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Qual è il tuo genere di librogame preferito, pensando a un ipotetico titolo inedito di prossima uscita?

I Corti 2015 - E venne il giorno...

Re: I Corti 2015 - E venne il giorno...

E venne il giorno... mi è piaciuto anche se si poteva scegliere un titolo più appropriato, qui non si parla infatti di quei terribili momenti iniziali in cui la nebbia scese sul mondo per cancellarlo e "riformattarlo". Qui si narra una storia di speranza dopo anni e anni da quel giorno. Il titolo viene dunque giustificato solo per la spiegazione nel prologo. Troppo poco.

L'autore ha saputo equilibrare bene lo stile (semplice e scorrevole) alla trama (avvincente e complessa). Infatti il mondo in cui ci muoviamo sarebbe da esplorare in lungo e in largo, gli spunti sono tanti e questi 50 paragrafi sono un antipasto succoso per una possibile serie lunga e ben articolata: come si sopravvive in questo mondo post-avvento della nebbia, chi sono gli abitanti, come funziona più nel dettaglio il Residuum, ecc..

Mi sono davvero divertito a leggerlo ma soprattutto a rileggerlo e a esplorarlo. Il lancio dei 3 dadi che devono finire in un range mi è piaciuto ma ho notato che molti paragrafi finiscono tutti nella "Ricerca della Locanda", forse si poteva usare un solo paragrafo per la ricerca e usare gli altri per ampliare i percorsi.

Bella l'idea di chiamare Locande le postazioni sicure dove arriva l'elettricità.

Le scelte ai bivi sono belle anche se a volte un pò semplici come il p.1 (ruscello/sentiero/villaggio) oppure il p.9 (destra/sinistra/diritto).

Ho trovato un solo refuso (p.1 villeggio/villaggio), ci sono i caporali, la scrittura è ordinata e coinvolgente. Insomma, l'autore ha curato bene la sua opera e mi ha fatto divertire.
Ho esplorato il suo racconto volentieri. Avevo sempre voglia di rileggerlo e non mi ha appesantito.

La difficoltà generale del Corto è calibrata bene.

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 Sono morto tre volte nel percorso ruscello/grotta/anziano/locanda perché non sono riuscito a fare il tiro giusto al p. 14 (con 3 dadi devo fare un numero tra 9 e 12) e non avevo con me né la corda né la ragazza.
Ho poi esplorato volentieri il racconto in cerca della ragazza.
Per finire, ho apprezzato anche il paragrafo 40
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 dove, all'interno della locanda, affrontiamo i due brutti ceffi incontrati nel bosco per recuperare la nostra sacca. A seconda del lancio del dado sappiamo quante persone ci aiuteranno. Certo....2D-6 è un Signor Malus, magri poteva mettere 2D-4 a tutti e 2D-2 a chi è accompagnato dall'anziano Direttore.
e i finali negativi dove però l'autore ci lascia una marcata speranza su future possibilità di successo, magari trovando altri contenitori cilindrici.

Narrazione: 9
Giocabilità: 9
Divertimento: 9

Giudizio complessivo: Eccellente
Voto: 9

Fa che ciò che ami sia il tuo rifugio

Anima di Lupo
Barone del Sole
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Re: I Corti 2015 - E venne il giorno...

gabrieleud ha scritto:

Prodo ha scritto:

I paragrafi così impiegati sono ben 8. A questi vanno aggiunti quelli indirettamente legati a questa cerca (il 18 e il 29) e tutti quelli impiegati per approfondire le evoluzioni della nostra avventura che possono intervenire solo qualora falliamo 10 volte la ricerca della Locanda ( che sono altri 6).
Ora, invito tutti voi a lanciare 10 volte di seguito 3d6 e constatare in che percentuale sia possibile non ottenere mai né un 10 né un 11 (né un 9 né un 12 se viaggiamo con un anziano).
Vi dico che a livello probabilistico siamo sotto il 20%.

Adorabile disquisizione sul playtesting. Prendo nota per futuri riferimenti!

beh vogliamo mettere che i due individui ti rubano la sacca solo se sei in compagnia del cane (senza prosegui oltre e non ti importunano), ma non del vecchio (altrimenti il vecchio li rallenta e non ti raggiungono) e poi vengono circondati e picchiati e ti viene ridata la sacca.. e il testo ti chiede se sei con la ragazza??  visto che cane e ragazza sono su percorsi diversi nella parte iniziale è una cosa impossibile che tu possa esser in compagnia delle ragazza......

Sabretooth
Cavaliere del Sole
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Re: I Corti 2015 - E venne il giorno...

