Resisti, Tito!
Mi infilo nel tumulo.

La netta maggioranza delle voci interiori nella testa di Caio Valerio lo spinge a inoltrarsi nel tumulo, andando a destra!
L'avventura di Caio Valerio prosegue...



Paragrafo 5

Prosegui con grande attenzione, mentre le torce proiettano strane ombre sulle pareti. Il corridoio si apre in un'ampia stanza, dominata da tre menhir di pietra, disposti a triangolo e coperti di strani simboli incisi nella roccia. Dalla sala partono altri due corridoi. Ti avvicini affascinato alle grandi pietre: i simboli sembrano costituire una rima samodiante, forse un oscuro incantesimo di evocazione.
Un'improvvisa folata di un odore penetrante colpisce le tue narici e ti giri di scatto prima di essere colto di sorpresa.
Per un istante pensi che ciò che hai di fronte sia uno scherzo della tua fantasia o un'allucinazione dovuta alla stanchezza, ma i pesanti passi sul pavimento ti convincono immediatamente che la cosa che si appresta ad attaccarti è fatta di carne e ossa.
La sua enorme sagoma ti ricorda dipinti rupestri o incisioni scorte su scudi di antichi eroi: si tratta di un animale leggendario, un cinghiale dai tre corni, che si dice essere sacro o maledetto a seconda delle versioni della leggenda.
Riesci a vincere il terrore che ti provoca ma non puoi fuggire: devi combattere!

Il cinchiale mostruoso abbassa la testa e si prepara a caricare. Cosa fai?

non c'è la scelta: "Lo affronti con la tauromachia"?
Ah la tauromachia!

ehi, nel paragrafo 5 c'è il verbo "sembrare"!!!! A MORTE!!! A MORTE!!!

Una buona maggioranza delle voci interiori nella testa di Caio Valerio lo spinge a combattere con arco e frecce.
L'avventura di Caio Valerio prosegue...



Paragrafo 6

Sfruttando le tue abilità da esploratore e cacciatore, ancora più sviluppate di quelle da combattente da mischia, intraprendi una battaglia con il cinghiale mostruoso a suon di frecce, che incocchi e rilasci mentre sfuggi ai suoi assalti sfruttando la conformazione della stanza e la posizione dei tre menhir.
La tua strategia è lenta, ma ti ripaga: quando l'ultimo dei tuoi dardi si pianta nel corpo della bestia, quella finalmente emette un gemito di dolore e frustrazione e si accascia al suolo.
Finisci il terribile essere con il colpo di grazia e ti fermi a controllare stupefatto le tue condizioni: è incredibile, non hai riportato neppure un graffio!
L'unica nota negativa del combattimento è che le frecce sono tutte danneggiate dalla pellaccia del mostro e non potrai usare più l'arco fino alla fine dell'avventura, ma poteva andare molto peggio...

Ispezioni rapidamente uno dei passaggi, ma ti rendi conto che questo conduce a quella che doveva essere la maleodorante tana del mostro che hai appena affrontato. E' un antro buio, senza altre aperture, e c'è una catena spezzata inchiodata al muro, mentre resti di carne dalla provenienza inquietante sono sparsi un po' ovunque.
Non c'è nulla di interessante qui, quindi torni indietro e prendi l'altro passaggio.

Il corridoio in pietra sembra uno dei più antichi dell'intero complesso e termina dopo un centinaio di passi in un doppio portale in legno scolpito. Con una leggera pressione, le due ante si spalancano, offrendoti una visione terrificante: dalle pareti di una grande sala pendono incatenati una ventina di scheletri umani, alcuni abbigliati con brandelli di vesti di foggia romana.
Avanzi nervosamente verso l'uscita dalla parte opposta della stanza, mentre ti domandi in nome di quale orribile cerimoniale quegli uomini siano stati rapiti e uccisi.
Un'improvvisa sensazione pervade il tuo essere: qualcosa o qualcuno in quella stanza vuole comunicare con te, ma il suo richiamo ti giunge da oltre il nero velo della morte!

Cosa fai?

bit.ly/CaioValerioParagrafo6

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