Re: I Corti 2015 - La nebbia
EGO ha scritto:Elitaria, oh sì, indubbiamente. Tanto sicura di sé, che il suo assunto di fondo sembra essere “è talmente intricata, geniale e multisfaccettata, che anche chi non ci arriva non potrà non darle un voto alto, non potendo negare il mio genio”. E va là che Aloona c’è cascata in pieno, con la sua proposta di “meno di 8 non si può dare”.
No, no, un momento, fermi tutti. Aloona non ha dato 8 a caso, perché siccome non ci è arrivata ALLORA il narratore è un genio. Qui c'è chi ha mollato 10, 9, 8,5 e compagnia senza battere ciglio e avendo risolto molti più enigmi di me. E parlo di gente MOLTO più esperta di enigmi di me. Aloona ha ASPETTATO di capire se molti enigmi per lei troppo tosti (o che non aveva tempo di risolvere) erano messi a caso o fattibili. Una volta esaminate le soluzioni degli altri, ha deciso che essendoci una effettiva soluzione e meno arbitrarietà di quanto apparisse, c'era da arrendersi che questo Corto fosse pensato da qualcuno con un gran cervello, una gran voglia di mettercisi a lavorare e una ottima capacità di mandarci tutti in panico. Il che, per una che ammira i sistemi di gioco quale io sono, è un pregio. Questo è quanto. Non sono ancora così ingenua da cascare nei trucchetti, tant'è che nel caso di "Re Morto" ho subito dichiarato di non volermi far suggestionare dall'apparente "effetto originalità" del sistema e ho analizzato la resa.
Ora, a te potrà far schifo l'idea (sacrosanta e condivisa da alcuni) di non volerci passare sopra le notti a 'sto libro, ma già il fatto che sia riuscito a farci impazzire e si sia rivelato ben fatto, se non per alcune lievi pecche, direi che merita un buon voto. Ho poi considerato l'atmosfera, che a me è piaciuta moltissimo e l'attinenza al tema: gli elementi sono inseriti perfettamente.
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Re: I Corti 2015 - La nebbia
Ma non è assolutamente vero. Non sono affatto l'unica ad aver sottolineato che uno dei criteri del proprio ottimo voto è stata l'estrema difficoltà, vuoi per ammirazione, vuoi per amor di sfida. Mi sa che non hai letto TUTTO il thread. Comunque, poco importa, io non credo che l'autore abbia fatto tutte le considerazioni malvagie che immagini, puntando sporco sul trucco di ingannare con la complicazione l'intelligenza dei votanti. Credo che chiunque abbia partecipato sia ben conscio di non avere a che fare con degli scemi o dei pivelli; certo avrà voluto stupire, questo sì, cosa che gli è riuscita benissimo, ma vedo più un'operazione elitaria in senso buono: forse ha sbagliato, ma credo abbia voluto fare il "salto" di qualità, sapendo di rivolgersi ad esperti. Non trovo sia un'offesa, semmai un complimento. Poi, ok, non si è regolato e ha forse dimenticato tutto il resto di una potenziale utenza, ma questo è un altro discorso...
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Re: I Corti 2015 - La nebbia
Giudizio di Mornon
Anche qui comincio subito dalle conclusioni. La nebbia mi è piaciuto molto e si adatta (quasi) perfettamente ai miei gusti, perlomeno parlando in generale: un gioco più che un racconto, dove la narrativa serve soprattutto per aggiungere atmosfera ed enigmi a un puzzle ideato come un marchingegno a orologeria, dove tutto si (dovrebbe) incastra(re) a dovere per creare un gioco di intelligenza.
La storia dell'uomo nella locanda nell'albergo immerso nella nebbia dà quella giusta dose di inquietudine soprannaturale che mi ha ricordato senza dubbio le sensazioni piu rarefatte di un Silent Hill. So che questi paragoni lasciano molto il tempo che trovano, ma si tratta comunque di un apprezzamento.
