Penso che lo scenario migliore sarebbe una conclusione (magari suddivisa in due libri, 29 e 30) che dia un epilogo degno alla saga di Lupo Solitario, lasciando da parte finali banali e aperti. Un epilogo degno e non scontato pagherebbe di più sotto tutti i punti di vista.
Ma per saperlo c'è solo da aspettare e vedere cos'ha in mente Dever.

Heimdall di Bifrost ha scritto:

EGO ha scritto:

Il difetto della prosa di Dever è che però anche lei ha rivelato le sue debolezze col passare del tempo: non è sufficientemente varia per reggere i lunghi paragrafi visti nelle due serie Grande Maestro, né sufficientemente carismatica per rendere memorabile il gran numero di NPC che i nostri eroi incontrano in quelle avventure. Se non fosse per i disegni di Brian Williams, penso che nessuno di quei personaggi ci sarebbe rimasto impresso.

Oh, sì, decisamente d'accordo: ho chiaramente generalizzato alla grande e nelle lodi avevo in mente più che altro il periodo iniziale, quello in cui LS mi ha appassionato e, con me, milioni di ragazzini dell'epoca.

Chiaramente con l'andar del tempo è difficile mantenersi sempre sugli stessi livelli e, effettivamente, all'epoca ho smesso di leggere i libri della serie proprio perché, nell'àmbito della serrata continuità che li caratterizza, Dever fa ripetutamente riferimento a luoghi che dovremmo avere visitato e a personaggi con cui dovremmo aver fatto il militare a Cuneo, e che io avevo smesso di memorizzare già da tempo.

firebead_elvenhair ha scritto:

lonewolf79 ha scritto:

Se vogliamo qualcosa di banale si ci puo' stare

Beh, la banalità è una garanzia... squadra che vince non si cambia, no?

È un fatto ampiamente assodato che qualsiasi opera dell'ingegno, sia essa letteraria, cinematografica, musicale, abbia un grande successo e goda di diversi seguiti finendo col serializzarsi, già nel breve periodo sfoci nella "maniera", diventando ripetitiva e prevedibile: l'autore, magari sconosciuto, che ha azzeccato il prodotto sperimentando e innovando, forzatamente finisce con lo scrivere per andare incontro quanto più possibile a quella che ormai è l'aspettativa del suo pubblico di elezione, quindi senza più sperimentare né innovare ma proponendo un prodotto quanto più solido - e banale - possibile: è una legge universale, che vale da Michelangelo a Tex Willer.

Per tex Willer si, per Michelangelo dubito assai ah ah

Yaztromo ha scritto:

The Warlock of Firetop Mountain e' il librogame piu' venduto nella storia (e lui e' co-autore), Forest of Doom e' molto ben classificato (e qui e' autore unico) ed entrambi sono stati pubblicati ben prima di Deathtrap Dungeon.

Io credo che la diffusione e il valore di questi due libri siano dovuti più a fattori di collezionismo e nostalgia che non all'effettiva qualità.
Andando a memoria, Freeway Fighter non è che sia tutta questa gran cosa come giocabilità e Crypt of the Sorcerer è una barzelletta per quanto riguarda la difficolta (possibilità di finirlo senza barare per un personaggio con i punteggi massimi pari a meno di 1%). Anche a me Ian Livingstone non sembra un esempio di qualità.

Qua stiamo andando decisamente OT: ovviamente ognuno puo' pensarla come vuole a proposito di un particolare autore, ma i numeri sono numeri e The Warlock of Firetop Mountain non ha fatto quei numeri per collezionismo e nostalgia, ma perche' quando e' uscito lo hanno comprato in milioni di lettori (e continua ad essere in commercio...). Lo stesso dicasi per altri librigame di Ian Livingstone (Deathtrap Dungeon e Forest of Doom in primis), per quanto, come ho detto, secondo me non e' certo il piu' grande autore di librigame della storia. Bisogna comunque considerare che quando ha iiniziato a scivere librigame non c'erano altri esempi ai quali riferirsi (se non erro c'erano solo gli SLATA) e quindi ha fatto lui (con Steve Jackson) da riferimento tutti per gli altri.
Il discorso nostalgia secondo me e' stato molto importante per l'ultimo librogame di Ian Livingstone (Blood of the Zombies, di un paio di anni fa, che non mi sembra abbia avuto molto successo - io non l'ho letto) e forse in qualcun altro precedente, tipo Return to Firetop Mountain e Legend of Zagor, che riprendono il primo, grande successo di Warlock of Firetop Mountain facendo spudoratamente l'occhiolino ai nostalgici.
Evidentemente qualcosa di valido ci deve essere, altrimenti i lettori avrebbero acquistato altro.

Il discorso del collezionismo e nostalgia direi che vale piu' per l'ultima quindicina (almeno) dei librigame di Joe Dever, che ha creato una saga che fidelizza molto il lettore. Complimenti!

Tutti gli autori hanno dei lavori migliori e dei lavori peggiori, da Ian Livingstone a Steve Jackson, a Joe Dever, a Dave Morris, a Jon Green, a Oliver+Thompson, eccetera.

In generale credo che un pelino di umilta' e rispetto per chi ha "creato" i librigame come quasi tutti li intendono qui non farebbe male. Altrimenti si fa la figura di quelli che criticano a sangue il Signore degli Anelli, "perche' e' scontato"... tutte le opinioni sono rispettate, ma... non esageriamo!