Charles Petrie-Smith ha scritto:

Per me sarebbe una novità...

Charles, mi faivenire in mente quel prete che mi fece il coro pre-matrimoniale. Ore e ore a parlare di sesso, e (forse?) Non l'aveva mai praticato!

Vabbeh, nessuno è perfetto...
Presto inizierò a leggere il tuo libro.

E' per me un privilegio essere il primo a esprimere la soddisfazione per questa opera.
Non mi vorrei dilungare in una recensione (che peraltro non saprei nemmeno affrontare in maniera appropriata), ma mi piacerebbe condividere con tutti gli altri utenti la soddisfazione di questa lettura.
Il titolo "Il racconto della birra" concede già di volare con la fantasia. Da un lato lo si può interpretare come un "racconto che ha come tema la birra", ma dall'altro, molto più affascinante per me, è "la birra che si racconta".
Sebbene l'autore ci parli sempre come persona fisica, più di una volta mi sono lasciato trasportare dalla mente e mi sono visto di fronte a un bicchiere di birra, che mi parlava di sè, della sua storia plurimillenaria, dei suoi momenti difficili e del suo futuro...
Il racconto è pieno di gustosissimi dettagli, che quasi mai assumono i connotati di prosa troppo aneddotica, ma sono collegati tra di loro a dipingere il quadro generale.
Bellissima la parte storica, della quale l'autore sembra essersi ben documentato e molto didattica la sezione sugli stili della birra. Un filo troppo enciclopedica per i miei gusti, ma nel contesto è assolutamente fondamentale.
La cosa che mi ha fatto piacere è che è pieno di un sacco di cose che non conoscevo (pur essendo un appassionato)
Quale libro è migliore di quello che ti racconta ciò che non sai?
Da homebrewer avrei apprezzato una estensione della sezione dedicata all'homebrewing, ma capisco che la passione è talmente di nicchia che sarebbe risultata inaccettabile ai fini della pubblicazione.
Infine, bellissima è la sezione sul nuovo corso della birra artigianale in Italia, che ci descrive come il tipico gusto per le cose buone (e belle) degli italiani si sposi con l'inventiva per creare delle autentiche meraviglie da bere.
Peccato, caro autore non me ne volere a male, aver delineato solo superficialmente e non in maniera strutturata il marketing della birra. Nel corso dell'ultimo secolo, almeno, l'evoluzione degli stili è dipeso strettamente dalla promozione del prodotto. Mi sarebbe piaciuto saperne di più...
In definitiva, grazie Charles per l'opera divulgativa di cui mi hai reso partecipe.

Sul tema del marketing, la mia riflessione è nata quando qualche anno fa ho visitato la fabbrica della Guinness a Dublino. O meglio lo showroom della Guinness (chè la fabbrica non ce l'hanno fanno vedere davvero, come invece succede nelle distillerie di whisky in Scozia...).
Non nascondevano infatti che parte del loro successo fosse dovuto prettamente al marketing aggressivo che ha permesso al marchio di crescere e diffondersi ovunque. Tra l'altro, cosa che mi stupì molto, dicevano che il brewmaster ora è "un team multidisciplinare" (sic) di cui fa parte tra l'altro un direttore marketing.
Per non parlare poi delle accattivanti etichette delle bottiglie, alcune delle quali sono delle vere e proprie opere d'arte (ricordo quelle del Birrificio delle fate, ma ve ne sono molte altre degne di nota).
Questo si contraddistingue molto dalla presentazione del prodotto da parte dei produttori di vino, che normalmente utilizzano etichette abbastanza anonime o nel migliore dei casi seriose.

l'avevo inviata, ma dovevano verificare che rispettasse i canoni di amazon. Non ho più controllato se me l'hanno accettata