Oibò, se non mi ci metto sopra non scriverò mai stè benedette impressioni sul libro.
Par.1
Ne avevo già parlato prima. Il caro maestro della gilda mi da' gli scarti di equipaggiamento avanzati dall'avventuriero precedente (quello che era la sua penultima speranza), si gratta il fondo delle tasche e mi rimanda all'indomani.
Senza entrare troppo nel dettaglio ho notato alcune sgradevoli ripetizioni che potevano essere facilmente evitate. Così come stanno le cose trasmettono una sensazione di linguaggio povero o di scarsa revisione del testo. Ad esempio nel terzultimo periodo leggo: "Il mattino seguente ti svegli alle prime luci dell'alba, accarezzato dai primi raggi del sole". Al di là della brutta ripetizione di prime-primi in meno di mezza riga, la frase è un voler rimarcare inutilmente una cosa ovvia: Se mi sveglio alle prime luci dell'alba è ovvio che sia accarezzato dai primi raggi del sole! La seconda frase non aggiunge nulla alla prima e viceversa.
Nell'ultimo periodo leggo: "Ti porge un ultimo sorriso, poi da una sonora pacca sulla schiena del cavallo, che parte a tutta velocità giù per la stradina lastricata del tempio. Quando esci dal cancello principale e ti volti indietro per salutarlo un ultima volta, il maestro è già scomparso". Qui tra il primo ultimo e il secondo ultimo passa una riga intera, ciò nonostante si tratta di una ripetizione bruttarella che mi è saltata all'occhio. Un'altra cosa che mi è saltata all'occhio, azzannandomelo, è quella faccenda della schiena del cavallo (che si ripete altre volte durante il libro).
Primo: Gli esseri umani hanno una schiena, forse anche altri primati (non so, non mi sono informato) i cavalli sono sicuro di no! Infatti...
Secondo: Le strutture che vanno dalle vertebre dorsali, passando per quelle lombari, fino a quelle sacrali e coccigee (quindi l'equivalente dalla nostra schiena) nei cavalli prendono il nome di: Garrese, Dorso e Groppa. Inoltre se io sono seduto sulla sella occupo garrese, dorso e parte della groppa (dipende dalla sella) con la mia augusta presenza. Per tanto il Maestro nel tentativo di dar una pacca alla schiena al cavallo deve aver dato invece un colpo alla mia coscia (quel vecchio porco). La parte anatomica dei cavalli che si vede schiaffeggiare nei film per farli partire al trotto sono le natiche o, al più, la groppa.
Par.2
Anche qui c'è qualche frase di troppo. L'autore (mi riferisco così a King perché se faccio mente locale e mi ricordo chi è poi non riesco a bastonarlo) pecca di zelo. Sente la necessità di spiegare cose che sono lapalissiane e che potrebbero essere tranquillamente accantonate.
Roba di poco conto. Ad esempio incontro "alcuni contadini al lavoro nei campi". Ma diamine, se sono contadini dove dovrebbero lavorare? In una filanda? Oppure sul greto di un fiume a lavare panni? Se sono contadini e stanno lavorando è ovvio che si trovino nei campi. Si tratta di una specificazione del tutto inutile. Poco dopoleggo: "Anche le prime due notti trascorrono tranquille e senza incidenti" altra ripetizione! Se trascorrono tranquille chi mai potrebbe pensare che avvenga qualche incidente? E viceversa! Una delle due espressioni è di troppo e andrebbe eliminata.
Ho notato poi per tutto il libro (almeno fin dove l'ho letto io), un florilegio di"All'improvviso" e "Improvvisamente". Penso che in un racconto queste espressioni stiano molto male. Una cosa che accade all'improvviso è, per definizione, traumatica e/o inaspettata per il soggetto che vive l'evento. Tale trauma/sorpresa andrebbe descritto al lettore senza alcun bisogno di dovergli spiegare quanto esso sia improvviso (Show don'tell). Insomma, se scrivo che stai passeggiando per il parco con il naso rivolto all'aria e gli uccellini che cinguettano quando un cane sbuca fuori da una siepe facendoti rovinare in terra ecco che ho reso l'idea della subitaneità dell'evento descrivendolo al lettore e non raccontandolo.
Comunque un fetente mi lancia un sasso che io schivo ma...
Par. 127
Il suddetto sasso colpisce alla schiena il mio cavallo (discorso già detto sull'anatomia equina e dei quadrupedi in genere). Al di là di qualche parola che magari non mi piace (ma non voglio rendermi troppo odioso) faccio notare un altro brutto vizio che ho riscontrato in diverse parti del libro: l'Autore (ciao King, ehi, guarda che ti voglio bene, né) usa un sacco di "Ti prepari a" oppure "Inizi a". Descrittivamente queste frasi non servono a molto. In che modo "Ti prepari a fronteggiare il tuo avversario" è migliore o descrive meglio la scena di un "Fronteggi il tuo avversario"? Forse volevi dire che il protagonista fa qualcosa che prelude il fronteggiamento, tipo sguainare l'arma. In tal caso però si sarebbe dovuto leggere: "Sguaini l'arma e fronteggi il tuo avversario". Altrimenti quel ti "prepari a" non descrive proprio nulla, è inutile e confonde il lettore che non sa bene cosa deve immaginare (forse l'autore voleva dire che medito in preparazione del duello imminente? Oppure che sacrifico una capra per ingraziarmi gli dei?).
Il fetente di un brigante comunque lo elimino in quattro e quattr'otto e tutto tronfio vado al...
Par. 64
Spada puntata alla gola e calcioni nel bassoventre, così mi piace trattare i miei nemici. Bene! Interrogo il brigante col giusto piglio e lui mi dice che "C'è una specie di sentiero, laggiù tra gli alberi...". Vabbè, il brigante non sarà un fine letterato ma cosa dovrebbe essere una specie di sentiero? E' un sentiero? Nel tal caso quel specie che mi vuol significare? Forse è una mulattiera? Una pista ciclabile? Una strada? Un viottolo? Un valico? Un tratturo? N'somma bisognerebbe determinare cos'è e chiamarlo con il suo nome, no?
A questo punto, con estrema circospezione (in cosa si distingue dalla semplice circospezione? La circospezione è già di per se uno stato di attenzione estremo, per cui dire estrema circospezione è come dire un grande gigante oppure una lava bollente, è inutile) esamino il nascondiglio del brigante e poi, essendo un ladro vado al...
Par. 201
Mi si pone davanti il primo vero bivio. Ci ho riflettuto a lungo prima di decidere...
Ma lo dirò nel mio prossimo intervento. Per adesso m'interrompo (se no questo post diventa chilometrico) e lascio la parola ad altri. Voglio però sottolineare una cosa: Non voglio che King pensi che ritenga il suo lavoro una porcata. Ho riscontrato quelli che secondo me sono diversi errori (e sottolineo il secondo me, non è detto che il mio parere sia necessariamente corretto) ma per la stragrande maggioranza si tratta di errorucci da poco, tipici di uno scrittore alle prime armi. Cose che con un Editor abbastanza bastardo si rimediano in un attimo. Tutta roba che ho ritrovato anche nei miei scritti è che ho limato solo dopo decine di riletture. Insomma il giudizio sull'opera rimane elevato e spero che nessuno abbia trovato i miei commenti sgradevoli.
G.