Non sto a leggere tutti i post di risposta
Ti auguro un grande in bocca al lupo Rygar. A 23 anni feci un biglietto di sola andata per Londra e ci rimasi 6 mesi, nel mio caso non troai quello che cercavo, ma solo perché  non sapevo cosa stavo cercano. Ebbi però  la soddisfazione di non tornare come tanti con la coda tra le gambe d mamma e papà  poco dopo, con le pezze al culo. Ero riuscito a trovarmi un lavoro in soli 3 giorni e a mantenermi senza aiuto di nessuno fino a che sono oluto restare, ovvero prima di capire cosa realmente volevo.
Ti auguro di avere la stessa fortuna, a 24 anni è  una cosa, c'è  poco da perdere, a 32 è  già  più  dura, ma sicuramente si è  più  maturi e riuscirai a sfruttare meglio le situazioni che ti capiteranno.
Sono con te fratello.
Un abbraccio.

Rygar ha scritto:

Simon Pascal, è un sottoprodotto anarco-punk-comunista con una spiccata tendenza al cazzeggio.

Amarcord berlinese...

kagliostro ha scritto:

lo hobbit

Che non sia piuttosto Gollum?

E dunque? Come va? Hai battuto a indovinelli il locatario e hai vinto una migliore sistemazione? E come va con il tedesco (intendo la lingua)?

Dario III ha scritto:

E dunque? Come va? Hai battuto a indovinelli il locatario e hai vinto una migliore sistemazione? E come va con il tedesco (intendo la lingua)?

ilsaggio79 ha scritto:

Natale si avvicina. Il panettone?

A grande richiesta, il seguito delle mie mirabolanti avventure in Crucconia.

