Re: I Corti 2015 - La nebbia
Mornon ha scritto:2: il tavolo nº1 della sala da pranzo del par. 30 corrisponde alla prima casa in alto a sinistra nella scacchiera (ovvero quella che nella notazione scacchistica convenzionale viene indicata con il codice "a8").
Funziona esattamente allo stesso modo anche se il tavolo 1 fosse in a1: in ogni caso la casella opposta secondo la diagonale (l'ultima dell'ultima fila) su un percorso a spirale occuperà la posizione 15.
3: il ragionamento di Jhongalli di prendere l'ascensore e cambiare piano sulla base di una sua decisione arbitraria è sbagliato, perchè va contro il regolamento. Il regolamento recita: "a volte, quando ti sembrerà che il testo te ne offra la possibilità, dovrai recarti in un nuovo paragrafo, ricavando il numero dagli indizi che hai raccolto fino a quel momento; altre volte dovrai invece agire sul numero del paragrafo in cui ti trovi concordemente con le informazioni trovate in precedenza."
Prendere ascensore e cambiare piano senza aver prima trovato nessuna informazione in merito e senza avere un motivo per farlo è quindi sbagliato, perchè si violano le regole del gioco.
Ero certo che l'Autore avrebbe risposto così, perché in effetti sarebbe una scorciatoia immensa, tale da compromettere tutto il gioco, però non ha molto senso: chi ha mai visto un albergo con ascensore solo per piano terra e primo piano? E poi uno potrebbe procedere per tentativi...
Insomma, se voleva blindare meglio il percorso doveva immaginare un miglior sistema per accedere agli altri piani.
Ho vinto È un gioco da ragazzi E In cerca d'avventura al primo tentativo.
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Re: I Corti 2015 - La nebbia
abeas ha scritto:Per ora non ho letto spoiler, perchè voglio provare a risolverlo da solo, ammesso che sia possibile
E' possibile, ho pubblicato la soluzione a pagina 7 di questo thread, protetta dall'opzione Spoiler. In caso di frustrazione è lì, da consultare a piccole dosi, mi raccomando .
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Re: I Corti 2015 - La nebbia
E dopo tante chiacchiere e tanto sbattimento la votazione.
Mi piacciono molte cose di questo corto: lo stile di scrittura, che seppur indugia in espressioni a volte colloquiali (come bere a canna per esempio) è asciutto e rapido, come si addice a un corto, ma sa essere particolareggiato dove serve.
Secondo me molti autori hanno da imparare da questo approccio: perché talvolta si tende a essere inutilmente verbosi e ridondanti, e io ho sempre sostenuto, e lo ripeto, che un'opera breve non può prescindere da caratteristiche di immediatezza e momenti quasi adrenalinici.
Questo vale ancor di più per un racconto interattivo: saper dosare il numero di parole usate non vuol dire essere sbrigativi. E l'autore de La Nebbia questo l'ha compreso in pieno, riuscendo a essere accurato e dettagliato dove serve, pur senza rinunciare all'alone di mistero e alle componenti oniriche che contraddistinguono la vicenda.
Che mi ha colpito per l'imponente comparto ludico: mi ha ricordato un'avventura grafica che ho giocato circa un anno fa, Anna, dell'Italiana Dreampainters. Massiccia nei suoi ambienti claustrofobici (si sviluppa interamente in un'isolata baita), con un'atmosfera pesante e surreale, che trasuda orrore senza metterci di fatto quasi mai di fronte a nemici reali.
Ma che le cose vadano male si percepisce in ogni paragrafo (o schermata nel caso del videogioco), e l'angoscia che questa situazione di surreale "normalità" riesce a comunicarci è tanto pesante da risultare fisica.
Lo stesso accade ne La Nebbia: e secondo me un approccio simile è magistrale, come era magistrale in Anna.
La difficoltà è fuori parametro, e alcune soluzioni degli enigmi sono arbitrarie: non si può non considerare quantomeno strano il ragionamento che ci porta a determinare la scelta dei paragrafi in cui recarci quando pronunciamo il nostro nome. In altre occasioni addirittura si può giungere a sciogliere il rebus in modi differenti (vedi problema del tavolo e della spirale) senza essere davvero certi di quale sia quello corretto.