Di questo corto mi piace soprattutto l'idea, ovvero quella di un "enigma surreale" per cui è necessario combinare giochi e numeri molto liberamente, usando una vera e propria gematria che coinvolge scacchi, dettagli letti tra i paragrafi, calcoli e cifrature varie. bella l'idea di dover tornare continuamente allo stesso paragrafo e ricominciare ogni volta, senza accumulare oggetti e note, se non quelle che rimangono in testa al giocatore. MA SOLO QUELLE, non bariamo! Confesso di aver ceduto dopo una mezza dozzina di partite regolari e di aver poi saltato avanti e indietro in cerca della soluzione finale, che sinceramente non ho invece gradito molto: io sono uno da happy ending, o comunque da "ok, ce l'hai fatta adesso il gioco si fa davvero duro e misterioso..." avrei apprezzato meglio un finale più intrigante, come quello di una stagione di Lost (per carità... di quelle belle) o di un qualsiasi "The Cube": si aprono le porte e il personaggio vede finalmente che...
Comunque, in ogni caso una bella prova, che mi ha coinvolto parecchio e stimolato. Andiamo ai voti:
Giocabilità 9: un gioco come questo per me rasenta quasi il top di quello che cerco in un librogame: gioco veloce, essenziale, enigmi, passare da un paragrafo all'altro, una struttura di gioco innovativa, ottimizzata per giocatori esperti, semplice per i neofiti. Un po' troppo difficile su alcuni passaggi e criptica su alcuni rimandi segreti. OK: criptico è buono, ma qui si scade a volte nel TROPPO criptico. Bravissimo/a comunque.
Narrazione 9: Da sistemare un po', come sempre, la parte testuale, ma non mi interessa penalizzare l'autore/rice con note di editing. L'unica cosa che non mi è molto piaciuta è che il "giochino" sia fine a se stesso. Niente allusioni al significato della vita, indizi su eventi apocalittici globali o accenni a temi simbolici, esoterici, metaforici, metafisici o simbolistici. La nebbia mi appare come una grande avventura senza senso, e questo per me è penalizzante (nel senso di -1 sul 10, eh!). Se ci fossero stati, per dire, degli accenni alla cabala come in quel buon vecchio raccontogame della città e del golem, o una cosa del genere, allora per me sarebbe stato un 10.
Divertimento 8: Un ottimo corto, in cui avrei preferito però un finale meno lugubre e più mistica e avventura nella lettura. Alcune scelte di gioco sono state troppo criptiche e questo mi porta a volerlo penalizzare di 2 punti dal massimo.
Voto finale: 9
Mi è piaciuto molto, ma le obiezioni già esposte me lo fanno porre un gradino sotto l'eccellenza.
In caso di una eventuale pubblicazione: Con più paragrafi a disposizione e la possibilità di ampliare enigmi e situazioni, consiglierei all'autore di rivedere un po' la difficoltà degli enigmi e ampliare un po' di più le esperienze di gioco... magari inserendo un next level una volta superate le difficoltà iniziali, mostri strani, incroci nel tempo, paradossi, un finale che giustifichi l'inizio. Pazzia e disagio allo stato puro, quindi...
"Un velo nero ti impedisce di vedere altro. La tua vita termina qui: nel campo di battaglia, con la mitica Blood Sword tra le mani, felice per la sconfitta dei Veri Maghi." Adriano, Blood Sword PBM http://www.caponatameccanica.com
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Re: I Corti 2015 - La nebbia
Giudizio di Apologeta
Pressoché strepitoso.
"La Nebbia" è uno dei Corti più geniali nel quale mi sia imbattuto. Già dalle prime righe dell'introduzione [*] ho capito che avevo a che fare con un racconto tosto. Procedendo, di fronte a una serie di enigmi sempre più complessi, mi sono inchinato davanti a una delle migliori strutture mai viste. Non ho la conoscenza perfetta dei Fighting Fantasy - mi dicono che esistano incastri di paragrafi più complessi di quello della Creatura del Male - ma per quello che riguarda i Corti questo è in assoluto il racconto più difficile da risolvere.
