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Qual è il tuo genere di librogame preferito, pensando a un ipotetico titolo inedito di prossima uscita?

La Rivincita

Re: La Rivincita

Io sono per valutarlo comunque tenendo conto della svista come un malus. Considerate che il racconto soffre di alcune imprecisioni e di un passaggio, presentato sottoforma di un enigma, a dir poco cervellotico e frustrante.

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 Per riuscire a individuare l'entrata segreta della Piramide infatti è necessario setacciare a ondo l'immagine presente al paragrafo 35 e accorgersi che sul lato sinistro della stessa due arbusti formano il numero 25. Veramente difficile da individuare, soprattutto tenendo conto del fatto che non veniamo informati in alcun modo dell'eventualità che ci sia in quella raffigurazione una sciarada da risolvere. E qualora ci si riesca il premio per la scoperta è davvero minimo: riusciamo a evitare una trappola che ci toglie 1 punto vita o ci fa perdere uno scagnozzo.
Nonostante questo a me il lavoro è piaciuto. La verve narrativa è buona, e, al contrario di quanto accaduto nei due racconti che hanno preceduto questo, non ci sono errori strutturali o sintattici a funestare l'opera. Qui e lì si può riscontrare qualche svista legata a imprecisioni in sede di battitura e, talvolta, a un impiego dei tempi un po' al limite, ma niente che condizioni eccessivamente la lettura.
Inoltre l'opera è piena di idee ottime e abbastanza innovative, a  cominciare dal nostro alter-ego, che è un malvagio con i fiocchi, passando per il backgrund iniziale, atipico per un libro-gioco e una buona idea per modificare i punteggi delle nostre caratteristiche senza ricorrere ai dadi, per finire con l'appendice B, che ci spinge a sviscerare il corto in ogni suo paragrafo allo scopo di centrare tutti gli obiettivi proposti. Si nota che l'autore ha curato molto la sezione ludica del lavoro, tenendola in grande considerazione e nobilitandola a più riprese, curandola forse più del comparto narrativo.
In questo è stato quasi sempre (enigma dell'immagine a parte) molto bravo.
Quello che un po' mi ha indisposto è la discrasia tra la nostra presentazione nel preambolo e l'effettivo impegno che ci viene richiesto nel corso della missione.
Insomma siamo dei delinquenti nati, mi aspettavo una storia ambientata in contesti malavitosi, tra spaccio, prostituzione, furti e omicidi. Ci si ritrova invece nella giungla, in una spedizione classica a caccia di tesori, a fare la parte del Nazista in un'avventura di Indiana Jones (che tra l'altro è il nostro antagonista, chiara la citazione ottenuta mischiando il nome di Harrison Ford cone il cognome del personaggio. L'ho trovata simpatica, come l'altra che chiama in causa Lara Croft nelle vesti della fidanzata del nostro avversario).
Non che sia male come scenario, ma visti i preamboli constatare poi come si svolge l'avventura mi ha lasciato un po' di amaro in bocca.
Mi è piaciuta invece la caratterizzazione del personaggio, che secondo me non è una mammoletta con eccessi criminali come è sembrato a Danilo. Sta a noi caratterizzarlo, e se sposiamo un comportamento di gioco senza troppi freni sarà capace delle più sfrenate nefandezze (si va dall'omicidio gratuito alla strage, passando per l'incitamento alla necrofilia, quando sfida i suoi ad abusare del cadavere di Clara Soft, alla semplice prevaricazione quando si impossessa del pasto altrui). Anzi probabilmente comportandoci in un certo modo finiremo per sforare il limite di 10 punti di cattiveria impostoci e terminare anzitempo la nostra avventura.
La gestione dei punteggi poi è ottima: non sono né troppi né pochi. Optando per scelte sagge nel questionario iniziale potremo poi rimpinguare la nostra scorta di punti di cattiveria e rispetto, e riuscire a raggiungere l'epilogo vincente semplicemente preferendo evoluzioni un minimo equilibrate.
Talvolta però ho notato delle sanzioni gratuite, che ci tolgono punti di vita o rispetto a seguito di scelte palesemente giuste (quando guadiamo il fiume sul ponte, al paragrafo 11, e perdiamo un punto vita perché inciampiamo, o quando accendiamo il fuoco per evitare i pipistrelli, al paragrafo 12, e perdiamo comunque un punto di rispetto), evoluzione che trasforma in certe occasioni il testo in una sorta di testa o croce da cui non si può uscire senza subire almeno un danno.
Simpatica la figura di Murdock, soprattutto nella sua martellante tendenza a sognare come spenderà i soldi del colpo: la ripetitività delle sue fantasie e l'ottusità unita a una certa dosa di ilarità nei suoi comportamenti mi hanno divertito, anche perché quando serve la nostra spalla si rivela un utile aiuto.
Insomma a mio parere La Rivincita è un corto caratterizzato da molti più pro che contro, funestato purtroppo da un errore che non può non essere tenuto in considerazione e che lo penalizza abbastanza pesantemente (potrebbe addirittura metterne in dubbio la giudicabilità) e da una certa discordanza con il tema di fondo del concorso, la sfida, che in quest'opera in un certo qual modo è presente ma molto alla larga, elemento questo che in parte sminuisce la qualità complessiva della storia. Personalmente gli assegno un 6,5, con rammarico perché se fosse stato esente dalle pecche citate gli avrei dato almeno un voto in più.

