame, occorre innanzitutto capire se le nuove generazioni sono interessate al "librogame".
e turna...
Allora: i libri di Harry Potter vendono? I giochi Hasbro vendono? I fumetti di Topolino vendono?
E allora venderebbero anche i LG... (e che cavolo)
Il problema del rilancio risiede che era destinato esclusivamente ai vecchi appassionati e che, anche in questo ambito, la cosa non era per niente pubblicizzata. Per dire: io ho scoperto le risampe con due anni di ritardo, pur girando le librerie regolarmente.
fumetti di topolino vendono???? si parla di 80.000 mila copie vendute e topolino dieci anni fa sfiorava ancora quota 500.000.
La disney non sta messa benissimo tanto che pensa di comprarsi una parte del parco marvel.
Jegriva per quanto tu non vuoi ammetterlo, colpisce piu0 un gioco di naruto su play 3 che un librogame. E i libri di harry potter vendono a tutte le fasce di età anche per un' ottima campagna di lancio distributivo. Stesso discorso di twilith.
I videogiochi moderni che ti piaccia o no hanno affossato anche in parte il mercato ludico. (dati di vendita)
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Re: e se....
Jegriva, permettimi di asserire, in modo amichevole e simpatico, che da questo punto di vista saresti la disperazione di qualsiasi ufficio marketing
Il mercato delle carte si riteneva morto per mancanza di idee, forse, ma NON per la formula: Magic si andava esaurendo in sé, come "ambientazione", ma il sistema delle carte è veloce, moderno, SOCIALE (in senso lato e poco umano), soprattutto ha dalla sua la malattia del collezionismo. E' bastato inventarsi altre ambientazioni, abbinarlo ai cartoni animati per rilanciarlo a bomba, perchè la vera forza del sistema è la meccanicità: due ragazzini che si incontrano per giocare possono fare una partita ovunque, non hanno che da leggere 4 righe sulla carta circa i relativi poteri e PIMM PATAPAMM fai lo scontro con l'amichetto; vinci, ti senti un figo e ricatti lo stesso amichetto per la carta superspeciale che l'ha umiliato finché non ammazza la madre pur di averla. Le carte si possono vendere a pacchi, a milioni, per concepirle non hai che da inventare personaggi e poteri, sono belle, lucide, colorate, 3D, fanno GOLA, ci sono i doppioni nello stesso pacchetto e quindi si vendono ancora di più. Ti viene in mente un animaletto strano? Hai fatto il gioco. Non hai bisogno di una STORIA. Ah...e a proposito dei videogame che non contano e sono due piani diversi: i Pokémon devono il loro successo e la loro durata principalmente al gioco su portatile, Yu-Gi-Oh poco ce manca. Il cartone animato ha fatto solo il resto. I librogames non riescono a riemergere NEMMENO creando nuove ambientazioni, perchè il sistema è vecchio stampo.
Vuoi un'altra riprova? Anni fa io ed alcuni amici fummo i primi, qui a Roma, a testare il gioco di carte "Pirates of The Spanish Main", che mi piaceva tanto personalmente da scrivere articoli e strategie per un giornale di Milano. Quel gioco, nonostante fosse di carte, è morto presto e sai perchè? Era bello, ma poco immediato: dovevi "montare" la carta per creare la navina, misurare le distanze con un righello apposito ogni volta per capire se avevi colpito o meno, tirare dadi per gli scontri, bla bla bla... non poteva sopravvivere a sistemi come quello degli attuali giochi di carte più richiesti.
