Re: I CORTI 2014 - Sull'orlo del buco - (19-25/ Maggio)
Il corto in esame aderisce doppiamente alla traccia del concorso, essendo il protagonista ad un tempo 'italiano' e 'svantaggiato'. Il tema scelto è decisamente coraggioso, perché costringe il lettore ad interpretare un 'eroe' negativo, connotato da una sgradevolezza tangibile perché a noi vicina e nota (se avessimo interpretato un cattivo 'letterario' come Sauron del Signore degli Anelli o Riccardo III di Shakespeare, credo che buona parte dei lettori non avrebbe avuto la stessa ritrosia ad identificarsi col protagonista).
Personalmente, però, mi sono divertito: non ho precisamente empatizzato col nostro Annibale, ma ho trovato l'ambientazione decisamente coinvolgente, da vero librogame. In questo merita un plauso anche la curatissima mappa iniziale che, per quanto non indispensabile in termini di gioco, aumenta il senso di realismo del piccolo mondo descritto nel racconto.
Gioco
Dal punto di vista ludico mi pare che ci troviamo di fronte ad una costruzione veramente notevole.
La strada per portare a conclusione la nostra indagine è stretta ma non mi pare sia obbligata: confesso che non mi sono prodotto in un'analisi attenta come quella riportata da EGO più sopra, ma mi pare che in quel post venga evidenziato che la possibilità di intraprendere più percorsi esiste.
Uno degli aspetti più notevoli del gioco è il fatto che intraprendendo determinate azioni in momenti diversi, gli esiti siano differenti: in questo caso l'autore dirige lo spartito degli interpreti, protagonista e comprimari, con la perizia di un direttore d'orchestra, avendo sempre ben chiaro in mente il sincronismo degli spostamenti dei vari personaggi. Veramente ben riuscito anche il meccanismo dell'indagine, con gli indizi à la Jackson disseminati qui e là, che possono essere intercettati solo se si presta la debita attenzione alle informazioni raccolte in precedenza, e l'opportuna frustrazione del giocatore che, pur avendo la chiara sensazione di aver sfiorato l'informazione decisiva, se l'è lasciata sfuggire.
Buono il regolamento, sufficientemente complicato ma padroneggiato assai bene dall'autore, in grado di calibrare la difficoltà creando un'interessante sfida nella sfida senza tuttavia dare mai l'impressione che l'obbedienza al regolamento prevalesse sullo svolgimento della trama ma anzi mettendola al servizio del gioco.
Uno degli aspetti che connotano maggiormente la padronanza dell'incastro è il fatto che alcune scelte (come ad esempio assumere il metadone al par. 1) producano i loro effetti anche dopo molti paragrafi e che le instant death non appaiano mai gratuite: da questo punto di vista la mia preferenza va alla sequenza in cui il nostro protagonista, per superare la diffidenza del barista del 'Wizard', va ad incocciare in un esiziale raduno di skinheads.
Penso davvero che, per quanto riguarda l'aspetto del gioco, in cinquanta paragrafi fosse difficile fare di meglio.
Voto al gioco: 9,5
Narrazione
La narrazione è ricca di dettagli che contribuiscono ad immergere il lettore in una realtà del tutto plausibile, famigliare soprattutto per chi ha più di venticinque/trent'anni (anche se questo comporta il mancato rispetto della premessa, che pareva preludere ad un'avventura vissuta in uno scenario quasi apocalittico). Dal racconto emerge con naturalezza lo sfondo di una cittadina (parrebbe dell'Italia centrale), con i suoi gruppuscoli giovanili, la Villa comunale, il paese vecchio con i suoi carruggi, i posti di ritrovo con i loro soprannomi ('i Pescetti'), i baretti di provincia dai nomi e dalle insegne pretenziose. Ben trovati anche i dettagli che coinvolgono il 'Ciao': chiunque ne abbia avuto uno non può non aver sorriso leggendo la descrizione del ciclomotore che termina la miscela e dell'usato gesto di aprire la valvola della riserva, postrema risorsa prima di essere costretti a spingerlo a mano per chilometri in cerca di un distributore aperto! Una notazione: secondo me il costante ripetersi del refuso 'LO Ciao' è dovuto ad un ripensamento dell'ultimo istante; poteva esserci scritto 'lo scooter' e il malefico 'trova e sostituisci' ha fatto il resto. Errore veniale.
