Io direi che questo è un OTTIMO Corto.
Il regolamento mi piace molto - anche se alcune frasi all'inizio mi hanno fatto temere uno stile di scrittura farraginoso, che poi però non si è visto nell'avventura vera e propria. Non trovo affatto necessario tirare "secchiate di dadi": con 2D6 ho fatto tutti i lanci richiesti molto rapidamente. Usare il 5 e 6 come "tiro riuscito" è un sistema semplice e veloce, che ricorda Rupert il Selvaggio ma molto più pratico ed efficiente. Non ho avuto alcuna difficoltà o dubbio nell'applicare le regole.
Per quanto concerne il mazzo di Arcani, non è qualcosa che si possa avere anytime anywhere, ma non è neppure così difficile da surrogare. Al contrario del mazzo di carte di Re Morto, dove avevo rinunciato a priori.
Trovo che il Corto sia molto intelligente per come integra tutti i suoi aspetti. La trama è semplice, piuttosto generica, senza riferimenti precisi di contesto; ma questo va in realtà a suo favore, perché permette di giocare con l'ambientazione onirica e con il simbolismo degli Arcani senza dover per forza dare una giustificazione coerente a tutto quanto. Il Corto evita di stabilire regole precise a cui dover sottostare, perciò trovo difficile criticare aspetti della trama o dell'ambientazione senza far riferimento a fattori esterni al Corto stesso, decisi dal lettore, dalla sua esperienza e dal suo gusto personale. Non c'è nulla di "out of character".
È chiaro che sia possibile "craccare" il gioco e renderselo facilissimo, ma questa non è una caratteristica di moltissimi giochi? Quando uno sa dove trovare i bonus, la questione punteggi e check diventa marginale, ma non è nulla che non accada anche in LG amatissimi. Personalmente, alla prima partita ho subito scelto una stanza dove ho incontrato un nemico forte che mi ha asfaltato, ma poi non è più successo.
Incredibile quanti paragrafi sia stato possibile infilare nei limiti del bando! L'autore ne ha fatto un utilizzo per lo più ottimo, tranne in alcuni casi dove ha usato due paragrafi per situazioni dove ne bastava uno solo - vedi il 14, per fare l'esempio più alla mano.
Lo stile è rapido ed efficace, suggerisce immagini e crea situazioni anche molto suggestive senza perdersi in troppe chiacchiere. Tutto scorre veloce, non ci sono punti oscuri né vicoli ciechi. Alcune stanze riescono a proporre ramificazioni complesse nonostante la situazione di partenza sembri poca cosa. Viene voglia di esplorare le opzioni disponibili, anche quando si è trovata la soluzione del gioco; non tutti i racconti a bivi sono in grado di stimolare questa voglia, che però può essere stimolata, checché ne dicesse l'autore di un Corto dalle basi assai simili a questo, ma ben diverso nell'esecuzione.
Belli anche i finali, e positiva (anche se, per me, non decisiva) la presenza di più finali.
L'Agone degli Erranti non sarà un Corto epico che racconta storie memorabili, ma nessuno ha detto che quello sia ciò a cui ogni Corto deve ambire. E messa da parte l'ambizione, direi che è proprio un perfetto modello di Corto: completo, semplice ma non superficiale, ben pensato e ben rifinito, piacevole, né troppo breve né troppo lungo, mai pesante.
E quindi il voto è...
8,5