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Re: I Corti 2015 - La nebbia
Ragazzi, sono riuscito a parlare con abeas!
Non vi dico cosa tutto ho dovuto fare per riuscirci, è stata un'odissea! Su indicazioni di una donna conosciuta all'isola Eea, ho dovuto attraversare il mar Mediterraneo fino a raggiungere una baia all'estremo limite occidentale del mondo conosciuto, nella terra dei Cimmeri, perennemente avvolta nella nebbia. Lì ho celebrato un sacrificio propiziatorio alla cerimonia della Nékyia: con una spada ho scavato una fossa d'un cubito, e intorno ad essa ho libato la libagione dei morti, prima di miele e latte, poi di vino soave, la terza d'acqua, spargendo farina bianca.
Così facendo, ho aperto il varco per l'Ade, allo scopo di interrogare lo spettro dell'antico abeas. Subito si sono affollate attorno a me le anime dei travolti da morte: in folla attorno alla fossa, di qua, di là, si pigiavano con grida raccapricianti: verde orrore mi ha preso. Ma sguainando la spada ho tenuto le ombre a distanza, e alla fine sono riuscito a incontrare abeas, che mi ha parlato rispondendo alle molte domande che gli ho fatto.
Non ho potuto prendere appunti, ho dovuto tenere tutto a memoria, quindi spero di non dimenticarmi di nulla. Man mano che qualche nuovo dettaglio della nostra conversazione mi tornerà in mente, lo aggiungerò qui sotto.
abeas ha scritto:
Ingegnoso ¿„ãßꪧ¬, perchè infelice, lasciando la luce del sole, venisti a vedere i morti e questo lugubre luogo? Tremendo ai vivi veder queste cose! Ma levati dalla fossa, ritira la spada affilata, che il vero ti dica.
A un certo punto esce fori un vecchio che fà dice: “Presto chiamate un’ambulanza”, dico “Ma che chiami? Non lo vedi che questi c’hanno si e no trenta secondi de vita?”. Aò so passati venti secondi, so’ spirati proprio così, all’unisono… Mortacci l£%0%0%0%0%0
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Re: I Corti 2015 - La nebbia
abeas ha scritto:
"Questo corto verrà massacrato"
(Io, quando ho cliccato il pulsante "invia" dell'email che ho mandato a Mornon)
gabrieleud, Mag-20-15 17:18 ha scritto:Comunque questo è il corto scritto da abeas
Vince il premio "Bastardo dei Corti 2015": gabrieleud, per avermi svelato e messo in difficoltà al terzo giorno della settimana con l'uscita di cui sopra!
Quindi, ingegnoso ¿„ãßꪧ¬, nelle lande al di fuori della nebbia le genti invocano spiegone? E spiegone sia! Ma dato che me lo si chiede, parlerò senza riserve, anche laddove ciò possa suonare aspro ai prodi lettori.
A un certo punto esce fori un vecchio che fà dice: “Presto chiamate un’ambulanza”, dico “Ma che chiami? Non lo vedi che questi c’hanno si e no trenta secondi de vita?”. Aò so passati venti secondi, so’ spirati proprio così, all’unisono… Mortacci l£%0%0%0%0%0
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Re: I Corti 2015 - La nebbia
abeas ha scritto:
Innanzitutto chiariamo subito una cosa: questo corto è stato scritto in 48 ore. Quelle prima della scadenza. E non avrebbe mai visto la luce, se, propiziamente e paradossalmente, non mi fossi ammalato il giovedì (cioè a tre giorni dalla scadenza). Fino ad allora esisteva solo l'idea generale, l'enigma della scacchiera e (solo in testa) alcuni degli enigmi numerici, ma di scritto non esisteva nulla. Quindi non mentivo quando mercoledì alle 22 ho scritto: "E' abbastanza pacifico ormai che non ho più il tempo materiale per farcela."
