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I Corti di LGL 2016 - 11° - All'Ombra del Grande Nur

Re: I Corti di LGL 2016 - 11° - All'Ombra del Grande Nur

ed ecco i voti di noi MeGATrON:

¿„ãßꪧ¬ ha scritto:

Eccoci all'undicesimo e ultimo corto del concorso. Che poi di "corto" non si tratta, con le sue cento pagine e 25mila parole.
L'opera proposta è un fantasy con forti dosi di comicità. L'ironia usata dall'autore è efficace e ben inserita nel contesto del racconto, anche se le situazioni sconfinano a volte nel grottesco.
Le trovate sono numerose, a partire dal protagonista, una volta tanto un antieroe fiacco e codardo, tutt'altro che incline ad affrontare la prova che dà il via al racconto. L'idea del grande albero e del polline che trasforma bizzarramente tutti gli esseri viventi che ne vengono a contatto consente poi all'autore di sbizzarrirsi mettendoci di fronte a una parata di creature una più astrusa e divertente dell'altra (irresistibili l'orso premuroso, il lombrico direzionale e naturalmente l'uomo rana).

Il libro è divertente e il testo è abbastanza abile da farci credere che stiamo percorrendo uno dei tanti possibili percorsi. In realtà l'intero libro è impostato su binari precostruiti e molte scelte sono finte scelte.
Un esempio fra tanti: al par.163 ci viene chiesto: vuoi estrarre la spada dalla roccia? Se si sceglie di sì, si va al par.107, in cui si estrae la spada. Se si sceglie di no, si va al par.37 in cui... si estrae comunque la spada!
Lo sviluppo del librogame, una volta analizzato, si mostra parecchio lineare e la rigiocabilità è perciò abbastanza bassa, perchè non sono molte le scelte che hanno vere conseguenze. Quasi tutti gli oggetti speciali poi vengono trovati (e perfino persi e ritrovati) a prescindere dal percorso scelto.

Ci sono occasionali refusi (par.92 "d'orati", par.97 "assonato"), e un rimando sbagliato al par.11 (quello corretto è il 62; ironicamente il 64 fa entrare in un loop).

Trovo buona l'idea che i combattimenti siano risolti con un solo lancio di dadi (la c.d. "prova di combattività"), eventualmente seguito da altre prove quando il combattimento è particolarmente complicato, comunque sempre gestite dal testo. Rende l'azione più dinamica e il gioco più veloce, anche se le prove sono tutte troppo difficili.
Sarebbe comunque meglio se il testo chiedesse sempre nello stesso ordine "hai avuto successo/fallimento", anzichè chiedere per primo a volte se hai avuto successo e a volte se hai fallito.
Inoltre sarebbe molto più pratico se la prova venisse superata facendo un numero uguale o superiore a quello indicato nel testo, ovvero se il numero della prova indicasse il minimo punteggio da conseguire, anzichè il massimo punteggio che fa fallire la prova. Così com'è bisogna costantemente ricordarsi che il numero indicato nel testo va mentalmente aumentato di uno, il che è un'inutile seccatura, dato che all'autore non sarebbe costato nulla aumentare tutte le prove di un punto e indicare come successo il raggiungimento di quel numero.

I codici si sono rivelati praticamente inutili. C'è a malapena una situazione in tutto il libro in cui il testo chiede se hai segnato un codice, al par.50 (c'è anche un altro caso, ma in realtà al par.59 non si può avere il codice NIBE). Capisco che quello proposto è di fatto il primo libro di una serie, ma sarebbe stato opportuno dare comunque un maggior peso fin da questo libro ai codici raccolti. Uno dei sei codici tra l'altro (NULL) non si incontra in tutto il testo.

Numero di usi degli attributi secondari:
- fuga: 5
- furtività: 3
- inganno: 6
- inventiva: 4
- nascondersi: 3
- percezione: 3
"Nascondersi" è l'unico verbo in mezzo a una lista di sostantivi, il che ai miei occhi è sempre inelegante. Lo si potrebbe chiamare, ad esempio, "occultamento", o magari se si vuole mantenere un tono ironico e sottolineare l'aspetto vigliacco dell'azione, "imboscamento".

Josto è particolarmente educato per essere un orco. Porge la mano e si presenta con un "piacere" in almeno due occasioni durante la partita. L'ho trovato fuori luogo. Non credo di avere MAI visto o letto un fantasy in cui due personaggi si stringessero la mano per conoscersi.