Prodo
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Re: La Rivincita

Sì, ognuno ne trarrà sicuramente un giudizio personale, sul protagonista; quel che ho rilevato io, a mio avviso, è un'oggettiva discrasia tra gli intenti e la recitazione. La recitazione sembra incentivare un pubblico teen, quasi, e anche il contesto (vedi appunto il bonzo di cui sopra), però le azioni efferate che compie sembra che scaturiscano da un potenziale uomo senza spessore e verve.
Capisco il dramma: come faccio se tu me lo fai recitare al minimo delle sue potenzialità malvage...?
Ma allora fallo sempre malvagio! Poi al limite sarà un killer veramente killer o un killer di seconda mano... :-) Questo quel che ho rivelato.
Anzi: a me questa discrasia ha dato piuttosto fastidio... così come fastidio m'ha dato il fatto che i miei compagni mi guardassero di sottecchi come un bruto. Le cose sono due: o sono di fronte ad una cosa prettamente adulta -e allora rimarchiamolo, senza dipingere un mondo disneiano- o sono di fronte ad una cosa 'soft', proprio come Clara... :-) e allora non commetterò l'omicidio, ma delle 'mascalzonate', delle piccole cattiverie come si poteva vedere in quel cartone di gare con le macchine, dove il cane del cattivo le combinava di tutti i colori per far arrivare primo il caro padroncino (Marfi, fa qualcosaaa...! :-) Quello lì, insomma). Invece non m'è sembrato né l'uno né l'altro, come se si fosse in dubbio fra i due registri, con grave discapito per quello più debole (a mio avviso, la cattiveria. Si nota lontano un miglio che l'autore è un pezzo di pane e faceva quasi 'fatica' ad immaginarsi spietato...).
A questo punto poteva farla 'soft'... forse in tutti i sensi -non era meglio impersonare un delinquente capace di brutalità, invece che uno in grado di viaggiare tanto da chiedere alla sua truppa, come dire, di divertirsi con lei una volta sopita...?

Danilo Baldoni
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Re: La Rivincita

Mi permetto di dissentire!

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  Io ho trovato il modo di arrivare al succitato paragrafo... bisogna guardare bene il disegno e avere un vero "Occhio di Falco"  cool
Anche perchè, effettivamente, non avrebbe molto senso mettere un disegno così in mezzo al racconto senza un reale motivo!  teach
Edit: il mio dissenso era rivolto a Prodo, ma Danilo mi ha preceduto!

