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Re: U Carcamannu
Pare che io sia il primo a votare, quindi per una volta non verrò influenzato dal giudizio di chi ha giocato prima di me.
Inizio subito dicendo che questo racconto mi pare di gran lunga il più debole dei tre presentati fino a oggi, per tutta una serie di motivi.
Partiamo dal titolo, tanto per essere organici. Vorrei capire per quale motivi dei personaggi dichiaratamente madrelingua inglesi, come i membri della Ro Iota Omega Tau, dovrebbero usare un termine italiano (siculo?) come "carcamannu" per riferirsi a un compagno di studi. Anche ammettendo che Billy Milano sia uno studente italoamericano (come il protagonista), il significato del suo soprannome non dovrebbe essere noto a tutti. So che è un errore da poco, quasi una spigolatura, ma io sono convinto che ogni dettaglio del racconto vada curato.
Poi ci sono le regole e qui non si parla di opinioni, ma di matematica pura. Prendiamo il punto 3 del regolamento e studiamolo assieme.
Ora devi determinare la nuova Sazietà: somma il numero di salsicce mangiate e di pinte bevute nel turno, se il risultato è superiore al punteggio di Sazietà, sottrai il lancio di un dado: il risultato sarà il tuo nuovo punteggio di Sazietà. Aggiorna il registro.
Immaginiamo un personaggio con punteggi medi: 13 a Ingurgitare/Tracannare e 47 a Sazietà. E' molto improbabile che sommando 13+13+4d6 si vada oltre il 47 (la media è 40) e anche usando una delle prime due Tecniche (Germano Reale o Struzzo Masai) si avrebbe una media di 45 contro un punteggio di 48 da battere, più facile ma ancora improbabile.
Ma non finisce qui, perché ancora più controverso è il punto 6.
Vince che rimane in piedi, quindi se la Sazietà degli altri giunge a 0, oppure chi ha ottenuto il punteggio più alto tra cibo e bevande.
Anche ammettendo che lo sfortunato concorrente superi il punteggio di Sazietà in ognuno dei sei turni e ottenga sempre un "6" per determinarne la diminuzione (eventualità quest'ultima che si verifica più o meno in un caso su cinquantamila), non arriverà mai a crollare perché il punteggio non scenderà mai a 0. Questo vale per tutti i concorrenti. In pratica il punteggio di Sazietà è perfettamente inutile ai fini del gioco e bisogna concentrarsi sulle prime due caratteristiche; ergo, le ultime due tecniche (Maiale Pancia a Tazza e Ippopotamo Siculo-Maltese) sono da scartare a prescindere in quanto conferiscono bonus in Ingurgitare e Tracannare inferiori a quelli delle prime due.
Questo indica che il regolamento non è stato curato a sufficienza e oserei dire che non c'è stata nemmeno una prova di gioco, altrimenti l'autore avrebbe dovuto accorgersi di tali problemi. Trovo tutto ciò irritante, così come trovo irritante morire contro il Sultano Kimah o il Signore del Caos solo perché Joe Dever non si è preoccupato di controllarne i punteggi.
Accantonando queste osservazioni, "U Carcamannu" presenta comunque un'ambientazione molto divertente, per quando abusata. L'ispirazione a film goliardici universitari (primo fra tutti il mitico "National Lampoon's Animal House") è palese e questo crea nel lettore un senso di familiarità che a me non dispiace affatto. Anche i comprimari che ci accompagneranno nella missione rispondono perfettamente ai vari stereotipi di studenti e ce li possiamo immaginare bene: il nerd, l'emarginato, l'amicone e così via. Inoltre il fatto che vengano descritti nel primo paragrafo da al giocatore attento alcuni indizi su quali potranno essere i loro utilizzi nel corso dell'avventura.
