firebead_elvenhair ha scritto:
in questo caso le parole sono utilizzate in senso figurato, con il significato che hanno preso nella lingua usata per i corti, cioè la lingua italiana moderna. [...] La mia impressione è che una volta che si è scelto di usare la lingua italian moderna per far dialogare, pensare i personaggi, espungere da essa i concetti o le parole che non si adattano al personaggio sarebbe un'operazione, forse corretta, ma un po' ipocrita... A questo punto sarebbe meglio usare il latino, o il Cherokee o quello che è. Voi che ne pensate?
La questione è complicata. In linea generale uno scritto ambientato in un'epoca passata e/o in un luogo diverso da chi scrive, con personaggi aventi background ben definito, dovrebbe attenersi il più possibile a evitare anacronismi o a mettere in bocca ai personaggi parole o espressioni che non possono conoscere o che non sono coerenti con il loro background. Questo presuppone una accurata documentazione da parte dello scrittore e una costante attenzione nel corso della scrittura.
Ad esempio una storia ambientata agli inizi dell'800 non può fare riferimento ad automobili, nè direttamente nè metaforicamente (che so "rimanere a secco"). Naturalmente ciò dipende anche da chi è il narratore (se fosse esterno, che magari da del tu al lettore e nell'introduzione gli dice che gli racconterà una storia avvenuta duecento anni fa, allora il suo linguaggio è ammesso che sia moderno).
Allo stesso modo, in una storia magari ambientata ai nostri giorni, ma in cui il protagonista è americano e vive in america, non gli si può far esclamare "non ho una lira", perchè in America non ci sono le lire!
Lo scrittore potrebbe obiettare che il personaggio ha esclamato una frase americana che tradotta in italiano diventa "non ho una lira", ma difficilmente il lettore verrà rabbonito da una scusa del genere.
Per evidenziare che la questione è complicata, notate come invece le cose cambiano se il protagonista esclama "sono al verde". In tal caso nessuno solleverà obiezioni. Eppure questo caso è identico al precedente, perchè "essere al verde" è un'espressione solo italiana! In inglese il personaggio direbbe "I'm broke", modo di dire solo inglese che può essere tradotto soltanto ricorrendo a modi di dire italiani equivalenti.
E se il personaggio esclamasse "non ho un penny"? In tal caso si tratta di un'espressione correttamente derivata dall'inglese ("I'm pennyless") e coerente con l'ambientazione americana, eppure come vi suona in italiano? Se l'opera è destinata a italiani è più corretto far parlare i personaggi con un linguaggio che verrebbe usato da un italiano in Italia, ma epurata da riferimenti a cose/fatti solo italiani.
La questione aumenta di difficoltà se ci inseriamo anche il livello culturale dei personaggi. E' stato il Verismo e Verga (credo) a introdurre il concetto per cui un personaggio non colto non può parlare con termini colti benchè conosciuti dal narratore. Tuttavia questa è una tecnica, non il "giusto e solo" modo di scrivere, e di tecniche ne esistono a bizzeffe.
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