La vita scorre tranquilla nella magica caverna hobbit, dove scopro tesori sepolti (che avrebbero fatto meglio a restare tali). Un bel giorno suonano alla porta, ciabatto fino all'ingresso e apro a un esserino buffo e saltellante, che gira con un grosso zaino. Turista? Inquilino? Ladro di polli? Macché, mi spara una raffica di parole in tedesco, di cui capisco "Waschmaschine" (lavatrice), mi dribbla passandomi in mezzo alle gambe e si fionda nel bagno. Gli arranco dietro e lo osservo mentre riempie la lavatrice fischiettando; la avvia, saluta e se ne va. Così, deve essere un'usanza locale fare il bucato in un'altra casa.
Passano i giorni. La porta di camera mia si rivela l'armadio di Narnia, perché ogni volta che la apro scopro mondi nuovi e ci sono sempre curiose creature che parlano lingue sconosciute (presumo tedesco): dopo un po' riconosco l'Uomo Alto, la Ragazza con i Riccioli, il Ragazzo Sorridente e tanti altri esseri. Mi parlano, io annuisco e rispondo "ja", loro sembrano contenti; ogni tanto mi guardo allo specchio per controllare se ho ancora un'anima, non si sa mai.
Ma tutte le più belle storie, ahimé, finiscono e si avvicina il giorno in cui devo abbandonare Hobbiville, diretto verso l'ignoto. La mia ricerca su siti internet non porta a nulla, se escludiamo una discreta conoscenza dei metodi più comuni di truffa immobiliare (con tanto di mail in inglese approssimativo). Il problema è che, sotto strati di barba rossa e pelle bianca, io sono pur sempre un itaGliano e questi impicci li inventava mio nonno nel '51, per dire. Alla fine, quando sto per chiedere al fidanzato punk di Fräulein Prosciutti se conosca un centro sociale per squatter, un locatore mi risponde. La conversazione è alquanto limitata da parte sua: "ja", "morgen", "bereit": in pratica sembra lui lo straniero che si esprime a monosillabi.
Pieno di speranza, corro all'indirizzo indicato. Il palazzo è al capolinea della metropolitana, in zona suburbana tipo "Le Piagge" (FI), "Banlieu di Parigi" (FR) o "Hepburn Heights" (GTA3). Perfetto. Guardo la pulsantiera dei campanelli, poi controllo il GPS, quindi riguardo la pulsantiera. Sono ancora a Hannover ma per un attimo ho avuto la lievissima impressione di trovarmi tra Marrakesh e Casablanca, visti i cognomi. Ormai è troppo tardi per tornare indietro; e poi tornare dove, di grazia? Mi consolo pensando che, in caso di attentati, il mio sarà l'ultimo palazzo a saltare in aria. Salgo le scale superando vari beduini con asciugamani in testa (purtroppo per loro i cammelli non vivono così a nord) e arrivo all'appartamento. Il sublocatore si rivela essere un barbuto obeso e strabico, molto più loquace dal vivo che per telefono. Chiedo di andare in bagno, lui accenna col capo a una porta; seguo il suo sguardo e rischio di pisciare nello stanzino delle scope. L'altro inquilino è Hagrid, licenziato da Hogwars e rifugiato in Bassa Sassonia; costui, come scoprirò in seguito, passa il 90% del suo tempo nella sua stanza-caverna e si sostiene con una dieta composta al 90% da patatine fritte.
È amore a prima vista. Firmo, pago e trasloco.
Il quartiere si rivela avere radici etniche miste con conseguenti problemi di convivenza (è un "sozialer Brennpunkt"). Il quotidiano locale ha intere pagine in arabo e altrettante in cirillico. Chiedo ai miei coinquilini dove sia un ortofrutta; loro ridono e rispondono che non lo sanno, perché non mangiano certe cose. Alla fine lo trovo, gestito da una famiglia araba. Cercando qualcosa di alternativo alla famigerata LIDL, faccio la scoperta del supermercato slavo, dove tutti i clienti appartengono all'ex URSS. Giro per venti minuti con un limone in mano (unico prodotto sulla cui natura non ci fossero dubbi) e cerco di decifrare le innumerevoli scatolette sovietike dispost sugli scaffali. Due Spetznaz mi seguono a distanza; panico, poso il limone ed esco fischiettando, attraverso il Checkpoint Charlie.
Finalmente arriva il giorno in cui comincia la scuola! Quali nuove, improbabili avventure mi attendono?
Lo sapremo nella prossima puntata!
Ich wünsche euch einen guten Sonntag!

Rispondo tardivamente perché sono onesto: a 40 anni suonati a volte proprio non so che dire. Capita che semplicemente penso di dire delle ovvietà o peggio banalità quindi sto zitto. poi prendo il coraggio e clicco sul tasto rispondi.
Dopo l'incipit ti faccio i complimenti per la decisione, non voglio dire che ci voglia coraggio o volontà, quelli sono impliciti ma penso sempre che uno debba partire perché se lo sente, perché lo vuole e non perché sia costretto. Poteva valere nella sicilia di inizio '900, non nell'italia del 2000 dove si sentono i soliti tromboni che sproloquiano su riprese economiche mentre le persone sono costrette ad emigrare. Ti faccio i complimenti per il fatto che non serbi rancore verso l'Italia e da quel poco che sto leggendo, casa a parte, si sta rivelando in qualsiasi caso una bella esperienza.
Quindi, sempre in maniera tardiva, ti faccio un grande in bocca al lupo non tanto per l'avventura in sè ma a questo punto per una stabilizzazione e tranquillità più veloce possibile.

Rygar ha scritto:

Chiedo ai miei coinquilini dove sia un ortofrutta; loro ridono e rispondono che non lo sanno, perché non mangiano certe cose.

A Berlino uguale, per trovare frutta decente dovevo andare al mercato turco, o ingozzarmi di macedonia in un posto elegante dove si faceva colazione a prezzo fisso la domenica. Clientela tipica persone distinte che mangiavano una cosina e andavano via, io ero chiaramente lo sbafatore che una volta entrato - per fortuna in compagnia -non usciva fino ad aver fatto il pieno di vitamine.