Seven_Legion ha scritto:
Non e' affatto vero quello che dite e sul vecchio forum se ne era parlato in abbondanza e con chiarezza: la legge sul diritto d'autore NON consente di stampare libri altrui.
Il discorso del "in Italia nessuno ha i diritti" non vale molto: sei tu che li devi comunque chiedere all'autore straniero.
Il discorso del "senza scopi di lucro" e' stata interpretata dalla SIAE nel modo piu restrittivo: persino distribuire gratis non ti salva dall'accusa di aver "risparmiato" (quindi "lucrato") sui diritti d'autore che non hai pagato.
Giusto per capirci: ho addotto quei "corollari" non come scusa, giustificazione o presunto permesso, ma solo per elencare i punti principali su cui avevamo discusso e che costituiscono il cardine della nostra decisione di procedere con le traduzioni, magari anche di libri, come quelli di Livingstone, su cui in un primo momento avevamo messo il veto perché sono tuttora pubblicati in Inghilterra. Non volevo dare l'idea che fossimo a posto dal punto di vista formale e legale. Pertanto ho appunto concluso che stiamo facendo questa cosa perché nessuno è venuto a dirci niente. Nel caso dei libri di Dever, il suo permesso è puramente verbale e non sarebbe di garanzia nel caso che un giorno Joe si svegliasse e decidesse di citare LGL per Combat Heroes e il Companion.
Dico solo quello che penso su un paio di cose: non vedo perché si dovrebbero pagare dei diritti all'autore se non intendo lucrare sulla mia traduzione della sua opera, soprattutto quando qualsiasi logica umana può dimostrare che l'autore, dal mio lavoro, non riceve perdite economiche. Paradossalmente su questo forum si arriva al punto che il libro tradotto viene scaricato per diletto e curiosità da chi ha già pagato l'autore acquistando il libro originale. Nel caso poi di libri non più pubblicati, come quello di Dave Morris, l'autore non ci guadagna neppure su tutte le copie usate che ogni settimana vengono vendute da Amazon o su eBay o altre fonti, quindi l'autore non guadagna più nulla comunque da quell'opera, originale o amatorialmente tradotta che sia.
In quanto alla SIAE, sarò anche il solito italiano ma sono convinto che un'organizzazione che:
- chiede soldi per cantare una canzone in pubblico ad una festa o per proiettare filmati anche solo ad un pubblico scolastico,
- pretende diritti su prodotti d'importazione parallela su cui non ha alcun diritto,
- ti fa pagare IVA su prodotti acquistati all'estero, anche usati,
- al di sopra ed in barba ad ogni legge, applica una pena a priori a qualsiasi italiano acquisti un prodotto elettronico dotato di memoria perché "potresti usarlo" per conservare musica o filmati che non hai pagato,
è un'organizzazione che fa i suoi porci comodi e interessi a danno del cittadino, e sarebbe probabilmente giudicata criminale da qualsiasi corte dotata di un briciolo di buon senso.
Sulle fanfiction qualsiasi pretesa legale è comunque arbitraria e fantascientifica, perché laddove non vengono chiesti soldi per fruirne, la fanfiction è tranquillamente equiparabile (sempre secondo una logica che i soldi cancellano in un attimo) al bambino che a scuola dice "ma pensa se Harry Potter..." e ti imbastisce una sua storiella su come secondo lui poteva succedere in Harry Potter. Vogliamo multarlo e denunciarlo? Allo stesso modo, se una qualsiasi pretesa legale su una fanfiction gratuita potesse realmente essere montata e fatta valere, bisognerebbe rimuovere da Internet qualsiasi disegno che si rifà a prodotti commerciali, ovvero qualsiasi fanart comprendente personaggi di fumetti, anime, videogiochi, film, e multare i bambini che all'asilo disegnano Goku e Naruto. In quel caso di Harry Potter, non mi sorprenderei se la cosa non fosse progredita proprio perché mancavano degli autentici appigli legali, perché concettualmente portare a processo uno che si è appassionato alla serie e si è scritto la sua storiella personale è una vaccata atomica. Sicuramente in quel caso i legali della Rowling volevano solo fare la voce grossa per spaventare il probabile mercato nero e il business della contraffazione del marchio HP, e hanno scelto come bersaglio di facciata una fanfiction che godeva di popolarità e quindi di visibilità.
Che poi scusate: in commercio, nei negozi di dischi, si trovano dei bootleg, venduti con tanto di scontrino fiscale. Com'è possibile? Dov'è la SIAE, dove sono gli avvocati, dov'è il diritto d'autore? Come fa una registrazione non autorizzata a finire nei negozi e a non essere punita per violazione dei diritti d'autore? E lì c'è il lucro, a differenza che per i LN.
Insomma, la legge sarà anche legge, ma ci vogliono dei presupposti:
- la legge deve esistere e non dare adito a dubbi per eventuali rivendicazioni (e nel caso della fanfiction di HP, probabilmente c'erano delle falle);
- la legge dev'essere applicata in tutti i casi affini, non soltanto in quelli più visibili, quando porta soldi in tasca a Mina e agli altri affiliati alla SIAE, o quando conviene all'artista dimenticato per riportare il suo nome in prima pagina.
- la querela della parte offesa. Per un notevole numero di capi d'accusa, non esiste reato se non c'è denuncia.
La legge è imperfetta, la sua applicazione è imperfetta, il mondo è imperfetto. Se a nessuno interessa fare chiarezza e ordine, il mondo rimane imperfetto. E di questa imperfezione potrebbero far parte i LibriNostri; se qualcuno vuole eliminare quell'imperfezione, lo dirà. Se perfino la EL non ha detto nulla riguardo all'uso di una sua grafica editoriale, regolarmente registrata e sicuramente coperta da diritti, vuol dire che attualmente di possibili irregolarità dei LN non interessa a nessuno, tranne curiosamente che ai diretti responsabili. Che comunque non rubano soldi a nessuno e non intascano un centesimo per le lunghe ore passate su questi lavori.