Re: I CORTI 2014 - Prede e cacciatori (9-15 giugno)
Seven_Legion ha scritto:
- sempre l'indiano che "non ha mai visto i bianchi" ma di arrivato di fronte ad un uomo in divisa pensa, (cito testualmente): il Generale! (supponi sia questo il suo grado militare) ...Eh!!!
- la porta interna che si "bloccherebbe" rompendo con un colpo la maniglia (...non funziona cosi!)
Queste cose le ho notate anche io, e mi hanno dato fastidio, in particolare la seconda; quanto alla prima non sarebbe tanto grave se si considerasse "generale" come termine generico presente più o meno in tutte le culture per indicare il comandante in capo, ma il fatto poi che invece il Balla coi lupi della situazione venga prontamente identificato come capitano sembra indicare invece una precisa conoscenza dei gradi militari.
Per altro, quelli più ferrati di me su questi aspetti possono confermarmi che la presenza addirittura di un generale al comando di un forte del genere sia anomala? Un colonnello sarebbe più verisimile.
Dal punto di vista stilistico deploro un peggioramento notevole nella descrizione della permanenza nella cella del forte (paragrafi 7 oppure 27), non solo per l'improvviso e breve passaggio all'imperfetto non giustificato dalla consecutio (il periodo avrebbe dovuto essere costruito diversamente affinché fosse corretto), ma proprio perché non viene trasmessa l'atmosfera del luogo, non è assolutamente chiaro quanto tempo passi prima dello scatenarsi del temporale, e in sostanza il tutto sembra tirato via troppo in fretta e con sciatteria.
Per altro questo pone un altro problema: dalla breve descrizione sembrerebbe proprio un temporale estivo o al massimo primaverile; più tardi, però, ci viene detto che ha nevicato, in una zona montagnosa, d'accordo, ma non proprio in quota, visto che "la neve si stende sulla prateria", e questo fa sì che l'ambientazione stagionale sia un po' contraddittoria. Si può provare a salvare capra e cavoli dicendo che siamo tra fine marzo e aprile, quando in pianura ci sono già i temporali e le nevicate sono ancora possibili in montagna anche a quota modesta, ma è un po' tirata per i capelli.
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Re: I CORTI 2014 - Prede e cacciatori (9-15 giugno)
Il punto per me, però, è che l'ho finito al primo tentativo, senza barare, e con la sensazione di aver visto tutto quello che c'era da vedere: ed è QUESTO che voglio da un librogame! Per molti di voi è un difetto, per me invece è un pregio.
Sebbene abbia letto qualcosina anche dopo, ho abbandonato i librogame quando non sono riuscito a finire I sette serpenti con 7 serpenti uccisi dopo 3 tentativi, e non sono riuscito a finire GA Il ritorno in assoluto.
Quello che ho apprezzato molto di questo corto è la meccanica di gioco E la linearità della storia. L'ambientazione, sebbene personalmente non abbia interesse per i nativi americani, l'ho trovata intrigante, e il tema dello svantaggiato affrontato bene.
Ho apprezzato meno certe ingenuità, certe inesattezze culturali, lo stile narrativo e alcune incongruenze, tuttavia penso che la maggior parte dei mostri sacri dei librogame della nostra infanzia mostrerebbero difetti simili, se analizzati con la puntigliosità che sfoderiamo in queste occasioni.
Quindi, in conclusione, assegno un 7.
(chiedendo ancora scusa a coloro i cui corti non ho fatto in tempo a votare, anche perché in linea di principio li ho trovati migliori)
P.S.
Ah sì: il titolo è proprio insulso. Bene che non ci siano i soliti aggettivi "infernale", "mortale", "maledetto" o le locuzioni "della morte" o "del terrore" presenti nei titoli di 300 librogame e 800 numeri di Tex e Diabolik, ma questo è inadeguato per il tema; andrebbe bene, se mai, se l'ambientazione fosse strettamente realista.
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Re: I CORTI 2014 - Prede e cacciatori (9-15 giugno)
Prede e caciatori.
Questo corto è la grande occasione sprecata del concorso, un soggetto veramente interessante, un regolamento dal potenziale eccezionale, una narrazione abbastanza buona, ma tutto inficiato dalla incapacità dell’autore di approfondire le premesse create e bilanciare adeguatamente i vari aspetti dell’opera.
Ho scaricato il corto alla mezzanotte di domenica scorsa e quando ho letto il prologo sono rimasto veramente colpito dalle buone premesse: Ambientazione nel vecchio west inusuale, uno svantaggiato molto plausibile, e desiderio, ancor più plausibile, d’affermazione. Il tutto narrato in maniera sintetica e asciutta.
Regolamento apparentemente ottimo, con tre caratteristiche che possono delineare personalità molto differenti del protagonista e dei punti vita che ne determinano la vitalità. Dei codici infine che sembrerebbero dover determinare percorsi alternativi.
La delineazione del personaggio è la trovata più geniale del corto, forse una delle migliori dell’intero concorso, dà una capacità d’immedesimazione col personaggio totale: a seconda della tua personalità (tua del lettore) deciderai come comportarti col bisonte e indi quale sarà il tuo animale totem e quali le tue caratteristiche; io ad esempio sempre prudente anche nei giochi da tavolo, alla play, nello sport, ho subito scelto l’attacco con l’arco e quindi l’aquila, e mi ci sono proprio ritrovato; mentre l’immedesimazione è andata man mano scemando passando per serpente, volpe e soprattutto orso.