E ora, l'elenco dei difettucci&difettoni:
Al par.21 il testo dice "ricevi tre grandi frutti dalla buccia grigia e spessa. Ognuno di essi vale come una razione di cibo. Inseriscili nello zaino insieme all?unica mela che Cecil ha risparmiato." Non mi è chiaro se anche la mela valga come razione di cibo. Se sì, si sarebbe dovuto scriverlo più esplicitamente. Se no, allora perchè nominarla? La sua presenza confonde le idee.

Al par.55 il testo dice "estrae da una piccola sacca un frammento di miele grande quanto un arancio." Intanto il miele è un fluido, quindi cosa si intende con "frammento di miele"? E' forse un frammento di favo? E poi come fa a essere grande come un albero? Probabilmente si intende il frutto, in tal caso sarebbe meno equivoco chiamarlo "arancia".

Ai par.29 o 133 puoi accendere un fuoco. Il testo dice "Le zanzare ne restano attratte e tu puoi tornare a dormire". Eh??? neutral Ok, siamo in una prateria incantata, ma le zanzare vengono descritte come zanzare normali, e non si è mai sentito che le zanzare vengano attratte dal fuoco o dalla sua luce!

Al par.4 il testo dice "Compi gli ultimi passi in corsa discendendo il promontorio. Non riesci a frenare l?andatura e il predone ha la tua testa a portata di ascia. Agisci per parossismo gettandoti a terra ai suoi piedi." L'ultima frase però non vuol dire niente, e l'espressione "per parossismo" non esiste. Il parossismo è l'esasperazione di uno stato d'animo e si riferisce sempre a sentimenti (ira, rabbia, amore...)

Al par.127 il testo, che descrive l'azione di un combattimento, dice "Rotolate in terra uno aggrappato all?altro e nella furia dei movimenti lo ferisci di striscio sul naso con la lama della tua arma." Ma la mia arma in questo momento potrebbe essere una lancia (come infatti era nel mio caso), e l'azione descritta diventa impossibile con una lancia.

L'incontro coi predoni/persecutori (da par.97 in poi) è estremamente confusionario. Ci sono due gruppi di uomini, e il testo non è sufficientemente chiaro nel far capire quando si riferisce all'uno o all'altro, anche perchè li chiama entrambi "predoni". Inoltre uno dei due gruppi a un certo punto scompare, e il testo è un po' timido nello spiegarci che sono tutti morti (e questo anche se li abbiamo avvisati dell'altro gruppo, il che aumenta la confusione; ho perfino pensato che ci fosse un errore coi link, e stessi leggendo un paragrafo destinato invece alla scelta in cui ci "alleiamo" col gruppo opposto).

Il combattimento con Uglak (par.16-...-109) viene perso anche quando lo si vince, il che confonde parecchio le idee, perchè il testo nel par.109 non specifica che l'azione di vittoria dell'ultima prova ha portato (inspiegabilmente) a sconfitta, ma lo da per scontato. Si leggano in sequenza i paragrafi 143-109 oppure 127-109 e si veda se si riesce a capire cosa diavolo sta succedendo. I paragrafi sono talmente mal raccordati che viene da pensare ci sia un errore di progettazione e in realtà dai par.143/127 non si dovrebbe andare al 109 ma da un'altra parte.
L'intero par.109 ha grossi problemi. Si comincia con Uglak che si chiede come mai so parlare in Uluk e conclude dicendo "non parliamo più in orchesco". Quindi il testo dava per scontato che stessimo parlando in orchesco (cosa non ovvia), e allora se non stiamo parlando in Uluk come diavolo fa il predone a sapere che lo so parlare? Inoltre il paragrafo parla di polvere rubata mentre eravamo "privi di sensi", ma il testo non ci ha mai fatto sapere che siamo stati svenuti (quando e come sarebbe successo???).

L'incontro coi persecutori inoltre dà il via a una sequenza impressionante di paragrafi a singola uscita in cui non si può fare nient'altro che leggere, intervallati da sporadiche occasioni di scelta (la mortale serie 98-150-20-56/101-75 e subito dopo ancora 140-60-92).

Fridge logic: perchè il testo non ci propone mai di usare la polvere magica sull'uomo rana?