Corto sicuramente piu che buono per lo stile e per la giocabilità. Un punto in piu per la longevità: i percorsi che portano alla conclusione sono tantissimi, alcuni piu complessi e altri meno (si puo finire il corto in pochissimi paragrafi se si indovinano due lanci di dadi). Difficoltà ben calibrata e molto dipendente dal percorso. Qualcosa in meno per la storia, un po troppo sbrigativa. Si potevano allungare alcuni paragrafi chiave in modo da rendere le descrizioni e gli scenari piu completi.

Globale 8
Giocabilità 8
Narrazione 7
Divertimento 8

Aiutami a completare la collezione:
https://www.librogame.net/index.php/for … =2#p129392

El_tipo
Prenditore di iniziative
Maestro Ramas
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Re: I Corti 2015 - E venne il giorno...

di certo questo corto non l'ha scritto uno dei tanti ingegneri presenti sul nostro forum... tutte le spiegazioni "scientifiche" infatti contengono varie imprecisioni: "conduttori" confusi con "accumulatori", "energia" confusa con "corrente" e via cosi'...

Ma anche senza essere ingegneri e' facile notare i missmach logico-temporali contenuti nel prologo:
" i pochi superstiti scoprono il Residuum (...) capace di assorbire grandissimi quantita' di energia (...) e non essendo piu' possibile sfruttare l'energia solare..."

Alt! si da ad intendere che il Residuum sia stato usato per accumulare l'ultima energia solare prima del disastro. Ma appunto se il residuum viene scoperto dai "pochi superstiti" il sole non c'era piu' da un bel po', giusto ?

Altro passaggio:
"quando l’energia fu convogliata nei cavi, ci fu la possibilità di portarla solo in alcuni luoghi abitati"

Alt! quando l'energia fu immessa il residuum era gia' sottoterra (l'hai detto un attimo prima), a quel punto e' gia' determinato dove!

Per non parlare della teoria secondo la quale, se un posto e' molto umido e freddo, non e' possibile avere fuochi. ( mi chiedo... come faranno in Patagonia?)

Anche la descrizione del mondo "apocalittico" suona poco ponderata... strano perche' l'ipotesi del sole che finisce oscurato e' stata pu' volte analizzata in libri e film, e insomma si poteva essere piu' accurati sull'argomento.

 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 
Che poi persino il titolo del corto non c'entra molto col corto stesso, ma e' messo perche' l'incipt e':
E venne il giorno in cui calò la nebbia.  (io: ah, bene: quindi la nebbia e' calata in un giorno)
Fitta, innaturale...Calò nel giro di pochi giorni (io: ok no... quindi e' calata in pochi giorni...)
...e dopo un mese i raggi del sole non... (io: allora ci ha messo un mese a calare?)
Caro autore misterioso, la finiamo di usare parole a caso??   rolleyes
Comunque sia, in fondo tutto cio' non e' rilevante per il gioco: alla fine la missione e' portare il cilindretto nel posto giusto... Voglio giudicare il corto unicamente sul risultato, senza farmi troppi problemi di coerenza.

Pero' mi sembra che, come corto, prometta piu' di quanto mantenga: bella la vicenda umana della ragazzina ma la sua storia personale rimane sul vago. L'avventura nella nebbia potrebbe riservare sorprese dietro ogni angolo ma poi si svolge abbastanza prevedibilmente. I compagni di vaiggio potrebbero dare spessore alla vicenda ma poi non che che ci parli molto...
Insomma come dire che il punto forte di questo corto rimane la potenzialita'... dell'idea, dell'ambientazione etc...
Voto: 6

Seven_Legion
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Re: I Corti 2015 - E venne il giorno...

Seven_Legion ha scritto:

di certo questo corto non l'ha scritto uno dei tanti ingegneri presenti sul nostro forum.

Davvero è così mal frequentato?

Ho vinto È un gioco da ragazzi E In cerca d'avventura al primo tentativo.

Charles Petrie-Smith
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Re: I Corti 2015 - E venne il giorno...

Questo corto ha un ambientazione forse un po triste, ma interessante e la narrazione scorre bene salvo qualche piccola imprecisione. La traccia e' stata egregiamente rispettata.
Sul piano della giocabilità, ho trovato difficoltoso se non impossibile poter intrecciare ben 5 parametri ( compagni di viaggio, sacca,ferite, resistenza, ricerca fallita ) in una storia breve. Ad esempio la resistenza si usa solo in un paragrafo, dove la protagonista cerca di resistere alle raffiche di vento, peraltro difficilissimo da superare. La componente fortuna ( dadi ) mi piace, ma avrei ridotto il numero di dadi da usare. Al culmine della ricerca, nella foresta, vi e' un loop di paragrafi non bello da giocare. Simpatica ed originale l'idea del protagonista bambina che pero' fara' storcere il naso a chi e' abituato ad immedesimarsi in eroi abili e forti; infatti non si fa altro che scappare o piangere il che e' logico, ma non troppo divertente. Un paio di paragrafi strazianti, sono il culmine di una storia, che puo' finir bene, ma comunque permeata da una costante tristezza e desolazione.
In conclusione penso che l'idea sia buona e il tutto puo' essere molto migliorato con poche
semplici modifiche

