A Chtulu non hai tempo di fare sesso. Muori prima. E forse è un bene, potresti impazzire e cercare di accoppiarti con Cthulu stesso.

Per altro io ero sempre il più anziano del gruppo (intendo come PG, ma in effetti anche nella vita reale, se parliamo delle due grandi campagne nella seconda metà dei '90; giusto 2-3 anni più degli altri, ma all'epoca faceva differenza), pieno di soldi, INT, POW (MAN nella traduzione dell'epoca se ricordo bene) ed EDU, ma non particolarmente prestante.

Ho una domanda: dove si può continuare a parlare della questione del legame tra questo ed È un gioco? Non ditemi nel totoautori, sarei ancora più OT, perché non ho la minima idea di CHI abbia scritto i corti, semplicemente vorrei discutere del come qualmente non è possibile che si tratti di una coincidenza e di come lo stile sia identico.

Uso il mio penultimo messaggio per scrivere il commento a questo corto. (Con ciò, mi scuso fin d'ora con gli autori dei rimanenti sei corti, dato che non avrò modo di commentare e votare le loro opere, mi spiace davvero!)

Innanzitutto premetto che non mi sembra corretto nei confronti dell'autore del corto di questa settimana fare confronti e paragoni con il primo corto del concorso. Trattasi di due opere nettamente diverse per stile, genere, ambientazione e narrazione, che in comune hanno soltanto lo spunto di fondo (il tentativo di rimorchiare una donna) e la non corretta aderenza ai temi del concorso (in questo caso la nebbia è scarsissimamente rilevante: addirittura nell'unico momento in cui si esce dalla taverna il testo precisa che non c'è più nebbia (anche se lo fa scrivendo clamorosamente il contrario, ovvero che la nebbia si è "alzata"), lasciandosi sfuggire l'unica occasione di dare rilevanza all'elemento nebbia). Checchè ne dica^TM Charles, i due corti sono inconfutabilmente scritti da due autori diversi.

Tornando quindi al corto in questione, si abbandona lo stile serio e claustrofobico del corto precedente in favore di una narrazione più scanzonata e spesso sopra le righe, ai limiti del goliardico.
Ci troviamo nel più classico dei fantasy (anzi, all'interno di una vera e propria sessione di D&D), con il party costituito dalla classica combinazione guerriero-ladro-chierico-mago. Il testo non è privo di refusi, ma in generale scorre abbastanza fluido dall'inizio alla fine.
Come già rilevato da Skarn, il protagonista pensa spesso fra sè e sè, ma questi pensieri non hanno nessuna distinzione con le frasi dette a voce alta che precedono e seguono, e l'annuncio che la frase virgolettata era un pensiero viene sempre esplicitato dopo la frase stessa. Una distinzione (fatta ad esempio usando due diverse virgolette, " e «) renderebbe subito chiara questa differenza.
Alcune parti della storia le ho trovate incomprensibili (spicca fra tutte il ladro che comincia a esibirsi in acrobazie gigionesche e fini a sè stesse all'interno di una taverna: ancora più sopra le righe del sopra-le-righe generale del corto).

Il "difetto" della storia (per me) è che è fin troppo facile (o forse siamo ancora reduci dalla difficoltà del corto precedente): anche io sono arrivato alla fine migliore alla prima lettura, compiendo scelte tutto sommato ovvie. E' vero che ho giocato con stanchezza 3, e il fatto che esistano tre punteggi di partenza che permettono di variare la difficoltà aumentano un po' la longevità del corto (ben azzeccata l'associazione tra campagna precedente e livello di stanchezza ). Ma in realtà anche giocando con stanchezza 5 e ripetendo le stesse identiche scelte si arriva lisci all'epilogo (non ho giocato con il livello più alto, però). Forse l'autore avrebbe potuto includere anche uno o più degli altri punteggi di fascino, alcool e monete nella variazione del livello di difficoltà.

Parliamo dell'epilogo. La rivelazione finale

mi è giunta inaspettata e mi ha colpito positivamente. Purtroppo questa idea felice viene subito dopo offuscata dalla reazione della nostra tipa che (tutto sommato in linea con i comportamenti sopra le righe dei vari personaggi del corto appena concluso) decide di lasciarci (addirittura facendo le valigie) senza motivo. Una reazione isterica decisamente stonata, inserita solamente a beneficio delle ultime tre righe, e che poteva essere resa MOLTO meglio di così.

Tirando le somme, un buon corto, scritto decentemente, con una buona idea (che solo per pura sfortuna arriva dopo quella del corto #1, ma non per questo cessa di essere una buona idea) ma che non mi ha emozionato più di tanto. Per dirla come nei talent, con un'espressione che mi raccapriccia, "non mi sei arrivato".

Voto finale: 6
Giocabilità: 6,5
Divertimento: 7
Narrazione: 6,5


(PS: -1!)

Mornon ha scritto:

Famose poi le sessioni di trombata, che andavano tirate coi dadi per vedere come andava...

cosa mi sono perso...

Anima di Lupo ha scritto:

"to, questo autore e Lodovica hanno avuto la stessa idea, magari succede anche con il mio Corto".

Depistaggio! Sei TU l'autore di entrambi i Corti!