Infine, guardando la mappa e vedendo dove si chiude il primo volume, è stato inevitabile per me fare le seguenti associazioni:
prateria dei trapassati --> colline shamutanti
la città dei folli --> kharè (entrambe le città vanno attraversate perchè unico guado di un fiume invalicabile)
il gigante bianco --> fortezza di mampang?
smile

Tirando le somme, Nur è un libro fresco e soprattutto divertente. Se si correggono i difetti indicati sopra, a mio parere il librogame ha tutte le carte per diventare un ottimo primo volume di una serie, che cattura il lettore e invoglia a leggerne il seguito.
Il mio voto finale è 7,5

Prodo ha scritto:

Questa settimana sarò più diretto, andrò subito al sodo.
Pregi:
1) La proprietà narrativa è notevole, forse la migliore di tutto il concorso. C’è una cura evidente nell’esposizione, le situazioni sono molto ben descritte, e l’autore riesce non solo a farci appassionare alla storia, ma ci fa affezionare a Josto, caratterizza bene gli incontri, sia a livello di personaggi che di creature, e tratteggia in modo accurato e coinvolgente le ambientazioni. Anche i dialoghi e le interazioni sono piuttosto credibili, e l’evolversi dell’avventura non è mai noioso, anzi ci lascia sempre con il desiderio di scoprire cosa avverrà nel paragrafo successivo.

2) La struttura regolamentare, estremamente canonica mi è piaciuta. E’ molto chiara, quasi rigorosa, e si rifà a grandi classici del genere interattivo, a cominciare da Lupo Solitario. Qualcuno ha segnalato come le arti del nostro alter ego siano quelle di Lupo Solitario declinate al contrario: osservazione acuta e veritiera che ci fa notare come l’autore sia riuscito a inserire un elemento di classe sfruttando dinamiche già viste. Inoltre sappiamo sempre come gestire gli oggetti, dove posizionarli, e quello che troviamo durante le nostre peregrinazioni ha un impiego preciso e funzionale al prosieguo del cammino.

3) La trama, pur senza essere innovativa, è avvincente. C’è un buon equilibrio tra situazioni descrittive, fasi di azione e combattimenti veri e propri. La situazione che ci troviamo a vivere fa parte di quelle tipiche di un racconto fantasy old-style, e non manca niente per caratterizzare un taglio simile nel migliore dei modi. Ci sono tanti esseri incredibili, c’è il nemico che non ci da pace per buona parte del cammino, ci sono possibili alleati, e anche creature magiche che sapranno darci una mano se ci comporteremo nel modo giusto. Quando si arriva innanzi al grande albero, nonostante la lunghezza del racconto, si ha l’impressione che tutto si sia esaurito troppo rapidamente, e rimane una certa voglia di leggere e giocare ancora. Questo non può che essere un bene.

4) Ci sono tante trovate che aiutano a spezzare la ripetitività della narrazione e a offrirci motivi di interesse costante verso le vicende che ci circondano. Il principe ranocchio, le formiche divoratrici, lo spirito orso che protegge i viandanti, la polvere per trasformare le creature che risentono dell’influenza di Nur e restituirgli l’aspetto originale (maledizione però la volevo utilizzare molte più volte, è troppo bello vedere cosa era all’origine il mostro sanguinario che abbiamo innanzi!), le api assassine: la fantasia galoppante del prosatore è travolgente, e credo che sia la migliore dimostrazione di quanto l’autore misterioso abbia tutte le carte in regola per scrivere romanzi fantasy a bivi, e farlo con profitto. Personalmente credo che questa verve e questa inventiva costituiscano in assoluto la vera marcia in più di AODGN.

Difetti:
1) All’ombra del Grande Nur non è un corto. Al massimo un romanzo breve, o un racconto lungo, ma comunque non è un corto. Presentarlo in un concorso di Corti secondo me non ha molto senso, perché le caratteristiche narrative e strutturali dell’opera divergono completamente da quelle degli altri concorrenti in gara. Inoltre è un capitolo di un’avventura più grande, probabilmente addirittura molto più estesa, e il senso di indeterminazione e incompletezza che lascia, a lettura finita, è evidente, tanto da rendere difficile esprimere un giudizio compiuto. Intendiamoci, l’opera è valida, e onestamente sono curioso di leggerla per intero, ma noi qui la stiamo giudicando nell’ambito de I Corti di LGL. E il fatto che certamente finirà fuori concorso giustifica l’esperimento fino a un certo punto. Francamente non mi sento di premiare eccessivamente, in un agone riservato alle short story, un lavoro che non ha nessuna caratteristica del genere.