Un approccio del genere è teso a escludere una parte del pubblico: perché al di là delle dichiarazioni di entusiasmo è un dato di fatto che a quasi 48 ore dalla pubblicazione sono pochi quelli che hanno superato tutti i problemi e sono pervenuti alla soluzione finale.
Questo secondo me è un difetto e un pregio allo stesso tempo. Perché rendere un racconto elitario di base è un'operazione abbastanza insensata e anche antipatica. Ma allo stesso tempo non si può non tenere conto del contesto in cui l'opera è stata scritta: un sito di appassionati, esperti del genere, capaci di superare con facilità molte delle difficoltà classiche di un libro-gioco. Allora viene da chiedersi se l'autore non abbia fatto bene a osare, a sparigliare un po' le carte e colpire duro, per suscitare reazioni altrettanto estreme.
La stessa possibilità di consentire, tramite ragionamenti logici, di pervenire a una medesima soluzione in modi differenti, se da un lato risulta un po' confusionaria, dall'altro è un valore aggiunto.
La sfida ci spinge a ragionare e usare tutte le nostre risorse per sviscerare ogni angolo del racconto in pieno: poterlo fare anche in maniera personalizzata garantisce enormi soddisfazioni.
E mi è piaciuto anche il finale alternativo, per quanto atroce sia constatare che la nostra unica possibilità di sfuggire al loop imposto dalla nebbia sia un agghiacciante suicidio. Si sente la mancanza di un epilogo positivo e l'assenza in parte pesa, ma la possibilità di "fuga" offertaci è perfettamente in linea con la terribile situazione che stiamo vivendo, e aiuta a renderne ancora più suggestivo e condizionante l'impatto.
Detto questo credo che sia quasi impossibile terminare La Nebbia in modo canonico, semplicemente alternando una serie di partite che rispettino il limite dei 6 turni. Io stesso ho sciolto alcuni enigmi dopo averne scoperto la soluzione scorrendo i paragrafi.
Con in mano la risposta sono stato in grado di ricostruire i passaggi logici necessari a giustificarla. Un approccio così duro e frustrante a mio modo di vedere costituisce comunque un difetto, anche perché talvolta per superare i problemi bisogna davvero ricorrere ad autentiche forzature che non hanno una spiegazione a prova di bomba.
Però non posso non restare ammirato di fronte al titanico lavoro compiuto per incastrare gli enigmi, con le relative risposte numeriche, tra loro, e fare in modo che il racconto filasse dall'inizio alla fine.
E non posso ignorare il fatto che io stesso ho impiegato 2 giorni della mia vita, utilizzando ogni momento libero, per riuscire a "domare" La Nebbia, con un desiderio costante di riprenderlo in mano anche mentre ero impegnato in altre occupazioni.
E onestamente di quanti altri corti, in anni di concorso, posso dire lo stesso? Già solo questo fatto giustifica un voto alto e il mio plauso.
E fa passare in secondo piano i diversi refusi legati a errori di battitura presenti (perché dico, perché il beta testing si arena sempre sul più bello? ), qualche ripetizione di troppo, l'eccessiva complessità, l'approccio elitario e un po' bastardo di questo titolo, il primo paragrafo, con la sensazione di "già visitato" che trasmette in fase di lettura iniziale e che stona.
Signori, La Nebbia o si ama o si odia, si presta poco a vie di mezzo: io dopo averlo odiato, poi rivalutato, poi apprezzato, adesso lo amo.
Mi sbilancio: secondo me è un piccolo capolavoro, un vero gioiellino. A oggi è il mio vincitore di questa edizione 2015 de I Corti.
Giocabilità: 8
Narrazione: 8
Divertimento: 8.5
Voto Finale: 8.5
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Re: I Corti 2015 - La nebbia
Propongo una soluzione alternativa per l'enigma dei piani e degli ascensori.
par. 1
attendo 20 minuti e quindi vado al 21. Anche se l'autore ci racconta che sentiamo un botto assordante e che veniamo avvolti dalla nebbia, io vado a prendere l'ascensore e pigio uno dei due tasti -1 o 3 (ciò i due tasti dei piani dove si nasconde Hove).