Certo per quanto riguarda l'ambientazione si sarebbe potuto fare qualcosa in più, magari sfruttando l'ultima pagina a disposizione nel racconto per espandere il paragrafo 30 e dirci qualcosa anche riguardo agli altri due sfidanti. Un botta e risposta tra concorrenti sarebbe l'ideale, anche perché, soprattuto nel Prologo, l'autore mostra una discreta proprietà nei dialoghi. A proposito di spazio sprecato, un esempio è la ripetizione immotivata del Registro di Gara al paragrafo 30: che bisogno c'era?
Per quanto riguarda il gioco si tratta di paragrafi scarni, essenziali e in alcuni casi abbastanza ripetitivi. Forse si sarebbe potuto eliminare uno dei comprimari per lasciare più spazio agli altri, in modo da renderli più utili in altre occasioni. Ma il difetto più grosso è che non c'è una vera possibilità di scelta in nessun punto della trama: è tutto un susseguirsi di "se se con Tizio vai a X, altrimenti vai a Y". In pratica buona parte della missione è già decisa quando si crea il gruppo iniziale, il resto è affidato ai dadi. Anzi, la debolezza del sistema di gioco emerge nel sunnominato paragrafo 30: se si hanno dei punteggi alti nelle prime due caratteristiche (avendo dimostrato l'irrilevanza della terza) si può vincere anche senza aver combinato niente di buono la notte precedente, altrimenti si rischia di perdere comunque. Alla fine la sfida consiste nel sommare le prime due caratteristiche di ciascun contendente, moltiplicare il risultato per 6 e poi aggiungere il lancio di 24d6 (ovvero 4 per ogni turno): vince chi ha il numero più alto.
Per concludere, il terzo concorrente è un racconto che aveva delle ottime potenzialità ma le ha sprecate quasi tutte. Lo stile piacevole da leggere (nonostante vari evitabilissimi refusi) non basta a compensare nemmeno in parte le magagne del sistema di gioco.
Alla luce di queste osservazioni, il mio voto è 4.
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Re: U Carcamannu
Ho letto l'esaustivo commento di Rygar prima di andare a votare e devo dire che per quanto riguarda le osservazioni sul regolamento e sulle meccaniche di gioco concordo completamente.
La sfida è mal calibrata, il parametro sazietà è inutile, e, una volta compreso che impiegare bonus per alzarlo non paga è semplice, anche con punteggi medio bassi, corroborati da un + 5 in tracannare o ingurgitare, imporsi nella gara finale, a meno di non avere un'enorme sfortuna nel lancio dei dadi.
Basti pensare che io, pur avendo scelto la tecnica del maiale pancia a tazza (amo la distribuzione equilibrata dei punteggi aggiuntivi), ho dominato la gara imponendomi con 16 lunghezze di vantaggio sul più immediato inseguitore, e senza ottenere lanci di dado strabilianti fatta eccezione per un 11.
Devo dire che sono stato aiutato dal fatto di essere riuscito a "correggere" il cibo di due avversari su tre, elemento che secondo me, al contrario di quanto pensa Rygar, è utile ai fini della vittoria finale e non gratuito. Anzi forse la parte del sabotaggio vero e proprio, con gli indovinelli da risolvere (peraltro non impossibili, anche se uno mi sembra nettamente più complesso dell'altro, ma può essere superato grazie all'aiuto di un nostro compare) e quella atmosfera da confraternita che ne combina di tutti i colori, molto da film americano di genere, è la più divertente del corto.
La gara in effetti mi ha entusiasmato poco, soprattutto perché molto ripetitiva: non è che sia il massimo dover tenere in considerazione 8 lanci di dado a turno, appuntarli e poi confrontarli e sommarli tra loro. Ripetere questa dinamica per 6 volte risulta davvero poco stimolante.
Tuttavia pesa sul mio giudizio l'ottima atmosfera e l'accurata resa delle ambientazioni che l'autore ha saputo dare; si ha davvero l'impressione di trovarsi a recitare in uno di quei film college-story che hanno costellato l'adolescenza di tutti noi, a partire dal già nominato Animal House (che è citato addirittura direttamente in un easter-egg non raggiungibile attraverso i normali bivi), passando per Porky's per arrivare ai più moderni American Pie o Road Trip. Tale taglio non solo è divertente ma anche coinvolgente per chi, almeno in epoche passate, ha amato questo tipo di pellicole.