Il buongiorno si vede dal mattino.
E' la giornata di merda che ti coglie completamente impreparato...

suaimondi
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Re: La Rivincita

:-) se fosse così, caro suaimondi, lei ha l'occhio più attento che quello d'un falco...! E lo mistero della piramide piramidale, gl'è anzichenò svelato...

Danilo Baldoni
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Re: La Rivincita

Più che l'occhio di falco serve tanta fantasia...

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...per vederci un 25! Praticamente è più facile arrivarci per esclusione constatando che il 25 è l'unico non linkato... bigsmile bigsmile bigsmile L'obbiettivo, più che "hawkeye" dovrebbe chiamarsi "Holmes&Co"... bigsmile

monpracem
Scienziato Pazzo
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Re: La Rivincita

Danilo Baldoni ha scritto:

Dunque-dunque-dunque...
E ancora dunque.
Io mi tolgo subito il mio bel dovere di giuria popolosa, e lo faccio sperando di dare un voto che non scontenti totalmente, ma che neanche vada aldilà delle reali possibilità del Corto.
Già si inizia male, si dirà... Beh, si potrebbe finire anche peggio... un po' come il Corto, che da un certo punto di vista mi sembra essere l'esatto specchio di quell'altro: se con gl'Immortali eravammio ad un incipit a dir poco fortunoso, qui siamo ad un inizio con fuochi d'artificio e ad un finale con petardi e miccette.
So quanto i consigli di uno che consigli non può darne siano poco accetti, e anche quanto le frasi di premessa per sbaluginare dalla mente ogni dubbio in merito a megalomania latente siano pressoché inutili più o meno dal 100 a. C. in poi; però: perché si scelgono temi così ostici come impersonare un cattivo -quando magari i racconti che scrivo in un anno sono pari alla biancheria intima che ho nel cassetto...?
Lo dico con sincera onestà: se volete esser furbi, sceglietevi cose che siano REALMENTE alla portata di tutti.
Non c'è cosa più ostica, specie per una penna poco allenata, che scrivere di cattiverie gratuite.
E il risultato è che invece d'uno spietato assassino, colorito con un'originalità che non dovrebbe mancare, vista la lunga lista che codesto genere di personaggi va lentamente compilando da dieci anni a questa parte, mi ritrovo Jerry Lewis che a tempo debito non esita a scannare e forse anche a suggerire cose davvero turpi... il che è a dir poco fuori contesto.
Se voglio 'colorire' l'aspetto dark dell'operazione (tanto da ripetere la famosa frase 'sai cosa voglio farci del mio tesoro?'), non posso poi freddare con qualcosa che esce fuori di questo quadro, quasi da simpatica gang da gag anni '30.
Di queste ingenuità ve ne sono parecchie, specie sul finale, così come parecchie ingenuità offre il percorso in sé: anche qui, perché si scelgono scenari così ostici come quelli Inca, per poi ritrovarsi poco meno che dietro casa nostra, nel giardino comunale, per un allegro picnic? O al limite in qualche lontano ricordo scout...?
Mettendo proprio tutta la carne al fuoco, la sostanza è ben magra: l'autore aveva in mente poche scene, e quelle poche il più delle volte, come detto, peccano d'ingenuità. Un uomo che fa fare il primo turno alla donna... Ma già un uomo che fa fare un turno alla donna...
Il rapimento è stato più facile che togliere un ciwawa in mano a un bambino (girato di spalle; distratto dai videgiochi; mentre vede la compagniuccia che ama passare in quel momento).
La forma è scorrevole, ma pecca di molte difetture, legate il più delle volte a una mancanza di aderenza al linguaggio comune; formule alternative troppo improbabili costellano l'intero scritto.
Insomma: non impersonavo un bruto, ma un ragioniere in vacanza... Non sfidavo Indiana Jones, ma uno sprovveduto affetto di bambinismo latente.
E se per l'altro corto potevamo chiudere un occhio in merito al tema (LA GARA, perdindirindina! Una sfida non è una gara così come uno scontro non è una battaglia), perché numerosi allacci narrativi impossibili ce lo facevano passar per buono, qui mi ritrovo a dire, poiché ci si 'allarga' ancora un po' di più, che una Caccia al Tesoro non è una gara...
Si lasci stare che sullo schermo finisce per essere così, fra Indy e i Nazzi... Non lo è.
Da un punto di vista prettamente narratologico, i due temi conoscono molti precedenti, e si sviluppano secondo criteri molto diversi: la Caccia al Tesoro, della Gara non ha l'ufficialità, non ha le regole, non ha il percorso... Non ne ha i partecipanti: ecco, questo, se proprio volessimo darla per buona, è la nota dolente, perché io m'imbarco in un'impresa che non conosce rivali se non a un certo punto. Altrimenti sarebbe stata una gara con me stesso (nel migliore dei casi e proprio dovendo guardare l'introspezione).
Sarebbe un 5 1/2, ma il mezzo punto è sacrificato per questa vistosissima distrazione: 5.

