Si, siamo decisamente in linea :-)
Anche noi utilizziamo il premio per l'interpretazione (sin dal 1986) perché abbiamo sempre inteso questa come il vero valore aggiunto del bravo giocatore.
Quando mi riferisco a giocatori che giocano con le regole/schede piuttosto che con l'ambientazione parlo di quei giocatori che, di fronte ad un agguato improvviso, chessò, di arceri, ti chiede i punti protezione del muro a secco piuttosto che della staccionata prima di decidere dietro cosa buttarsi...
Se sei "calato nella parte e nella situazione" ti butti il più rapidamente possibile dietro la protezione più vicina... poi ragioni su altre cose.
Per quanto concerne le "regole votate", beh, facendo un giro sul nostro wiki potrai vedere un numero impressionante di "home rules" da noi realizzate (peraltro alcune sono state riportate pari pari nelle edizioni successive del gioco originale). Solitamente quello che succede è che, di fronte ad una incongruenza di una regola, ovvero di fronte ad una situazione anomala, il narratore/master prende una decisione ispirandosi ai principi che sono alla base della regola "fallata" e poi, a fine avventura/sessione di gioco, si decide se modificare la regola, se recepire la decisione del master o se creare qualcosa di completamente nuovo.
Questo approccio fa si che non venga interrotto più di tanto il flusso del gioco e rimanda alla prima pausa utile il momento dell'analisi specifica del problema.
Sul discorso di AD&D sono d'accordo con te, è sempre l'insieme master+giocatori che fa il gioco (come riportato in nota nel post precedente), tuttavia portavo la mia esperienza personalissima di una strana coincidenza :-)