La Rivincita
Ecco a voi il quinto racconto, che non aspetta altro di essere letto e commentato!
Ricordate che è indispensabile dare un voto da 1 a 10 suffragato da convincenti spiegazioni!
Le votazioni sono aperte fino alle 23:59 del 23 Maggio!
La Rivincita
Ultima modifica di: Dirk Mag-16-12 23:39:42
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Dirk
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Re: La Rivincita
Dunque-dunque-dunque...
E ancora dunque.
Io mi tolgo subito il mio bel dovere di giuria popolosa, e lo faccio sperando di dare un voto che non scontenti totalmente, ma che neanche vada aldilà delle reali possibilità del Corto.
Già si inizia male, si dirà... Beh, si potrebbe finire anche peggio... un po' come il Corto, che da un certo punto di vista mi sembra essere l'esatto specchio di quell'altro: se con gl'Immortali eravammio ad un incipit a dir poco fortunoso, qui siamo ad un inizio con fuochi d'artificio e ad un finale con petardi e miccette.
So quanto i consigli di uno che consigli non può darne siano poco accetti, e anche quanto le frasi di premessa per sbaluginare dalla mente ogni dubbio in merito a megalomania latente siano pressoché inutili più o meno dal 100 a. C. in poi; però: perché si scelgono temi così ostici come impersonare un cattivo -quando magari i racconti che scrivo in un anno sono pari alla biancheria intima che ho nel cassetto...?
Lo dico con sincera onestà: se volete esser furbi, sceglietevi cose che siano REALMENTE alla portata di tutti.
Non c'è cosa più ostica, specie per una penna poco allenata, che scrivere di cattiverie gratuite.
E il risultato è che invece d'uno spietato assassino, colorito con un'originalità che non dovrebbe mancare, vista la lunga lista che codesto genere di personaggi va lentamente compilando da dieci anni a questa parte, mi ritrovo Jerry Lewis che a tempo debito non esita a scannare e forse anche a suggerire cose davvero turpi... il che è a dir poco fuori contesto.
Se voglio 'colorire' l'aspetto dark dell'operazione (tanto da ripetere la famosa frase 'sai cosa voglio farci del mio tesoro?'), non posso poi freddare con qualcosa che esce fuori di questo quadro, quasi da simpatica gang da gag anni '30.
Di queste ingenuità ve ne sono parecchie, specie sul finale, così come parecchie ingenuità offre il percorso in sé: anche qui, perché si scelgono scenari così ostici come quelli Inca, per poi ritrovarsi poco meno che dietro casa nostra, nel giardino comunale, per un allegro picnic? O al limite in qualche lontano ricordo scout...?
Mettendo proprio tutta la carne al fuoco, la sostanza è ben magra: l'autore aveva in mente poche scene, e quelle poche il più delle volte, come detto, peccano d'ingenuità. Un uomo che fa fare il primo turno alla donna... Ma già un uomo che fa fare un turno alla donna...
Il rapimento è stato più facile che togliere un ciwawa in mano a un bambino (girato di spalle; distratto dai videgiochi; mentre vede la compagniuccia che ama passare in quel momento).
La forma è scorrevole, ma pecca di molte difetture, legate il più delle volte a una mancanza di aderenza al linguaggio comune; formule alternative troppo improbabili costellano l'intero scritto.
Insomma: non impersonavo un bruto, ma un ragioniere in vacanza... Non sfidavo Indiana Jones, ma uno sprovveduto affetto di bambinismo latente.
E se per l'altro corto potevamo chiudere un occhio in merito al tema (LA GARA, perdindirindina! Una sfida non è una gara così come uno scontro non è una battaglia), perché numerosi allacci narrativi impossibili ce lo facevano passar per buono, qui mi ritrovo a dire, poiché ci si 'allarga' ancora un po' di più, che una Caccia al Tesoro non è una gara...
Si lasci stare che sullo schermo finisce per essere così, fra Indy e i Nazzi... Non lo è.
Da un punto di vista prettamente narratologico, i due temi conoscono molti precedenti, e si sviluppano secondo criteri molto diversi: la Caccia al Tesoro, della Gara non ha l'ufficialità, non ha le regole, non ha il percorso... Non ne ha i partecipanti: ecco, questo, se proprio volessimo darla per buona, è la nota dolente, perché io m'imbarco in un'impresa che non conosce rivali se non a un certo punto. Altrimenti sarebbe stata una gara con me stesso (nel migliore dei casi e proprio dovendo guardare l'introspezione).
Sarebbe un 5 1/2, ma il mezzo punto è sacrificato per questa vistosissima distrazione: 5.
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Danilo Baldoni
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Re: La Rivincita
Oltre alle cose evidenziate da Danilo (che non posso confermare o smentire dato che non ho ancora sviscerato bene il tutto) mi pare di aver notato una situazione che mi mette in imbarazzo su come votare questo corto:
Da regolamento:
Il dialogo dovrà comunque rivestire un ruolo primario nell’evolversi della trama e non potrà essere utilizzato in paragrafi di secondaria importanza o irraggiungibili da altri bivi.