Ad ampliare questa sensazione positiva pensano anche i compagni di confraternita, che come ha già detto Rygar ricalcano fedelmente gli stereotipi del filone, i nomi delle stesse (molto succoso quello della nostra, che letto non alla greca, ma secondo le lettere del normale alfabeto, diventa riot, ovvero rivolta, sommossa, ma anche casino, orgia) e l'evolversi dell'avventura, che raggiunge l'acme nella classicissima sfida finale contro gli studenti rivali, da battere assolutamente se si vuole godere della tipica apoteosi festaiola che in questo genere di epiloghi non manca mai.
Insomma, sia la verve narrativa dell'autore che il mondo che ha saputo creare-caratterizzare mi soddisfano molto.
Detto questo non si possono ignorare i difetti già ottimamente esposti da Rygar, che mi limiterò solo ad elencare rapidamente rimandando alla sua disamina per ulteriori approfondimenti: regolamento da rivedere, mal calibrato e per alcuni versi ridondante; errori sintattici disseminati per tutto il libro; qualche ingenuità nell'attribuire nomi (abbondano, forse troppo, gli italo-americani) e soprannomi; totale irrilevanza della caratteristica sazietà, che non può mai essere esaurita e di conseguenza risulta inutile, problema questo che porta anche a ipotizzare una scarsa attitudine al beta-test dell'autore; scarsa rigiocabilità del lavoro, che ha una struttura a percorso fisso con poche varianti, che nulla aggiungono al succo della storia.
Elementi questi che rendono di fatto il racconto in esame il peggiore fra quelli presentati fino a ora, ma non ne minano giocabilità e piacevolezza a un livello tale da condannarlo alla mediocrità. Con un po' di cura in più sarebbe potuto essere buono e forse anche ottimo, così com'è è comunque accettabile. Non si può premiarlo troppo tenuto conto delle pecche suddette, ma ritengo che meriti la sufficienza.
Alla luce di quanto esposto il mio voto è 6.
Edit: aggiungo, cosa che mi era passata di mente ma ritengo importante comunicare, che ho apprezzato molto lo stile conciso dell'autore in taluni paragrafi. Da sempre ritengo che un racconto, se vuole tenere fede a una delle sue caratteristiche, l'immediatezza, deve giocare anche su elementi che ne esaltino la capacità strutturale di colpire seccamente e rapidamente la mente del lettore. Talvolta in questi anni de I Corti, ho notato una tendenza all'essere prolissi, nonostante si tratti di un concorso pensato per opere brevi. In questo caso invece il mezzo letterario è stato sfruttato appieno, descrivendo e dilungandosi quando necessario, e trasmettendo un certo senso di celerità, con paragrafi brevi e concisi, ma molto ben mirati, in altre occasioni. Forse qualcuno troverà sbrigativa e tendente allo scarso approfondimento questa attitudine: io ne sono stato colpito positivamente, ed è un altro dei motivi per cui ritengo che questo lavoro meriti la sufficienza.
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Re: U Carcamannu
Prodo ha scritto:(che è citato addirittura direttamente in un easter-egg non raggiungibile attraverso i normali bivi)
E' vero! Stanotte non me ne ero accorto! Ottimo paragrafo!
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Re: U Carcamannu
Sapete tutti che stiamo parlando di una incredibile citazione di questo:
http://www.youtube.com/watch?v=QUTWR5t1 … re=related
vero?
"Un velo nero ti impedisce di vedere altro. La tua vita termina qui: nel campo di battaglia, con la mitica Blood Sword tra le mani, felice per la sconfitta dei Veri Maghi." Adriano, Blood Sword PBM http://www.caponatameccanica.com
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Re: U Carcamannu
Sì, ma nei commenti al video viene data un significato diverso al termine, rispetto a quello utilizzato nel racconto.
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