Il librogame è un gioco "solitario". L'unico non solitario era "Bloodsword" (o c'era anche l'altro - non ricordo la serie... in ogni caso due al massimo), che era tremendamente complicato... ancora oggi IO mi impicco per capire turni e uso di poteri, che comportano consultare tabelle di continuo, sottrarre, moltiplicare, sommare, incrociare, ritornare indietro, cancellare, scrivere... non è più tempo per questa fatica nell'era dei giochi portatili! Tra poco non è più tempo nemmeno per il gioco di ruolo da tavolo, quando ci sono i live dove tutto ciò non devi farlo. Almeno però il gdr da tavolo resiste ed è accattivante grazie alla sua socialità di base ovvero l'essere pensato per più giocatori obbligatoriamente ed il poter spaziare di trama a seconda dell'improvvisazione e dell'evoluzione naturale delle storie. Non sottovalutiamo che il gdr da tavolo può comunque lasciar spazio ad interazioni quasi "recitate" live. E NONOSTANTE ciò è anche questo per appassionati, non di massa. Di fronte a questo, un gioco scritto, rigido, dalla trama decisa (con al massimo due o tre finali), ma che comporta la fatica di letture e calcoli è facile da scartare.
Tralasciando l'eccezione, torniamo alla regola: un LG normale e non "multigamer" te lo giochi da solo. Un LG comporta LEGGERE, non sottovalutiamo il terrore che ciò comporta. Un LG era una buona "introduzione" al gioco, cosa di cui OGGI non c'è bisogno, per i motivi suddetti: ci sono svariate forme di gioco più interessanti, evolute nel corso di ben vent'anni e già quasi in esaurimento anche loro.
Non sto dicendo che non sia una bella forma di lettura alternativa per un ragazzo, sto dicendo che c'è di meglio. E se devo investire soldi pensando a "rilanciare" qualcosa, rilancio il meglio. Che ci devo fare con un LG di Vampiri, ad esempio, quando posso radunarmi con gli amici a fare una ricca sessione di "Masquerade", meglio ancora indire una bella campagna live che duri mesi, con costumi e cotillon (magari rimorchio pure, chi lo sa?)... MEGLIO ANCORA, se non ho voglia di fare tutto ciò e sono un asociale: chi me lo fa fare di "giocare" un libro vagamente illustrato, dove le magie e i combattimenti me li devo "immaginare"... quando posso comprare un bel cd e i mostri vederli davvero, sfidarli davvero, con tanto di grafica spettacolare, voci di attori, acrobazie della miglior tecnologia appena concepita e colonna sonora scritta dai migliori musicisti del settore?
I videogames non contano? Ma scherziamo? Siamo nell'era delle SAGHE, vatti a leggere qualche articolo in merito (ne è uscito proprio uno l'altro giorno), in cui non ti devi accontentare di vedere il tuo personaggio preferito con la fantasia, ma lo puoi vedere con gli occhi, lo puoi comandare, puoi vivertelo in tempo reale. Non stiamo parlando di "Tetris" o giochi carini per quando hai voglia di qualcosa di meglio delle parole crociate, ma quando ho voglia di immedesimarmi in un personaggio devo ricorrere per forza al libro perchè non c'è alternativa. Stiamo parlando di un mondo fatto da eroi in 3D che sembrano più reali di me e te, vestiti compresi. Anzi, MEGLIO di me e te, vestiti compresi. Gli STESSI videogiochi iperpubblicizzati fanno facilmente flop quando il sistema di gioco è troppo "macchinoso" o subiscono pesanti penalità.
Quanto alla "mancanza di pubblicità" che voi ponete come CENTRO del problema, rigiro la questione e ribadisco: non vi viene UN DUBBIO se in questi vent'anni si è investito in pubblicità costosa sui secondi e non sui primi?
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Aloona
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Re: e se....
i Pokémon devono il loro successo e la loro durata principalmente al gioco su portatile, Yu-Gi-Oh poco ce manca. Il cartone animato ha fatto solo il resto. I librogames non riescono a riemergere NEMMENO creando nuove ambientazioni, perchè il sistema è vecchio stampo.
Forsa hai involontariamente sollevato un punto importante: il franchise.
Oggi, ogni prodotto è legato ad un franchise. Per ogni setting di ogni RPG ci sono romanzi, fumetti. Per ogni videogioco c'è la OST, ci sono altri romanzi, altri fumetti,e magari anche una serie animata.
