Re: 8° racconto: Il Senza Pietà
Prodo ha scritto:Per me, allo stato attuale delle cose, Il Senza Pietà è il Corto vincitore di quest'anno, e il punto di riferimento con cui si dovranno confrontare tutti i lavori futuri.
Non l'ho ancora letto ma ho dato una scorsa alle regole e a qualche paragrafo e mi sembrava veramente MOLTO promettente. Direi che la tua recensione conferma la validità di questo corto, non vedo l'ora di leggerlo!
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Re: 8° racconto: Il Senza Pietà
Prodo ha scritto:No no, non li conosco caro Adriano. Ho chiesto a Babacampione di chiedere all'autore di confermarmi la correttezza della soluzione e, per interposta persona, mi è stata appunto confermata. Ma senza svelare l'identità dello scrittore.
Questo sistema è un toccasana per non inficiare la trasparenza dei giudizi
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Re: 8° racconto: Il Senza Pietà
Passatemi questo paragone scontato: come è successo in alcuni frangenti storici a eserciti reali, anche questo Corto è stato stritolato dalla sua stessa grandezza.
È un Corto epico, maestoso, complesso ma niente affatto frustrante nella sua complessità. Purtroppo proprio per i suoi punti di forza alcuni difetti risaltano in maniera più evidente. L’autore è bravo a scrivere, crea delle scene coinvolgenti e non scontate, in cui trova pure il modo di infilare delle considerazioni inaspettatamente spiritose (Lady Naxia che si è fatta strada “Usando abilmente la sua mente e il suo corpo”) e lo stile di scrittura è molto evocativo e, quando rimane nei binari propriamente letterali, assolutamente fedele al suo assunto di base di maestosa epicità. Le metafore, poi, non sono mai un vuoto esercizio di stile ma sempre azzeccate e integrate bene nel tessuto narrativo.
La prosa è insomma accattivante e molto coinvolgente, ho respirato un’aria epica per tutto il Corto, e con essa anche il senso imminente del crepuscolo che sta per abbattersi sul protagonista. Protagonista che tra l’altro è l’esempio perfetto del “cattivo” proposto dal concorso, che viene reso secondo i dettami delle convenzioni fantasy ma anche nel suo ruolo di “ragioniere del male”, un ottimo esempio insomma della “banalità del male” di arendtiana memoria. Sul tema dell’invasione, poi, non serve aggiungere altro: è sicuramente il Corto che finora lo ha centrato meglio.
Ecco: l’autore si presenta con queste credenziali e poi scivola sui dettagli, sulle cazzate, sulle minuzie. Alcuni errori come l’eco maschile sono già stati segnalati, ma il Corto purtroppo ne presenta altri, tra refusi ed espressioni infelici o proprio sbagliate: “in grassetto o non” invece che “no”, “sei venuto a conoscenza che per spezzare” invece che “sei venuto a conoscenza DEL FATTO che per spezzare”, “prima possibile” invece di “IL prima possibile”, “la guida SACCENTE [e non ESPERTA] del cavaliere dorato”, “ti avvicini al pozzo e CONFERMI che […]”, ecc. E anche qui occasionalmente ci sono virgole messe un po’ a caso (vedi ultima frase del paragrafo 13), anche se non siamo in presenza dell’horror vacui che ha colto gli autori di altri Corti che apparentemente le hanno messe quasi solo come decorazione.
Il sistema di individuazione dei paragrafi segreti (o, per essere più precisi, quello di identificazione dei paragrafi di destinazione con l’uso del luogotenenti) è semplicemente geniale, assolutamente a prova di bomba soprattutto dopo le criticità emerse in Sistema Enigma: Londra e soprattutto in Fermate Monna Lisa. Confesso però che qualche volta, soprattutto nelle prime partite, mi è sfuggito di fare un check sui paragrafi in grassetto perché essendo abituato a leggere Corti che li presentano tutti così non c’ho fatto caso… Ma già dalla terza/quarta partita ho fatto più attenzione e non me ne è sfuggito uno.