Ho evitato di leggere il corto, proseguendo nella lettura, perché volevo proprio assaporarmelo; quando, riprendendolo giorni dopo sono arrivo al paragrafo dello sciamano e alla leggenda del Wendigo, vi giuro volevo i pop-corn, ero convinto che il corto sarebbe stato se non il vincitore almeno quello cui avrei dato il voto più alto…
Niente di più sbagliato.
La pecche più grandi del corto stanno nel regolamento dove risulta esserci troppa roba e tutta mal gestita.
Partiamo dai punti vita: totalmente inutili, ho giocato 5 partite (due aquila, le restanti una per totem) e non sono mai morto per perdita di punti vita; un eventualità che anche mettendosi a giocare male apposta resta sempre trascurabile (solo in un caso ho finito una partita con un solo punto vita); non ho MAI utilizzato le erbe curative, ne i cerchi di pietra (idea questa in verità carina, solo che date le premesse, risulta a sua volte inutile). Ne devo dedurre che non si è mai fatto un testaggio di questo parametro.
Animali totem: l’orso non ha nessunissimo senso: ma come interpretiamo uno svantaggiato e poi possiamo in verità essere dotati di una forza poco comune (addirittura apriamo la mano del wendigo che ci serra la gola!) e risulta palesemente di troppo, laddove invece gli altri 3 animali erano perfettamente calzanti ed equilibrati (saggia l’aquila, furba la volpe, furtivo il serpente). Inoltre è quello con i punti vita più alti
Caratteristiche: l’idea era ottima, in verità però avere forza pari a 1, non è che dia grandi handicap (vedi discorso punti vita) e soprattutto il sistema sarebbe stato perfetto senza l’aggiunta dei due punti aggiuntivi da ripartire a piacere. In questa maniera si livellano le caratteristiche dei totem rendendoli più simili tra loro e guastando la rigiocabilità e l’esperienza stessa di gioco.
Infine bassa la rigiocabilità: la storia è molto lineare, e avere l’uno o l’altro totem cambia poco, per i motivi su esposti. Sarebbe invece stato bene creare degli snodi che potessero determinare la riuscita o meno dell’impresa associando le scelte fatte al totem posseduto.
Se passiamo sul piano narrativo le cose vanno un po’ meglio, ma non si raggiunge la tensione promessa nella prima parte del racconto, dato che poi grandi incontri non se ne fanno, la ricerca non c’è (alla fine proseguiamo senza indizi spinti da una strana attrazione), insidie reali non se ne vedono (giusto quella trappola alla fine, che già solo il fatto che il testo ti chieda se hai il totem volpe ti mette in guardia a farti gli affari tuoi…); lo stile è abbastanza asciutto, io avrei preferito, dato che il protagonista è un indiano, popolo particolarmente adatto (se non nella realtà quanto meno nell’immaginario) a fantasiose descrizioni dei fatti e dell’ambiente, uno sforzo maggiore nel dipingere luoghi e accadimenti, insomma una narrazione che vivacizzasse le scarne vicende del protagonista, debbo però dire che non me la sento di biasimare troppo questo punto, ognuno ha il suo stile, e tutto sommato la narrazione è fluida. Batto questo punto soprattutto perché date le menzionate pecche, la narrazione avrebbe potuto mantenere più desta l’attenzione.
I finali: Abbastanza brutti. Innanzitutto la testa parlante è un idea un po’ horro anni ’80,ma vabbè, ma poi il periodo del paragrafo 10 che introduce le tre scelte è un po’ confuso: stiamo ancora ragionando sul da farsi, ma in verità il ragionamento rappresenta già una prima possibile scelta. Poi: il 48 è terribile: diventi un mostro ma mantieni la tua umanità e riesci a reprimere la tua fame, snaturando il personaggio stesso; il 49: ci sta, alla fine risulti un po’ meschino rispetto alla premessa (volevi aiutare la tua gente, ma sei travolto più che altro dalla voglia di sangue e dal potere del tuo corpo) però è coerente con la trasformazione. Il 50 anche qui terribile: alla fine ti caghi sotto (e va bene…) però non te ne puoi andare tranquillo tranquillo, cioè, il wendigo (e hai appena visto che non è che sia proprio uno che scherzi) ti verrà a cercare, e tu non puoi manco ammazzarlo, e oltretutto stanno massacrando tutta la tua tribù…
L’ultima cosa negativa da notare sono le accentate in font differente. Io di solito queste cose non le considero, e diciamo che non le considero neanche ora, però sono state veramente fastidiose e si potevano eliminare facilmente.
Il mio voto, in virtù di quanto esposto, é veramente con grandissimo rammarico che non può andare oltre il 6.
(che assegno per altro principalmente sulla base del buon soggetto, del regolamento, e dell’abbrivio. Per queste cose faccio vivissimi complimenti all’autore; auspicando che in futuro sviluppi con miglior bilanciamento le eccellenti idee di cui certamente è dotato )
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Re: I CORTI 2014 - Prede e cacciatori (9-15 giugno)
Charles Petrie-Smith ha scritto:Io se non avessi usato le erbe curative sarei finito a -4.
Totem aquila e punteggi equilibrati 2-3-2.
Il tuo "errore" probabilmente è sato dare dei punti alla lotta
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