Se non mi fossi ammalato il giorno dopo, non avrei avuto il tempo di provarci (e non credevo comunque possibile farcela: mi sono imposto scrittura di getto e "buona la prima"). Considero quasi un miracolo che, data la sua struttura incastratissima, il corto non contenga neanche un errore nei numeri, nella risoluzione o nel posizionamento dei paragrafi (considerando che il rimescolamento l'ho fatto a mano). Refusi sì, ovvio, e anche frasi che un numero di riletture maggiore di zero avrebbe permesso di scrivere meglio. "Questo corto è troppo estremo, verrà massacrato", click, invia, torniamo a letto.
Il numero di commenti (in buona parte positivi o addirittura entusiastici) e il terzo posto sono un grandissimo successo per me.
Qualcuno ha parlato di difficoltà troppo alta (tra poco ci torno) e di una quantità di cose che si sarebbero potute alleggerire. Può darsi, ma chi l'ha affermato non considera una cosa importantissima: il corto non sarebbe più stato estremo, non sarebbe più stato un "osare senza limiti", ma un semplice "osicchiare con timore, chiedendo il permesso". Probabilmente il risultato finale nei voti sarebbe stato lo stesso, e io sarei rimasto col rimpianto di non avere avuto il coraggio di provarci fino in fondo.
A un certo punto esce fori un vecchio che fà dice: “Presto chiamate un’ambulanza”, dico “Ma che chiami? Non lo vedi che questi c’hanno si e no trenta secondi de vita?”. Aò so passati venti secondi, so’ spirati proprio così, all’unisono… Mortacci l£%0%0%0%0%0
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Re: I Corti 2015 - La nebbia
[abeas mi ha parlato di "neanche un errore" nel suo corto, ma in effetti un errore c'è, nell'enigma della scacchiera. Ne parlerà lui stesso più avanti.
Prima però gli ho chiesto un'opinione sulle varie recensioni ricevute.]
Tutte belle le recensioni, anche quelle critiche, si capisce, tranne quella di El_tipo, che ho trovato pretestuosa, quasi cercasse scuse per giustificare il fatto di avere deciso di assegnare un 3. Non è la stroncatura che non mi va giù, sia chiaro, El_tipo ha tutto il diritto di dare un 3. Sono le motivazioni dietro al voto che non si reggono in piedi.
Il corto è stato pubblicato da appena 10 ore (notturne), ma El_tipo sa già che:
El_tipo ha scritto:troppo difficile trovare la strada giusta, in soli sei tentativi poi credo che sia impossibile. E' un insieme di rompicapi che non sono neanche svelati nel modo giusto
E ancora:
El_tipo ha scritto:Io [l'enigma degli scacchi] l'ho finito persino con la regina
Adriano ha scritto:Con la regina? Mi sembra impossibile...
El_tipo ha scritto:Hai ragione non si puo fare! ho detto una caxxata....cmq ininfluente ai fini del ragionamento.
E ancora:
El_tipo ha scritto:Questo corto è fatto male, troppo difficile e l'unico modo per finirlo è essere nella testa di chi lo ha scritto.
Confronta con:
babacampione ha scritto:Ho trovato gli enigmi molto sottili, appunto, ma in fin dei conti logici. Pure la mia intelligenza grossolana è riuscita a risolverli quasi tutti (a parte quella degli scacchi, perchè non conosco le regole) dopo averci riflettuto non poco
Come è stato dimostrato da chi poi il corto l'ha giocato veramente, gli enigmi sono risolvibili anche da persone diverse da me stesso, e il corto può essere finito nei sei percorsi limite, e tra l'altro non in uno, ma in ben tre modi differenti. Mi trovi El_tipo un LG di Steve Jackson (da lui citato) che si può terminare in tre modi differenti. Oltretutto dopo che viene dimostrato che il corto si può finire, El_tipo non cambia idea, ma continua a ribadire che il corto è "IMPOSSIBILE" (tutto maiuscolo) da risolvere, e si lamenta dei voti troppo alti (cosa che mi ha provocato un certo senso di deja-vu, dev'essere destino che nei miei corti qualcuno si lamenti dei voti troppo alti). El_tipo esplicita tutta la sua malafede scrivendo:
El_tipo ha scritto:E'solo un insieme di rompicapi. Se fossero stati risolvibili forse non gli avrei dato 3, ma al massimo 5
Bah. In fondo ormai sono nell'Ade, che mi frega dei giudizi dissennati.