2) Il sistema di combattimento non mi ha convinto. E’ tarato su una difficoltà alta, perché nella maggior parte dei casi dovremo ottenere almeno 8, lanciando 2 dadi da 6, per cavarcela. E, soprattutto nello scontro con i briganti, i lanci di dadi da effettuare per venire a capo della battaglia sono molteplici. Diverse partite si sono concluse per me, nonostante avessi giocato 
intelligentemente e compiendo scelte assennate, per aver tirato troppi 6 o 7. Francamente è frustrante, anche perché statisticamente 7 è il numero che esce più spesso quando si tirano 2d6. Per compensare questo sbilanciamento l’autore ha dotato Josto di un buon gruzzolo di punti vita: una scelta che sistema in parte la questione, perché ci consente di subire molte ferite e riuscire a completare comunque la missione. Ma francamente la componente casuale del sistema di scontri l’ho trovata eccessiva: secondo me andrebbe rivista alla base, inserendo dei bonus, o diminuendo l’impatto che il caso puro ha quando impugniamo l’arma.

3) Le possibilità di scelta sono minime. Il taglio del lavoro è molto deveriano: un percorso assai definito, lungo una direttrice principale, e pochissime varianti sul tema. Quando ci sono opzioni multiple o finiamo per morire, o torniamo presto sulla strada maestra. Le divergenze riguardano le modalità con cui riusciamo a superare le varie difficoltà e quanti punti vita dobbiamo impiegare per farlo. Ci sono dei passaggi obbligati rigidissimi, come quello della donna-cavaliere e il suo animale da compagnia, da cui non possiamo prescindere. E’ un peccato, perché da un racconto così ampio, e con tanti paragrafi, era lecito aspettarsi qualche possibilità in più, e qualche percorso alternativo. Personalmente non ho mai apprezzato approcci così inquadrati, e credo che una scelta simile penalizzi un po’ le potenzialità dell’opera. Sono dell’idea che l’inserimento di almeno una biforcazione “capitale”, che abbia un peso decisivo sull’evoluzione del percorso, migliorerebbe la qualità strutturale di All’Ombra del Grande Nur.

In conclusione: tanta fantasia, ottime capacità descrittive e narrative, una buona conoscenza della struttura classica di alcuni librogame su cui il lavoro si basa e da cui eredità la solidità formale; di contro un senso di incompletezza, un percorso molto inquadrato, e una tendenza a ricorrere al caso eccessiva, che pesa sulla difficoltà. Nonostante tutto però il bilancio è certamente positivo. AODGN è una buona opera, divertente e appassionante: non me la sento di dargli un voto altissimo perché ritengo poco appropriato l’inserimento nella top 3 di un concorso dedicato ai corti di un lavoro che di fatto non è un corto. Ma d’altro canto sminuirlo troppo per questo motivo sarebbe ingiusto. Il mio voto pertanto è 7, ma ci sono tutte le possibilità che il mio giudizio migliori, e anche di molto, quando avrò la possibilità di leggere la saga di Josto nella sua interezza, e soprattutto di giudicarla indipendentemente da I Corti di LGL.

SkarnTasKai ha scritto:

"all'ombra del grande nur" è un racconto ben scritto e curato nel regolamento, che però ha poco a che fare con un concorso di CORTI. 165 paragrafi per 100 pagine non è proprio quello che definirei un corto...

l'introduzione è molto lunga ma ci cala subito nell'atmosfera. peccato che poi quest'atmosfera sia rotta dal regolamento, sarebbe stato preferibile invertire l'ordine.

il protagonista-antieroe è una bella trovata, nelle ambientazioni high-fantasy non è cosa comune avere come personaggio principale un orco (normalmente popolo reietto) - per di più facente parte di una tribù rinnegata.

l'idea dell'albero il cui polline crea mutazioni bizzarre produce una situazione allucinata, in cui ad ogni passo riusciamo a vivere lo stupore di josto.

la prosa è scorrevole e senza sbavature evidenti e i dialoghi sono di buona fattura.

il sistema di combattimenti può sembrare inizialmente tedioso, ma la gestione narrata degli scontri rende decisamente merito all'idea e ribalta la prima impressione.

insomma, grosse pecche non ne vedo, anzi, trovo che sia un'opera pregevole. tuttavia non mi sento di dare un voto troppo alto: mi chiedo, infatti, perchè far partecipare un racconto così ad un concorso per opere brevi. questo racconto è evidentemente un prossimo libronostro o una sua "demo giocabile", che senso ha farlo partecipare a questo concorso? altri autori si sono sforzati di ridurre l'opera nel numero di pagine consentito, e altri racconti fuori concorso sforavano di poco. perchè non tentare una sfida nella sfida riducendo il racconto a parecchie pagine meno?

di certo questo racconto non merita una bocciatura, ma non sento di poter dare più di 7.