A mio avviso, la descrizione del punto di vista del tossico - per quanto, come detto, rischiosa per l'autore che la propone - è veramente azzeccata, andando dal flusso dei pensieri (e dei dolori) nei momenti di astinenza, sino all'effimera estasi del buco. Ugualmente efficace - e del tutto realistica - la distinzione tra i tossici dipendenti da diverse sostanze e la loro reciproca diffidenza, o il fatto che, in determinate circostanze il protagonista possa ricorrere a droghe di tipo differente o tagliate con sostanze diverse ottenendone diverso 'beneficio' e, nel complesso, diversi effetti.
L'incontro con Carletto la Morte, per quanto sopra le righe, non mi ha disturbato, e neppure il finale positivo del par. 50. Per quanto forse troppo affrettato ed eccessivamente buonista, non pare del tutto gratuito e, tutto sommato, anche se non è la cosa più brillante del racconto, ci può stare. Noto di passaggio che i carabinieri che hanno compiuto l'identificazione della sorella sono quelli di Vignaiola, mentre quelle che saltuariamente possono intercettare il nostro protagonista ponendo fine alla sua indagine sono pattuglie in servizio a Roccabandita, quindi ci può stare che non ci abbiano mai visto e ritengano di portarci in caserma per accertamenti.
Dal punto di vista narrativo, ritengo che lo scivolone peggiore stia nell'entrata in scena di una gang di cattivi dal linguaggio stereotipato (e quindi fuori luogo rispetto al registro adottato sino ad allora) che si producono nel più classico degli 'spiegoni' delle puntate precedenti: mi è parso un espediente decisamente troppo posticcio, non in linea con l'ambientazione e, soprattutto, col buon livello del racconto.
Dal punto di vista stilistico non ho apprezzato molto l'uso della punteggiatura, ma questo afferisce al mio gusto personale e non rileva ai fini della valutazione.
Giusto per fare il pignolo volevo solo rilevare qualche imprecisione:
- par. 13 - 'gli ho fatto': trattandosi di una donna, avrebbe dovuto dire 'le ho fatto', ma è pur vero che a parlare è un tipaccio e quindi ci può stare che violi qualche regola della grammatica.
- par. 20 - 'questo fa si': trattandosi di avverbio, 'sì' vuole l'accento.
- par. 35 - 'curve a centottanta gradi': non sono un drago in geometria, ma secondo me un angolo di centottanta gradi non è una gran curva, anzi corrisponde ad una strada perfettamente dritta.
Vi è un grave errore di ortografia che si ripete più volte: manca quasi sempre l'apostrofo nei casi di elisione dell'articolo indeterminativo femminile davanti a parole che iniziano per vocale. Solo nel primo paragrafo dell'introduzione abbiamo 'un epidemia' e 'un ombra', poi 'un altra' (par. 10), 'un enorme sagoma' e 'un enorme rotativa' (par. 13), e via così.
Voto alla narrazione: 7,5
Voto
Complessivamente il mio voto finale a questo corto è 8,5.
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Re: I CORTI 2014 - Sull'orlo del buco - (19-25/ Maggio)
Ecco infine la mia rece.
Bel corto, premesse ottime e regolamento molto coinvolgente.