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Re: I Corti 2015 - La nebbia
Ciao Abeas, mi dispiace che tu non abbia trovato costruttivi i miei commenti, ti assicuro che il tuo corto mi ha tenuto compagnia in una lunga notte (o mattina, dipende dai punti di vista) di un lungo viaggio in aereo. Ho scritto il commento in areoporto, dopo che per 11 ore ho navigato tra i paragrafi, ho costruito mappe ecc ecc.
Non conosco te, in verità non conosco nessuno degli utenti di questo forum, nè tantomeno avevo la benché minima idea di chi fossero gli autori dei corti, quindi non capisco perchè parli di malafede.
Purtroppo io ho l'impressione opposta, cioè che qualcuno qui dentro si conosca e faccia il furbo, anche per competizioni come questa che voglio dire, si compete per la gloria, neanche per la visibilità o cosa.
Ma non voglio parlare di questo.
Mi ritengo un appassionato di letteratura e, in parte minore, anche di librogame. Accetta dunque questo piccolo consiglio. Non la prendere male se a qualcuno non piace il tuo lavoro. E' il bello di mettersi in gioco. Anche se hai scritto un capolavoro, ci sarà sempre qualcuno che penserà che hai fatto una c....ta. Pensa ci sono persone che ritengono che Arancia Meccanica è brutto perchè "fa paura", oppure che i libri di Dostojevsky sono noiosi perchè lunghi...
Ti faccio i miei complimenti per i tempi di realizzazione e per aver scritto un racconto a paragrafi, è una grande impresa e, se ti può rincuorare, io non credo proprio di esserne capace. Ma non cambio la mia idea, quello che ho scritto è quello che penso.
Un saluto
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El_tipo
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Maestro Ramas
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Re: I Corti 2015 - La nebbia
[Essendomi portato dietro un tablet, ho potuto connettermi al thread del corto di abeas, in modo da fargli domande mirate che citassero parti di recensioni che gli amici del forum hanno scritto durante la settimana di votazioni. Ebbene sì, nell'Ade c'è più campo che a casa mia.
Quindi, per introdurre l'argomento "difficoltà", ho estratto una frase ben rappresentativa, scritta dal Dir.Gaz.]
Anima di Lupo ha scritto:Evidentemente per l'autore misterioso calibrare la difficoltà non è molto importante.
No, non lo è stato affatto. Non mi è passato per la mente nemmeno per una frazione di secondo. Volevo creare un corto difficile, è stata mia precisa intenzione. [sorride]
Parliamo della difficoltà:
Ragazzi, chi ha detto che deve tutto essere una passeggiata? Volevate un incubo, e un incubo vi ho dato.
Un corto claustrofobico sia per il protagonista che per il lettore! [ridacchia]
Il senso della difficoltà degli enigmi l'ha spiegato molto bene Prodo, quindi userò le sue parole (aspetta, dov'è? Come si usa questo coso? Ok ecco):
Prodo ha scritto:non si può non tenere conto del contesto in cui l'opera è stata scritta: un sito di appassionati, esperti del genere, capaci di superare con facilità molte delle difficoltà classiche di un libro-gioco. Allora viene da chiedersi se l'autore non abbia fatto bene a osare, a sparigliare un po' le carte e colpire duro, per suscitare reazioni altrettanto estreme.