Giocabilità : 5,5
Narrazione : 6
Divertimento : 6
Totale : 6

Votiamo In Enciclopedia!
Copiate i messaggi prima di inviarli -pericolo slog/perdita dati!-

sancio
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Re: I Corti 2015 - E venne il giorno...

   uno dei tanti ingegneri presenti sul nostro forum.
Davvero è così mal frequentato?

cosi' risultava un paio di anni fa: un'insolita concentrazione di ingegneri. Oggi dovremmo rifare il censimento...

Seven_Legion
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Re: I Corti 2015 - E venne il giorno...

Comunque sottoscrivo quasi interamente quanto scritto da Seven legion.
Come mi è parso sin dal primo momento questo corto soffre di un'ambientazione troppo abborracciata: come TUTTI hanno scritto l'idea di partenza è buona, suggestiva (pur personalmente detestando le ambientazioni post catastrofe), ma lo sviluppo di questo mondo nebbioso è stato condotto malamente e con molte contraddizioni, e queste Locande lignee e occupate da pochi anziani imbelli poste sopra l'ultima speranza dell'umanità, il residuum, non le riesco a digerire.
Anche l'interazione tra il nostro cilindro e il residuum è poco sensata: a quanto pare basta che i due si tocchino, tanto che in un finale basta lanciarlo e sperare che lo colpisca; cosa succede allora? Non si capisce: a questo punto sarebbe stato quasi meglio se si fosse trattato di un oggetto di tipo magico, perché scientificamente non sta in piedi.
L'Autore ha poi sviluppato parecchio la parte gioco del corto trascurando quella narrativa: se in alcuni corti (parlo anche delle edizioni passate) è stato fatto uno sfoggio anche eccessivo di bella scrittura qui è il caso contrario, la prosa può essere definita scarna se vista con benevolenza, ma in particolare è molto affrettata la descrizione degli avvenimenti e degli ambienti; il fatto che questo accada anche in molti librogame professionali non mi consola.
Si aggiunga, come già è stato fatto notare, che ci sono molti paragrafi utilizzati solo per le meccaniche di reperimento della Locanda o di soluzione delle ferite, così come non mancano molti paragrafi uguali, e quindi il corto è anche molto breve, che è una delle cose che più mi spiace in un librogame; indubbiamente ha una discreta rigiocabilità, ma - come ho affermato ormai sino alla nausea - è una caratteristica alla quale attribuisco un valore rasenta lo zero.
La meccanica a tre dadi potrebbe anche risultare un motivo di interesse, ma sono troppo pochi i modificatori per i lanci, e l'uso dei valori più probabili come esito positivo non cambia il fatto che l'alea abbia uno spazio che personalmente trovo eccessivo.

Tutto considerato assegno il
voto 5,5
ma sostanzialmente sono molto insoddisfatto dal corto; sino all'ultimo momento sono stato indeciso se assegnare una sufficienza stiracchiata, considerando gli aspetti positivi e mettendo a tacere il mio proprio gusto, o al contrario un'insufficienza netta basandomi sulle mie preferenze; questa è la mediazione.

Ho vinto È un gioco da ragazzi E In cerca d'avventura al primo tentativo.

Charles Petrie-Smith
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Re: I Corti 2015 - E venne il giorno...

INTRODUZIONE ED AMBIENTAZIONE: le ambientazioni post-olocausto sfondano una porta aperta con me ma questa, mi spiace dirlo, è veramente malfatta. Una nebbia globale ed eterna va bene ed è anzi uno spunto interessante, la scomparsa di agricoltura e di molte forme di vita è plausibile, ma nonostante queste valide premesse il resto è stato sviluppato in modo del tutto incoerente. Muovendoci per il racconto vediamo che l'assenza di cibo in realtà non è così rilevante (insomma, si mangia un po' dappertutto) mentre vi è una carenza di fonti di energia che l'arrivo della nebbia non spiega per nulla. L'impossibilità di accendere fuochi non si capisce a cosa sia dovuta e comunque viene smentita dal testo che ci fa trovare fuochi accesi anche in posti diversi dalla Locanda ). Mi limito a citare questi due esempi (i più immediati) ma si potrebbe andare avanti a discuterne.  Diciamo che un'ambientazione fantastica può non essere verosimile  ma deve essere coerente; in questo racconto, anche al netto dei limiti di un corto e della sospensione d'incredulità del lettore, a mio avviso non lo è per nulla. Non me ne voglia l'autore.

