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L'approccio è sicuramente molto importante. Io personalmente ho proceduto seguendo un percorso ad anello che mi è parso razionale, cioè infilando le tappe una dopo l'altra evitando il più possibile di tornare due volte nello stesso posto: ho battuto prima le tappe terrestri, poi mi sono preso una barca e ho fatto quelle insulari, tenendo per ultimo però il Necromanteion (che scendere nel mondo dei morti e uscirne vivo non sia semplice è abbastanza intuitivo...). Insomma: Tessaglia, Delfi (mercato quindi equipaggiamento base!), Elide (le mandrie di Augia intuitivamente non mi parevano proibitive), Lerna, poi Atene; da lì, mare: Naxos, Karpathos, Cnosso, Cythera, Necromateion, poi una capatina giusto per curiosità in Tessaglia e via con la settima fatica. Con questo sistema ho trovato molto dura (ma comunque fattibile) la battaglia con l'Idra; a quel punto Cecrope era sì tosto, ma avevo ormai abbondante Astuzia da spendere ed ero bene equipaggiato (anche grazie a un incontro casuale) e l'ho battuto. Da quel punto in avanti non ho mai più avuto difficoltà coi check (ho finito con una montagna di Astuzia), ma sono rimaste le difficoltà strutturali, ovviamente (Cnosso e Necromanteion sono decisamente le fatiche più complesse, secondo me!). Sicché alla fine, anche quando tecnicamente il gioco pare in discesa, restano comunque ostacoli di altra natura a tener vivo l'interesse. La difficoltà si mantiene dunque bilanciata, e con una struttura del genere non era un risultato banale. Il finale 'nascosto' mi ha messo in crisi; in un primo momento ho pensato che il 600 in corsivo si sarebbe in qualche modo riferito all'episodio successivo, solo dopo, riflettendo che non mi veniva mai richiesta nessuna delle note 'investigative' (Sogno della Lavandaia, Discorso di Cecrope etc) ho capito che dovevo fare un twist mentale.