La difficoltà degli enigmi hanno impedito di trovare la soluzione del corto? No, la soluzione è stata trovata in meno di 48 ore dalla pubblicazione. Ma quantomeno il corto ha rappresentato una vera sfida per il lettore.
Come dice babacampione:
babacampione ha scritto:Leggendo i tanti commenti di questo thread mi viene da pensare che la difficoltà estrema e la cripticità siano stati più uno stimolo che un deterrente
E' quello che speravo anch'io. [mi fa l'occhiolino, il che mi procura dei brividi]
E poi ragazzi, la difficoltà è soggettiva! Giudicate un po' voi:
Aloona ha scritto:All'enigma del nome, incredibilmente, sono arrivata da sola!
Prodo ha scritto:non si può non considerare quantomeno strano il ragionamento che ci porta a determinare la scelta dei paragrafi in cui recarci quando pronunciamo il nostro nome.
Adriano ha scritto:al biglietto con i geroglifici non ci arrivo se non capisco il mio nome. E giuro che non ci sono riuscito fino a che non mi sono letto a tappeto tutti i paragrafi
Charles Petrie-Smith ha scritto:[l'enigma dei tavoli] è stato il primo enigma che ho risolto.
Prodo ha scritto:[l'enigma della bacheca] Ricorrendo a un processo logico che non sono riuscito a individuare possiamo andare a vedere cosa c’è nello slot riservato alla nostra stanza
Ardianna2015 ha scritto:degli enigmi da voi scoperti, non sono riuscita a risolverne, e a scoprirli!, nemmeno uno. [...] a me mai sarebbe venuto in mente di fare 22-2 e scendere al piano interrato!
Jhongalli ha scritto:Sono al primo piano al num.22, devo scendere di due piani quindi mi viene naturale fare 22-2.
gabrieleud ha scritto:su certi indizi è palese cosa fare (+39, /12), con altri (scacchi, ascensore) devo tirare le orecchie
Adriano ha scritto:Giuro che l'enigma del numero telefonico non l'avrei mai risolto "normalmente"
Adriano ha scritto:Menzione particolare per l'indizio /11 [...] l'intuito deve andare oltre un livello di semplice attenzione dei particolari: qui si tratta di "osare" oltre i limiti di un normale librogame
phantomfh ha scritto:io ho risolto più facilmente scacchi e ascensore.
Apologeta ha scritto:Alcuni enigmi erano risolvibili, ma altri - per me l'ascensore - erano al di là delle mie capacità.
Anima di Lupo ha scritto:Alcune sfide devo ancora risolverle adesso: la partita a scacchi, il biglietto numerico con scritto Nessuno, lo schermo del computer e il biglietto con i simboletti
babacampione ha scritto:Ho trovato gli enigmi molto sottili, appunto, ma in fin dei conti logici. Pure la mia intelligenza grossolana è riuscita a risolverli quasi tutti (a parte quella degli scacchi, perchè non conosco le regole) dopo averci riflettuto non poco
Praticamente per ogni enigma c'è stato almeno uno che l'ha trovato banale e contemporaneamente un altro che l'ha giudicato impossibile e che avrebbe voluto strozzarmi.
Poi ripeto, io non sapevo come sarebbe stato ricevuto il corto, quindi non avevo idea di come sarebbe stata vista la sperimentazione proposta. Ho osato. Come ha scritto Mornon, il concorso è un'ottima occasione per sperimentare, e io volevo proprio vedere cosa succedeva con una proposta del genere, estremamente sperimentale.
A proposito dell'enigma del nome.
Al par.17 ho scritto: "Se conosci il tuo nome pronuncialo a voce alta."