Ora... non vorrei che fosse una mia clamorosa svista (nel qual caso chiedo scusa preventivamente!), però mi è parso che questo corto non rispetti questa regola. Infatti la frase obbligata non è raggiungibile da tutte le vie possibili. Il punto di snodo è il paragrafo (34). Da esso si diramano 3 vie, il (23) il (39) ed il (15). Di queste però, soltanto due portano alla frase obbligata, ossia i paragrafi (39) e (15)... di conseguenza se si sceglie di andare al (23), si avrà una partita in cui non è apparsa nemmeno una volta la frase obbligata. I paragrafi (39) e (15) non sembrano raggiungibili da altre vie (almeno a prima vista, ripeto, ammesso che non vi siano "enigmi" che permettono di raggiungerli...).
In pratica, se ciò fosse vero, come ci si deve comportare? Lo so che suona un po antipatico, e mi spiace, ma una volta accertata una cosa del genere il corto diventa automaticamente "non giudicabile" (o, diciamo, che doveva essere fuori concorso in base alle regole stesse del concorso... ma ormai è tardi... come è successo già altre volte nelle scorse edizioni... )
Detto questo, però, mi rimetto alla decisione comune e se si deve comunque esprimere un giudizio numerico, lo farò con piacere.
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monpracem
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Re: La Rivincita
monpracem ha scritto:In pratica, se ciò fosse vero, come ci si deve comportare? Lo so che suona un po antipatico, e mi spiace, ma una volta accertata una cosa del genere il corto diventa automaticamente "non giudicabile" (o, diciamo, che doveva essere fuori concorso in base alle regole stesse del concorso... ma ormai è tardi... come è successo già altre volte nelle scorse edizioni... sad )
Posto che neanche io posso esprimermi in merito, al momento, presumo che si possa comunque considerarlo un malus più che un elemento tale da causare l'esclusione.
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kingfede
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King of Gamebook's Land
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Barone del Sole
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Re: La Rivincita
Sotto spoiler il percorso da me compiuto nelle due run (entrambe portate a conclusione, in grassetto i paragrafi story-driven):
prologo-1-26-32-3-36-8-5-17-24-12-34-23-35-6-2-7-9-appendice II
prologo-1-11-32-21-36-28-5-13-24-33-40-34-15-37-35-6-10-27-31-9-appendice II Iniziando dai pregi:
- Poche sviste e disattenzioni lessicali o refusi (anche se il cambio di nome..). Basta poco per correggere gli errori ed evitare di partire con superflue penalità, rendendo il racconto gradevole alla lettura. Come in questo caso.
- Ambientazione efficace, mi ha ricordato un Sudamerica imperversato di cliché che pare uscito dalle pagine di qualche vecchio Mister No. Nostalgia canaglia.
- Molto carine le illustrazioni, sempre gradite. Complimenti all'autore.
- Ed è molto interessante la presenza di achievements finali mutuati dal videogioco moderno. Come in quel determinato ambito difficilmente mi spingeranno a rigiocare l'avventura ma rappresentano un +1 anche solo divertente da leggere (i titoli!).
Le cose che invece secondo me funzionano poco:
- Il protagonista è il florilegio delle promesse non mantenute. Dovrei essere un cattivone; il villain al quale nessuna possibilità sarà preclusa. Invece sono un cacciatore di tesori truffaldino, un monello che si diverte a portare scompiglio e come tale viene visto dai suoi sottoposti, alla stregua di una comare bisbetica e indispettita (c'è pure Murdock, l'amicone di sempre). Simpatico loser fin dall'incipit nel quale viene presentato l'eroe che, oltre a sembrare nettamente più stronzo di me, "ha la brutta abitudine di batterti e ridicolizzarti ogni volta che ha un confronto diretto con te". La brutta abitudine di battermi e ridicolizzarmi (da anni, tra l'altro)?!?..
- Il background a scelta multipla è una trovata interessante. Ma scelte come la I-C o la II-B sembrano del tutto fuori contesto e rafforzano l'idea di scarsa caratterizzazione del protagonista (cattivo e spietato si, ma con un cuore grande così!). Non è forse un caso se nel corso dell'avventura le scelte migliori, quelle meno penalizzanti e maggiormente sviluppate, sono anche le scelte che rispondono al profilo "buono e compassionevole". Maledetto politically correct!
- Alcuni paragrafi sono davvero troppo lunghi, wall of text che potrebbero contenere al loro interno altri due o tre bivi narrativi. Comprensibile che 40 sia un limite ma dovrebbe essere visto come un incentivo a sfoltire e snellire il testo, senza appesantirlo di didascalie a margine. Il problema viene accentuato dalla struttura de "La rivincita" che fondamentalmente funziona così: paragrafo story-driven con bivio, paragrafo scelta, ritorno al paragrafo story-driven con bivio.. Nel riportare le mie run ho usato il grassetto non a caso, evidenziando questo limite di gameplay che non si prende alcun rischio e banalizza l'esperienza di gioco (nonostante scelte sempre diverse è possibile leggere il leggibile in due singole sessioni). Non si torna mai indietro, lineare a dir poco.
- Fuori tema, come sottolineato da altri
Insomma, pare un racconto che lancia il sasso per poi ritrarre velocemente la mano. Nell'insieme l'ho tuttavia preferito al precedente: sufficienza risicata per quanto mi riguarda. 6. Grazie per l'avventura.
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Dies Irae
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Illuminato
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