Attenzione che il tema non è strettamente connesso a una gara, ma può essere interpretato anche come sfida, ed è su questo che si è focalizzato l'autore.

Dirk
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Re: La Rivincita

Mh... Ho sbagliato dal dunque-dunque al cinque...?

Danilo Baldoni
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Re: La Rivincita

monpracem ha scritto:

Oltre alle cose evidenziate da Danilo (che non posso confermare o smentire dato che non ho ancora sviscerato bene il tutto) mi pare di aver notato una situazione che mi mette in imbarazzo su come votare questo corto:
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Da regolamento:


Il dialogo dovrà comunque rivestire un ruolo primario nell’evolversi della trama e non potrà essere utilizzato in paragrafi di secondaria importanza o irraggiungibili da altri bivi.

Ora... non vorrei che fosse una mia clamorosa svista (nel qual caso chiedo scusa preventivamente!), però mi è parso che questo corto non rispetti questa regola. Infatti la frase obbligata non è raggiungibile da tutte le vie possibili. Il punto di snodo è il paragrafo (34). Da esso si diramano 3 vie, il (23) il (39) ed il (15). Di queste però, soltanto due portano alla frase obbligata, ossia i paragrafi (39) e (15)... di conseguenza se si sceglie di andare al (23), si avrà una partita in cui non è apparsa nemmeno una volta la frase obbligata. I paragrafi (39) e (15) non sembrano raggiungibili da altre vie (almeno a prima vista, ripeto, ammesso che non vi siano "enigmi" che permettono di raggiungerli...).

In pratica, se ciò fosse vero, come ci si deve comportare? Lo so che suona un po antipatico, e mi spiace, ma una volta accertata una cosa del genere il corto diventa automaticamente "non giudicabile" (o, diciamo, che doveva essere fuori concorso in base alle regole stesse del concorso... ma ormai è tardi... come è successo già altre volte nelle scorse edizioni... sad )

Detto questo, però, mi rimetto alla decisione comune e se si deve comunque esprimere un giudizio numerico, lo farò con piacere. teach

Lo abbiamo notato, ma abbiamo deciso che non è un motivo sufficiente di squalificazione.

Dirk
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Re: La Rivincita

Ah! E beh, certo... Chi voleva squalificare...? Io no; ho anche detto: un malus, ma non la squalifica...

Danilo Baldoni
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Re: La Rivincita

Danilo Baldoni ha scritto:

Mh... Ho sbagliato dal dunque-dunque al cinque...?

Il voto è libero, percarità, sei tu a dover valutare. Ci tenevo solo a puntualizzare che il tema "gara" è piuttosto flessibile. Ergo è abbastanza soggettivo dire se è fuori tema oppure no smile

Dirk
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