Per cui vado o al paragrafo 20 (cioè 21-1) o al paragrafo 24 (21+3). E da lì riprende la storia.
E' una interpretazione corretta?
Tuttavia anche a me non è chiaro perchè una delle due alternative permetta un finale compiuto (per quanto suicida) e l'altro no. Forse perchè il suggerimento Turenne può essere trovato in due modi diversi (par. 3 e par. 5), mentre Dweyn in un solo modo (par. 13)?
Peraltro non conosco le regole degli scacchi, per cui ho dovuto barare spudoratamente...
Quando hai poche carte è importante sapere in che modo ed in quale istante giocarle...
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Re: I Corti 2015 - La nebbia
E' possibile prendere una cattiveria pura come Progetto Mortale, comprimerlo in 50 paragrafi e raddoppiarne/triplicarne il coefficiente di difficoltà?
Certo che è possibile, e l'autore di questo corto ha dimostrato di saperlo fare benissimo.
Giudicare quest'opera non è semplice.
Il tema è quanto di più caro io possa trovare: loop temporali, perdite di memoria, enigmi a volontà, di fatto una struttura a mappa sui sei tentativi a disposizione.
Cosa posso chiedere di più da un racconto a bivi?
L’introduzione mi ha fulminato, ed ho iniziato a leggerlo con l’idea di un 10 fissa nel cervello.
Poco male che il primo paragrafo sia impostato male e presuppone che abbiamo già esplorato l’albergo almeno una volta: stona solo durante la prima lettura, e basta immedesimarsi in un protagonista che sta esplorando quel luogo già da un po’.
Lo stile di scrittura è secco, freddo. Non è un difetto, anzi: rende bene l’idea di smarrimento ed allucinazione che abbiamo. Forse un po’ troppo asciutto, e di fatto si creano frasi a sé stanti, così che ogni descrizione sembri slegata dalla precedente: ma a me è piaciuta molto. Qua e là ci sono degli errori ed alcune ripetizioni (per fare un esempio, al paragrafo 23 troviamo “attrezzi di cucina sono sparsi in ordine sparso”, oppure “noti però un libro, che la copertina identifica come un ricettario. Ne sfogli alcune pagine: si tratta di una raccolta di ricette”, o infine “trattandosi invece di un trattato di argomenti filosofici”).
Esigenze di scrittura e sinonimi a parte, a me lo stile è piaciuto: mi ha aiutato ad immedesimarmi in un ambiente allucinato, sconosciuto: il classico albergo in cui ci siamo persi in un loop che ci impedisce di uscire.
La trama la trovo bella, i riferimenti sono tanti.
L’idea non è niente male: loop a parte (che, personalmente, adoro in tutte le salse), il protagonista si trova in un albergo e deve districarsi tra indizi e rompicapi per uscirne sano e salvo. Col passare della storia veniamo invasi da una bordata di informazioni e rivelazioni, tanto che iniziamo a non capirci davvero niente. Questa bolgia narrativa mi è davvero piaciuta. Sono serio, la mia non è una presa in giro: autore, chiunque tu sia, hai tutta la mia stima. Veramente!
Quando ci troviamo davanti a Hove, intuiamo che siamo noi. Ora, sinceramente non ho capito se noi siamo una proiezione di Hove, se l’immagine di Hove che chiede di ucciderlo è una proiezione nostra, se è un delirio, se stiamo sognando, se ci siamo sdoppiati, se ci troviamo in due dimensioni parallele, se sono due universi che vengono a contatto, o cos’altro. Visto l’elemento fantastico, ho apprezzato la mancanza di spiegazioni e l’aver lasciato tutto alla fantasia del lettore: è uno scenario aperto, in cui ognuno può vederla in modo differente dagli altri. Non so dire con precisione quale idea io mi sia fatto della faccenda dello sdoppiamento (perché me ne sono fatte diverse), fatto sta che la cosa mi ha fa fatto molto scervellare ed ho apprezzato anche la possibilità di interpretare il senso del Corto.
Regolamento: praticamente inesistente. Detto da uno che ama i regolamenti complessi potrebbe sembrare una stroncatura, invece non lo è: l’intro con la descrizione del loop a me è bastata ed avanzata, così com’è fatto il racconto non ha bisogno di un regolamento, e l’unica regola (riavvolgimento del tempo per sei volte) è chiara e cristallina.