Stile: Coinvolgentissimo. Per dire, dopo aver letto il corto, mi sono andato a guardare "Requiem for a dream" (lo consiglio a chi non l'ha mai visto). L'atmosfera anni 90 è ricreata piuttosto bene. La scrittura permette di identificarsi appieno con l'eroinomane e il fatto di dover far fronte a continue crisi d'astinenza e di essere in balia di carabinieri, sguardi ostili e loschi figuri fisicamente più forti di te intensifica l'esperienza di gioco. Molto ben reso il trascorrere del tempo, con personaggi che si incontrano solo in determinati momenti della giornata.
Peccato che l'Autore abbia litigato con gli apostrofi In tutto il testo non c'è una sola volta in cui l'articolo "un" seguito da femminile abbia l'apostrofo, in compenso ho trovato scritto "qualcun'altro". "Lo Ciao" è incomprensibile, come "la speed" (ok, io l'ho sempre sentito al maschile e anche in wikipedia è usato così, ma google conferma l'uso anche al femminile). Comunque sono peccatucci veniali, a cui do poco peso.
Le instant death: non ho potuto fare a meno di notare la quantità di ID presenti nel corso, ben 10 in un corto di 50 paragrafi, il 20%. Quasi tutte (se non proprio tutte) purtroppo sono impossibili da prevedere, e arrivano dopo una scelta alla cieca del tipo "vai a destra o vai a sinistra? Se vai a destra: muori".
Capisco che si voglia dare l'idea che investigare nei panni di un eroinomane è quantomeno difficilissimo e basta un'inezia per arrivare a un nulla di fatto, però la mancanza del benchè minimo indizio per la maggior parte (o tutte) le scelte che conducono a ID mi ha indispettito.
La più paradossale è quella per cui all'inizio si può scegliere se andare a prendere metadone o fare furti: nel secondo caso si assumono ben DUE dosi di eroina, di cui una subito prima di andare al paese. Due paragrafi dopo, ci viene chiesto (sempre se non si finisce in un'ID nel frattempo) se si è assunto metadone: no, si è assunta l'eroina, DUE dosi ribadisco, ma andando al paragrafo corrispondente si finisce in un'ID per crisi d'astinenza. Ora, capisco che scegliendo il metadone viene spiegato che l'effetto viene rilasciato lentamente, ma questa è un'informazione che si scopre prendendo l'altra strada, quella in cui non si muore: arrivando all'ID nel modo in cui ci si arriva, non si trova alcuna spiegazione logica. Mi rendo conto anche che nel paragrafo in cui si assume l'eroina viene spiegato che è stata tagliata male e ti provoca poca euforia. Ma le dosi restano DUE. L'Autore avrebbe potuto limitare a una il numero di dosi, cosicché trovarsi in crisi sarebbe stato più comprensibile.
In un altro caso si finisce in un'ID per non aver comprato in precedenza dello speed. Ma il mio personaggio non ha dipendenza da speed, perchè avrei dovuto buttare i miei soldi così e ritrovarmi senza dosi d'eroina più tardi? L'ID sembra quantomeno gratuita. Avrei trovato più accettabile che possedere lo speed mi desse dei vantaggi, ma non possederlo mi consentisse comunque di andare avanti.
I personaggi: Quasi tutti riusciti. Donnola mi ha ricordato tantissimo il personaggio di Begbie del film Trainspotting. Chiedo all'Autore se l'ispirazione è stata davvero quella.
Il personaggio di Carletto è quello che stona: troppo assurdo e "paranormale", oltre il livello richiesto da un corto "neorealista" come questo. Viene presentato come uno che prende allucinogeni "che gli consentono, a suo dire, di raggiungere gradi di consapevolezza superiori" e "a volte dice di avere delle premonizioni". Vabbè, ma è chiaramente uno che ha visioni allucinogene, perchè dovrei recarmi da lui se con ogni evidenza non può avere alcun indizio per me? Invece è un personaggio chiave. Intanto se non si è preso il metadone, l'unico modo di non finire nella famosa ID è andare subito da lui. Le sue premonizioni sono esattissime: numero e stazza degli assalitori, il modo in cui sono andati gli eventi per filo e per segno. Chiaramente eccessivo per uno che si è semplicemente fatto un trip.