La parte letteraria va però a cozzare pesantemente con la parte ludica. Il tono maestoso e appassionante si scontra con la fredda enunciazione delle vittime della nostra avanzata, vere “liste della spesa” che tolgono un bel po’ di pathos. È ovvio che è paradossale criticare il Corto per quello che è un suo elemento costitutivo fondamentale, però fermarsi a correggere la scheda del personaggio è una cosa che, al pari della ricerca frenetica dei codici di Sistema Enigma: Londra, spezza in maniera tremenda una lettura altrimenti molto coinvolgente. Probabilmente stabilire un sistema di codici per indicare quanti e quali effettivi perissero avrebbe reso la lettura più fluida e coinvolgente, ma in effetti non so come sarebbe stato possibile realizzarlo.
Mi rendo conto che l’autore deve aver lavorato molto per studiare tutte le combinazioni possibili e indirizzare il lettore verso le scelte giuste a seconda di quanto aveva combinato in precedenza (v. paragrafo 60) ma anche tenendo in debita considerazione questo aspetto la “magia” del Corto viene spezzata, il flusso narrativo cede troppo repentinamente a una semplice serie di check dei mezzi a nostra disposizione. In particolare, il paragrafo 87 termina con un anticlimax tremendo (sicuramente dovuto alla necessità di comprimere la parte ludica in 40 pagine come da bando, ma magari una semplice frase “d’atmosfera” in più avrebbe reso il tutto meno drastico). Lo stesso discorso si può estendere ad altri frangenti, fra cui il sacrificio di Zugar’rash per salvare Lady Naxia , del tutto privo di pathos.
La rigiocabilità è senz’altro elevata, ma il pensiero di dover ogni volta riscrivere tutto, cancellare, ecc. non entusiasma.
Sull’uso dell’epilogo come paragrafo mi sono già espresso, e non mi ha convinto.
Qualche annotazione sparsa:
Può anche essere una cosa secondaria, ma i nomi che si è inventato l’autore sono molto credibili ed evocativi.
All’introduzione manca il link al paragrafo 1, ma è una quisquilia.
Peccato che fottersi Lady Naxia faccia perdere un punto di Oscurità , ma credo che ne sia valsa la pena!
Stilare la lista dell’equipaggiamento è davvero così estenuante come ci viene detto al paragrafo 67?! Eddai, anche con la maledizione/benedizione che pende sul capo del protagonista mi sembra incredibile! È ovvio che l’autore ha voluto in quella maniera dare più libertà di scelta al giocatore in cambio di un punto di Oscurità, ma tutto sommato l’incertezza in merito a quale sia la scelta giusta tra i beni proposti rispetto alla sicurezza che ci dà un equipaggiamento già collaudato (ed efficace, come vedremo in gioco) è già una penalità. Simpatico il sistema della perdita dei reggimenti casuale a seconda dei numeri a cui si ha pensato! Visto che ci sono ben 11 alternative, non è nemmeno così immediato ricordarsi quali siano le perdite e quindi stabilire una strategia nelle partite successive. In definitiva, la grandeur data dal tono epico di questo Corto e soprattutto dalla sua struttura ben congegnata (con tutti i retroscena che possiamo ricostruire da letture successive) avrebbe meritato una dimensione ben più estesa del formato Corto, per quanto Il Senza Pietà risulti assolutamente uno dei più interessanti del concorso e uno di quelli da cui traspare il maggior impegno da parte dell’autore.
Autore che possiamo additare ad esempio dell’ambivalenza (in questo caso esclusiva) del termine infingardo: non è stato certo pigro, ma sicuramente un po’ ingannevole con lo scherzetto del paragrafo/epilogo. voto inviato a babacampione
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Re: 8° racconto: Il Senza Pietà
Recensione del “Senza Pietà”
Protagonista/Tema
Un buon vecchio cattivone fantasy, un megalomane psicopatico che vuole conquistare il mondo e che comanda a legioni di soldati, spettri e mostri preistorici. Niente da dire, è un classico che ha sempre il suo fascino. Il tema dell'invasione è ben utilizzato e su questo non posso dire niente di negativo. Inoltre, il fatto di dare dei consiglieri più o meno affidabili al Tempio del Male-Creatore della Polvere- Gran Farabutt-Lup Mann è una buona idea, molto originale ma un po' pericolosa.
