"D'accordo, allora," mormori. "Tieni gli occhi bene aperti, Nurrak, e la spada pronta: coprimi le spalle mentre sono distratto." Mi avvicino lentamente al piedistallo, mormorando una silenziosa preghiera, ed allungo la mano a sfiorare la superficie della magica sfera.

Risposta tramite PM.

Possiamo pure continuare qui adesso, se a te va bene.
"Il destino di tuo fratello è davvero gramo, tuttavia non tutto è perduto; siamo ancora in tempo per liberarlo!" Dico a Nurrak. "Ma ora è un'altra la minaccia che incombe su di noi: se l'essere che ti ha aggredito sta davvero per tornare, dobbiamo lasciare al più presto questo luogo maledetto..." Dopo un attimo di riflessione , aggiungo: " E se non possiamo andarcene dal corridoio da cui siamo venuti, dobbiamo cercare un'altra via di uscita..." dico, avvicinandomi armato e furtivo alla scala che conduce alla saletta con i cadaveri.

"Skrymir, Skrymir..." sussurro fra me e me. Il nome mi sembra familiare, ma non riesco ad associarlo a niente di preciso. Poi un'immagine attraversa come un lampo la mia mente: quella di un immenso gigante di ghiaccio, flagello dei tempi antichi. Non mi ricordo dove ho sentito parlare di lui, ma una cosa è certa: è meglio non avere niente a che fare con questo essere. Mi detergo il sudore che mi imperla la fronte, poi urlo a Nurrak: "Non è certamente un nemico che possiamo sopraffare, dobbiamo andarcene da qui. Sali quelle scale e vedi dove portano! Io ti copro le spalle!" Detto questo, salgo velocemente le scale alle calcagna di Nurrak, lanciando occhiate preoccupate al corridoio da cui siamo venuti.

Faccio cenno a Nurrak di tenere d'occhio il piano sottostante e di tenersi pronto ad avvertirmi e continuare a salire, se la situazione dovesse peggiorare. Io mi precipito alla porta di ferro, per capire se sia aperta, o ancora meglio, se possa condurre in qualche modo all'esterno.