I tre finali: arrivano tutti al penultimo paragrafo, tutti e tre per una semplice scelta finale. In tal modo non viene invogliata la rilettura, perchè per arrivare a un finale o all'altro bisogna semplicemente rifare le stesse identiche cose e fare una scelta diversa al penultimo paragrafo. Sembra quasi una forzatura inserita soltanto per rispondere alle regole del concorso.
Infatti una volta arrivato al penultimo paragrafo, mi sono semplicemente letto i finali uno di fila all'altro, e quello che ho trovato più assurdo e inverosimile è proprio l'ultimo, la cosiddetta fine "migliore", in cui come niente fosse emerge questo personaggio mai visto prima e ci convince con due frasi a smettere di farci. Così. Con due frasi.
Nel complesso comunque un ottimo corto. Complimenti all'Autore.
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Re: I CORTI 2014 - Sull'orlo del buco - (19-25/ Maggio)
abeas ha scritto:[...] come niente fosse emerge questo personaggio mai visto prima e ci convince con due frasi a smettere di farci. [...]
Il personaggio era già stato introdotto fuggevolmente nel par. 21: è per questo che anch'io, pur ritenendolo un finale un po' facilone, non l'ho ritenuto del tutto implausibile.
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Re: I CORTI 2014 - Sull'orlo del buco - (19-25/ Maggio)
Heimdall di Bifrost ha scritto:Dal punto di vista narrativo, ritengo che lo scivolone peggiore stia nell'entrata in scena di una gang di cattivi dal linguaggio stereotipato (e quindi fuori luogo rispetto al registro adottato sino ad allora) che si producono nel più classico degli 'spiegoni' delle puntate precedenti: mi è parso un espediente decisamente troppo posticcio, non in linea con l'ambientazione e, soprattutto, col buon livello del racconto.
L'altro aspetto che non funziona nello spiegone e' che menzionano un'iniezione di solvente che negli anni Novanta sarebbe stato beccato facilmente dall'anatomo patologo, con la conseguenza che sarebbe stata una morte ben piu' sospetta di una morte per overdose.
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Re: I CORTI 2014 - Sull'orlo del buco - (19-25/ Maggio)
Heimdall di Bifrost ha scritto:abeas ha scritto:[...] come niente fosse emerge questo personaggio mai visto prima e ci convince con due frasi a smettere di farci. [...]
Il personaggio era già stato introdotto fuggevolmente nel par. 21
Lo so, ma non lo si incontra mai fino al finale. E ci convince con due frasi. Confermo la mia frase
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Re: I CORTI 2014 - Sull'orlo del buco - (19-25/ Maggio)
EGO ha scritto:Vista la cappellata che ho fatto riguardo al path di Guerre Civili, chiedo conferma di alcune mie osservazioni sul Corto di questa settimana.
Leggo che alcuni di voi parlano di true path, ma a me risulta che ci siano almeno tre strade per terminare il racconto:[...]
Confermo i tre percorsi trovati da EGO. Non c'è un true path.
Però si può dire che è come se ce ne fossero tre, nel senso che fatta la scelta al par. 21, libera, il percorso da quel momento in poi per ognuna delle tre scelte è strettissimo.
Ad ed, al par. 40 due scelte su quattro portano a ID; al successivo par. 22, due scelte su tre portano a ID, ecc.
EGO ha scritto:Inoltre, ho trovato un errore di continuità, anche se su quel path non è poi possibile finire l'avventura:
1-29-25 incontriamo Fulvia; 30-5-22-6-19-17-39-23 rincontriamo Fulvia senza commettere errori di continuità (non eravamo mai stati a Roccabandita vecchia)
In quel caso come dice Gabrieleud, il testo ci dice che possiamo andare da Fulvia solo se non la si è incontrata prima.