Quello che volevo che il giocatore facesse fosse proprio pronunciare il nome a voce alta e così facendo sentire il richiamo a un numero di due cifre. Pronunciando "Turenne Hove" esce un suono tipo "t(u)rennòv(e)"; pronunciando "Dweyn Hove" esce "dueinnòv(e)". Ora (nella mia mente), non ci sarebbe voluto troppo sforzo a individuare 3-9 nel primo caso e 2-9 nel secondo... [allarga le braccia]
Adriano ha scritto:Il problema è il fatto che per trovare una soluzione abbiamo dovuto metterci in gruppo
Ragazzi, che soddisfazione leggere il vostro impegno per risolvere gli enigmi! Mi è piaciuta moltissimo la collaborazione di gruppo che è nata per arrivare alla soluzione. Non vedo perchè questo dovrebbe essere un problema o un difetto: gli enigmi sono oggettivamente difficili, non tutti hanno le stesse capacità deduttive o anche solo il tempo da dedicare agli enigmi nel ristretto intervallo temporale di una settimana. Ci sta perfettamente che in una comunità nasca una collaborazione spontanea per risolvere gli enigmi, ciascuno dando il suo contributo. Per me è un pregio, anzi un vanto: mi è piaciuto veramente tanto, e un po' ci speravo quando ho mandato il corto.
Quando poi ho letto Prodo e Apologeta risolvere l'enigma del numero di telefono:
Prodo ha scritto:Il biglietto da visita con il numero telefonico ci consente di effettuare una telefonata. Al paragrafo 8 ci avviciniamo al bancone dell'albergo, e ci viene chiarito che tra gli oggetti vediamo un telefono. Aggiungendo 39 (il famoso +39 del numero) al numero del paragrafo, 8, otteniamo 47. Recandoci al paragrafo 47 possiamo effettuare effettivamente una telefonata
Apologeta ha scritto:Gli enigmi sono tutto fuorché scontati e risolverli dà una soddisfazione unica. Una sera, appena prima di addormentarmi, ho spalancato gli occhi e ho pensato: "Ehi, ma c'era un telefono! Ecco come usare il +39!"... e mi sono dovuto alzare da letto per verificare l'ispirazione.
ho applaudito davanti allo schermo [ride e mima un applauso]
Volevo proprio che il lettore ricevesse questo tipo di soddisfazione nel risolvere gli enigmi:
"Il testo non mi dice quando usare questo numero di telefono. Ehi, ma in questo paragrafo viene nominato un telefono! Proviamo... Funziona! Si può davvero fare una telefonata!"
Confrontate con un testo che vi dice:
Sul bancone della reception sono ammassati stracci, cartacce, un telefono, frammenti di legno, un campanello senza batacchio. Se vuoi usare il telefono aggiungi il numero di telefono indicato sul biglietto al numero di questo paragrafo, e recati al paragrafo corrispondente.
Cioè, sì, bello. Ma a parte il fatto che spezza la linea narrativa (e la sospensione di incredulità) parlando direttamente col lettore, non mi pare che si ottenga la stessa soddisfazione del caso precedente.
Prodo ha scritto:Non si può scrivere né appuntare nulla!
C'è un equivoco. Io non vi ho mai vietato nel regolamento di prendere appunti. E' il protagonista che non può prendere appunti scritti, perchè la nebbia glieli cancella quando il tempo viene riavvolto. Ma voi (lettori) non siete mica in un loop temporale! Il regolamento non a caso distingue esplicitamente tra "tu (protagonista)" e "tu (lettore)", cosa che qualcuno ha trovato stilisticamente brutta, il che l'ha distratto dal contenuto.
E poi, diciamocelo, se anche ve lo avessi realmente vietato, come avrei comunque potuto impedirvi di prendere appunti? [ride sarcasticamente] Barare fa parte del giocare ad un LG (non mi dite che non avete mai consultato il manuale delle magie a Sortilegio, solo perchè Steve Jackson vi ha scritto che non potevate farlo!)
Come ha scritto Anima di Lupo:
Anima di Lupo ha scritto:"Guarda che nei Lg è normale barare, non fare l'ipocrita. Lo abbiamo fatto tutti. Non te ne deve importare. Gioca e divertiti, è questo che conta"
Ecco [occhiolino]
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Re: I Corti 2015 - La nebbia
[La domanda successiva è stata sul finale, dato che sono stati in molti a invocare un lieto fine.]
