Ubik ha scritto:

Ma la rigiocabilità è davvero così importante?

No, ma quell'unica partita deve essere DAVVERO memorabile (vedi La Corona dei Re, ma vale per tutti i Punta e Clicca).

Prodo ha scritto:

A questo punto aspettiamo un libro che abbia doppio regolamento e anche doppia storia, ovvero la possibilità di vivere la stessa vicenda da due punti di vista diversi, in modo da pompare esponenzialmente la possibilità di rigiocare i vari titoli.

Non puoi neanche immaginare quanto sia difficile scriverli...

Zakimos ha scritto:

Le prime sono quelle parti del racconto obbligate in cui in un modo o nell'altro si arriverà. Ricordo che Dever nei suoi seminari insegnava che un buon autore dovrebbe avere in mente questi colli di bottiglia e costruire la storia intorno ad essi: ecco, io vorrei che qualcuno avesse il coraggio di andare oltre e rimuoverli del tutto, creando una storia che ad ogni scelta (ecco, magari non a OGNI scelta) vada per una strada completamente diversa. L'esempio migliore che mi viene in mente è I Misteri di Baghdad, dove le strade dell'avventura sono totalmente libere, salvo ricondursi tutte ad un unico segmento finale (io rimuoverei pure quello), o AD&D16 dove la scelta iniziale fa dipanare l'avventura in modo radicalmente diverso.

Credo che in un libro-game story-driven, che punti sullo sfruttare i concetti di designing di un romanzo (o film, o altro), i checkpoint servano proprio a costruire attorno a quei nodi di interesse una trama a bivi.  Penso, per esempio, ai Plot Point di Field.
Certo, è sempre possibile creare tante trame parallele che puntino allo stesso fine. Ma sarebbe come creare diverse micro-storie, ognuna con la propria trama. Per forza di cose sarebbero meno lunghe di una trama unica, e questo non è detto che sia un male. Però, dove sta il guadagno? Di permettere al lettore di rigiocare il libro seguendo un'altra trama?

La questione mi sembra comune ai videogiochi, dove ce ne sono di seriali con finali multipli.

C'è poi la possibilità di gestire questa cosa. Finali diversi significa tutto e niente.
Diverso nel senso che salvi il mondo o che lo distruggi? Allora è un conto.
Diverso nel senso che riesci a salvare il mondo ma non a scoprire chi lo vuole distruggere, piuttosto che scoprire che dietro ci sta l'Unione dei Cattivi? Inizierai la seconda avventura con meno indizi.

Esatto, credo che questa sia una buona soluzione per gestire serialità (anche con una trama più "stretta" rispetto a KK) e permettere comunque diversi finali (o variazioni dello stesso).
I finali migliori dovrebbero essere più difficilmente raggiungibili. Va sempre premiato il giocatore bravo.