Personaggio: secondo me non deve neanche essere approfondito più di tanto. Cioè mi trovo bloocato in questo loop, che mi importa di sapere chi sono, se sono sposato, se ho figli, se sono un criminale o un prete? Il mio problema è uscirne vivo, quindi ben venga il senso di smarrimento e la confusione mentale, è esattamente così che mi sentirei se dovessi trovarmi intrappolato in un incubo come questo.
Da quello che ho appena scritto dovrei dare un bel 10 e lode, ma purtroppo ho sentimenti contrastanti anche riguardo al voto.
Il Corto, in realtà, ha due problemi che mi impediscono di dare 10:
1) manca un finale positivo;
2) la difficoltà estrema.
Per quanto riguarda il finale, manca una conclusione vagamente positiva. Abbiamo due modi per concludere la lettura: uno (par. 50) è il loop che comporta la fine della partita e quindi la sconfitta, l'altro (par. 42) è spararci alla testa.
Questo secondo finale è stato indicato da molti come finale positivo, ma purtroppo non riesco a vederlo come tale: ok, mi libero dal loop, ma che c'è di positivo nel suucidarsi? Sapendo che tanto, bene che vada, mi devo sparare alla testa, che li affronto a fare tutti questi enigmi?
L'altro aspetto è la difficoltà estrema. A me piacciono molto gli enigmi, così come mi piace infarcire un librogame di problemi che facciano scervellare il lettore (basti pensare a Progetto Mortale), ma questo credo sia davvero troppo.
Non essendo riuscito in alcun modo ad uscirne entro i primi sei tentavivi ho provato altre partite, fallendo in tutte. Quindi mi sono messo ad analizzare i vari enigmi e la struttura, notando che di 50 paragrafi ce ne sono ben 14 irraggiungibili da link diretti. Tantissimi...
Intere parti del libro - contenenti indizi importanti - sono in realtà nascoste (quindi inaccessibili, se non si risolvono gli enigmi).
Leggendo tutti i paragrafi ho ricostruito un po' la mappa degli enigmi e dei vari indizi, riuscendo a risalire (a ritroso) alle soluzioni: una volta visto cosa c'è al termine di un enigma, mi sono voltato per capire se ero in grado di risolverlo, e in qualche caso ho notato che non lo ero.
La soluzione proposta da Prodo aiuta molto, ma questo non è più "gioco", è betatest, è analisi.
Il problema non sono gli enigmi: ovvio che devono essere difficili. Il problema è il fatto che per trovare una soluzione abbiamo dovuto metterci in gruppo, capire quali sono i paragrafi nascosti e trovare le soluzioni a ritroso.
Giuro che l'enigma del numero telefonico non l'avrei mai risolto "normalmente", è stato necessario risalire ai paragrafi mancanti dopo aver ampiamente spoilerato ognuno di essi. Qualche utente ha anche detto che sommando/sottraendo numeri si è trovato quasi casualmente ad avere corrispondenza con le azioni...
L'enigma della scacchiera ha 4 soluzioni, quindi se l'autore ha previsto due uscite (paragrafi 16 e 19) e io trovo una delle altre due soluzioni (paragrafi 34 e 45) ci si blocca e non si va più avanti.
I 4 percorsi che ho trovato sono:
Cxf3xd4xc2xh7xe7xd6xc5xb6xb3xc4xg4xg2xh3 - Ac8
Cxc2xh7xh3xg4xg2xf3xd4xb3xc4xc5xb6xd6xe7 - Ad8/f8
Cxg2xh3xg4xf3xd4xc2xh7xe7xb6xc5xb6xb3xc4 - Tc8
Cxg2xh3xg4xf3xd4xb3xc4xc2xh7xe7xd6xc5xb6 - Tb8
Per inciso, il giochino con gli scacchi è originale e mi ha fatto divertire molto, è solo che poi è difficile tradurlo in qualcosa di pratico se non si è spoilerato.
Se la soluzione proposta da Prodo è quella giusta, lui dice che al 3° giro si arriva ai paragrafi 3 e 13 considerando la torre e l'alfiere, ma come si fa a sostenere questo se ci sono almeno altre due soluzioni all'enigma? I numeri potrebbero anche essere altri.
