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I Corti di LGL 2016 - 1° - L'Agone degli Erranti

Re: I Corti di LGL 2016 - 1° - L'Agone degli Erranti

Grandissimo Dario! applauso


Buon proseguimento con i nuovi progetti! wink

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Re: I Corti di LGL 2016 - 1° - L'Agone degli Erranti

Eccomi qua! Di già! smile2
Nella mia concezione di Corto ci sono due caposaldi: il primo, è che esso deve avere un regolamento agile e snello, che inviti a gettarsi subito nella lettura; il secondo, è che un Corto non è semplicemente l'abstract di un «lungo», non ne è una versione un po' più stringata: come la novella rispetta canoni diversi rispetto al romanzo, così il Corto andrebbe progettato e inteso secondo parametri che gli sono propri. Con L'agone degli erranti ho (coscientemente) deragliato, e di un bel po'; hanno complottato in questa direzione due elementi del bando: l'assenza di limite di paragrafi e il tema libero, che mi hanno permesso di mettere alla prova un'ideuzza che mi frullava nella testa da un po'. Volevo creare un Corto che ricordasse alcuni librogame della serie Tunnel e Troll, con i quali ho una relazione che non stenterei a definire complicata (alcuni di voi – di certo Prodo – hanno colto gli abbondanti riferimenti); un Corto quindi veloce, incentrato sul gioco e sul divertimento e che, come alcuni volumi di quella serie, recuperasse il modello combinatorio (lì basato sul dado), dandogli però una cornice più robusta, suggestiva e caratterizzante, e che allo stesso tempo lasciasse un minimo di margine al lettore/giocatore, non consegnandolo alla pura alea del dado. La soluzione me la offriva nientemeno che Italo Calvino: Il castello dei destini incrociati è, io credo, il papà di tutte le operazioni combinatorie (assai più recenti e più blande) basate sul tarocchi, e io, con l'Agone, ho cercato (inadeguatamente e indegnamente!) di darne una versione radicale quanto quella dell'illustre scrittore.

Dato qualche ragguaglio sulla genesi del corto, non voglio stare a dilungarmi sui tanti aspetti che IO riterrei meritevoli di considerazione: so bene di essere di parte e che interesserebbero per lo più soltanto a me… Mi limito quindi a esprimere la mia grande soddisfazione per essermi confrontato con alcuni autori che per me sono autentici colossi nostrani della letteratura interattiva e per essere arrivato addirittura secondo (e, permettetemi di dirlo: se mi fossi votato in fase di play-off… cool), e a rispondere a qualche commento (un po' casualmente!) lasciato in sospeso…

Una critica che condivido in pieno (fin dalla mia stessa votazione) è quella relativa alla pesantezza dell'impianto: il motore c'è, funziona benino ed è potente, ma è molto, molto ingombrante… Troppo poco scorrevole, almeno per un Corto, per quanto liminale (chiamiamolo Medio?) come l'Agone. La spontaneità e la fluidità della lettura ne risultano penalizzate.

Sullo stile la questione è più complessa. A prescindere dal fatto che ci sia riuscito o meno, era mia intenzione scrivere in modo conciso e tutto teso alla giocabilità; solo qua e là mi sono cimentato in qualche tentativo di stile, che però costituisce l'eccezione, laddove la regola è una prosa asciutta e semplice. Vero è, comunque, che talvolta i limiti di bando, pur ampi, mi hanno costretto a comprimere la scrittura più dell'accettabile.
Riguardo al famigerato par 169 (Adriano, Abeas) ammetto che sia, nel risultato finale, alquanto debole, ma non ne rinnego l'impianto: esso vuol essere una metafora della vita, non la descrizione di un evento. Una delle interpretazioni (una tra le più antiche) del Carro è che esso rappresenti l'uomo (il conducente) che conduce la sua esistenza/viaggio (il carro) lottando contro due opposte pulsioni, o tendenze (i cavalli che, in genere, guardano in direzioni opposte), signoreggiandole infine entrambe. E così ho dato alla Stanza un'impronta che è tra l'altro in linea con l'impianto sostanzialmente amorale del corto (dove, come nella vita, la scelta morale è più che altro un fatto interiore, che in genere non determina le cose che ci capitano). Che l'operazione qui abbia dato risultati modesti è evidente (sad) ma, a mio modo di vedere, non è profondendomi in descrizioni che avrei salvato la situazione...

Quelle sul regolamento sono le critiche che mi trovano meno d'accordo, nonostante le abbia ponderate con attenzione (mi perdoni il caro lonewolf, eh! niente di personale!). Esso è un po' più complicato di quanto io stesso ammetta normalmente in un Corto, ma non credo che sia sbagliato cercare di elaborare qualcosa di originale, se funziona e se risponde a una logica. E il regolamento funziona e ha una sua logica. Come molti avranno colto, esso riprende l'idea di fondo di Mondo di Tenebra (dove il punteggio posseduto dal personaggio indica il numero di dadi da tirare, e non un numero da aggiungere o con cui confrontare il tiro di dado); opportunamente adattato, l'ho applicato a un librogame, introducendo però un fattore per me significativo, e che viene disconosciuta da praticamente tutti i regolamenti di librigame che conosco (salvo Unicorno, che però non è per il resto un granché), e cioè il declino delle performance. Com'è stato giustamente rilevato da tanti (Ego, Aloona, Apologeta…), oltre a essere realistico, questo fattore, se ben implementato, incoraggia un approccio calcolato e aggiunge tensione alla partita, specie nel momento in cui le cose cominciano ad andare male…
Io capisco che possa seccare tirare tanti dadi, ma non dovrebbe essere una faccenda lunghissima, e su un librogame cartaceo ne stamperei una valanga in alto a destra, velocizzando il tutto (come suggeriva Aloona); in versione app, poi, il problema verrebbe presto risolto. Insomma, mi pare che i pregi superino largamente i difetti e io continuo a essere fanciullescamente fiero del risultato!

Spero di poter tornare sull'argomento, per affrontare questioni più specifiche! Grazie di avermi letto!

Dario III
Inadatto a regnare
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