Per ogni serie animata, ci sono videogiochi, fumetti, etc...
Insomma, avete capito l'antifona.
Ecco, secondo me ha avuto ragioen Huntik a creare un librogame PARTENDO da un franchise. Oggi fra i romanzi di fantascienza più venduti in Italia (parlando di nuove uscite) ci sono i romanzi di Mass Effect (una serie di videogame) della Multiplayer Edizioni.
Ecco, magari bisognerebbe puntare ai librogame come "costola" mediatica per un setting di D&D, o per una serie di videogame... che ne pensate?
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Jegriva
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Re: e se....
Era bello, ma poco immediato
Beh fra i successi maggiori a livello di cardagme c'è 7 Wonders che è molto complesso (a paragone di un Bang! o di un Citadels). E fra i boardgame c'è Descent o Arkham Horror (parlimo di almeno 7-8 espansioni l'uno) che è praticamente da mettersi a studiare il regolamento.
Se la mancanza di immediatezza va pari passo con la soddisfazione del giocatore nell'applicare regole più precise, non è un male di per sé.
Per ogni Carcassonne c'è sempre un Axis & Allies.
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Jegriva
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Re: e se....
I videogames non contano? Ma scherziamo?
Sono stato collaboratore dle più importante sito di critica videoludica italiana (che ho in firma), e sono stato ospite di convegni a carattere nazionale su quest'industria. Praticamente sono maturato in mezzo a quest'industria, e conosco i tipi di clientela.
Fidati, i videogiochi sono un capro espiatorio. Il cliente mancato dei LG non è il tredicenne che compra ogni anno FIFA per poter giocare 1000 partite online l'anno con la propria squadra, ma il ragazzo che gioca ai giochi di ruolo, magari anche sul computer. E a quelli non dispiace né leggere, né giocare da soli.
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Jegriva
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Re: e se....
[Quote]Gli STESSI videogiochi iperpubblicizzati fanno facilmente flop quando il sistema di gioco è troppo "macchinoso" o subiscono pesanti penalità.
Difatti Dragon Age II ha venduto meno del predecessore, ed ha ricevuto un'accoglienza inferiore dalla critica proprio per l'eccessiva semplificazione dell'interazione.
Non fare di tutta l'erba un fascio. Cè chi ama la semplcità, e chi ama i bei regolamenti complessi.
E dato che per "complessità", negli LG parliamo almassimo di aggiungere 12 al lancio di 2 dadi, propenderei per la parte più semplice dello spettro.
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Jegriva
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Re: e se....
Oggi non sto molto bene (sarà l'emozione di avere finalmente i Soulkey a casa mia?) quindi non me la sento di fare lunghi ragionamenti. Vi pongo solo una domanda (che ho già fatto):
Ma perchè continuate a considerare i LibroGame come un qualcosa di diverso da un libro? Che senso ha equipararlo ad un gioco per consolle o per computer (è ovvio che eprde la sfida, ma qualunque libro lo farebbe, a parte, forse, due o tre blockbuster).
Il libro game è un libro a tutti gli effetti: forma, distribuzione, struttura, fruizione.
Voi mi direte che ci sono i paragrafi a rimando, i bivi, i dadi, le schede da compilare ecc.
La struttura a rimando non fa di un LG una cosa diversa da quello che è (un libro), semmai è uno stile di scrittura. Insomma se a un libro togliamo la struttura a capitoli smette di essere un libro? se gli aggiungiamo delle immagnini forse si trasforma in un fumetto? E i dadi e le schede ecc ecc. nond evono esserci per forza, non devono essere complicate e non devono richiamare alla mente i giochi per computer o i gdr, 30 anni fa questo era ma per motivi di marketing legato alla situazione di 30 anni fa. Adesso le cose sono diverse e, ad esempio, non avrebbe senso scrivere un librogame cominciando con 30 pagine di regole. Siamo nell'epoca dell'user friendly, si comincia subito leggendo il libro, catapultati nella storia e nell'azione, le regole (semplici o complesse che siano) si imparano pian piano man mano che si va avanti.