Stile
Mi è piaciuto lo stile di scrittura: le truppe hanno mille difficoltà per arrivare al loro obiettivo e lo possiamo addirittura sentire, come se leggessimo un romanzo epico. Se si chiudono gli occhi dopo la lettura di ogni paragrafo, possiamo vedere il Nembarat progredire sotto le bufere di neve, sentire il “beee” delle pecore che muoiono e vedere i carri di biada o d'acqua che cadono nei diruppi. Amico autore, hai fatto un ottimo lavoro di narrazione e un Corto mi ha raramente dato queste emozioni. Non so se ve lo ricordate, ma quando ho letto il “Senza Pietà”, ho pensato a "In fuga tra le montagne": un Corto del 2015 nel quale dovevamo guidare un gruppo di soldati attraverso una montagna per raggiungere una locanda.
Giocabilità
Secondo me, l'autore ha voluto mettere troppi elementi nel suo Corto e nonostante le buone idee, ho trovato il risultato un po' pesante da gestire.
Consultare il Governo delle Ombre: Mi ha fatto pensare al vecchio viodeogioco “Lost Eden”, nel quale il Protagonista poteva chiedere consiglio ai suoi compagni. I paragrafi in grassetto che portano a quelli in rosso sottolineato sono una buona pensata... ma non per un Corto di 40 pagine. Se vedo un paragrafo in grassetto, penso che posso chiedere il suo parere a ognuno del Governo delle Ombre, ma no. A volte, pensavo che Lady Naxia o Sukrontek (quelli più in gamba del Governo) potessero dire la loro, ma sbagliavo: il paragrafo che doveva corrispondere alla loro azione non esiste e sono allora obbligato di chiedere il parere al lucertolone o allo psicopatico di turno. Quindi, non ho capito perché non si poteva sempre chiedere il parere di tutti e questo mi è dispiaciuto.
La gestione del Nembrat: Elemento molto importante di una campagna militare, capisco che l'autore abbia voluto fare come in alcuni videogiochi (Ages of Empires, un wargame di LOTR del 2005, Kagliostro ha parlato di Total War) ma questo sistema può andare bene in un wargame classico, ma non in un LG e ancora meno in un Corto! Di solito, dobbiamo gestire pochi valori (punti di Salute, Magia) ma qui dobbiamo tenere un registro di 8 tipi di truppe diverse, 4 consiglieri (che possono morire), Punti di Oscurità (perché non chiamarli semplicemente Punti di Salute o di Resistenza?), L'arma speciale (che può essere rubata), i codici, il Bestiame e tre tipi di carri... damn, Ci vorrebbe Silvano Roggi! Ho trovato questi elementi troppo pesanti e trasformano il gioco in una serie di noiosi calcoli. C'è stata la volontà di simulare la gestione reale di un esercito, ma penso che ci siano delle falle: a volte il Nembarat mette giorni per andare di un punto A ad un punto B, come mai non si raccoglie lo sterco dei Mammut per fare del combustibile (anche se ogni Guerriero o Lanciere prende con sé 500 grammi di puppu, la quantità totale dovrebbe permettere di riscaldarsi) e perché avere le pecore tra i piedi quando si hanno i carri di carne di yak? Quest'aspetto del gioco non mi è piaciuto, un peccato davvero.
I Punti di Oscurità: Iniziamo con 10 punti. Possiamo perderne se ispezioniamo il materiale da prendere per la spedizione, se si sceglie di andare al letto con Lady Nexia (questo paragrafo è del tutto inutile. Inoltre si perde 1 PO? Ma come mai? Abbiamo pure preso l'herpes?) . La stanchezza, il freddo e le ferite in battaglia fanno perdere questi punti, logico. Ma ci sono paragrafi nei quali perdiamo e recuperiamo un PO, una scelta illogica visto che non cambia niente.
