La stesura è completata e sono in fase di revisione. Per Lucca non se ne parla temo, anche perché non c'era volontà di uscire in autoproduzione ma cercare un editore "serio".

Prodo ha scritto:

Se posso permettermi, trovo anacronistica la separazione tra editore serio ed editore "non serio", o autoproduzione nel 2017. In epoca di social network, internet, canali di pubblicità e contatti numerosi e accessibili secondo me un progetto ben studiato e soprattutto ben diffuso può avere molto più successo se autoprodotto, o prodotto da una piccola casa editrice magari nata da poco, piuttosto da una più grande che magari investe poco sul progetto o lo segue male. Detto questo massimo rispetto per qualsiasi scelta venga fatta alla fine.

Secondo me dici parole molto sagge. Negli ultimi anni sono saltati un po' gli schemi, complici da una parte lo sviluppo tecnologico, ma dall'altra anche una certa indolenza del mondo editoriale, sempre più restio a farsi carico dei rischi e sempre più incline a delegare: non solo la lavorazione dei prodotti, ma perfino la scelta dei libri da pubblicare (tramite le agenzie letterarie). D'altra parte, non fa scandalo che i proprietari di una software house siano anche gli autori dei giochi che pubblicano; perché dovremmo stupirci se qualcuno applica uno schema analogo all'editoria?
Detto questo, quindi: forza ragazzi!

Potreste proporre un crowdfounding su kickstarter o indigogo, diverse autoproduzioni hanno avuto un buon riscontro di vendita con questo sistema, purtroppo la situazione editoriale in italia è stagnante, dopo la crisi di fine anni novanta in varie fasi parecchie case editrici medio piccole sono state fagocitate da tre gruppi finanziari che più che all'interesse del lettore puntano alla mediocrità e a un guadagno più basso ma sicuro. Basti pensare alla tracollo della qualità dei titoli della Nord o della Tea2 dopo la vendita, persino la UTET ha venduto la proprietà a uno di questi gruppi.
Inoltre come detto da Dario 3 le nuove tecnologie degli epub e degli azw3 hanno cambiato molto le strategie di distribuzione e vendita con una spesa molto contenuta per la creazione del libro digitale si posso vendere centinaia di copie su amazon o direttamente sul vostro sito se ne avete uno.

scusa errore mio, non ho letto tutto il 3d e credevo facessi parte del progetto, speriamo in bene.

Zakimos ha scritto:

Avere il coraggio di confrontarsi con un vero editore estraneo al giro e convincerlo che la propria opera merita d'esser pubblicata è allo stesso tempo dimostrazione di sicurezza e convincimento sulla bontà dell'opera.

Palese OT: Senza voler polemizzare, IMHO tu sopravvaluti un po' la serietà di tanti editori. Io mi ci confronto per lavoro da 16 anni e so di che parlo... Ha ragione Auramazda a parlare di scadimento qualitativo; è vero che nelle autoproduzione ci sono tante schifezze, ma ormai l'editore medio (ovviamente parlo in generale e si danno eccezioni), come dicevo, ha abdicato a molte delle sue prerogative tradizionali, tra cui, spesso, la selezione stessa delle opere da pubblicare, e diventa una specie di centralino che si limita a collegare le varie figure coinvolte in un progetto. Nota a margine, non amo i kickstarter (mi stanno frantumando le scatole per lanciarne uno ma io – per ora – resisto per puri motivi di principio: perché uno dovrebbe pagare PRIMA?) e nel mio commento di sopra facevo più un paragone tra editori e software house che non tra editori tradizionali e autoproduzioni; insomma, l'aspetto che più mi incuriosisce nel panorama attuale è come si sta evolvendo il concetto di 'autorialità', il ruolo dell'autore. Si tratta di un interesse alquanto teorico.

Ubik ha scritto:

A parte questo non capisco se ammirare la sicurezza di tutto il progetto o guardarne la sconsideratezza. Chi vivrà vedrà...

Non ho ancora letto niente, lo farò quanto prima! In ogni caso se lavorano spendendosi con passione, hanno tutta la mia stima (ma per avere i miei quattrini mi dovranno anche convincere! )