A ritroso, alcuni enigmi sembrano quindi semplici da risolvere, come quello del monitor: **_**_* prevede 7 cifre, come quelle del biglietto con i geroglifici. Sovrapponendo i due indizi si trovano la terza cifra (3) e la sesta cifra (la S al contrario fa pensare al 2). Quindi: 32. Il paragrafo 32 corrisponde. Tutto ok? No, perchè se al monitor ci arrivo facilmente, al biglietto con i geroglifici non ci arrivo se non capisco il mio nome. E giuro che non ci sono riuscito fino a che non mi sono letto a tappeto tutti i paragrafi e non ho capito che Hove è simile a Nove, e che quindi Dweyn Hove è un nome che ricorda il numero 29. Ma quando viene in mente che Dweyn Hove, quanto a musicalità, dovrebbe far pensare ad un numero? Così come Turenne Hove dovrebbe ricordare il trentanove.
Giuro che non c'ero arrivato.
Alcuni indizi sono poco utilizzabili:
- “Aspettami in camera tua per venti minuti. H.”. Come faccio a capire esattamente QUANDO sommare 20?
- la piantina al paragrafo 37 dovrebbe aiutare, ma io non sono riuscito a capire come.
- l'enigma del paragrafo 49 ho dovuto smettere di leggerlo, perchè non riesco a capire come mettere insieme quelli che sembrano indizi (i vari numeri presenti nel paragrafo): somme, sottrazioni, analogie... Mi è venuto in mente addirittura "Uno, nessuno e centomila" di Pirandello, ma non capisco se sto farneticando e mi sto inventando analogie a casaccio o se sono sulla strada giusta...
- alcuni paragrafi si intuisce vagamente che contengano indizi (sopratutto quelli che rimandano all'1, ma secondo me anche il paragrafo con il cadavere che stringe in mano un biglietto mi sembra contenga un indizio, solo che non riesco a capire quale), poi si leggono le varie descrizioni ma non si capisce quale sia l'indizio: di fatto, anche leggendolo a ritroso, alcuni paragrafi nascosti li ho trovati veramente impossibili da raggiungere (il 4 per esempio). Spesso la lettura diventa uno stress, sopratutto quando il lettore cerca disperatamente un indizio nei vari meandri dell'albergo. Giuro che, ad un certo punto, mi sono trovato a leggere una descrizione di uno stemma con sopra un serpente che si morde la coda (nella Hall), convinto si trattasse di un indizio da memorizzare: il lettore è sottoposto ad un continuo sforzo, non tanto a ricordare gli indizi, quanto a capire quali lo siano veramente...
Menzione particolare per l'indizio /11, per il quale cito Prodo:
attraverso il percorso 1-17-6-26 usciamo dalla stanza del nostro vicino DOPO avergli detto che non conosciamo il nostro nome e possiamo vedere sulla porta il numero "/11", da cui deduciamo che la nostra camera è la "/12" (si trova a fianco e la /11 è la prima del piano). Proseguendo con 41-8-43-48 troviamo la bacheca delle chiavi. In matematica il segno / indica la divisione: perciò dividiamo 48 (numero del paragrafo) per 12 (numero della stanza) e otteniamo 4. Ci rechiamo al paragrafo corrispondente e troviamo il messaggio del nostro alter ego che ci dice di aspettare 20 minuti in camera qualcuno che si firma H. Possiamo esplorare altre zone dell’albergo, ma alla fine torneremo al paragrafo 1: Da lì possiamo aggiungere 20 al numero del paragrafo (i famosi 20 minuti di attesa) e recarci al 21.
Lo trovo un sistema troppo libero, in cui veramente l'intuito deve andare oltre un livello di semplice attenzione dei particolari: qui si tratta di "osare" oltre i limiti di un normale librogame, ma se devo arrivare a ragionare in questi termini le soluzioni potrebbero essere davvero infinite.
Di fatto, se non ho capito male, l'intera sequenza dei 6 loop è un unico grande true path serratissimo. Insomma: la parte ludica è FANTASTICA per come è stata ideata, poco giocabile per come è stata realizzata.
La soluzione proposta da Prodo mi sembra ottima, ma credo che sia estremamente difficile metterla in pratica senza barare o spoilerarsi i paragrafi.