È un merito? Secondo me sì. Quando si cerca qualcosa di estremo, e si raggiunge l'obiettivo, bisogna premiare chi ce l'ha fatta. Andiamo oltre i gusti personali, che hanno limitato il mio divertimento perché sentivo il sapore di vecchio videogioco rompicapo. Gli enigmi sono tutto fuorché scontati [°] e risolverli dà una soddisfazione unica. Una sera, appena prima di addormentarmi, ho spalancato gli occhi e ho pensato: "Ehi, ma c'era un telefono! Ecco come usare il +39!"... e mi sono dovuto alzare da letto per verificare l'ispirazione. Ecco, un raccontogioco che ti fa fare questo merita lode totale.
Potrei andare avanti a parlare di struttura per paginate, ma la discussione è stata più che esaustiva: passo agli altri aspetti.
La narrazione [^] si sviluppa in un'ambientazione che fa per me: il sogno lucido, "ovvero del come sperare di capirci qualcosa" (cit.), l'albergo quasi spopolato, la claustrofobia, gli incisi sul tempo e sulla fine dell'universo. Il buon T.S. Eliot, in quello che forse è il suo testo più citato, sosteneva che "This is the way the world ends / Not with a bang but a whimper": personalmente non sono d'accordo col poeta d'Albione, ma il pianto sommesso (whimper) è qui reso perfettamente. Il redde rationem finale fra il protagonista e il suo alter ego (di un universo parallelo?) è terribile, nel senso positivo del termine. Anche il finale migliore è tragico: un limite? Per me no. Mi sarebbe piaciuto che le cose fossero andate diversamente, ma l'happy ending mica è obbligatorio.
Basta complimenti, s'è capito che per me questo è uno dei migliori Corti della storia.
Però, come sempre, a chi è più bravo io chiedo di più. Andiamo a spulciare il significato delle parentesi lasciate qua e là.
[*] Autore, a che serve l'introduzione? Non c'è necessità di dire che questo è un Corto "molto particolare": fammene accorgere quando lo inizio! Nemmeno serve nominare subito la meccanica della nebbia, né i 6 passaggi al paragrafo 1: tutto questo potevi spalmarlo nell'1 o nei paragrafi in cui arriva la nebbia. L'unica cosa che conta davvero nell'introduzione è l'indicazione "agisci sul numero di paragrafo", e perfino questo avresti potuto infilarlo nel testo. Se fossi riuscito a evitare l'introduzione e partire in medias res, mi sarei alzato in piedi ad applaudirti.
[°] Alcuni enigmi erano risolvibili, ma altri - per me l'ascensore - erano al di là delle mie capacità. E il gioco degli scacchi, per quanto molto bello, dà luogo a soluzioni controverse. Inoltre, io per la prima volta sono finito al 39 pensando al biglietto da visita "Nessuno +39 0000000": l'essere mi ha chiesto chi ero, ho pensato di rispondere Nessuno. Servirebbe un meccanismo di controllo per essere certi che il paragrafo di arrivo sia quello corretto.
[^] Ecco, lo stile non mi ha affatto entusiasmato. Troppi "noti che" "sembra che", troppi possessivi, alcune ripetizioni (a metà del paragrafo 13 ci sono cinque "non" in una riga e mezza), qualche refuso: non mi indispettisce la narrazione a tratti minimale, bensì la pesantezza generale. Immagino che la revisione delle meccaniche di gioco sia costata la morte sociale all'autore, che sarà emerso dalla sua camera con la barba di un mese, un matrimonio rovinato e una lettera di licenziamento: tutto apprezzabile (insomma...) ma non si può prescindere dall'editing del testo. Non ci saranno castronerie grammaticali, ma brutture come "questo ti fa tornare in mente che non ricordi", "ti sembra di starti guardando allo specchio", "svariate bottiglie sono disposte con un certo disordine"... Beh, vi assicuro che in un racconto così bello stonano davvero.
Prima di chiudere, una curiosità. Anni fa, un esordiente scrisse un Corto di difficoltà estrema, dove il protagonista si aggirava in un'ambientazione claustrofobica, inseguito da un buio nebbioso, e l'unico modo per salvare la pelle era risolvere una serie di enigmi.
