SkarnTasKai ha scritto:

beh, dipende da cosa decide l'autore. la tabella del destino di lupo solitario è a tutti gli effetti un d10, e lo 0 vale 0.

si ma lo 0 sulle tabelle di LS è poi il risultato migliore che puoi ottenere...
quindi è più simile a un 10 mettendo i numeri in ordine..

comunque è vero che decide l'autore

Ho giocato questa avventura (ma si può definire tale, in mancanza di qualsivoglia spunto avventuroso?) tutta d'un fiato, approfittando di una tediosa notte al lavoro.
Ovviamente con il risultato di prendermi un clamoroso due di picche.
Il grande vantaggio del prendersi un no, in un raccontogame, a differenza della vita reale, è che qui si può ricominciare daccapo e riprovare, all'infinito, come in uno di quei filemtti che vanno tanto di moda tipo "ricomincio da capo".
Ovviamente mi sono preso un altro due di picche! Eh, io con le donne proprio non ci so fare.
Il terzo tentativo è stato quello buono, anche se ormai il divertimento puro era scemato per lasciar posto alla caparbia volontà di arrivare al risultato positivo a tutti i costi.

Quindi tre letture, tutte quante soddisfacenti. Il racconto è stato in grado, soprattutto nella prima lettura di farmi sorridere in più riprese, un sorriso venato di nostalgia per i miei (nostri) vent'anni e per tante serate spese a inseguire la speranza che fossero differenti dalle altre.

L'impatto primario di queto corto è stato prevalentemente emotivo, sentimentale, se preferite, e in questo coglie nel segno perfettamente.

Stilisticamente non ho rilevato errori, incertezze o brutture. Sì, avete capito bene, gpet è soddisfatto di come questo corto è stato scritto (segnatevelo sul calendario). I personaggi, benchè macchiettisti sono tutti ben caratterizzati e credibili. Chi non ha mai conosciuto un Delio o una Elena nella propria vita? La Ludovica, poi, è ben sfaccettata e, a parer mio, insopportabile, ma d'altronde è gnocca e questo , sul breve periodo, la rende ampiamente tollerabile, no?
A questo aggiungiamo la perfetta costruzione della struttura del corto e le regole semplici ma dannatamente complete, per cui ottenere un medesimo codice in un momento più che in un altro comporta differenze ai bonus che questi dà, che rende il tutto ancor più godibile.

Un Corto perfetto, dunque?
Diciamo impeccabile, non perfetto, però.
Il Corto mantiene in pieno le sue promesse e, preso per quel che è non delude mai. Rimane un grosso punto interrogativo sul paragrafo horror che sembra davvero appiccicato lì, tanto per far rientrare il Corto in Concorso (ma tanto è un fuori concorso, a questo punto non si sarebbe potuto utilizzare quel paragrafo per qualcosa d'altro?) e un finale forse troppo buonino e tirato lì, con i protagonisti addirittura sposati e in attesa di un figlio.

A parer mio la pecca maggiore del corto sta nell'assenza di vera tensione. Ok, non è che le storie debbano sempre prevedere la fine del mondo conosciuto o la morte del protagonista tra atroci supplizi, questo no, però in questo caso la normalità della storia è davevro un po' troppo normale, tanto che si ha l'impressione che, se con la Ludovica ci va bene, evviva, se invece di va male, chissenefrega, un'altra serata da buttare via, come tante prima e tante dopo.
Quando si fa narativa la tensione è fondamentale, se si vuole inchiodare il lettore alla pagina, altrimenti quello che si ha è un bell'esercizio di stile. E questo mi sembra questo Corto: un esercizio di stile impeccabile ma privo di vero mordente.