L'idea di fondo è una vera bomba, ma di fatto la difficoltà ben oltre i limiti estremi rendono quasi impossibile concludere il racconto.
Ripeto che a me le difficoltà estreme vanno benissimo, è il non sapere come applicare gli indizi che mette in difficoltà.
Giocabilità: 10
viene voglia di leggerlo centinaia di volte per venirne a capo e per esplorare ogni zona, almeno questo è l'effetto che ha dato a me.
Narrazione: 8
ascitta ed essenziale, mi è piaciuta molto.
Divertimento: 6
Inizialmente è molto alto, purtroppo diminuisce quando si inizia a sbattere la testa contro gli enigmi.
VOTO FINALE: 7,5 (mi riservo eventuali modifiche in aumento nel caso dovessi trovare soluzioni alternative al true path proposto da Prodo, prometto che le cercherò)
Faccio comunque un grande applauso all'autore, perchè lo ritengo un vero genio! Mettere su un racconto come questo non è roba da poco, e mi sento molto vicino a lui visto che tutta la cattiveria da lui utilizzata per scrivere il corto è simile a quella che ho utilizzato io per scrivere Progetto Mortale.
Che questo Corto venga scelto oppure no a concorso concluso, mi piacerebbe vederlo sulla distanza dei 500 paragrafi, e non nascondo che contatterò l'autore a concorso terminato per congratularmi personalmente con lui per l'idea grandiosa e per chiedergli se vuole scrivere qualcosa a quattro mani, ne sarei onorato!
"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".
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Re: I Corti 2015 - La nebbia
Evidentemente per l'autore misterioso calibrare la difficoltà non è molto importante.
No dico...solo 6 tentativi prima dell'oblio eterno nella nebbia?!?! Davvero troppo pochi. Anche 16 sarebbero stati pochi per un percorso così ostico. Alcune sfide devo ancora risolverle adesso: la partita a scacchi, il biglietto numerico con scritto Nessuno, lo schermo del computer e il biglietto con i simboletti consegnatoci dal vecchio del p.17.
Ho capito solo come "muoversi" nell'ascensore e il tavolo del ristorante: Tranquillo autore misterioso, tengo conto del mio cervello e della mia intelligenza limitata. A te certamente risulta tutto chiaro e facile ma io devo essere onesto con me stesso. Questa è la cruda realtà: la difficoltà è calibrata male, hai concesso poco tempo (solo 6 tentativi....) e le prove create sono troppo ardue per me.
La trama è invece bella, ben pensata, abbastanza originale e con un finale triste ma quasi logico. Mi sono sentito sollevato quando ho premuto il grilletto su di me. Non era davvero una condizione degna di essere vissuta quella. Quando Hove mi chiede di sparargli e poi di suicidarmi non ci ho pensato un attimo. Ho scelto subito l'omicidio/suicidio e credo che il finale "giusto", se esiste, è proprio questo.
Rimanere nel limbo della nebbia, intrappolati nella locanda nell'albergo è veramente insopportabile.
L'ambientazione fantastica scelta dall'autore è intrigante e mi è piaciuta nonostante non sia uno sfondo tra i miei preferiti. Belle e interessantissime le escursioni sulla fine del mondo e sulla definizione di tempo nella storia dell'umanità.
Ho apprezzato la dinamicità della lettura: regolamento assente, zero oggetti, nessun accessorio necessario, nessun registro e prologo immediato (pure personalizzato tra lettore-giocatore e personaggio interpretato).
Valutazione:
La difficoltà troppo alta rende il Corto frustrante e mi costringe a barare per completarlo, aspetto mai gradito dal sottoscritto, abbassando il divertimento. Lo stile è scorrevole e dotato di una giusta tensione emotiva mentre la giocabilitá è eccezionale (scelte dure ma stimolanti) ma risente anch'essa delle sfide impossibili da completare nel breve tempo concesso.
Dunque, complessivamente, La nebbia mi è piaciuto ma devo penalizzarlo.
Narrazione: 8
Giocabilità: 7,5
Divertimento: 6
Giudizio complessivo: bello
Voto: 7
Fa che ciò che ami sia il tuo rifugio
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