La Chiave di Bronzo: Un riferimento a “Misteri d'Oriente” con la famosa Chiave di Bronzo del Prete Gianni? Sicuramente. Trovarla non è facile: l'autore ha voluto che i lettori siano ben attenti a tutti i dettagli del Corto e questo è buono. Ma l'utilizzo della suddetta chiave è difficile da capire: è scritto che quando la si vuole utilizzare, dobbiamo andare avanti di 5 paragrafi... ma come facciamo a capire qual'è quello giusto? Mi sono perso in loop micidiali che erano del tutto illogici e non ci ho capito niente. Poi, ho provato ad utilizzarla in ogni paragrafo, ma non ha dato niente di logico. Ho capito come utilizzarla bene dopo aver letto gli spoiler ed ho trovato la soluzione che porta all'Epilogo, ma questo non mi ha convinto molto
Conclusione
Un Corto scritto davvero bene da un autore che ha voluto metterla tutta con un sistema originale che unisce logica, enigmi, combattimenti ed intelligenza. Il caso (o fattore “C”) è scartato quasi del tutto e il lettore-giocatore deve essere furbo per arrivare al suo scopo. Purtroppo, ci sono delle cose troppo pesanti da gestire ed impediscono di avere delle partite fluide. Nonostante ciò, faccio i miei complimenti all'autore misterioso che ha provato di innovare e di unire una bella prosa con un sistema di gioco realistico fino ad un certo punto. Il mio voto non sarà basso, ma non altissimo.
50 Mammut e quel Giuda di Lord Ialos porteranno il mio voto a Babacampione
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Re: 8° racconto: Il Senza Pietà
Pirata delle Alpi ha scritto:
Un buon vecchio cattivone fantasy, un megalomane psicopatico che vuole conquistare il mondo e che comanda a legioni di soldati, spettri e mostri preistorici.
A me l'esercito ha ricordato l'Orda dei Viventi del fumetto Riconquiste
Secondo me il paragrafo che citi con Lady Naxia non è affatto "inutile", e francamente non condivido la scientificità che molti vorrebbero applicare in maniera assoluta ai librogame: mi ricordo di altre discussioni in cui qualcuno diceva che se i personaggi trovano degli oggetti devono tassativamente avere la possibilità di usarli!
Ma tanti elementi dei librogame potrebbero essere anche solo "red herring", false piste, e poi è tutta una questione di scelte, no? La prossima volta sapremo che quella non è quella più conveniente
E poi se quel paragrafo ci toglie qualcosa in termini di gioco ci dà qualcosa in termini di piacere letterario, oltre al fatto che potrebbe essere stato elaborato così dall'autore per meglio definire la natura "oscura" di Lady Naxia e magari suggerire che non bisogna fidarsi di lei, mettendoci quindi su una falsa pista. La fatica nello scegliere di persona le componenti dell'esercito l'ho trovata un po' ridicola anch'io, pur tenendo conto della benedizione debilitante che grava sul protagonista.
Il paragrafo in cui si arriva dopo aver non era piaciuto inizialmente nemmeno a me: prima recupero un punto e subito dopo lo perdo? Ma poi ho verificato che semplicimente l'autore ha copiaincollato la parte relativa alla perdita (indipendente dalle nostre azioni) dall'altro paragrafo in cui non si compiva quella data azione, e anche se un po' brutto nella forma mi è parso più giustificato.
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Re: 8° racconto: Il Senza Pietà
Pirata delle Alpi ha scritto:
I Punti di Oscurità: Iniziamo con 10 punti. Possiamo perderne se ispezioniamo il materiale da prendere per la spedizione, se si sceglie di andare al letto con Lady Nexia (questo paragrafo è del tutto inutile. Inoltre si perde 1 PO? Ma come mai? Abbiamo pure preso l'herpes?)
Che domande... come vuoi uscirne da una così, se non meno nervoso e decisamente più spompato?
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Re: 8° racconto: Il Senza Pietà
Pirata delle Alpi ha scritto:se si sceglie di andare al letto con Lady Nexia
Io ho smesso di leggere dopo questo paragrafo. Pensavo che fosse il finale positivo.