mi trovate anche su http://temalibero.forumfree.it/
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SkarnTasKai
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Re: I Corti di LGL 2016 - 11° - All'Ombra del Grande Nur

Riepilogo dei voti

Giuria popolare
abeas.........................$voto_11
Adriano.......................7,5
Aloona........................8
Anima di Lupo.............7,5
babacampione.............6
Dario III......................7,5
El_tipo........................9
FinalFabbiX..................6
Ggigassi......................6,5
Hieronymus................9,5
lonewolf79..................10
Pirata delle Alpi............8,5
Rygar..........................7,5
sancio.........................9

Organizzatori
Prodo..........................7
¿„ãßꪧ¬...................7,5
SkarnTasKai................7

Totale punteggio        = 124
Numero votanti         = 16
Media complessiva = 7,75000

A un certo punto esce fori un vecchio che fà dice: “Presto chiamate un’ambulanza”, dico “Ma che chiami? Non lo vedi che questi c’hanno si e no trenta secondi de vita?”. Aò so passati venti secondi, so’ spirati proprio così, all’unisono… Mortacci l£%0%0%0%0%0

¿„ãßꪧ¬
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Re: I Corti di LGL 2016 - 11° - All'Ombra del Grande Nur

Caro Hieronymus, qui sì che mi piaci! Così come mi piacesti l'anno scorso con La Triade dei Ludi infernali: altro che una ciofeca!
Delle cose che non mi sono piaciute ho parlato diffusamente nel giudizio; qui mi preme sottolineare quanto ho apprezzato la ricchezza di situazioni divertenti, la prosa lieve e coinvolgente, e soprattutto i due protagonisti e il loro simpatico rapporto. Le storie di amicizia (dalle più classiche alle più sgangherate) sono per me il sale del fantasy fin da quando da bambino lessi lo Hobbit, e qui cogli veramente nel segno. Complimenti!

Dario III
Inadatto a regnare
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Re: I Corti di LGL 2016 - 11° - All'Ombra del Grande Nur

Grazie, molto gentile Dario III.

Sto continuando a scrivere il seguito ma sto anche rivoluzionando questo primo capitolo, perché grazie a voi lettori votanti ho capito tante cose e non finirò mai di ringraziarvi. Questo concorso per me è sempre fonte di miglioramento.

Hieronymus
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Re: I Corti di LGL 2016 - 11° - All'Ombra del Grande Nur

Caro Geronimo (italianizzo così non impazzisco con H/Y/I), non sono riuscito a votare il tuo Corto racconto romanzo breve quand'era ora, e ti chiedo venia. Volevo solo ribadire che - secondo me - il tuo stile di scrittura ha fatto un bel balzo in avanti rispetto alla Triade dello scorso anno: bravo!
Ho qualche perplessità sul tuo modus operandi (es. gestione dei racconti fuori concorso), ma non ho dubbi che saprai sfornare ottimi racconti in futuro, anche per il Concorso dei Corti. In bocca al lupo per la tua carriera da scrittore professionista! tongue

Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate.

I miei racconti

Apologeta
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Re: I Corti di LGL 2016 - 11° - All'Ombra del Grande Nur

Oh, ciao Apologeta.

Scusa il ritardo nella risposta, ma era da tanto che non accedevo al forum.

Per quanto riguarda il Geronimo, ti devo deludere, non posso italianizzarlo perché Hieronymus è un nick dedicato a Hieronymus Bosch, uno dei miei artisti del passato preferiti.

Per quanto riguarda i miei miglioramenti, in buona parte lo devo anche a te (ora non montarti la testa).
Infatti riguardo a La Triade dei Ludi Infernali tu fosti quello che postò il giudizio più feroce e crudele, ma avevi ragione su ogni punto. Io anziché offendermi, come farebbe qualche imbecille, ho fatto tesoro di ogni tuo consiglio e ora ne colgo i frutti anche se la strada è ancora lunga. Molto difficile io diventi uno scrittore professionista, perché per quanto io o altri anche più bravi di me ci possiamo impegnare, ci sono sempre meno lettori. I giovani d'oggi non servono a un cazzo, punto.

E poi "purtroppo" io sono uno spirito ludico e non riesco a scrivere nulla che non sia anche un gioco, e infatti mi diletto anche nell'inventare giochi da tavolo. Difficilmente riuscirò a scrivere un romanzo "normale".

Per quanto riguardo la saga di Josto il Vigliacco, per ora è in stallo perché sto lavorando sodo al primo lungo extreme gamebooks (che avrà anche illustrazioni).

Tremate!  bigsmile

Hieronymus
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