Piuttosto invece noto un'incongruenza al par. 22. Ci viene chiesto se vogliamo andare ai pescetti, alla villa o a Roccabandita vecchia, ma solo in questi ultimi due casi l'Autore si premura di dire "solo se non ci sei già stato". In realtà si può essere già stati anche ai pescetti, solo che le ultime due scelte portano a ID, quindi venendo dai pescetti bisogna riandare nuovamente ai pescetti per non arrivare a ID, il che è piuttosto assurdo.
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Re: I CORTI 2014 - Sull'orlo del buco - (19-25/ Maggio)
Ho gia' inserito un tot di commenti, per cui aggiungero' poco altro.
Effettivamente ci sono dei problemini che un playtesting decente avrebbe eliminato (penso che sara' un problema comunce di questi corti, per ovvi motivi): soprattutto la gestione delle dosi e delle crisi di astinenza ha qualcosina da limare. Non dico che sia "rotto", ma va quantomeno inserito qualche chiarimento...
Per quanto riguarda i personaggi della Morte e di Baba, per me stanno benissimo in tema, ma stonano abbastanza in questo particolare contesto, che e' crudo e realistico quasi sempre tranne per loro. Se il contesto fosse stato fin dall'inizio un po' lisergico o comunque con labili confini tra realta' e immaginario (anche per via dei narcotici), ci sarebbero stati benissimo.
Il paragrafo dove si ascoltano i discorsi degli assassini e' il punto piu' basso dell'ottimo corto: andrebbe riscritto da capo, perche' sono sicuro che con una ripensatina in piu' migliorerebbe tutto l'insieme, visto che e' un paragrafo cruciale. C'e' poi il dettaglio del solvente del quale ho gia' detto. Magari si puo' sostituire con una bolla d'aria o qualcosaltro di piu' credibile?...
In generale e' un corto eccezionale che puo' diventare ancora migliore con un paio di ritocchi.
Grazie, caro Autore, per averlo proposto all'attenzione degli utenti del sito!
Voto: 9 per i difetti di cui sopra, altrimenti sarebbe da 10.
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Re: I CORTI 2014 - Sull'orlo del buco - (19-25/ Maggio)
Questo corto mi é piaciuto molto e per me da oggi rappresenta un po' il punto di riferimento per il Concorso dei Corti.
L'autore tratteggia i personaggi con poche, ma incisive parole, che li descrivono efficacemente. Tutti sono caratterizzaterizzati in maniera pittoresca, ma l'autore non eccede nelle ridondanze.
Tutti i tossici vengono introdotti con soprannomi. Solo il protagonista non ne ha uno (assieme a Margherita), forse per dare la speranza di una sua 'redenzione'.
Molto poetiche alcune immagini: "La morte non é riuscita a rubarle la bellezza" oppure "le monete false sono sempre in giro", che alzano il livello della narrazione alla perfezione.
Decisamente simbolici anche alcuni risultati. Le 1500 lire trovate sul cadavere di Margherita sono quelle che ci permettono di fare l'ultimo passaggio importante dei true path (bere la birra che ci permette di rimanere al bar per attendere l'arrivo della Donnola).
Qualche passaggio a vuoto mi fa abbassare il pur lusinghiero giudizio. Lo "spiegone" dei due falsari é un po' affrettato e fa molto telenovelas, e poi l'utilizzo delle dosi, che talvolta é forzata e non congruente con i tempi (soprattutto se approfittiamo dell'oppio di Carletto la Morte). Errori veniali, che mi impediscono di dare il massimo dei voti.
Il capace autore deve quindi accontentarsi del mio 9,5, anche per via di un paio di refusi (la perifrasi "far sí" vuole l'accento e "lo Ciao" e una stonatura che non capisco, io che l'ho cavalcato per 10 anni l'ho sempre chiamato "il Ciao", e dalle mie parti tutti dicevano cosí).