Adesso mi venite a dire che la storia può finire ancora meglio?
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Re: 8° racconto: Il Senza Pietà
gabrieleud ha scritto:Pirata delle Alpi ha scritto:se si sceglie di andare al letto con Lady Nexia
Io ho smesso di leggere dopo questo paragrafo. Pensavo che fosse il finale positivo.
Adesso mi venite a dire che la storia può finire ancora meglio?
Sapessi cosa succede dopo coi Rinotricorni...
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Re: 8° racconto: Il Senza Pietà
Ho letto con piacere questo racconto che, pur avendo grossi difetti, presenta anche notevoli pregi. Proprio da questi ultimi inizierei la mia disamina.
Tanto per cominciare l'idea è originale e suggestiva: un bel gestionale in ambito fantasy. Il lettore si sente davvero un generale al comando del proprio esercito, dovendo pianificare tattica & strategia. Dispiace davvero perdere uomini e/o risorse, non tanto per l'aspetto "morale" (in fondo siamo cattivi), ma perché vediamo svanire i mezzi di salvarci la pelle, scopo ultimo degli egoisti individualisti (Chaotic Evil per gli amici).
Il ricorso alla sorte è minimo, spesso anche proposto in maniera intelligente (tipo al 23 bisogna scegliere tre numeri). Anche le scelte tra un paragrafo e l'altro sono dettate da considerazioni logiche e spesso le penalità sono punizioni per il giocatore poco lungimirante.
Non ho nemmeno grossi problemi a finire il libro usando la chiave. Signori, l'epilogo è a tutti gli effetti un paragrafo, anche se non inizia con il numeretto, tanto è vero che su LGC può anche essere linkato; onestamente vedo le polemiche in merito come discussioni sul sesso degli angeli. L'autore dice che è stata una scelta consapevole e io gli credo. È ottima anche l'aderenza al bando, sia per il protagonista che per il tema. La cattiveria non è solo una caratteristica che diamo per scontata e credo che nessuno possa negare l'invasione in corso. Anzi, questo è il racconto che, fino a ora, più si è uniformato ai paletti.
Però ci sono tanti difetti che mi hanno fatto storcere il naso, ma davvero tanti.
Partirò dallo stile di scrittura. Tutto il testo è pieno di "vedi", "senti", "riesci" et similia, cosa che io non posso tollerare già nei testi in terza persona, figuriamoci quando sono scritti in seconda persona. Eliminarli costerebbe un minimo di fatica e renderebbe la narrazione molto più scorrevole.
Non parliamo poi di parole messe a sproposito, tipo il cavaliere "saccente" (sic!), che io mi immagino sulle mura di Takdush a fare il PdF e a insegnare agli arcieri come si tende l'arco. Per finrie, tutta una serie di avverbi in "-mente" della quale avrei fatto volentieri a meno.
Poi c'è la faccenda delle misure, che ammazza la sospensione dell'incredulità. Cioè, vediamo se ho capito, qui si parla di muovere un esercito composto da centinaia di migliaia di elementi e si pensa di sostenerlo con centinaia di pecore? Ma è uno scherzo!? Al 50, tanto per fare un esempio, dopo dieci giorni di marcia devo cancellare 200 pecore o perdere 1.000 Guerrieri dell'Ombra, sarebbe a dire che ogni giorno 20 pecore sfamano 1.000 uomini adulti, cioè che un ovino dà colazione, pranzo e cena a 50 soldati. Mi pare un po' stiracchiata come stima, per quando grosse possano essere le bestie. No, si parla di unità di grandezza diverse.
C'è poi un'altro avvenimento che mi lascia dubbioso.
Lord Ialos è un traditore, eppure è proprio lui che all'8 ci consegna su un piatto d'argento la strada per ottenere la chiave. Ma che razza di traditore è!? Insomma, "Il Senza Pietà" è un'opera giocabilissima e coinvolgente, con meccaniche di gioco solide e un finale nascosto che costringe a effettuare diversi tentativi. Non è il racconto migliore in gara a causa di grossi problemi nella forma, sia nello stile narrativo che a livello di descrizioni.
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