REGOLAMENTO E MECCANICHE DI GIOCO: bello l'impiego del 3d6 come motore di gioco, mi è piaciuto molto il sistema di "ricerca della locanda", peccato che al lato pratico sia servito solo per gestire un loop abbastanza insipido di 3 paragrafi.
Se si arriva al par. 2 è difficile uscirne vivi e forse si poteva calibrarne meglio la difficoltà, tuttavia non lo considero un difetto: se si arriva al 2 è perché si è sbagliato strada al maneggio (e leggendo il testo era facile dedurre quale strada fosse da prendere), quindi considero il 2 una "quasi ID" che punisce una giocata poco attenta.

STORIA: portare oggetto da un punto A ad un punto B per salvare il mondo. Un plot classico e solido, che non stanca mai ed è una buona scelta per questa ambientazione. La trama è sviluppata in modo vario, con molti path di breve durata. Molte partite brevi o poche partite lunghe, in un corto che funziona o è l'una o è l'altra. E sotto questo aspetto il corto funziona.

Bilanciando pregi e difetti:
VOTO FINALE = 6

La vita è dura per i soldati di ventura.

Jhongalli
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Re: I Corti 2015 - E venne il giorno...

Ho l'impressione che alcuni utenti non abbiano mai acceso un fuoco in inverno all'aperto, usando legna umida raccolta in giro, almeno non nel Nord Italia! Sai quanti cristoni si devono tirare per fare un bel falò! wink
Scherzi a parte, non è questione di essere in Patagonia Groenlandia o Ulan Bator: freddo o non freddo è l'umidità qui il fattore determinante, e tremo pensando a quanto il legno possa infradiciarsi in anni e anni di esposizione alla nebbia...
Riguardo a carne e vino e contraddizioni varie: mi sento di quotare Adriano su almeno due punti: 1) qualche contraddizione, in un racconto impostato come una desolata fiaba post apocalittica, non mi sembra un peccato mortale; 2) penso anch'io che in generale il par 17 sia un poco riuscito male, ma da una parte non getto al fuoco un Corto per UN paragrafo riuscito male, dall'altra penso che qui l'autore abbia cercato, purtroppo senza molto successo, di imbastire una scena potenzialmente assai valida, e a livello psicologico (immaginate una bambina sola in questo contesto!) e a livello simbolico (una bambina che combatte per un futuro migliore vs un gruppo di adulti arresi che pensano solo a crapulare con quello che resta).
Sulla CARNE, mi sembra proprio che sia l'unico alimento, insieme a derivati animali e pesce, compatibile con l'ambientazione: nella tundra (ambiente umido e freddo con scarsa esposizione solare) vive molta fauna di dimensioni cospicue (renne, per esempio), perché mangia i vegetali in grado di vivere con irradiazione solare scarsissima (muschi, licheni, specie sciafile); condizioni paragonabili si trovano nei climi alpini (che peraltro, entro certi parametri, sostengono bene l'allevamento di ovini e bovini). Insomma, l'ambientazione è coerentissima su questo punto, perché l'umanità dipenderebbe giocoforza da caccia, pesca e allevamento selettivo; che di cibo di origine animale ce ne sia tanto o poco dipenderebbe più che altro da fattori demografici (cioè da quante bocche da sfamare ci sono in proporzione a pascoli, selvaggina, greggi).
Il VINO è sicuramente fuori luogo, perché nel mondo tratteggiato potrebbero vivere sì specie vegetali di tipo erbaceo e arbustivo, ma difficilmente alberi e sicuramente non specie produttive in termini agricoli, e la storia delle scorte non mi pare reggere. L'autore avrebbe potuto facilmente salvare capre e cavoli (a proposito di agricoltura e allevamento!)  inventandosi qualche «vino di radice» o porcherie del genere; con un minimo di approssimazione, basta far marcire qualcosa che contenga un minimo di zuccheri in acqua per avere qualcosa di vagamente alcolico... Certo per berlo non bisogna essere schizzinosi! Resto dell'idea che qui l'autore si sia fatto un po' trascinare dalle esigenze narrative.
Sui FARMACI be', in effetti, data la premessa, pare anche a me assurdo arrivare in Locanda e non trovarne!

Nel complesso il Corto mi è piaciuto abbastanza, ma lo spulcerò ancora un poco prima di esprimere il mio voto.

Dario III
Inadatto a regnare
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