Tuttavia mi lascia perplessal'aderenza al tema. I 'giudici' avevano lanciato il tema Animale, Italiano o Svantaggiato. Specificando bene (ma a onor del vero solo a proposito del tema Italiano) che il protagonista dovesse essere aderire a questi canoni non in maniera fittizia, ma sostanziale.
Annibale é sí uno svantaggiato in senso lato, ma ai fini del gioco non ho percepito tale svantaggio. Quando vuole rubare lo fa senza problemi. Se deve fare a botte con due persone, le prende, ma francamente lo svantaggio sta nell'inferioritá numerica, piú che nelle condizioni fisiche del protagonista. Si confronta sempre o quasi con tossici pari a lui, ed é sempre sufficentemente lucido da poter ragionare e prendere decisione sensate.
OK, si deve sparare diverse dosi, ma pure Lupo Solitario deve mangiare (a meno di non avere il Fiuto o la Caccia), quindi sostanzialmente non mi sembra uno svantaggio.
Infine, tuttavia, le regolarita della partecipazione al Concorso e data dai giudici, che se lo hanno ritenuto conforme, per me va bene, e il mio giudizio non risente della mia personale valutazione.
In definitiva, ribadisco il 9,5 e mi congratulo con l'autore.
Quando hai poche carte è importante sapere in che modo ed in quale istante giocarle...
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babacampione
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Re: I CORTI 2014 - Sull'orlo del buco - (19-25/ Maggio)
Chiariamolo subito: questo è un bel Corto.
E questo non per una certa affinità con un mio Corto passato, dove c’era un drogato in un ambiente spietato con una decina di morti istantanee. Il tema “droga” mi turba sempre, ma l’autore non ha avuto paura di guardarlo in faccia. Punto a suo favore. Altri bei lati sono la struttura perfetta, il buon coinvolgimento emotivo, in generale la cura dedicata alla realizzazione dell’opera.
Iniziamo la lunga lista dei lati negativi. Lunga perché – come noto – tanto più mi piace un Corto, tanto più tempo passo a criticarlo! C’è troppa metanarrazione, se mi passate il parolone. In pratica, ogni scelta è presentata e spiegata in lungo e in largo, con il regolamento che anticipa troppe cose che mi sarebbe piaciuto scoprire da solo… e ci sarei riuscito, perché già nel testo sono presentate bene. L’importanza di trovarsi al posto giusto nel momento giusto (e questo mi è piaciuto moltissimo), per esempio. O il non avere la droga adatta nel momento adatto.
Lo stile mi piace a metà: c’è molto di “raccontato” e poco di “mostrato”, con tante frasi che mi sembrano più lunghe del dovuto. In compenso, i termini adatti alla situazione sono ben usati, così come alcune similitudini sono perfette per il personaggio e l’ambientazione. L’autore ha qualche problema con maschile e femminile, visto che ci saranno una dozzina di casi in cui “una + vocale” diventa “un + vocale” senza l’apostrofo. Altro dettaglio curioso, che mi piacerebbe l’autore rivelasse a fine concorso, è “lo Ciao”. Secondo me inizialmente si parlava di “lo scooter”, poi è stato fatto un trova & sostituisci e l’autore si è ritrovato con tutti gli articoli sballati. Anche io abuso del trova & sostituisci, collega!
Inoltre, poco mi soddisfano la presentazione della vicenda (troppo apocalittica) e i finali, specialmente quello “migliore” che mi convince davvero poco. Purtroppo, avere 3 finali al penultimo paragrafo ammazza la voglia di rileggere la storia dopo aver trovato le due chiavi "alla Jackson". I personaggi hanno nomi simpatici, ma a dire il vero non mi hanno colpito molto - probabilmente, solo gusto personale.
Tirando le somme, i miei complimenti all’autore. La mia fredda media sarebbe più sul 7,5 però mi sento di premiare il coraggio con un bell'8 in pagella!
EDIT: Attendiamo i giudici, ma mi sa che stavolta arriviamo al record storico di voto!
Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate.
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