Pur con i suoi evidenti limiti, il racconto vinse il concorso. Da allora, quell'autore non è più stato capace di ripetersi.
Ecco il voto ai singoli parametri aggiuntivi:
Giocabilità: 8
Narrazione: 6,5
Divertimento: 6
Per questi motivi e ciononostante, il mio voto è 8,5.
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Re: I Corti 2015 - La nebbia
Recensione di Heimdall di Bifrost
“La nebbia”
Confesso che la recensione su questo corto è stata sinora l’unica che ho scritto dopo l’inizio delle votazioni: non essendo infatti inizialmente riuscito a sbrogliare l’intricatissima matassa concepita dalla diabolica mente dell’autore e, senza una soluzione almeno parziale, mi sarei astenuto dal giudicare (normalmente non ho la presunzione di giudicare ciò che non capisco). Ho avuto quindi bisogno dell’indispensabile aiuto dell’analisi collettiva uscita da uno dei topic di discussione più interessanti e intriganti che si siano letti da queste parti in epoca recente.
Giocabilità. Si è visto infatti che questo corto catalizza odi e amori, appassiona, diverte, divide: normalmente questi sono segni se non altro di distinzione, del fatto che comunque non passa inosservato e si sente che alla base c’è la “ciccia”. Io stesso mi sono trovato a pensare agli enigmi proposti anche in altri momenti della giornata, anche questo indice che – almeno su di me – questi avevano fatto colpo.
Diciamo che personalmente sono arrivato a buon punto e, grazie a un’imbeccata e alla correzione di un errore, sono giunto alla soluzione legata al nome di Turenne Hove: l’unica cosa che mi rimane del tutto oscura è perché l’unica soluzione ‘positiva’ sia quella legata all’altro nome che possiamo vederci attribuire: quella di Dwayn. E aggiungo che, dal mio personale punto di vista, mi pare vi sia grande differenza tra la soluzione che prevede il suicidio e, con esso, la fine del tempo, e quella che non lo prevede. Come sa chi ha letto l’intera discussione, mi sono ingannato nell’interpretazione di un indizio, quello relativo al numero di telefono di “Nessuno”, che mi ha fatto saltare almeno un altro enigma. In realtà, leggendo anche di altri dubbi analoghi, mi pare che la struttura ‘libera’ che l’autore ha inteso conferire al corto, con il sistema di interazione coi numeri dei paragrafi sia audace e per certi versi geniale, ma vada meglio tenuta sotto controllo.
Dato infatti che il meccanismo che conduce alle soluzioni non è mai lo stesso (e, come è stato fatto notare da Boole, spesso non si capisce neppure cosa sia un enigma e cosa no), senza introdurre nessun tipo di verifica o di punto d’appoggio per il lettore, si corre il rischio in alcuni casi di pervenire al percorso corretto seguendo una via che non è quella ipotizzata dall’autore, come ha mostrato il ragionamento sull’ascensore proposto da Jhongalli, ovvero in maniera del tutto casuale, come accaduto a me nel mio primo tentativo.
Inoltre, visto il numero veramente alto di paragrafi ‘nascosti’, come notato da Adriano (e se lo dice lui… ) e il fatto che la soluzione in successione degli enigmi è l’unica via per giungere alla conclusione, si rischia semplicemente da un lato di rendere impossibile concludere positivamente il gioco a causa, magari, della nostra incapacità di pervenire alla soluzione di un singolo enigma. Questo rischia da un lato di rendere frustrante la lettura, dall’altro spinge chi veramente è accanito a fare quello che – credo – abbiano fatto tutti quelli che l’hanno terminato: leggere tutti i paragrafi e trovare quelli che hanno senso, ricostruendo le soluzioni a ritroso. Insomma: ricordiamoci che persino lo Steve Jackson più incattivito ci permette, tentando e ritentando, di sbrogliare i suoi intrichi più avviluppati, mentre qui incepparsi significa non riuscire del tutto a portare a termine il gioco.