Quindi non capisco questi paragoni strampalati con media che centrano, non dico nulla, ma certamente poco con i libri e con il modo di fruirli che piace a noi: dinamicamente!
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gpet74
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Re: e se....
Non è un paragone strampalato, è questo che non volete capi'! E non stiamo andando "fuori tema", secondo me c'è un legame abbastanza stretto. Sottolineo, secondo me.
Jegriva, sono stata giornalista di videogiochi, giocatrice di ruolo all'interno di associazioni per quindici anni e ho collaborato in editoria, ci capisco qualcosa anche io delle "tendenze" in merito. Tu citi i giocatori di D&D, ma APPUNTO: stiamo parlando di NICCHIE, anche molto nutrite, ma non di una clientela da motivare una spesa tanto alta, OGGI. Gli stessi manuali di gdr non brillano più come un tempo e il gdr non ha mai attecchito sulla "massa". Gpet te ci metti troppi "se": se togliamo la parte gioco, "se" togliamo il regolamento, "se" leviamo i dadi... invece il punto che sto cercando di evidenziare è proprio che è PERCHE' ci sono di mezzo degli elementi che un tempo erano una interessante alternativa al libro classico e, quando il videogioco era meno ricco di titoli gdr accattivanti come ora e il GIOCO DI RUOLO (se non vogliamo parare sempre sul videogame) era MOLTO ma MOLTO meno conosciuto e sfruttato, una bella "novità" introduttiva. Una volta avuto il boom del gdr già non era più così accattivante. Le "storie a bivi", che ci piacevano tanto da piccoli su Topolino o dove sia, sono meno usate di allora: sono sempre gradite e divertenti, sono le mie preferite, ma non comportano comunque altro che scelte, alla fine è lettura, niente sistemi; sistemi che comportano la "fatica" di avere appresso un armamentario per scrivere, sono scomodi (lo erano allora), sono "vecchi", quando il ragazzino odierno caccia fuori il nintendo ds e si gioca "Zelda 3D" senza scomodarsi.
Poi, rendetevi conto che vi siete risposti da soli: prima di fare certe spese o gettarsi in operazioni simili si fanno quelle che si chiamano "indagini di mercato"... sempre SE non stiamo parlando di un mentore/collezionista che se ne sbatte di vendere e vuole SOLO la gioia di rivedere i suoi amati LG dell'infanzia tornare nelle librerie in pompa magna per un po'... ma qui parlavamo di "vendita", "pubblico", ecc.
Ora, quanti siamo qui? Attivi o sporadici. Contatevi. E quanti sono rimasti attivi? E quanti scaricano i "libri nostri"? E QUANTO in crisi, a livello di discussioni e cose da dire è il forum e quanto lo è l'unico altro da noi conosciuto, anche se non vantano entrambi chissà quanti anni di vita? Non vi viene qualche dubbio?
PERFINO all'interno dell'ambiente ideale per questo genere, cioè le fiere ludico-editoriali: quanta gente compra i librogame e non sto parlando di NOI o dei collezionisti, ma della gente media, ragazzi o adulti, la stessa che vedi appiccicata alle nuove uscite nella sala videogiochi o compra altri tipi di uscite PUR fantasy e di genere? La cifra di cui qui si parla sarebbe motivata SOLO se anche quella fetta di mercato potesse venire coinvolta, ma se quella gente NON c'è agli stand e a malapena sa di cosa si parla...compresi coetanei che all'epoca subirono il periodo d'oro...non ci siamo, gente.
Oh ragazzi, poi pensatela come volete, sembra una discussione tra pubblicitari: io vi invito a spendere cifre che darei più volentieri all'editoria di romanzi, allora, o per finanziare una casa di videogiochi piccola italiana... e poi vediamo se mi sbaglio. Se l'operazione, con la dovuta pubblicità, ha successo davvero sono pronta a fare il bagno nel fango o chiedere la mano di Ego.
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Aloona
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