Giocabilità: 8
Divertimento: 6,5
Narrazione: 8,5

Totale: 7,5

Il concorso 2015 si apre con la bella sorpresa di un Corto in cui la sfida è rappresentata dal conquistare il cuore di una ragazza a noi tutto sommato non molto affine.
Il soggetto, quantomai originale, si scontra con un impianto di gioco abbastanza classico: distribuisci un po' di punti a quattro caratteristiche, tira i dadi e fai i check per aggiungere parole d'ordine che ti verranno utili nel momento cruciale.
La preponderanza dell'effetto aleatorio è tuttavia molto importante (un po' troppo per un regolamento così puntuale). In fondo basta rollare un 12 quando serve e si passa sopra a tutto...
Questo è l'unico difetto del Corto, e non me ne voglia l'autore se parto proprio sottolineandolo, perchè per il resto il Corto è davvero ben scritto, frizzante e interessante, con numerose citazioni che fanno l'occhiolino al lettore.
Notevole la longevità e l'interattività del Corto che permette di muoversi lungo molti percorsi e che danno sempre nuove sfumature al racconto. Ciò nonostante il  Corto si esaurisce con la lettura di pochi paragrafi, scelta che anche in questo caso mi sento di plaudire.
Ho l'impressione che l'autore abbia avuto difficoltà a stare all'interno del limite delle parole, ma anche i più acclamati vincitori dei concorsi passati hanno ammesso di non avere vita facile con le restrizioni.
In definitiva il mio voto oscillerebbe tra 7 e 7,5.
Con i bonus della citazione di Persiana Jones e dell'assenza di refusi (un Corto che si presenta bene mi facilita la lettura).
E con l'importante malus del commento che il calcio è l'unico sport, e l'Inter ne è profeta...
Tendo a sorvolare su quest'ultima svista e mi compiaccio di elargire un più che meritato 7,5.

babacampione ha scritto:

La preponderanza dell'effetto aleatorio è tuttavia molto importante (un po' troppo per un regolamento così puntuale). In fondo basta rollare un 12 quando serve e si passa sopra a tutto...

Beh, anche io ho scritto che c'è troppo spazio lasciato all'alea, ma stai esagerando: nella prova finale il tiro fortunato dei dadi non basta, avere i codici giusti è essenziale (e il possesso di alcuni codici è dato dalla semplice scelta fatta, senza bisogno di check). Certo, anche io avrei preferito che contasse ancora meno.

Aloona ha scritto:

L'ho detto chiaro: quel che non mi convince (o mi inquieta) è il finale; per una botta e via 'sta coppia sarebbe stata perfetta, ma per il matrimonio...

No, fosse solo una cosa da una botta e via (appare per altro chiaro che il protagonista non è tipo da botte e via... gli sarà pure potuto succedere nella vita - forse - ma molto raramente) avrebbe tolto molto della terribile urgenza e senso di "ultima occasione per vivere" che traspare dal corto, già subito palese dal prologo. Il protagonista rischia di "arrendersi" a una vita non scelta, a fianco di Elena (poverina però...) immerso in una asfissiante routine provinciale in cui è scomparsa anche ogni possibilità di svolta (come appunto quella di incontrare una gnocca) o di divertimento (sono convinta che Elena avrebbe in un primo tempo incoraggiato la frequentazione esclusiva di Delio, per poi finire a disprezzare anche lui perché troppo immaturo e ubriacone).
Proprio per questo, però, trovo ancora più insopportabile l'epilogo: il protagonista e Lodovica dovevano essere mostrati in procinto, chessò, di partire per un trekking in Himalaya (per restare nel luogo comune della frikketoneria), o di organizzare un festival rock, o di andare a un grande raduno di qualcosa, o - al limite, per restare nel luogo comune del nord operoso, per quanto mi possa far schifo - aprire insieme un'impresa di qualche tipo.
Ma per finire così tanto valeva Elena...

Non per forza arrivare in città, anzi, valorizzare la provincia, e al contempo andare lontano.
Io ho amici provenienti da paesi sperduti che non andrebbero a vivere nemmeno in un capoluogo di provincia, però fanno vacanze in posti esotici e lontanissimi che io - cosmopolita cittadino - non vedrò mai in vita mia.
Amore, certo, ma un amore avventuroso, non un ménage noioso.