Divertimento. In ogni caso, sin qui ho evidenziato forse sin troppo nel dettaglio i difetti di quella che comunque – voglio affermarlo senza ombra di dubbio – è un’opera di alto livello scritta da una mano talentuosa e capace.
Affrontando il discorso in termini più generali credo che al nostro autore non manchi l’inclinazione per la costruzione di enigmi raffinati e, soprattutto, molto divertenti. La maggior parte di essi, infatti, sono sfidanti al punto giusto: non si aprono a una soluzione troppo facile, che toglierebbe mordente alla sfida, ma costringono il lettore/giocatore a mettercisi seriamente d’impegno per venirne a capo. Anche se la soluzione non arriva subito, rimangono nella testa, costringono a pensarci e a immaginare diverse vie per la soluzione: sarà un anagramma, un’operazione algebrica? Un indovinello o una figura geometrica? Geniale, davvero.
Narrazione. La scrittura del racconto è magistrale: la nebbia pervade letteralmente ogni singola riga, ogni singolo passo del nostro alter ego letterario, sposandosi in pieno con la sensazione di smarrimento che è indotta al protagonista dal contesto e a noi dagli enigmi. C’è poco da fare: alle prime due o tre letture sono rimasto di sasso quando, magari dopo appena pochi passi, la bianca pania mi raggiungeva, e con essa l’oblio e l’obbligo di ricominciare quella che appariva sempre più come una missione disperata. Un’angoscia claustrofobica incombe su ogni gesto, ogni pensiero: l’urgenza di utilizzare al meglio il pochissimo tempo concessoci diventa l’unico nostro pensiero, e allora non conta davvero nulla quale sia il nostro retroterra. Che importa? l’unico imperativo è porre termine a questo incubo apocalittico che ci avvolge, fosse pure premendo il grilletto nell’unico, fuggevole momento in cui ci è data la facoltà di farlo.
L’autore ogni tanto pare indulgere sulla spiegazione del perché ci possiamo trovare lì, fornendoci dettagli di fisica dell’universo. In ogni caso si tratta di semplici, brevi suggestioni che non cadono mai nella tentazione dell’infodump: potrebbe essere così, ma anche no, e in fondo non è questa la via per giungere alla soluzione e anche i momenti di lettura sono delle false piste. Le cause rimangono aperte all’interpretazione e alla suggestione del lettore, a tutto beneficio del clima sospeso e lattiginoso in cui è avvolta l’intera narrazione.
I miei sinceri complimenti per quella che, dal mio personalissimo punto di vista, è l’opera migliore tra quelle viste sin qui in concorso.
Voto complessivo: 8,5.
Giocabilità: Voto 7.
Divertimento: Voto 9.
Narrazione: Voto 9.
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Re: I Corti 2015 - La nebbia
Mi tolgo un altro sassolino dalla scarpa (uuuh, ma quanti ne ho!).
Anni fa, ci fu un Corto in cui, al penultimo paragrafo, si diceva: "Se avessi incontrato più di un animale, o più di un uomo, sul cammino, avrebbe avuto un significato?"
Forse ( )
... e forse no (40)
Quella parentesi vuota, senza altri indizi: che massacro di critica! L'autore ha dimenticato il numero! Mi sono dovuto andare a cercare il paragrafo a cui si riferiva! Errore! Ignominia!
Poi glielo spieghi. Eeeeeehhhhh, ma come potevamo sapere? Come potevamo pensare, che il numero dovevamo individuarlo noi nel racconto e inserirlo nella parentesi vuota? Troppo oscuro, troppo meta! Dovevi dircelo, renderlo evidente!
... poi, oggi, ci arriva questo Corto dove non solo non sei sicuro se hai risolto l'enigma, ma NEMMENO SEI SICURO CHE CI FOSSE UN ENIGMA E CHE LEGASSE QUEI DUE PARAGRAFI...
... ed è capolavoro! Geniale! Assoluto! Mi inchino! Giù il cappello!
Come cambiano i gusti, com'è volubile la folla...
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