Adriano ha scritto:manca un finale positivo [...] Sapendo che tanto, bene che vada, mi devo sparare alla testa, che li affronto a fare tutti questi enigmi?
Perchè altrimenti rimani intrappolato nella nebbia per l'eternità! [sorride]
Parliamo del finale:
Ragazzi, il finale positivo manca perchè non tutte le storie possono avere un finale positivo, e questo dovete accettarlo e basta. Hollywood vi ha abituato male. (E poi guardate me, sono nell'Ade! Vi sembra un finale positivo per me questo?)
In questa storia in particolare, viene detto abbastanza chiaramente che il tempo è arrivato alla sua conclusione. Non esiste modo (è al di fuori della nostra portata, non siamo Dio) di trovare una risoluzione a un problema di questo tipo. Non si tratta mica di aggiustare un tubo che perde. Non è che il protagonista può nascondersi in uno sgabuzzino dove premi un interruttore e il tempo continua a scorrere. Se il tempo finisce, non c'è soluzione. O rimani bloccato per sempre, o fai in modo di non rimanere bloccato per sempre (togliendoti la vita). Scelte come queste, purtroppo, mutatis mutandis, esistono anche nel nostro mondo reale, non crediate che sia solo fiction.
Gli esempi che potrei citare di opere senza finale positivo sono innumerevoli. Mi limito al misconosciuto racconto "Non ho bocca, e devo urlare" (che forse conoscete nella sua trasposizione in videogame per pc fatta negli anni 90: "I Have No Mouth, and I Must Scream"): una storia agghiacciante con un finale drammaticissimo. Anche nel videogioco non si poteva vincere e il creatore del gioco ha dichiarato che questo era stato fatto deliberatamente (e ciò ha indispettito i giocatori [ride]); cito a memoria: "I created it so you could not win it. The only way in which you could "win" was to play it nobly. The more nobly you played it, the closer to succeeding you would come, but you could not actually beat it. And that annoyed the hell out of people too."
Charles Petrie-Smith ha scritto:La mancanza di un finale di decisa risoluzione - non per forza lieta - pesa molto per me: ad alcuni il 42 sembra sostanzialmente diverso dal 50 a me NO, anche perché si chiudono con la stessa frase.
Quindi la stessa frase di chiusura rende i due finali uguali? Si chiudono con la stessa frase perchè in entrambi i casi il tempo è finito. Non si sfugge. Puoi decidere di rimanere invischiato per l'eternità nella nebbia oppure no. Questo è quello che differenzia i due finali, anche psicologicamente, e non è poco.
Come scrive Aloona:
Aloona ha scritto:trovo che la soluzione del suicidio sia inattesa, amareggiante, ma proprio per questo bellissima. Troppo facile il finale "buono" classico, viva l'uscire dagli schemi. Ci resti male. E allora? L'ultimo libro che ho letto finisce (per me) di schifo, volevo piangere per la delusione, ma non perché fosse fatto male, perché avrei VOLUTO un altro finale... uno meno triste, con tutti felici e contenti, ma mannaggia alla miseria se ho i brividi quando ci penso. E questo fa sì che non me lo scordi mai. Inoltre, lungi dall'essere banale, la sensazione vissuta che viene descritta è potente: mi è piaciuto soprattutto il dettaglio del dubbio che assale all'ultimo secondo. C'è un'altra soluzione, forse? Forse non si sono vagliate tutte, forse c'è ancora una speranza, anche nell'impossibile e sei proprio certo di voler mettere la parola fine? Bomba, sembra una metafora della vita ed è esattamente quel che si prova nel pensare di morire. Qualcosa che mi ha toccato nelle corde personali.
Mi dica CPS quale sarebbe stato il finale che gli sarebbe piaciuto leggere, sono curioso.
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